Corriere della Sera - 26 marzo 2004

 

L’assessore Verga replica alle accuse di scempi edilizi: bocciata metà dei piani di recupero.
Il Fai: scandali di cemento in città


Regione, dietrofront sui sottotetti
«Troppi abusi, la prossima legge urbanistica imporrà di verificare l’estetica dei progetti»

 

Un passo indietro sui sottotetti. La Regione ci ripensa e punta a rafforzare i controlli sui progetti che spingono in alto i vecchi solai. «Mi auguravo si potesse fare un buon uso della "mia" legge sul recupero, ma non è stato così - dice l’assessore regionale al Territorio Alessandro Moneta -. Ci sono stati molti risultati deludenti: colpa degli scempi disegnati da architetti e costruttori, ma anche di molti Comuni lombardi».
Così il 31 marzo, quando il Consiglio inizierà la discussione sulla nuova legge urbanistica, si ripartirà da zero. O meglio, dal vecchio testo della 15/96 «fortemente emendato per garantire la qualità dei piani di recupero - assicura Moneta -. Punteremo sulla commissione edilizia e su rigorosissimi controlli, anche estetici: vogliamo città belle».
I mostri sui tetti, quindi, ci sono eccome. Ecco perché la Regione vuole «regole nuove». Per proteggere i profili di province sempre più verticali, in tutta la Lombardia.
E a Milano? Secondo l’assessore «gli orrori ci sono stati e purtroppo si vedono ancora. Ma la città sta lavorando bene». Un punto a favore di Palazzo Marino. E di quella circolare che dal novembre 2003 sperimenta le norme del Piano paesistico regionale. E cerca di evitare la corsa selvaggia al rialzo facendo leva sulla «soglia di tolleranza» della commissione edilizia, che ha già detto alcuni «no». Da quando è entrata in vigore la verifica della compatibilità con edifici e contesto urbano, sono stati respinti 71 progetti su 176. E altri 59 sono stati giudicati «da modificare». Proprio perché per dimensioni e qualità architettonica, prevede il piano, così com’erano non andavano bene: avrebbero rosicchiato il rigore formale, storico e simbolico dello scenario urbano.
«La sperimentazione è l’unica via per evitare gli abusi e migliorare la qualità dei progetti - puntualizza l’assessore comunale all’Urbanistica, Gianni Verga -. L’esempio anticipatore di Milano dimostra che l’educazione al bello non si realizza per decreto, ma attraverso un processo di formazione culturale e una commissione che svolge il proprio dovere di controllo».
Sì, ma i sottotetti già realizzati? Da Brera a Porta Venezia, da Città Studi al quartiere dei Giornalisti, abitanti e ambientalisti protestano contro la scomparsa della memoria di una vecchia Milano. Costruita su palazzi che hanno cinquanta, sessanta, anche cento anni.
È per questo che il Fai, il fondo per l’ambiente italiano, sta cercando di ottenere un’audizione in Regione prima che si inizi a discutere la nuova legge urbanistica. «Gli scandali in cemento coprono tutta Milano - conferma Ezio Antonini, avvocato e consigliere del Fai -. Non si può tutelare solo il centro storico: il nostro è piccolo e, per la maggior parte, ricostruito nel Dopoguerra. Subito fuori da questa cerchia, però, ci sono le zone liberty: basta un solaio fuori posto per distruggerne il profilo. E in corso Magenta o in via Boccaccio, ad esempio, i sottotetti hanno rovinato molti palazzi». Perciò, la legge numero 15 del ’96 e la 22 del ’99 - che ha sostituito la famigerata «Dichiarazione di inizio lavori» alla concessione edilizia - potranno anche essere annullate dal nuovo testo unico che la Regione dovrà approvare. Ma lasciano in eredità otto anni di richieste di recupero abitativo dei sottotetti. Che poi sono diventate «le brutture di Milano» finite nella lista nera compilata dai Verdi.
«Quindi quel che stato è stato?», si chiede Dario Guazzoni, presidente provinciale dell’associazione nazionale amministratori di condominio (Anaci). Abituato per mestiere a camminare «con la testa per aria», sostiene che queste leggi «si sono prestate a dei grossi abusi. Se davvero avessero permesso sopralzi rispettosi - conclude - su molte case d’epoca, costruite prima della guerra e scampate ai bombardamenti, non sarebbero spuntate quelle sconcezze che si vedono andando in giro per Milano».

Elsa Muschella

 


LA SCHEDA

 

LA DENUNCIA

Da Brera a Città Studi, da Porta Venezia al quartiere dei Giornalisti: i cittadini e i Verdi hanno denunciato gli “orrori urbanistici” realizzati con il recupero dei sottotetti

LA RISPOSTA

In vista della discussione della nuova legge urbanistica, la Regione assicura controlli più rigorosi in risposta agli abusi

 

CONCESSIONI E ORDINANZE

 

Le domande

Dal 1° gennaio 2004 le richieste di recupero dei sottotetti per uso abitativo sono state 137.
Nell’arco del 2003 ne sono state presentate 1.048:
in aumento rispetto al 2002, quando il totale delle richieste non aveva superato le 1000 unità

Le sospensioni

In tutto il 2003 si sono contate 215 ordinanze di sospensione dei lavori per i recuperi abitativi
di sottotetti, 229 l’anno precedente.
Per abusi, nel 2002 sono stati segnalati all’autorità giudiziaria 141 trasgressori.

 

HANNO DETTO

 

Alessandro Moneta

Assessore al Territorio della Regione

 

Si punterà sul rigore della commissione edilizia: vogliamo città belle

 

Gianni Verga

Assessore all’Urbanistica di Milano

 

L’educazione al bello non si realizza per decreto, serve formazione culturale.

 

Dario Guazzoni

Presidente Anaci

 

Se avessero permesso sopralzi rispettosi in città non ci sarebbero brutture

 

Ennio Rota

Presidente Legambiente

Diciamo no all’alterazione del paesaggio urbano, ma sì dove è possibile

 

Giulia Maria Crespi

Presidente FAI

 

Se andiamo avanti così, in dieci anni cambierà la faccia della Lombardia

 

Daniela Volpi

Ordine degli Architetti

 

Le commissioni edilizie sono l’unica via per avere una buona qualità