dal Dario della settimana del 29/4/05

 

Il regalo del filantropo dal Comune all’immobiliare

Finirà così la casa milanese donata nel 1904 da Giuseppe Levi ai senzatetto di ogni religione?

 

In via Cicco Simonetta, a Porta Genova, nel centro di Milano, c’è una casa popolare da poco ristrutturata in cui non abita nessuno. Sulla facciata una lapide ricorda «l’atto munifico di chi non attese la spogliatrice morte per volgere al pubblico bene la ricchezza». Lo stabile è stato donato nel 1904 al Comune dal Commendator Giuseppe Levi, come ricovero dei poveri senza tetto. La casa è di 5 piani e ci sono 18 appartamenti, che dovrebbero andare a chi da anni è iscritto nelle liste per l’assegnazione degli alloggi popolari. Costruito nel 1884 il palazzo è stato da poco ristrutturato con fondi pubblici, ma il Sindaco Albertini vuole venderlo in blocco a qualche immobiliare, promettendo di utilizzare il ricavato per costruire altri alloggi popolari in periferia, rendendo ancora più netto il disegno di una città divisa fra un centro popolato da persone con alti redditi e periferie dove si concentrano disagi e difficoltà. Senza pensare poi che gli alloggi di Via Cicco Simonetta sono disponibili oggi, quelli da costruire saranno pronti chissà quando.

Il Commendator Giuseppe Levi nacque a Venezia il 4 luglio 1830. Nel 1848 sostenne la Repubblica di Venezia che si era ribellata agli Austriaci e partecipò alla sua difesa nell’artiglieria Bandiera e Moro ottenendo una medaglia di onorificenza.

In seguito alla repressione e al ritorno degli austriaci andò in esilio ad Alessandria di Egitto, dove divenne direttore della Banca d’Egitto. Intorno al 1890 Levi ritornò in Italia, a Milano e ricevette il titolo di Commendatore.

Nel 1904 decise di regalare una casa al Comune, come ricovero dei poveri senza tetto senza distinzione di religione. Pensava probabilmente alle tre religioni cattolica, ebraica e musulmana che aveva conosciuto. Il 21 agosto 1904 Levi scriveva al Comune: «Fortemente impressionato dalle pietosissime condizioni in cui trovansi i "senza tetto" e per assecondare un sentimento del mio animo di fare in vita un'opera pubblica di beneficenza, ho acquistato la casa di via Cicco Simonetta 15 coll'intenzione di offrirla in dono a codesto onorevole Municipio, a pro dei "senza tetto"».

Il Corriere della Sera pubblicò la notizia dell’accettazione della donazione da parte della giunta municipale il 26 ottobre 1904, mentre il sindaco Barinetti «esprimeva i sensi di gratitudine del Comune» e si impegnava a «porre sulla facciata una lapide rammendante il nome del generoso donatore e lo scopo al quale la donazione fu condizionata ».

Nel 1906 si costituì a Milano un Comitato promotore di ricoveri notturni che fu riconosciuto nel 1907 come Ente Legale di Beneficenza ed assunse il nome di Opera Pia Commendator Giuseppe Levi per i ricoveri notturni gratuiti. Con l’assenso di Levi il Comune donò la casa di via Cicco Simonetta 15 all’Opera Pia. Il 19 gennaio 1909 Giuseppe Levi morì e fu sepolto nel reparto israelitico del Cimitero Monumentale (giardino di ponente n. 121). Nel 1932, su invito del segretario del Partito Nazionale Fascista, la casa di via Cicco Simonetta fu riacquistata dal Comune ed entrò a far parte del patrimonio delle case popolari.

Sono trascorsi 100 anni dalla donazione del Commendator Levi e a Palazzo Marino il Sindaco Albertini, a differenza del suo predecessore Barinetti, non può vantarsi di avere accresciuto il patrimonio del Comune, né sembrano esserci più filantropi in circolazione. Anzi, sembra che la generosità sia diventata quella delle istituzioni che offrono opportunità di grossi affari alle compagnie immobiliari.

 

Michele Sacerdoti  e Maurizio Baruffi