Appello per Milano
dicembre 2004
A Milano si deve fare di più, molto di più, per sostenere la circolazione delle biciclette
L’appello è proposto da FIAB Ciclobby onlus con la collaborazione di Arciragazzi, Associazione Utenti del Trasporto Pubblico UTP, Camminamilano, Coordinamento Comitati Milanesi, Coordinamento Comitati Zona Sud, Fondazione Fabio Casartelli, Legambiente Milano, Mamme Antismog di Milano MAM, WWF Lombardia con l’adesione di:
Altan, Serena Arduino, Bruno Arena, Sandro Balducci, Antonio Ballista,
Benedetta Barzini, Francesco Bertolini, Claudio Bisio, Mario Boffi, Guido
Bolzani, Maria Bonatti, Giosuè Bonomi, Francesco Saverio Borrelli, Simone
Borsetti, Gianni Bottalico, Lucio Braicovich, Paola Brambilla, Giancarlo
Buccheri, Gianni Bugno, Giulio Calderoli, Vito Calderoli, Bruno Canino, Vinicio
Capossela, Giovanni Caproni, Franco Carnelli, Pinuccia Carrer, Fabio Casiroli,
Ciclisti Bicocca, Amedeo Clavarino, Antonio Colombo, Lella Costa, Philippe
Daverio, Francesco Degrada, Duccio Demetrio , Alfredo Drufuca, Maria Grazia
Fabrizio, Matteo Fagnini, Inge Feltrinelli, Aldo Ferrara, Massimo Ferrari,
Fondazione Exodus, Antonio Frigè, Eugenio Galli, Jacopo Gardella, Paolo
Garimberti, Jole Garuti, Ida Garzonio, Marco Garzonio, Dan Gay, Massimo Gentili
Tedeschi, Daniele Gilardoni, Ivan Gotti, Viviana Guolo, Pietro Ichino, Vivian
Lamarque, Francesco Leporino, Elia Luini, Chicca Macchi, Silvia Maffii,
Patrizia Malgieri, Albano Marcarini, Angelo Martino, Pier Luigi Marzorati,
Rosanna Massarenti, Marisa Masullo, Don Antonio Mazzi, Max, Susanna Messaggio,
Carlo Montalbetti, Fabrizio Onida, Lorenzo Pagliano, Cristina Pariset, Marco
Pastonesi, Bruno Pizzul, Enrico Prevedello, Roberto Prina, Andrea Poggio, Maria
Pia Quintavalla, Emanuele Ranci Ortigosa, Pippo Ranci, Gian Luigi Ravasi, Luigi
Riccardi, Emilio Rigatti, Cesare Rimini, Giorgio Roilo, Ennio Rota, Paolo
Rumiz, Roberto Ruozi, Michele Sacerdoti, Franco Scarpelli, Mario Scirea,
Alberto Smeraldi, Vera Squarcialupi, Giovanni Storti (Giovanni di Aldo,
Giovanni e Giacomo), Gino Strada, Luisa Toeschi, Fabio Treves, Umberto
Veronesi, Francesco Viganò, Marco Vitale, Tommaso Vitale, Francesca Zajczyk,
Renzo Zanazzi.
La nostra salute
fisica e mentale e la qualità della vita sono sempre più compromesse
dall’eccesso di traffico motorizzato. Inquinamento dell’aria, rumore, code
snervanti, lentezza dei mezzi pubblici, e l’occupazione per la sosta di ogni
spazio pubblico, marciapiedi compresi, rendono la vita impossibile ai milanesi.
Senza contare quelli che la vita la perdono o restano invalidi, in incidenti
sempre più numerosi. I costi individuali e sociali causati dall'irragionevole
predominio della mobilità a motore sono divenuti ormai palesemente
insostenibili e minacciano di pregiudicare anche il diritto fondamentale alla
mobilità individuale.
Sono molte le cose
da fare per affrontare l’emergenza traffico: una, che si potrebbe fare subito,
è incoraggiar la mobilità ciclistica, e non solo con le corsie e piste
ciclabili. Si può e si deve moderare il traffico (strade e zone
residenziali, strade e zone con il limite di 30 chilometri all’ora, zone a
traffico limitato e altro ancora); si può e si deve applicare il Codice
della Strada là dove prevede la circolazione promiscua o separata di pedoni
e biciclette sui marcia piedi più larghi e adatti a non compromettere la
mobilità pedonale, e la circolazione delle biciclette nelle corsie
preferenziali dei mezzi pubblici. E una cosa ancora più semplice, e che pure
non si fa in modo adeguato: installare attrezzature per il parcheggio delle
bici, a partire dai numerosi luoghi dove attualmente sostano in modo
selvaggio.
La bici non è solo
un giocattolo o un attrezzo sportivo, è un mezzo per muoversi. E' un mezzo di
trasporto agile che non ingombra, non inquina, non fa rumore, non produce
emissioni di alcun tipo. Un mezzo che si rivela particolarmente economico, in
termini sia di risparmio sia di efficienza energetica, e dalle grandi
potenzialità.
Ed è un mezzo
facilmente integrabile con i mezzi di trasporto pubblici e privati. Ma per l’effettiva
integrazione bisogna consentire l'accesso alle bici sulla metropolitana, non
solo di sera e nei giorni festivi e di sabato, e sui treni; ci vogliono accessi
facilitati alle stazioni, possibilità di spostare le bici al loro interno
(canaline sulle scale e utilizzo degli ascensori), adeguati parcheggi,
depositi, noleggi, punti di riparazione (velostazioni). E a chi arriva a Milano
in auto bisogna far trovare, nei parcheggi esterni di corrispondenza, bici a
noleggio con cui eventualmente proseguire il viaggio verso il centro. Bisogna
sviluppare i progetti a scuola in bicicletta e al lavoro in
bicicletta.
Nel territorio
esterno alla città si possono e devono predisporre strade svincolate dal
traffico motorizzato per il cicloescursionismo, la forma di turismo più
rispettosa dell’ambiente. Non con nuove costruzioni, ma recuperando un ricco
patrimonio di spazi male utilizzati o abbandonati: strade interpoderali, sedi
ferroviarie dismesse, argini, alzaie dei navigli, strade di servizio dei
canali, strade dismesse.
In sostanza,
occorre prendere finalmente atto dello sviluppo spontaneo della circolazione
delle biciclette, che è sotto gli occhi di tutti, ma anche testimoniato da
recenti censimenti condotti dalle associazioni dei ciclisti. Uno sviluppo che
potrebbe essere senz'altro molto maggiore se finalmente fosse preso qualche
provvedimento per favorirlo.
Alle pubbliche
amministrazioni (Regione, Provincia, Comuni e altri enti locali) chiediamo di
considerare la bicicletta come un mezzo di trasporto con pari dignità rispetto
agli altri (e per certi tipi di spostamento più efficiente di altri). Non
chiediamo privilegi per i ciclisti, chiediamo di garantire la libertà di
scelta di questo mezzo di trasporto da parte di tutti i cittadini. Senza
dimenticare che i provvedimenti che migliorano la vita dei ciclisti migliorano
la mobilità di tutti.