Risposta al Comunicato del Monastero delle Benedettine

 

 

In risposta al Comunicato del Monastero delle Benedettine del 2 maggio 2005 ritengo che le piante avessero molte più possibilità di sopravvivere dove erano che dopo un trapianto che ne ha tagliato le radici salvando una zolla troppo piccola per la loro sopravvivenza.

Da fotografie del cantiere scattate nel 2003 risulta che le piante non erano sommerse da detriti e stavano benissimo. Molte erano fuori dall’area del cantiere.

Non è credibile che lo spostamento degli alberi sia provvisorio: dopo un trasferimento che rende improbabile la loro sopravvivenza (solo alcuni hanno buttato dei nuovi getti) un secondo spostamento dopo uno o due anni ne provocherebbe sicuramente la morte.

Il comunicato non dice quali siano le intenzioni della Società acquirente né il suo nominativo, che risulta essere la società Avalon Real Estate.

Sembra che questa Società abbia acquistato dal Monastero non solo la scuola ma anche diritti volumetrici per 3.500 mc, pari a 1200 mq di nuova superficie abitabile. Con questa volumetria costruirà un nuovo edificio su via Kramer fino all’angolo con via Goldoni, alto quanto la scuola. Tra questo edificio e il terreno delle monache saranno piantati dei nuovi alberi, ma non saranno visibili da via Kramer. Serviranno per nascondere il terreno delle monache dalla vista dei nuovi abitanti.

Quale sarà la destinazione che la nuova società darà al palazzo ? Sarà ancora una residenza per anziani ? Le monache si sono tutelate impedendo destinazioni non consone alla presenza di un monastero, ma bisognerà rispettare i vincoli del piano regolatore, che vieta abitazioni ed uffici.

Sulla questione del vincolo monumentale sembra che si aprirà una causa al TAR tra le monache che ritengono che l’edificio non sia vincolato e la Soprintendenza che ritiene che lo sia. Nel primo caso la vendita dell’aprile 2000 a RSA Lombardia sarebbe valida, come pure lo spostamento delle piante senza autorizzazione, nel secondo caso la vendita sarebbe nulla e lo spostamento delle piante illegale.

La questione legale è quindi complessa e ci vorrà del tempo per capire quale sarà il futuro dell’area. Intanto il comitato degli abitanti insiste perché venga ceduta una parte del terreno al Comune per destinarlo a giardino pubblico.