RETE COMITATI MILANESI
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LINEE GUIDA
della
RETE DEI COMITATI MILANESI
La nascita di un Comitato segnala
la volontà dei cittadini di impegnarsi in prima persona nella decisione del
futuro della propria metropoli.
Contemporaneamente denuncia l’effettiva distanza dai cittadini di chi governa
la città, che svolge sempre meno il ruolo di mediatore tra i vari interessi, ma
impone un’idea di città non sempre condivisa.
In questi ultimi anni Milano ha visto la nascita di moltissimi Comitati
che, pur lavorando in autonomia, si sono aggregati prima in Coordinamenti e poi
hanno dato vita alla Rete dei Comitati Milanesi.
La Rete ha lo scopo di rafforzare le specifiche rivendicazioni di ogni Comitato
ad essa appartenente e individuare, mettere insieme e portare avanti un
progetto di città condiviso e partecipato, non calato dall’alto.
Una città a misura dell’uomo che l’abita ora e domani, di forte identità, caratterizzata
dal rispetto del passato e con lo sguardo ad un futuro moderno e quindi
rispettoso della qualità di vita, in una parola una Città dei Cittadini.
Ogni Comitato della Rete ha iniziato l’attività proprio per difendere la
vivibilità del quartiere da progetti aggressivi proposti dall’Amministrazione
Comunale, che minacciano il verde di prossimità, le aree verdi protette o i
luoghi storici su cui si fonda l’identità di Milano e per impedire insediamenti
invasivi e nuove infrastrutture che portano in prospettiva l’aumento di
traffico veicolare privato.
Un’idea di città diversa, più rispettosa dell’ambiente, di
chi ci abita, studia e lavora.
Le proteste espresse dai cittadini sono volte a ridurre e non aumentare
inquinamento, in sintonia con tutte le società più avanzate e con le norme vigenti.
Le proteste espresse dai cittadini spesso però si rivelano tardive perché le
proposte progettuali, conseguenti a scelte calate dall’alto, maturano nel
chiuso degli Uffici Tecnici privati e pubblici, e sono formalizzate, solo in
momenti successivi, in atti amministrativi espressi dalla Giunta, spesso non portate alla discussione né del
Consiglio Comunale né dei Consigli di Zona, abusando dei poteri commissariali
conferiti al Sindaco.
Le motivate istanze dei cittadini, spesso trasformate in progetti elaborati col
supporto di Enti pubblici quali il Politecnico, che evidenziano gli aspetti di
criticità dei progetti dell’ Amministrazione e le proposte di soluzione, sono spesso
disattese, perché inascoltate.
Le proposte, i suggerimenti, le richieste di modifica dei cittadini devono
essere fonte di dialogo e di partecipazione (condizione vincolante) nella
progettazione e nelle realizzazioni dei progetti stessi.
Il necessario cambiamento della città si può costruire solo attraverso una
collaborazione effettiva e vincolante tra chi governa la città e i cittadini
per arrivare a scelte e definizioni progettuali partecipate e condivise, sostenibili.
Così facendo nella gestione delle opere pubbliche si
eviterebbero momenti di gratuito e non necessario autoritarismo quali il commissariamento
e vertenze legali onerose sia per i cittadini che per la città (es. il lungo
contenzioso Garibaldi-Repubblica , Darsena e Fiera)
La Rete dei Comitati con le linee, che saranno sviluppate all’interno dei vari
comitati competenti, vuole impegnare chi si propone al governo della città a
condividere alcune scelte per un’altra Milano, più a misura d’uomo, rispettosa
dell’ambiente, di chi ci abita, studia, lavora e ha cura della propria salute.
1 - LA PARTECIPAZIONE ALLE DECISIONI ED ALLA
PROGETTAZIONE DEGLI
INTERVENTI
SUL TERRITORIO
La cittadinanza è uno dei
tre soggetti del sistema (Cittadinanza, Amministrazione Comunale, Operatori)
Fondamentale quindi mettere in atto una fase capillare di informazione a cui segue una fase d’ascolto dei cittadini prima della progettazione e realizzazione del progetto da parte di gruppi di architetti/urbanisti scelti-delegati dall’amministrazione con o senza Concorso. Le richieste dei cittadini, opportunamente motivate, devono essere vincolanti ed eventualmente espresse nel Bando di Concorso.
Progetti a cui applicare la partecipazione vincolante dei cittadini alle decisioni e alla Progettazione: area Garibaldi-Repubblica, Isola-De Castillia, Fiera Polo Urbano, PII Marelli, parcheggi sotterranei in project financing (es. Darsena, V° Alpini, S. Ambrogio, P.zza Libia, P.zza Oberdan, Via Montello) e nuove gallerie sotterranee, pedonalizzazioni.
I poteri dei “Consigli di Zona”
sulle pratiche edilizie devono essere aumentati (esame delle DIA, permessi di
costruzione, concessioni edilizie, rappresentanti in commissione edilizia e
osservatorio edilizio cittadino, utilizzo in zona degli oneri di urbanizzazione
e monetizzazione degli standard).
Per programmare gli interventi pubblici in sintonia con le caratteristiche e i bisogni di ogni realtà socio-territoriale deve essere introdotto il “Bilancio Partecipativo”, cioè il metodo di consultazione che porta i cittadini a indicare le priorità negli interventi pubblici con la certezza di vedere tali priorità riconosciute tramite l’inserimento nel bilancio di previsione delle stesse Municipalità.
La pianificazione degli interventi a scala metropolitana (infrastrutture di mobilità, tutela dell’ambiente, eventuali nuovi quartieri, riqualificazione anche intercomunale di aree periferiche, ecc.) deve rientrare nel piano territoriale provinciale (futuro piano territoriale metropolitano), che dovrà anch’esso prevedere adeguate modalità di partecipazione alle scelte, la progettazione dei singoli interventi a scala municipale ritenuti socialmente utili deve essere anch’essa partecipata: ascolto degli abitanti; inserimento delle loro richieste nei bandi di concorso; discussione e convalida del progetto vincitore; partecipazione alle modalità di realizzazione del progetto.
Gli
interventi, da quelli urbanistici a quelli
di arredo urbano, nelle aree di interesse storico devono essere di tipo
conservativo e coerenti al contesto
al fine di rendere sempre più riconoscibile Milano e quindi conservarne l’identità; queste aree devono
essere sottoposte a vincolo monumentale, se non ne sono ancora oggetto ( es. il
bacino della Darsena o la P.zza della Basilica di S. Ambrogio).
2 - I TRASPORTI :
TRAFFICO E MOBILITA’
Il traffico congestionato di
Milano non è generato in prima istanza dai cittadini di Milano, ma dall’enorme
afflusso di veicoli privati che in esso arrivano soprattutto dal territorio
provinciale e regionale.
Solo una politica territoriale del
traffico che veda Milano ben al di là dei propri confini amministrativi può
sicuramente andare nella direzione giusta per affrontare il problema.
Per realizzare ciò, c’è bisogno di
un approccio culturale nuovo e diverso sul tema “muoversi” nelle aree
densamente urbanizzate.
I Comitati cittadini propongono i
seguenti punti quale contributo alle Linee Guida per la risoluzione dei
problemi del traffico e mobilità.
1. Rispetto della qualità della vita dei cittadini con la costituzione
di isole ambientali nei quartieri
nei quali si limiti il
traffico di attraversamento.
2. Abbandono definitivo dei progetti di potenti
assi stradali di penetrazione in città
(Gronda
Nord
/ Sud, Via Volturno) in quanto ritenuti attrattori di ulteriore traffico
privato e
ridimensionamento delle strade a
scorrimento veloce.
3. Chiusura del centro storico.
4. Disincentivazione dell’ingresso in città attraverso parcheggi di interscambio in zone
periferiche, gratuiti e custoditi, con tariffa complessiva parcheggio + mezzo pubblico e
potenziamento delle linee di superficie e ampliamento della rete della metropolitana;.
5. Disincentivazione dell’uso dell’auto privata in città con potenziamento del car pooling e car
sharing,
6. Blocco della costruzione di parcheggi a rotazione sotterranei in
zone centrali e semicentrali,
trasformazione dei parcheggi a rotazione già esistenti in parcheggi per residenti
7. Una programmazione
pluriennale di investimenti sul trasporto pubblico specialmente su ferro
che potenzi le tratte, aumenti la frequenza dei mezzi ed agevoli i
prezzi dei biglietti.
8. Diversificazione dei mezzi pubblici per tipologia, frequenza e orario in sintonia con le
esigenze del territorio. Prolungamento dell’orario e aumento delle corse notturne.
9. Utilizzo delle FF.SS come linee metropolitane di superficie (es.
Milano-Mortara)
10. Incentivazione ad una
mobilità alternativa: uso delle biciclette con la realizzazione di una rete
diffusa di ciclabilità messa in sicurezza, possibilità di trasportare le biciclette sui mezzi
pubblici, noleggio di biciclette nei punti di interscambio, limitazione della velocità degli
autoveicoli a 30 km all’ora nelle isole ambientali ed in ogni località disponibile, potenziamento dei parcheggi per gli scooter e le biciclette.
11. Obbligo della istituzione della figura ded “mobility manager” comunale per aree omogenee
e di iniziative per riorganizzare gli spostamenti dei dipendenti e favorire il telelavoro
12. Campagne di educazione civica stradale
13. Protezione degli spostamenti a piedi tenendo liberi i marciapiedi da auto e rifiuti ingombranti
e aumentando le isole pedonali; queste devono essere finalizzate ad incentivare il trasporto
pubblico e ciclopedonale e non utilizzate prioritariamente per l’incremento arbitrario di
esercizi pubblici
3 - LA
SALUTE
L’inquinamento, in tutti i suoi aspetti è in aumento preoccupante. Interventi tampone non servono, occorre riprogettare gli interventi e privilegiare nei progetti il rispetto della salute come bene anche economico.
Le proposte della Rete per diminuire i vari tipi di inquinamento sono:
A) APPLICAZIONE DELLE DIRETTIVE DI KYOTO
B) INQUINAMENTO ATMOSFERICO
Trasformazione/sostituzione degli automezzi pubblici da
gasolio a carburanti ecologici od elettrici.
C) INQUINAMENTO DEL SUOLO
D) INQUINAMENTO ACUSTICO
E) INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
1. Adozione di un piano regolatore delle antenne con installazione di piccole antenne sui pali della luce e sui semafori
2. Rimozione generale delle antenne esistenti che possono produrre inquinamento elettromagnetico in aree sensibili (vicinanze scuole, ospedali, residenze)
3. Interramento degli elettrodotti
F) INQUINAMENTO DELL’ACQUA
1. Pulizia dell’acqua delle rogge e dei fossi – applicazione Legge Galli
2. Utilizzo dell’acqua di prima falda e di uscita dai depuratori per il lavaggio delle strade e le
pompe di calore per il raffreddamento degli edifici
3.
Depuratori in entrata ed in uscita dall’area metropolitana e sui canali
scolmatori.
4. Favorire
progetti per evitare le esondazioni in città
4 - IL VERDE
Il verde non è solo bello, ma è necessario alla nostra vita e in città è indispensabile.
Il verde attuale a Milano è a macchia di leopardo, molto frammentato: la Giunta sostiene che è passato da 7,6 mq/abit.degli anni '90 agli attuali 13,5 mq/abit, ma conteggia aiuole spartitraffico, parcheggi, verde cimiteriale, verde scolastico, aree sportive (palestre, piscine..).
Attualmente 9 sono i mq. per abitante.
Va quindi aumentato veramente, convertendo a verde le aree dismesse che ancora rimangono e le aree di proprietà del Comune o di enti pubblici.
Da est ad ovest si potrebbe realizzare un “green belt” mediante l’utilizzo delle aree verdi pubbliche, quelle vincolate dal PRG, e il pieno utilizzo della aree agricole private all'interno del Parco Agricolo Sud, con collegamenti e percorsi ciclopedonali.
I terreni agricoli sono da mantenere, tutelare ed incentivare, bloccando il loro utilizzo per scopi di apparente pubblica utilità, come ospedali, centri di ricerca, case popolari, case per studenti,
strutture olimpioniche, cimiteri.
Lo stesso dicasi per il patrimonio agricolo come le cascine, la riscoperta dei fontanili, rogge,canali.
La Rete propone il ripristino dei vecchi parametri che attribuivano ad ogni cittadino una percentuale di mq di aree verdi, intese come produttrici di vita, punti d’aggregazione sociale e di servizio alla persona
Si propone inoltre l’aumento delle aree a verde destinate a diventare parchi urbani e con la conservazione delle aree centrali, semicentrali e dei parchi periferici sottraendole alle spinte speculatrici che ne vogliono la trasformazione in aree edificabili, favorendo le aree verdi di prossimità e le aree verdi protette.
La conservazione delle aree a verde esistenti deve essere prioritaria rispetto al loro aumento in quanto le loro alberature sono in genere molto più vecchie rispetto a quelle che verrebbero piantate.
Deve essere inoltre impedita la costruzione di parcheggi interrati in aree già destinate a verde alberato trovando localizzazioni alternative o sostituendoli con parcheggi meccanizzati, più compatti, meno inquinanti e più sicuri in aree non alberate.
Va reso obbligatorio il monitoraggio dello stato vegetativo delle alberature esistenti e la loro cura preventiva.
Vanno controllati gli abbattimenti di alberi da parte dei privati nei loro terreni tramite la ricostituzione dell’Ufficio Verde Privato, esistente fino al 1999 e l’obbligo di avere il suo parere prima di eliminare una pianta.
Vanno favoriti i “tetti verdi” e la messa a dimora di alberi nella strade cittadine, secondo la legge di un nuovo albero per ogni nuovo nato.
5 - LA CASA
La casa è un bene primario, da cui partire per progettare il proprio futuro; la casa non solo come luogo in cui abitare, ma come spazio allargato in cui siano presenti tutte le infrastrutture e i servizi indispensabili per un “vivere” sostenibile.
1. Va data priorità alla ristrutturazione e riqualificazione degli stabili esistenti rispetto alla
costruzione del nuovo.
2. Va evitato che si costruiscano case popolari in terreni destinati all’agricoltura o a verde con
la scusa dell’emergenza abitativa.
3. Devono essere bloccati i progetti di nuove edificazioni su aree a standard, collocandoli
invece sulle aree dismesse che devono avere una destinazione 50% verde, 30% edilizia
privata, 20%.edilizia residenziale pubblica.
4. Deve
essere eseguito periodicamente il censimento dei locali abitativi ed uso ufficio sfitti e
creati
strumenti legali e incentivi per il
loro utilizzo.
5. Vanno previste case di edilizia residenziale pubblica nelle aree dismesse, con una quantità
minima vincolata.
6. Va aumentata l’ICI sugli appartamenti e uffici sfitti per incentivare l’affitto del patrimonio
immobiliare.
7. Va bloccata la vendita delle case popolari in zone semicentrali, come Dateo, Cicco
Simonetta, Cesariano perché il centro non deve essere solo per i ricchi.
8. Vanno favorite le iniziative sorte nei quartieri di case popolari per migliorare la loro
vivibilità (es. Calvairate-Molise, Ponte Lambro)
9. Va studiato un piano serio di affitti per le fasce deboli
6 - LA CULTURA
Occorre incrementare strumenti e luoghi che rendano possibile gli scambi e le iniziative culturali e di divulgazione della cultura (biblioteche, spazi per mostre, punti d’incontro dei cittadini di qualsiasi età distribuiti nei quartieri), attraverso la riqualificazione e valorizzazione degli elementi monumentali e storici presenti e con lo sviluppo di rapporti con le presenze scolastiche del quartiere.
Milano è una delle città Europee in cui si è conservato meno della città storica. La conservazione e il restauro di quel poco che è rimasto è prioritaria e va rigidamente tutelata.
Va dato ampio spazio alla
cultura multi-etnica delle comunità extra-comunitarie di Milano, che sono una ricchezza per la città.
Vanno difesi i quartieri che ospitano artisti e artigiani, come i Navigli e Isola, dalla invasione di negozi alla moda e di locali di divertimento, che li trasformano in “divertimentifici”, difendendo di conseguenza l’idea di “quartiere a economia mista”, residenziale con piccola distribuzione e artigianato.
Le scuole devono diventare centri
culturali aperti alla cittadinanza negli orari extrascolastici ed offrire temi
culturali di interesse generale.
Sono da prevedere luoghi di incontro
per i giovani dove possano esprimere il proprio modo di sentire la cultura.
7 - LO
SPORT
Lo sport visto come attività motoria per il benessere psicofisico va considerato un diritto al pari del diritto del malato ad essere curato.
Questo diritto spetta ai cittadini di ogni età, a partire dall’età infantile, e va attuato creando le condizioni che rendano possibile effettivamente la pratica sportiva / attività motoria
(impianti, orari, prezzi sociali in spazi di prossimità)
Chiediamo impianti sportivi come centri di aggregazione di quartiere aperti ad ogni età, con orari compatibili e prezzi sostenibili.
I comitati possono contribuire alla diffusione della cultura dello sport popolare contrapponendosi alla tendenza in atto di disinteresse crescente delle pubbliche istituzioni di Milano e del prevalere di una concezione del profitto anche nel settore del tempo libero.
8 – IL
COMMERCIO
La Rete sostiene il sistema del commercio equilibrato. Infatti, solo una distribuzione diversificata in prospettiva è un progetto vincente perché contrasta ogni tipo di monopolio.
Bisogna favorire la distribuzione diretta da parte del produttore.
A - GRANDE DISTRIBUZIONE.
La grande
distribuzione ha ragione di essere laddove il territorio non preveda alternativa.
Occorre comunque evitare che diventi unica proposta e quindi monopolio, deve
essere quindi accompagnata da un piano commerciale complessivo del territorio
verificando le collocazioni dei grandi
punti di vendita evitando nuovi grandi insediamenti commerciali in città
e nell’hinterland.
B - PICCOLA DISTRIBUZIONE
Va attuata un’attenta cura della preservazione in città della piccola distribuzione perché favorisce gli scambi interpersonali alla base della socialità sana, ma soprattutto perché è reale presidio del territorio indispensabile per la sicurezza dei cittadini
I Piani Integrati di Intervento dovranno
incentivare la creazione di zone vivibili con negozi di quartiere .
C - MERCATI COMUNALI
Nascono come luogo di piccolo commercio aggregato con il ruolo di calmieratore del mercato. Gestiti correttamente potrebbero garantire il consumatore, equilibrando la concorrenza tra grande distribuzione e piccola distribuzione.
Va favorita la distribuzione diretta da parte dei produttori.
D - MERCATI RIONALI
Sono un valore sociale, culturale, economico a patto che siano regolamentati attraverso il numero di bancarelle compatibili con il luogo ospitante, con il rispetto degli orari stabiliti, la raccolta dei rifiuti differenziata da parte degli operatori e la pulizia a fine giornata anche delle vie adiacenti.
E - LOCALI DI SVAGO
La Rete sostiene la regolamentazione delle licenze, al fine di contenere la proliferazione di luoghi monotematici, la regolamentazione degli orari e uno studio di un progetto educativo degli utenti (v. Inquinamento acustico).
Devono essere riviste e modificate le
normative che regolano le autorizzazioni e il numero di locali pubblici
presenti in una determinata area, fissando nuovi parametri ( Tasso Zonale di
concentrazione dei p.e.) e la disciplina degli orari degli stessi che rispetti le caratteristiche dell’area
considerata: residenziale, dedita al terziario
ecc. I criteri e parametri suddetti devono attenersi alle norme e alle
indicazioni presenti anche nelle
delibere della Giunta della Regione Lombardia, che chiede una equilibrata
dislocazione sul territorio dei p.e. e l’idoneità della loro ubicazione in
relazione al rispetto della quiete pubblica e della sicurezza. Devono a tal
fine essere rivisti i criteri di rappresentanza all’interno della Commissione
Comunale che esprime parere obbligatorio nel merito.
F - ARTIGIANATO
Da anni si vede l’allontanamento degli artigiani dalla città. Occorre studiare un piano serio di reintroduzione delle botteghe di eccellenza (attraverso sgravi fiscali, affitti contenuti, ecc. ) soprattutto perché l’economia della città sembra indirizzata a contare solo su moda, design e divertimento. Ma se Milano vuole avere un ruolo da protagonista a livello internazionale deve dare spazio ad Arte e Artigianato e costruire nel tempo quelle eccellenze necessarie frutto di sapienza e creatività indispensabili per competere nel mercato di nicchia, fatto di valore aggiunto.
9 - LE ACQUE DI MILANO
Riapertura
di navigli, canali, rogge, dove
è possibile e compatibile con
l’attuale situazione urbana
della città, per riportare Milano a come era in passato almeno nella
prima cerchia dei bastioni.
La caratteristica di Milano erano i suoi corsi d’acqua, il
cui recupero avrebbe una valenza culturale e turistica; si deve lavorare nella
direzione del mantenimento e del recupero degli stessi.
(es. “La Conca di
Viarenna” su cui esiste vincolo ex lege
1089/39), nell’ambito di questa riqualificazione, deve essere ricollegata alla
Darsena a cui era connessa.
10 - LE
MUNICIPALITA’
Il Consiglio Comunale e la Giunta sono diventate sorde a qualunque esigenza e proposta espresse dai soggetti sociali.
I Consigli di Zona , privi di vere funzioni , di poteri, di finanziamenti e personale , non svolgono alcun compito costruttivo e nemmeno di indirizzo anche quando si esprimono a favore dei bisogni e delle proposte degli abitanti, che possono interpretare con maggiore competenza perché vicini ai Quartieri..
Deve quindi essere modificato il tipo di struttura di governo del territorio con una rilettura dello Statuto Comunale e del decentramento.
La partecipazione deve essere un punto di forza attraverso strumenti vincolanti e condivisi.
Le Zone
devono diventare delle Municipalità e devono essere date loro più poteri e
fondi di bilancio da gestire. I poteri del Sindaco, della Giunta e del
Consiglio Comunale devono assumere un ruolo strategico, lasciando ai “Consigli
della nuova zona” la scelta delle modalità operative. Questi
“Consigli di Zona” diventano punti di
consultazione della cittadinanza su tutti i temi, e in particolare sui progetti
urbanistici di competenza
degli stessi.
Deve essere ripresa in Parlamento l’iniziativa per la riforma del governo dell’area metropolitana milanese sostituendo alla Provincia di Milano la Città Metropolitana e ridefinendo all’interno di questa il ruolo del Comune di Milano, dei Consigli di Zona e degli altri Comuni della provincia.
ELENCO DEI PROGETTI IN CORSO
DA FERMARE e NON CONDIVISI
A) Nuovi
progetti viabilistici invasivi:
1) GRONDA NORD
2) GRONDA SUD
3) GARIBALDI - REPUBBLICA -
ISOLA DE CASTILLIA - VIA VOLTURNO
4) - PARCHEGGI
IN AREE ALBERATE
(Es. V°Alpini – L.go Rio de
Janeiro)
- DI
VALORE STORICO ARCHEOLOGICO E MONUMENTALE
(Es. Darsena – S.Ambrogio)
- A
ROTAZIONE ENTRO LE CIRCONVALLAZIONI
ESTERNE
(Es. Caterina da Forlì – Via
Montello)
B) Nuovi progetti urbanistici
1)
GARIBALDI
–REPUBBLICA
2)
ISOLA DE CASTILLIA
3)
EX-MAGNETI MARELLI
4)
EX-FIERA
5)
PIANO DELLA
MOBILITA’
DA PERSEGUIRE
A) TUTELA , SALVAGUARDIA E VINCOLO SUL PARCO
AGRICOLO SUD
B) RECUPERO E RIQUALIFICAZIONE PARTECIPATA
DELL’EDILIZIA
SCOLASTICA
(Le Amministrazioni mostrano spesso atteggiamenti di inerzia e di
insufficiente attenzione ai vari problemi che coinvolgono l’edilizia scolastica
pubblica) (Es. Feltrinelli)