All’inizio del 1868 una società privata stava lavorando alla costruzione del tronco ferroviario Milano-Vigevano che fu terminato ai primi del 1870. Con questa linea Milano guadagnava un secondo importante scalo ferroviario, che prese il nome dalla sua prossimità alla Porta Ticinese. La nuova stazione, secondo gli atti del Municipio, sarebbe dovuta sorgere sull’area comunale a ponente di Piazza Castello. Ma la vicenda prese un’altra piega perché gli industriali che già gravitavano nella zona di Porta Ticinese, invitati a sottoscrivere le azioni della nuova stazione, posero una precisa condizione: che la stazione venisse collocata nella loro zona.
Ora, nel luglio 2005, il Comune di Milano, l’RFI e l’immobiliare della Rfi, la Ferrovie Real Estate hanno sottoscritto un accordo quadro riguardante le aree di proprietà delle Ferrovie sul territorio di Milano. Per quel che riguarda l’area della stazione di Porta Genova, sarà messo a punto un programma temporale di “rilascio” alla città, sulla base del Piano Industriale di RFI.
Il Comitato per la promozione di una progettazione partecipata nell’area della stazione di Porta Genova, ritiene sia concettualmente sbagliato parlare di rilascio alla città. La stazione di Porta Genova rappresenta una risorsa molto importante per il trasporto pubblico, capolinea di una linea ferroviaria nel cuore del quartiere dei Navigli, collegata con la linea metropolitana 2, con la linea Milano Mortara e con la rete di collegamento ferroviario S9, tramite San Cristoforo. A maggior ragione in un momento storico come questo in cui l’Amministrazione della città, facilita l’accesso alle macchine in aree centrali e l’area dei Navigli assume sempre più la funzione di quartiere richiamo per attività serali legate al divertimento. La dismissione non rappresenta una cortese elargizione da parte della Rfi che offre la possibilità alla città di tornare in possesso di un’area strategica, quanto una speculazione su un’area molto appetibile dal punto di vista edilizio che rischia di creare ulteriori danni al quartiere unicamente per la scomparso di un ganglio così centrale ed importante di trasporto pubblico.
Il Comitato per la promozione di una progettazione partecipata nell’area della stazione di Porta Genova si propone di rendere protagonisti i cittadini che abitano, che lavorano, che studiano e che giungono nel quartiere intorno a Porta Genova, della progettazione delle aree che verranno liberate dalla dismissione dell’area della stazione ed anche delle aree dello scalo merci, oltre che del sedime ferroviario che porta alla stazione di San Cristoforo, anche valutando forme alternative di trsporto pubblico
Uno dei temi importanti che vorremmo porre come imprescindibili è quello del risarcimento. Risarcimento ambientale ad una città che ha visto in questi ultimi anni l’Amministrazione preferire alla pianificazione, la frammentazione degli interventi, mercanteggiando con il privato di turno aree, destinazioni, indici, garantendo spesso profitti alti e scarsi ritorni ai residenti in termini di verde, spazi sociali, spazi culturali, servizi pubblici, scuole, asili = un’area di compensazione ambientale.
Risarcimento ad un quartiere che è stato trasformato da chi ha governato questa città negli ultimi anni, creando forti squilibri tra le sue radici, la sua storia, e la modernità, tra le funzioni dell’abitare, del lavorare, della socialità, dell’intrattenimento e del divertimento. Creando un mostro dove si vive e lavora male e il caos regna per molte ore al giorno e per molti mesi all’anno rendendone difficile l’accesso e il soggiorno.
Il percorso di progettazione partecipata, di cui il Comitato si rende promotore, avrà quindi il tema del risarcimento ambientale come tema fondante e sarà proposto a tutte le realtà organizzate del quartiere, ai cittadini che lo vivono, ai bambini, come agli adulti e agli anziani, a chi ci lavora, a chi ci abita e a chi lo utilizza per divertirsi o per partecipare ad eventi culturali e di intrattenimento.
Un percorso che vuole rendere protagonisti i cittadini da troppo tempo spettatori passivi di trasformazioni urbane predatorie, calate dall’alto, avulse da una pianificazione generale e da una visione complessiva della città.
Antonello Boatti (Politecnico di Milano)
Maurizio De Caro (Politecnico di Milano)
Domenico Cassano (Politecnico di Milano)
David Gentili (Consigliere DS Zona 6)
Gabriella Valassina (Comitato Darsena)
Ferruccio Patti (Ass. Commercianti Porta Genova)
Roberto Prina (Coordinamento Comitati Sud Milano)
Angelo Valdameri ( Coordinamento Comitati Barona)
Mariano Morganti (POLIS onlus)
Maria Campidoro (POLIS onlus)
Francesco Tusino (Dipendente RFI)
Michele Sacerdoti
Vivianne Raas (architetto)
Elsa Bianchi Cassinone (Comitato dei Navigli)
Maria Carla Baroni
Giuseppe Mazza (Centro Culturale Conca Fallata)
Roberto Acerboni (Consigliere Rifondazione Comunista Zona 6)
Alessandro Calabrìa (Segretario DS – Sez. Grimau)