CONTROCANTO
Largo V Alpini e i veri conti del verde cittadino
LUCA BELTRAMI GADOLA
 

 

da Repubblica - 12 luglio 2005


Se dovessi riassumere in un motto le conclusioni alle quali è giunto il sociologo Aldo Bonomi nella sua intervista di ieri su questo giornale a proposito degli alberi di V Alpini direi: la sfiducia nasce dall´esperienza. Quando si abbatte un albero a Milano, soprattutto se una bella pianta vecchia di una trentina d´anni o più, ti si stringe il cuore e sai che al suo posto non ci sarà mai niente di simile, nonostante le promesse. Alle bugie sul verde ci ha abituato il vice sindaco De Corato. Nella sua ultima uscita sulla stampa quotidiana ha contato 19 milioni di metri quadrati di verde sommando presente e futuro. Nel suo verde c´è già quello della Città della moda al Garibaldi, quello del nuovo quartiere alla Fiera e le prossime cessioni d´altri operatori più o meno noti. Chi invece ha fatto i conti giusti sono due neo laureate della facoltà d´Architettura del Politecnico: Chiara Pellizzaro e Romina Poretti, allieve di Antonello Boatti che da anni "insegue" il verde milanese. Loro, basandosi sui dati forniti dal Comune, di metri quadri ne hanno contati solo 13 milioni ma di questi almeno 5 milioni non sono proprio quello che si potrebbe definire verde a standard. Ci sono 1.400.000 metri quadri di verde di pertinenza delle scuole, già contato negli standard per edilizia scolastica.

LARGO V ALPINI E I VERI CONTI DEL VERDE IN CITTÀ

Il verde nei giardini interni delle case popolari si porta via 546.000 metri quadri ed i nostri cimiteri 1.600.000 ed anche questi sono standard di natura diversa che così sono conteggiati due volte e, per finire, 240.000 metri quadri di aiuole varie. Poi abbiamo i filari di viali alberati per un milione di metri quadrati, per la maggior parte ingombri di auto parcheggiate - considerarli verde pubblico è una beffa – ed in questo conteggio rientrano anche gli alberi di V Alpini. Ci stupiamo che i cittadini si leghino alle piante? I residenti in molti casi qualche torto lo hanno, visto che preferiscono la costruzione di parcheggi sotto il suolo pubblico piuttosto che utilizzare i cortili interni delle case: c´è sempre qualche condomino che si oppone ma questa è la logica del condominio della quale parla Aldo Bonomi, l´insegna albertiniana. Sul verde i cittadini più avvertiti hanno ormai una sensibilità esasperata e guardano con sospetto la nuova legge urbanistica regionale che introduce il cosiddetto standard qualitativo: finiranno conteggiate nel verde anche le piantine di basilico sui balconi. La gente è nell´attesa di veder togliere le macchine da sotto le piante, per ritrovare il verde di vicinato, quello a pochi passi da casa che piace alle mamme ed ai bambini ma anche agli anziani, quello che serve a combattere l´afa estiva. Il concambio tra alberi sotto casa e alberi nei grandi parchi della cintura non funziona: gli usi sono diversi e tra le altre cose i grandi parchi sono difficilmente raggiungibili coi mezzi pubblici, soprattutto con l´orario estivo. Allora in automobile al parco pur di godere di un po´ di verde? Prima di veder tagliata anche una sola pianta vorremmo sapere ufficialmente quanti metri quadrati di verde piantumato ci sono a Milano, quello vero fatto di alberi e di prati per passarci stesi la domenica e quanti sono i metri quadrati di verde di vicinato, quello con le panchine, le fontanelle, i vialetti ed i giochi per bambini. Vorrei, come molti altri, non aver voglia di scappare per il fine settimana alla ricerca del verde, vorrei che non ne avessero voglia i miei figli. Lo standard qualitativo e gli altri trucchetti urbanistici ci interessano poco; vorremmo dei conti giusti, ragionier De Corato perché, ribadisco io, "la fiducia nasce dall´esperienza".
luca beltrami gadola