Maurizio Baruffi

Consigliere comunale dei Verdi

 

Voglio naturalmente ringraziare tutti quanti.

Molto rapidamente. E’ stato invocato più volte il ruolo della politica questa sera. Noi come forza politica, come Verdi e Lista Civica dell’Arancia presenti in Consiglio Comunale, abbiamo cercato di trasformare questo tema da tecnico a politico, abbiamo cercato per esempio con questi emendamenti in aula, che sono stati ricordati nella relazione introduttiva di Michele Sacerdoti, di porre uno stop a quella che sembrava un’operazione devastante che veniva compiuta, uso un termine forte, sull’intero territorio cittadino, e abbiamo cercato di sollevare la questione più volte, quella di questa sera ne è un esempio, cioè di un incontro dove hanno parlato i tecnici e hanno visto qualcosa anche i cittadini.

Per noi le norme, le regole, le tecniche devono essere sempre misurate per il loro impatto sulla realtà e sulla vita quotidiana di questa città.

E allora io credo che davvero sia un’ipocrisia quella che c’è dietro questa legge anche nella versione iniziale, con il fatto che in questo modo non verrebbe consumato ulteriormente territorio.

Davvero credo che si debba intervenire a livello regionale per modificare la legge. Noi abbiamo due scadenze che coincidono, che sono a vantaggio di un dibattito pubblico che porta a una modifica della legge. La prima scadenza è il periodo di sperimentazione del piano paesistico regionale, che scade grosso modo a febbraio di quest’anno, cioè tra poche settimane, la seconda è il fatto che in Regione è in corso di revisione la legge urbanistica regionale.

Se lo faranno gli ordini professionali, se lo faranno le associazioni ambientaliste e di tutela del paesaggio e del territorio, se lo faranno ovviamente le forze politiche e i cittadini, se lo faranno anche le persone che scrivono sui giornali, c’è la possibilità che il dibattito sulla legge urbanistica regionale nuova si trasformi in un’occasione anche per rivedere la normativa sui sottotetti.

E questo è un orizzonte politico per cercare di modificare l’andazzo, per dirla con un termine del genere divulgativo.

Credo che a livello comunale dobbiamo andare avanti sulla questione dell’analisi delle zone della città che non siano solo il centro storico, il fatto di fare quelle mappe di sensibilità, riuscire a capire perché nella nostra città non è solo il centro storico che merita una tutela particolare per quanto riguarda i sopralzi per gli edificio costruiti prima del 1940 ma vi sono tanti altri pezzi di città che vanno tutelati fortemente e credo che le parole dell’Assessore Verga in un’intervista a Repubblica venerdì quando diceva che cercheremo di estendere la zona tutelata vogliano dire che da quell’emendamento presentato in aula c’è stata una ricaduta positiva per convincere chi amministra questa città ad andare avanti, ad andare oltre.

In questi giorni mi è capitato di leggere un libro che si chiama l’Italia Maltrattata, un libro scritto da un giornalista di Repubblica che analizza un po’ la situazione del nostro paese sotto il profilo dell’impatto del cemento, e lì lancia un grido d’allarme riferito alle normative vigenti in molte regioni, ai condoni edilizi, sempre giustificati in nome di un approccio ideologico che confonde e mette insieme un finto progresso con un finto ampliamento delle libertà.

C’era uno slogan in campagna elettorale inventato dal centro destra liberi di fare in casa propria quel che si vuole, che si poteva tradurre in liberi in casa propria, certi di non dover sottostare a tutta una pesante normativa burocratica per allargare o restringere il bagno di 20-30 centimetri o spostare una parete, però quando si diventa liberi dalla burocrazia anche per poter costruire grattacieli senza sottostare al vaglio di niente e di nessuno questa mi sembra una situazione dove la libertà è diventata arbitrio, non è più libertà nel senso positivo del termine.

Allora credo che lì vada concentrata la nostra attenzione, lì si fa politica perché nelle leggi e nei regolamenti che sono possibili, si possono fare, perché è vero che non può l’amministrazione, come diceva Bianchi Janetti, sostituirsi a chi deve fare leggi e regolamenti, l’amministrazione deve applicare le leggi e regolamenti, ma la politica può fare leggi e regolamenti che siano anche più restrittivi, avere il coraggio di essere anche più restrittivi in casi come questo, perché l’esperienza ci dimostra che in questo caso essere molto liberali, molto liberisti nei confronti delle esigenze del mercato o di chi ha le proprietà, si trasforma poi in un aumento delle questioni problematiche, in un aumento delle posizioni conflittuali all’interno della città.

E allora chiudo dicendo che noi abbiamo voluto intitolare questo dibattito “ Le Mani sui Tetti della Città” riprendendo un titolo cinematografico che molti ovviamente ricordano, il film di Francesco Rosi “Le Mani sulla Città”.

Avremmo voluto scegliere anche un altro titolo cinematografico un po’ meno conosciuto, “Senza tetto né legge”.

Ebbene noi non vogliamo essere senza tetto, cioè vogliamo che l’edificio abbia un tetto, una conclusione, e vogliamo una legge che su questo intervenga, regolamenti e ponga dei limiti.