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Comunicato Stampa del Comitato Giardino In Gioia del
10/3/05
Sabato 19 marzo 2005 alle ore 11 l’ex Vivaio
Fumagalli di via Melchiorre Gioia 39 verrà intestato alla memoria di Emilia
Longone Sommaruga, secondo le disposizioni testamentarie della figlia Giuditta
Faini Sommaruga, durante una cerimonia organizzata dal Comitato Giardino in
Gioia.
Storia del giardino in base alle ricerche effettuate
da Michele Sacerdoti dei Verdi di Milano, pubblicate sul sito
www.msacerdoti.it/notizie0304.htm#23/10/04
Nel catasto del
1888 il terreno del giardino, che comprendeva la cascina Abbadesse, è di
proprietà di Angelo Longone che dal 1884 aveva un ortofrutta; alla sua morte
nel 1889 gli succede la figlia Emilia Longone il cui marito Angelo Sommaruga
prosegue la produzione ortofrutticola. Il 31/5/1928 Emilia Longone muore e
lascia il terreno in eredità alla figlia Giuditta Sommaruga Faini, nata nel
1875. Al posto dell'ortofrutta subentra nel 1934 il floricultore Elia
Fumagalli.
Giuditta Faini
Sommaruga continua ad abitare nella casa di via Melchiorre Gioia 39, che era
una villa di 3 piani. Nel 1941 muore di poliomelite la figlia Emilietta all'età
di 39 anni. Nell'agosto del 1944 la villa viene colpita dai bombardamenti e
quasi distrutta. Negli ultimi anni della sua vita Giuditta va ad abitare
all'Hotel Touring di via Vittorio Veneto. Muore all'età di 89 anni il 7 marzo
1964 e nel testamento lascia il terreno all'Ospedale Maggiore di Milano, a
condizione che "la proprietà di via
Melchiorre Gioia 39, cioè la casa di abitazione con annesso giardino, non venga
venduta né data in affitto, ma sia mantenuta fra le proprietà dell'Ospedale
Maggiore, non solo ma venga bensì destinata ed adibita a scopi Ospitalieri, con
Impianti di Terapia Fisica o come meglio crederà, per lenire le sofferenze
dell'umanità, e che venga intestata in memoria di mia madre Emilia Longone
vedova Sommaruga, portando il nome della stessa".
L'Ospedale Maggiore
deve anche assumersi il costo del mantenimento della tomba sua e della figlia
al Cimitero Monumentale (portico superiore BG ponente arcata 60 del celebre
scultore Giannino Castiglioni) e delle tombe dei genitori Angelo e Emilia
(arcata 45 nello stesso portico). L'Ospedale Maggiore accetta l'eredità e la
tiene come cespite a reddito, incassando l'affitto del vivaio Fumagalli.
Nel 1983 l’Ospedale
decide di venderla insieme ad altri terreni ed immobili e ottiene
l'autorizzazione, essendo un bene inalienabile, dalla Giunta Regionale
presieduta da Guzzetti. Tuttavia si dimentica della particelle catastale n. 20
e deve richiedere una nuova autorizzazione, che viene ottenuta solo nel 1988,
con la giunta Tabacci; tra gli assessori c'è Gianni Verga, attuale Assessore al
Territorio del Comune di Milano.
Nel frattempo il
terreno, che nel piano regolatore era assegnato a Verde Comunale, entra a far
parte della variante Z2 che prevede di creare nell'area un centro direzionale,
condividendo i diritti volumetrici con gli altri terreni della zona. Il valore
del terreno viene valutato da un perito di circa 11 miliardi e questa è la base
dell'asta che viene effettuata il 18 dicembre 1989 presso il Notaio Michele
Marchetti.
L'asta, dopo
numerosi rilanci, viene vinta con un'offerta di 20 miliardi dall'impresa
Cogefar Torno, proprietaria del terreno adiacente. In seguito a fusioni tra
società i due terreni sono attualmente di proprietà della ILIM S.p.A..
Il vivaio Fumagalli
viene sfrattato e lascia il terreno cinque anni fa. La variante Z2 viene
annullata dal TAR nel 1990, nel 1991 viene bandito il concorso per un nuova
sistemazione dell'area, vinto dall'arch. Nicolin. Il progetto vincitore non
prevede nulla per via Algarotti ma nel 1999 Nicolin, che riceve un incarico
ufficiale di pianificazione da parte del Comune, prepara un progetto che
prevede il mantenimento del verde e la costruzione di edifici bassi lungo viale
Restelli. L'edificio della Regione è collocato vicino al grattacielo attuale
del Comune, alla fine di via Restelli.
Solo nel 2000, con
l'accordo di programma tra Regione, Provincia e Comune, e nel 2001, con il
P.I.I. Garibaldi-Repubblica, viene previsto di collocare la nuova sede della
Regione tra viale Restelli e via Melchiorre Gioia. La Regione bandisce un
concorso che viene vinto dagli architetti Pei e Caputo con un progetto che
prevede vari edifici per complessivi 260.000 metri cubi su tutta l'area compresa tra
via Algarotti, Restelli e Melchiorre Gioia.
E' La realizzazione
del progetto costituirebbe la fine definitiva del Giardino in
Gioia.
Gli abitanti dell'Isola
e di via Algarotti hanno presentato un ricorso al TAR contro il Piano Integrato
di Intervento e vogliono salvare il bosco chiedendo alla Provincia di
dichiarare "alberi monumentali" le piante più significative.
Come per tutti i
benefattori dell'Ospedale, questo commissionò un quadro di Giuditta Sommaruga;
l’artista prescelto, grazie all'entità del lascito, fu Bernardino Palazzi
(Nuoro 1907-Milano 1986), il ritrattista più apprezzato dell'alta borghesia
negli anni intorno alla guerra. Il quadro è stato pubblicato nel catalogo della
mostra sulla quadreria dell'Ospedale Maggiore (907. Giuditta Sommaruga, Olio su
tela, 201 - 120 cm, Ospedale maggiore /Cà Granda, ritratti moderni, Electa) con
il seguente commento:
"Nata da agiata famiglia milanese - il nonno
aveva impiantato un prospero stabilimento ortobotanico - Giuditta Sommaruga
condusse una giovinezza spensierata. Nel 1901 sposò un amministratore della
ditta paterna, dal quale ebbe un'unica figlia che fu colpita in tenera da
poliomelite. Le sofferenze spinsero la benefattrice a condurre una vita triste
e isolata, specie dopo la morte della figlia avvenuta nel 1941. Con testamento
olografo redatto nel marzo 1957, dispose di nominare suo erede universale
l'Ospedale Maggiore, che alla morte della testatrice entrò in possesso di un
grosso lascito ammontante a circa un miliardo e settecento milioni di lire.
Giuditta Sommaruga si spense a Milano il 7 marzo 1964.
Palazzi, incaricato di eseguirne il ritratto il 14
maggio 1964, nel dicembre successivo presentò un bozzetto che venne approvato
dalla Commissione Artistica. Nel febbraio 1965 il dipinto era stato portato a
termine, ma il pittore fu invitato a ritoccare e modificare la figura. Preferì
quindi mettere mano ad un nuovo ritratto che fu incluso dagli esperti
ospedalieri nelle collezioni della Ca' Granda il 13 maggio 1966. Anche questo
lavoro di Palazzi testimonia della vasta pratica del pittore nel campo della
ritrattistica. La figura della benefattrice è inserita in una composizione di
sereno equilibrio, ravvivata dalla presenza dei fiori e della tenda mossa dal
vento. "
Ulteriori immagini
sono sul sito www.msacerdoti.it/notizie0304.htm#23/10/04
TARGA CHE SARA’ ESPOSTA SULLA RECINZIONE DEL GIARDINO
Il Comitato “GIARDINO IN GIOIA” è nato nell’aprile 2003 per contrastare la scomparsa del giardino ex-vivaio Fumagalli di circa 10.000 mq. sito fra le vie Gioia-Algarotti-Restelli prevista dai piani del comune.
Nel LUGLIO 2004 è stato fatto, da un esperto iscritto all’albo dei dottori agronomi e forestali della Provincia di Milano, il censimento delle piante ad alto fusto esistenti sull’area ex-vivaio, che ha evidenziato, su un’area piantumata con circa 200 essenze, di cui 120 recuperabili, l’esistenza di 4 esemplari (una magnolia, un faggio rosso, un faggio querquifolia, un platanus occidentalis) definiti come “maestosi”, “in ottime condizioni” e di “età ragguardevole” (superiore ai 50 anni).
Il Comitato chiede che le amministrazioni comunale, provinciale e regionale, ciascuna per le sue competenze, riconoscendo che il verde in città è un bene raro, si impegnino a proteggere qualsiasi anche minima “oasi” piantumata che si possa reperire nel “deserto” cementizio della città, e quindi preservino il “GIARDINO IN GIOIA” e in particolare dichiarino le quattro piante sopra descritte “alberi monumentali”.