\"Il
centrodestra resta in vantaggio ma il sorpasso è possibile: prima
battaglia
l´inquinamento\"
Il
leader dei Verdi: \"Le liste civiche sono fondamentali ma puntino su
questioni
molto concrete\"
Baruffi:
non basta un nome per conquistare la gente
l´accusa
Questa giunta pensa ai soldi
il
candidato Rompa con la linea Albertini
i
terzisti Sono estranei al centrosinistra
la
ricetta Soluzioni su verde e trasporti
STEFANO
ROSSI
da
Repubblica - 18 agosto 2005
Consigliere
comunale Maurizio Baruffi, anche per voi Verdi per le Comunali
del
2006 viene prima il programma, poi i nomi? Altrimenti siamo all´uovo e
alla
gallina, mentre per il centrosinistra il tempo scorre rapidamente.
«Il
governo di una città non è un reality show televisivo. A noi interessa
porre
questioni di programma per individuare la candidatura migliore. Il
candidato
sindaco, la squadra di governo, la maggioranza sociale e politica
sono
un insieme che deve funzionare in base ad accordi politici, non si
tratta
di cercare il meglio fico del bigoncio».
Cominciamo
dal programma, allora.
«Primo,
Milano non deve più essere la capitale dell´inquinamento. Come? Con
la
tecnologia, nuovi edifici ecoefficienti, tetti che producano energia
solare.
Secondo, il traffico. La società Serravalle è ora tutta della
Provincia,
usiamola per costruire parcheggi di interscambio sulla cerchia
delle
tangenziali, con corse Atm in corsia riservata per portare in città
quegli
800.000 che ogni giorno entrano a Milano in auto. Aggiungo
personalmente,
perché ci credo, le biciclette: un mezzo di trasporto
alternativo
da potenziare, anche nella sicurezza».
Parlava
di accordi politici. Come vanno i rapporti nel centrosinistra?
«Sono
ottimista. In autunno ci sono le primarie per Prodi, se vogliamo farle
per il
sindaco il momento è quello, altrimenti si fa tardi».
Dunque
è favorevole alle primarie.
«Sono
favorevole a un rapporto stretto fra politica e base sociale,
movimenti.
No invece a sigle e facce che hanno facile accesso ai media, ma
non
rappresentano una società civile molto più complessa».
Ce
l´ha con i terzisti?
«Sono
un fenomeno tutto politico che non c´entra nulla con il
centrosinistra.
Siccome però si vince con il 51 per cento, bisogna
raccogliere
il dissenso interno al centrodestra. Attenzione, però. Sento
parlare
di Carrubba, magari candidato. Ricordo che, grazie al biglietto
d´ingresso
a pagamento ai musei voluto dall´ex assessore, gli ingressi sono
calati
della metà. Non mi sembra un esempio di buon governo. E poi non so a
che
cosa si potrebbe candidare uno che era in giunta con Albertini fino a un
anno
fa».
E De
Bortoli? O Veronesi?
«De
Bortoli ha un profilo intellettuale che dà garanzie, però a chiunque si
candidi
va chiesta una discontinuità con le scelte urbanistiche di
Albertini,
come la Fiera e Garibaldi-Repubblica. Lo stesso vale per
Veronesi.
Ci vuole qualcuno che pensi al futuro della città, non alla
migliore
allocazione finanziaria delle risorse pubbliche. La vicenda Sea è
rivelatrice.
Si parla del ruolo degli aeroporti nello sviluppo della
Lombardia?
No, si discute sulla cifra a cui vendere».
Dite
sì alla lista civica?
«Ne
fioriscano mille, di liste civiche. Una sola sarebbe il \"partito lista
civica\"
ma nessuno può arrogarsi il diritto di rappresentare tutta la
società
civile. I Verdi in consiglio comunale sono stati eletti con la lista
civica
dell´Arancia, che sosteneva la candidatura a sindaco di Milly
Moratti.
Il nostro rapporto con i comitati e la società civile è un valore
aggiunto
per il centrosinistra. A Milano i Verdi crescono dal 2001,
soprattutto
nelle zone in cui è forte il centrodestra. Inquinamento, verde,
bambini
in città, qualità della vita sono le tematiche-ponte per cui si
transita
dal centrodestra al centrosinistra».
Siete
spesso sulle posizioni di Rifondazione. Mentre Sergio Scalpelli dice
che
tanto il candidato lo scelgono Ds e Margherita.
«Ds e
Margherita hanno l´intelligenza di sapere che non hanno la forza per
imporsi
al resto della coalizione. Dove peraltro non c´è un asse
privilegiato
fra noi e Rifondazione. Certo ora tocca chiudere un fretta
l´aspetto
programmatico per parlare di persone. I tempi? Entro la fine di
settembre».
Le
Comunali saranno anche un esame di maturità per il gruppo dirigente del
centrosinistra?
Se si perde ancora, qualcuno dovrà andare a casa?
«Molto
dipende da come si perde, non è automatico che la colpa sia di
dirigenti
incapaci. A Milano partiamo comunque sotto. Se non allargassimo il
consenso
sarebbe grave, ma non corriamo questo rischio».