Oggetto:
Box sotterranei di piazza Aspromonte
Un
Comitato di cittadini residenti in zona 3 si è recentemente costituito al fine
di:
Ø informare tutti i residenti
nelle vicinanze di piazza Aspromonte e gli utenti della piazza al fine di
sondare la loro effettiva volontà di condividere il progetto del Comune di
Milano presentato in Consiglio di Zona tenutosi Lunedì 5 Aprile riguardante la
localizzazione di un parcheggio sotterraneo in piazza Aspromonte
Ø opporsi al progetto così
come attualmente presentato al Consiglio di Zona
Le
considerazioni qui di seguito esposte sono solo una prima elaborazione da parte
del Comitato in Difesa di Piazza Aspromonte, nonostante il poco tempo a
disposizione dal recepimento della notizia riguardante il progetto e le scarse
informazioni ricevute in sede di Consiglio di Zona (5/4/2004).
La
nostra contrarietà al progetto nella sua attuale configurazione si fonda
soprattutto sul disegno e sulla portata dell’intervento: 600
box a ridosso dell’area verde di piazza
Aspromonte sono un numero esorbitante e decisamente sorprendente.
Dopo anni di concessioni
edilizie in zona senza la minima considerazione degli impatti in termini di
traffico e parco macchine aggiuntivi, improvvisamente ci si accorge che nel
quartiere ci sono troppe soste irregolari.
Senza entrare nel merito dei
numeri presentati nNelle due precedenti sedute del consiglio di zona, i numeri riguardanti la stime delle soste
irregolari nei dintorni della piazza sono variamente cambiati: si è partiti da una stima di ello scorso
Consiglio di Zona (1800) soste irregolari presentataci
nel primo incontro, si
è poi passati ad un drastico ridimensionamento di circa 600 nella seduta successiva, per poi arrivare ad un
conto diretto da parte di un consigliere, di 113 macchine nei dintorni della
piazza in sosta irregolare notturna.
Come minimo, data l’estrema variabilità delle cifre entrate in gioco,
si dovrebbe ripensare
al dimensionamento propostoci dal Comune di Milano.
A prescindere dai numeri effettivi che entrano in
gioco per giustificare tale progetto, che non ci sembrano un argomento accessorio, r, che comunque meriterebbero un’accurata analisi e
verifica, pare lecito dubitare che un simile dimensionamento sia stato pensato
con riguardo all’esclusivo interesse dei cittadini residenti.
Riteniamo
più che realistico dipingere il seguente scenario se il
progetto venisse attuato nelle modalità presentate.
GLI
IMPATTI SUL TRAFFICO
Il
progetto in esame si inquadra in un contesto più ampio che prevede la realizzazione
in zona di tante altre strutture di box sotterranei e parcheggi: alcuni di
questi - sotto le strade - assolutamente condivisibili, altri sotto le piazze
pesantemente distruttivi del patrimonio arboreo. Data l’entità dei progetti, il
risultato sarà un aumento abnorme della capacità di ricezione delle auto: siamo
sicuri che questa accresciuta capacità risolverà esclusivamente le soste
irregolari cui sono oggi costretti i residenti e non favorirà – invece – un
maggiore afflusso di mezzi provenienti da altre zone e/o Comuni, aumentando
così il traffico e l’inquinamento?
L’accesso al nostro quartiere è reso agevole
da una invidiabile dotazione di mezzi pubblici.
Nel raggio di centocinquanta metri dalla
piazza sono disponibili:
-
due
linee di metropolitana;
-
tre
linee di filovia urbana;
-
una
linea di autobus urbana;
-
una
linea tramviaria urbana;
-
diverse
autolinee intercomunali.
E’
su queste infrastrutture che occorre fare leva per decongestionare la
circolazione automobilistica.
In
aggiunta, altre iniziative di diversa natura stanno facilitando il problema del
parcheggio per i residenti. Scopriamo ad esempio, con grande sollievo generale,
che i cambiamenti di sistema per i lavaggi strada hanno consentito di ridurre
le vie con divieto di sosta notturno.
600
box sono davvero indispensabili? Come mai altri progetti simili sono stati
avviati per numeri di box decisamente inferiori?
Alla
luce di queste considerazioni riteniamo che come minimo il numero debba venire
riconsiderato.
I
CANTIERI
1. La piazza
I
cantieri sono sempre un disagio che si è pronti ad affrontare se il fine ultimo
è realmente un interesse comune. In questo caso non siamo così sicuri che tale
sentimento sia diffuso tra la gente di quartiere, tanto che la nostra raccolta
firme sta procedendo speditamente.
Un
cantiere aperto per anni, senza neanche l’idea di quando dovrebbe terminare, in
una piazza tra le più vissute del quartiere da parte di anziani, ragazzi,
bambini, proprietari di cani, può determinare l’abbandono dei luoghi da parte
della maggioranza dei suoi attuali frequentatori.
Consapevoli
dei meritori interventi che in passato sono stati fatti per recuperare la piazza alla fruizione
degli abitanti di zona, dobbiamo essere altrettanto consapevoli che, se la
piazza verrà abbandonata dalla maggior parte dei suoi frequentatori, sarà
facilmente riconquistata dal degrado che già in passato aveva vissuto.
2. I disagi nella zona
Come
accennato, al progetto di piazza Aspromonte si affiancano altre iniziative –
alcune ancora sotto esame, altre esecutive – che dovrebbero interessare piazze
e vie molto prossime alla piazza stessa in periodi, a quanto è dato di sapere,
ampiamente sovrapposti. Le ricadute in termini di traffico, disagi per la
sosta, etc. sono quindi fonte di estrema preoccupazione: non vorremmo che
l’inaugurazione simultanea dei cantieri determinasse una situazione
insostenibile che – data anche l’indeterminatezza sulla durata dei lavori –
potrebbe protrarsi per anni.
Una
adeguata graduazione dei tempi previsti per i vari progetti consentirebbe
invece di:
a)
ridurre
i disagi sulla popolazione;
b)
valutare
progressivamente l’impatto sulla viabilità di zona delle misure adottate, in
modo da tarare correttamente i successivi interventi.
c)
Valutare il
successo di progetti simili
IL
PATRIMONIO ARBOREO
Piazza Aspromonte ha origini storiche “nobili”.
La piazza fu donata all'inizio '900 da alcune famiglie milanesi che parteciparono alla sua realizzazione, tra le quali la famiglia Limido; donata e vincolata all’uso del verde per la comunità e in particolare
per il gioco dei bambini.
Le piante, di particolare valore e varietà, furono inizialmente regalate
alla comunità dal famoso agronomo
Ingegnoli, ripiantate, dopo il secondo dopoguerra, spesso a cura degli abitanti della zona. all'inizio '900 dal famoso
agronomo Ingegnoli, e S sono addirittura meta di gruppi di
turisti stranieri (principalmente giapponesi).
E’ una piazza tutelata da un vincolo
ambientale e che merita di essere curata e accudita, non “squartata” per fare
posto a un progetto faraonico.
Un progetto le cui conseguenze certe
sono già di per sè devastanti (perdita di almeno 26 piante di alto fusto, quasi
1/3 di tutte le piante) ma le cui ulteriori ricadute, difficili da valutare
anche per la carenza di informazioni chiare, sono certamente preoccupanti (dove
saranno posizionate le rampe? E gli sbocchi dei sistemi di areazioneE le prese
d’aria per i gas ?).
Sappiamo poi che una volta ultimati i
lavori, le nuove piantumazioni non potranno sostituire la tipologia delle
esistenti, data la insufficiente profondità del terreno che ricoprirà i box
sotterranei (max 2,50 m).
Gli alberi oltre che un piacere per
gli occhi sono la nostra unica difesa in una città dall’aria irrespirabile e
dal calore estivo insopportabile: non trattiamole come un ostacolo alla
realizzazione di progetti di corto respiro ma come una risorsa vitale per tutta
la comunità.
Una
piccola parentesi per i bambini e gli anziani che frequentano la piazza.
Vivere
a Milano non è facile per nessuno, per i bambini e per gli anziani le
difficoltà si amplificano.
Sappiamo,
poi, che la nostra zona non è delle più “fortunate” quanto a disponibilità di
verde pubblico. Questa piazza, col suo verde che protegge dai rumori,
dall’inquinamento, dal calore estivo, è uno dei pochi luoghi in cui i bambini
hanno un pò
po’ di
spazio per giocare senza i tubi di scappamento sotto il naso e in cui gli
anziani possono stare tranquilli e respirare un pò po’ meglio.
E’
diventata un importante luogo sociale, anche a causa della penuria di posti
simili nella zona.
L’impatto
dei lavori e il depauperamento del patrimonio arboreo potrebbero cancellare
tutto questo.
CONCLUSIONI
La
delibera del Consiglio di Zona ha valenza meramente consultiva: riteniamo
pertanto che il pronunciamento di questo organismo (il più vicino alla gente!)
debba riflettere le preoccupazioni e gli auspici di tutti i cittadini.
Riteniamo che solo un atteggiamento responsabile e disposto alla considerazione
delle esigenze di tutti gli abitanti di zona possa portare ad una serena
convivenza nei prossimi anni.
Chiediamo quindi che venga dato parere negativo
all’attuale progetto e che ne venga richiesto uno alternativo alla commissione
tecnica competente del Comune di Milano.
Un
nuovo progetto non potrà prescindere da importanti requisiti i quali – a nostro
parere – dovrebbero trovare adeguato riscontro nei termini del bando di gara:
1)
Salvaguardia
di tutto del il patrimonio arboreo di
piazza Aspromonte;
2)
Riduzione
del numero di box previsti;
3)
Minimizzazione
dei disagi conseguenti alla apertura dei cantieri (fruibilità della piazza);
4)
Coordinamento
con gli altri interventi pianificati in zona;
5)
Previsione
di tempi massimi di realizzazione del progetto.
Interrare box sotto le strade è forse tecnicamente
più difficile, ma abbattere
alberi è una scelta
irrecuperabile.
Siamo convinti che solo attraverso
una mediazione costruttiva e consapevole si possa evitare si
possa evitare quello che già molti abitanti del
quartiere stanno paventando come uno scempioo
inutile e irrecuperabile!
Comitato
in Difesa di Piazza Aspromonte