Seduta del 4 luglio 2005
Il
Presidente sottopone all’esame
del Consiglio la mozione a firma del
consigliere Baruffi ed altri, iscritta all’ordine del giorno con il n. 454, che
si allega.
Indi dà
la parola al consigliere Baruff affinché la illustri.
Il consigliere
Baruffi così interviene:
“Questa
mozione, una mozione che ha raccolto l'adesione di diversi colleghi di
Maggioranza e di Opposizione, è una mozione che tratta dell’area cosiddetta del
‘Bosco di Gioia’. Si tratta, e forse
lo ricorderanno i colleghi che hanno partecipato alle riunioni anche della
Commissione urbanistica, di un’area di oltre 10 mila metri quadri che ha avuto
negli anni una destinazione a verde perché era la sede dell'ex Vivaio Fumagalli
e che vede oggi la presenza su quell’area di oltre 200 alberi di alto fusto.
Una piccola isola di verde incastonata tra i palazzi e fra le aree destinate
già a uffici ed a strade importanti, come quella di Via Melchiorre Gioia e che
è interessata dal progetto di edificazione dei nuovi uffici della Regione
Lombardia.
Voi
sapete che su quest'area si è sviluppata una attenzione, una protesta da parte
di un comitato di cittadini che chiede di salvaguardare l'area verde e di fare
in modo che venga sottoposta a revisione quell’accordo di programma firmato tra
gli enti interessanti, il Comune di Milano e la Regione Lombardia, che ha dato
il via ad una procedura urbanistica, che ha visto lo sviluppo di un
procedimento in seguito ad un concorso. Un progetto che porterebbe di fatto
alla distruzione di questa area verde, all’edificazione di numerosi palazzi ed
uffici per la Regione Lombardia, alla creazione di un notevole numero di
posteggi sotterranei su quell’area che priverebbe, quindi, quella zona di una
realtà importante ed unica qual è il patrimonio boschivo oggi esistente.
Noi
sappiamo che su quell’area insistono, appunto, ben più di 200 alberi e che fra
questi ve ne sono alcuni che hanno caratteristiche di particolare pregio, di
particolare interesse naturalistico. Sappiamo che su quell’area esiste un progetto
che ancora oggi non è un progetto definitivo. Infatti, la mozione chiede due
cose ben precise: chiede di rivedere l'accordo di programma stipulato con la
Regione Lombardia perché si possa rimettere mano al progetto e perché si possa
in qualche modo salvare l’esistenza di questo bosco. L'altra cosa che chiediamo
nella mozione è quella della valutazione dell’impatto paesistico, secondo
quello che è previsto per il piano paesistico regionale, cioè una valutazione
attenta di quale può essere l'impatto di questo tipo di edificazione su
quell’area e di come sia possibile invece cercare di mantenere il più possibile
il patrimonio arboreo esistente. Tutto questo è stato supportato da una
raccolta di firme, da una petizione che ha visto più di 15 mila cittadini
milanesi sostenere le ragioni di chi chiede la salvaguardia del bosco. Ha
visto, forse lo ricorderete, un digiuno che è durato diversi giorni, portato
avanti da alcuni cittadini che hanno a cuore la questione del Bosco di Gioia e
ricorderete forse anche la visita che il Presidente del Consiglio comunale Enzo
Giudice fece ai cittadini in digiuno proprio per testimoniare la volontà di
ascolto e di dialogo da parte delle istituzioni.
Allora
quello che noi qua chiediamo è di mettere mano e rivedere l’aspetto progettuale
fino ad oggi portato avanti con un disegno che renderebbe incompatibile la
salvaguardia degli alberi oggi esistenti e la realizzazione degli edifici della
Regione Lombardia. quindi rivedere l'aspetto progettuale e rivedere anche gli
strumenti urbanistici che hanno in qualche modo dato il via a tutta
quest'operazione, per questo l’accordo di programma, e dare un segnale di
attenzione da parte della Città di Milano e da parte della istituzione Regione
Lombardia nei confronti di un patrimonio importante, rarissimo, sempre più raro
nella nostra Città e che riesce ad essere al tempo stesso sia polmone per
quella area, sia testimonianza storica dell’esistenza di un lascito che è
quello di chi lasciò quell’area a fine 800 a proprietà dell'Ospedale Maggiore e
che era Giuditta Sommaruga. A Giuditta Sommaruga è stato intestato quel
giardino da parte degli abitanti. Io credo che se noi oggi riuscissimo a
trovare una via d'uscita perché si salvaguardino le esigenze portate avanti dal
comitato dei cittadini, noi faremmo un atto da parte delle istituzioni milanesi
e lombarde nei confronti dei cittadini di Milano“.
Entra in aula il consigliere Ottolenghi; ne
escono i consiglieri Ferrara, Santomauro, Molteni, Bassi: i presenti sono,
pertanto, 50.
Il
Presidente dà la parola
all'assessore Verga.
L'assessore
Verga così interviene:
“Voglio
anzitutto riferirmi al dibattito che si è già svolto in Commissione consiliare,
per chiarire che il Settore Progetto Strategici, nella fase attuativa del
progetto edilizio svolge un ruolo di coordinamento della progettazione
afferente alle diverse unità del progetto Garibaldi – Repubblica, qui anche
dell’unità U2 (?) destinata alla nuova sede della Regione. Proprio nell'ambito
di questo coordinamento, si è espresso rispetto alla possibilità di cercare in
accordo con la Regione Lombardia soluzioni capaci di regolare la trasformazione
dell’area di intervento, ipotizzando ricorso a forme di compensazione analoghe
a quanto previsto dalla Legislazione vigente. È opportuno precisare che
l'accordo di programma tra Comune e Regione è stato sottoscritto il 4 giugno
del 2004 e ratificato in Consiglio comunale il 29 giugno del 2004. Eventuali
revisioni sono disciplinate nello stesso modo.
Gli
argomenti evidenziati nella mozione non rientrano tra queste fattispecie, ma
possono essere oggetto di attenzione nella fase attuativa da parte del soggetto
titolare della progettazione, ossia la Regione che già in Commissione ha
espresso la possibilità a considerare nella progettazione esecutiva la presenza
delle assenze arboree di maggior pregio naturalistico e di prevederne la
possibile ricollocazione nell'ambito del parco previsto dal P.I.I. in aree
verdi presenti nel contesto urbanistico di riferimento dell'intervento.
In
merito alle procedure relative alla disciplina del piano territoriale
paesistico regionale, si precisa che il programma integrato d'intervento è
stato già valutato - procedure di valutazione di impatto ambientale -, pertanto
in base alle norme tecniche di attuazione dello stesso piano paesistico,
l'esame paesistico s'intende assorbito da quella procedura di valutazione. In
ogni caso, tutte le valutazioni relative all'esame paesistico del progetto
edilizio riguardano la procedura edilizia. Per questa ragione, si essere prime
parere non favorevole“.
Il
Presidente dà la parola al
consigliere Fiano.
Il
consigliere Fiano così
interviene:
“Io
credo che questa mozione ci dia per l'ennesima volta per volta la possibilità
di chiederci che cosa stia divenendo la scienza urbanistica in questa Città. In
questo sito dove dovrebbe realizzarsi l'edificio nuova sede della Regione
Lombardia, il formigoneum, così com'è stato soprannominato, si realizzerebbero
secondo il progetto circa 90 mila metri quadri su 30 mila di superficie
territoriale con un indice rispetto alla superficie territoriale di quasi 3,
contro un indice generale che è stato assegnato al progetto complessivo di
Garibaldi - Repubblica credo di 1 e 65. Guardate, anche per i non addetti a
lavori comprendere che rispetto ad un indice generale su di una area molto
vasta, nella quale si promette la realizzazione di un grande giardino, quello
al centro dell'iniziativa di oggi di proprietà di Hines e del Gruppo Ligresti,
si promette un indice di 1.65, sapere che nel sito molto ridotto che affaccerà
su Melchiorre Gioia dove dovrebbe sorgere la Regione Lombardia, noi dovremmo
applicare un indice quasi doppio di utilizzo della superficie territoriale,
vuol dire che noi stiamo condannando quella zona ad una congestione volumetrica
che non può permettersi.
Infatti,
secondo me, non è un caso che quando si utilizza questa diseguaglianza di
applicazione degli indici volumetrici, i problemi, la Città reale, il
territorio, il rapporto tra verde e costruito, tra aree permeabili e aree non
permeabili vengono fuori comunque. Come in questo caso, gli alberi del Bosco di
Gioia ci presentano il problema di un progetto che vuole saturare a dismisura
le potenzialità edificatorie di quell’area. Questa è una mozione di buonsenso
perché chiede che un progetto venga rivisto. Ho detto prima che questa mozione
rimette sull’agenda all'ordine dei lavori una domanda generale sulla
urbanistica. Lo fa perché, come sempre, in tutti i casi in cui noi siamo stati
semplicemente costretti a ratificare accordi di programma in quest’Aula, su
progetti complessi, su progetti molto complessi... Se ne potrebbe citare
diversi, e forse ne parleremo per studiare la nuova Fiera. Ne abbiamo parlato
per la area Garibaldi - Repubblica nel suo complesso, ne parlerà per la
riqualificazione della area Magneti – Marelli. Tutti quei casi nei quali la
riqualificazione del tessuto urbano produce decine di migliaia di metri cubi di
cambiamento, diciamo così, e nuove grandi destinazioni che modificano
complessivamente l'uso della area e nelle quali si produce un nuovo grande
impatto ambientale. In tutti quei casi in cui l'unico passaggio consiliare è
quello dell'accordo di programma, sono casi in cui noi chiediamo ai colleghi
della Maggioranza di votare insieme a noi. Non di mettere al rogo chi (non è
questo il caso) di mestiere fa l'operatore privato dell'edilizia o, come in
questo caso, di mettere al rogo invece chi, Presidente di un grande ente locale
regionale, la Regione decide di fare una nuova sede. Non si tratta di questo.
Si
tratta di confrontare, in alcuni casi, i desideri degli operatori privati ma
qui è diverso perché qui è il desiderio dell'operatore pubblico, con la realtà
dell'area. Infilare in quel pezzo di tessuto milanese 90 mila metri quadri di
nuova realizzazione, procedendo alla soppressione di un bosco storico, bello,
radicato - come dice la parola stessa arborea
- nella area di quel quartiere, significa pensare ad un pezzo di distruzione
della Città. Ci sono gli strumenti. Si può chiedere... Siamo tra due enti
pubblici. Non è che noi blocchiamo un investimento approvato. Si può chiedere
una revisione dell'accordo di programma, si possono attivare le procedure
previste perché venga indetta una conferenza pubblica in merito allora
soluzione progettuale.
Spero
che il fatto che l'Assessore abbia indicato nella conclusione del suo
intervento che una nuova fase di indizione di Conferenza di servizio attiene
alla fase, diciamo così, di concessione delle opere, alla fase edilizia delle
opere e non a quella urbanistica, mi auguro che questo voglia dire l'apertura
di una porta per la revisione complessiva di quel progetto. Se così non fosse,
io credo che la battaglia sia dei cittadini che tra noi che li rappresentiamo
in questo Consiglio, dovrebbe continuare per evitare la strage degli alberi di
Melchiorre Gioia”.
Il
Presidente così interviene:
“Prima
di dare la parola alla consigliera Martini Giobbi, ricordo che sono previsti
interventi nell'ordine di 5 minuti per Gruppo. Quindi se a nome del Gruppo di
Forza Italia interviene la consigliera Martini Giobbi, non è possibile dare la
parola agli altri colleghi di Forza Italia iscritti, a meno che non si voglia
intervenire in dissenso dal proprio gruppo“.
La
consigliera Martini Giobbi
così interviene:
“Vorrei
ricordare a quanti mi hanno già preceduto che in questa materia, io, che sono
abituata ad ascoltare anche le Opposizioni, ho fatto una apposita Commissione,
abbiamo sentito il comitato. Per la verità, con tutto il rispetto che credo
tutti abbiamo per il verde e con tutto l'apprezzamento che noi abbiamo con per
le piante, specialmente come queste che sono assenze arboree di maggior pregio,
noi quello che abbiamo fatto è stato quello di evidenziare il problema, di
porlo all’attenzione e su questo noi abbiamo ottenuto una rassicurazione che quelle
che sono le assenze arboree di maggior pregio verranno ricollocate in altra
sede, cioè verranno preservate.
Significa
anche che questo ha voluto dire, ed in questo abbiamo avuto assicurazioni,
anche delle modificazioni progettuali atte a preservare ciò che è preservabile.
D'altra parte voi sapete anche che in Commissione, per stessa ammissione di chi
era venuto a presentare quest’istanza, era anche stato detto che alcune non
erano assolutamente piante di grande livello. Quindi, io penso che nell’osservazione
di questa porzione di Città che sicuramente ha il suo valore, la attenzione
sarà massima. Il nostro dovere era quello. Se dobbiamo fare una raccomandazione
in più perché vi sia attenzione verso queste piante speciali, di una essenza
speciale che rappresentano la parte storica sicuramente, per il resto io questa
mozione la leggo in un altro modo: una volontà comunque di ostinatamente dire
sempre di no a tutto ciò che viene fatto. in questo caso, poi anche ad un
qualche cosa che riguarda poi una creazione di una struttura che servirà, come
detto ben chiaramente, alla Regione. Per questo, noi sicuramente voteremo
contro“.
Escono dall’aula i consiglieri Martinelli,
Mattioli, Gilardelli: i presenti sono, pertanto, 47.
Il
Presidente dà la parola al consigliere
Occhi.
Il
consigliere Occhi così
interviene:
“Mi sono
distratto un attimo, ma credo d'avere colto che il Presidente della Commissione
Urbanistica vota contro. Non mi sorprende. nel suo intervento mi pare che abbia
detto che voi difendete il verde. Questa è più azzardato. Di motivazione ne può
trovare tante, ma che voi difendiate il verde costruendo grattacieli, diventa
un po' difficile da comprendere. Poi faremo la discussione anche sui
grattacieli, la Fiera e quanto verde resta. Però tant'è, ognuno può usare le
argomentazioni che crede. Quindi siamo gli unici a voler salvare il verde e, in
particolar modo, vogliamo salvare il Bosco di Gioia. Noi vi confessiamo, un po'
ingenuamente, che avremmo immaginato invece stasera di trovare un po' di interlocutori
favorevoli a questa mozione da parte vostra. Mi rivolgo ai Consiglieri, perché
i sopralluoghi che abbiamo fatto insieme, in chiacchierate che si fanno
normalmente nei corridoio ed in altre occasioni, ci era parso di cogliere una
sensibilità rispetto al problema.
Siccome
le mediazioni anche in questo caso sono possibili, io non sono un grande
mediatore eh? Vi confesso che spesso preferisco lo scontro diretto, però
intuisco e capisco che alcune cose quando raggiungono dei livelli talmente
avanzati, e l'accordo di programma è parzialmente fatto, diventa difficile
tornare indietro completamente su alcune scelte che vengono fatte sulla Città
per tante ragioni, soprattutto capisco quelle economiche, degli interessi. Però
vi sono delle mediazioni che uno non fa volentieri però in qualche modo accetta
perché si rende conto che chiedere alcune cose, in alcuni momenti non è
opportuno.
Ebbene,
ci pareva che l'idea di rivedere quel progetto, bruttissimo oltretutto, per
chiunque ne capisca qualcosa, e creare un progetto che metta in condizioni una
parte di quel territorio, quei famosi 12 mila metri quadri di cui stiamo
parlando di poter rimanere il bosco di cui stiamo parlando oggi e costruire
nella parte rimanente, quindi rivendendo un attimino il progetto, ci sembrava
una cosa di buonsenso e non semplicemente perché sono state raccolte 12 o 15
mila firme, perché c'è stata la ribellione dei cittadini, perché c'è stata la
mobilitazione, perché qui, perché là... Ma perché quel progetto chi l'ha vinto,
chi l'ha studiato probabilmente non si è reso conto esattamente del disastro
che andava combinando in quella parte della Città.
Io mi
rivolgo ancora ai Consiglieri di Maggioranza e chiedo un voto favorevole a
questa mozione. L'elenchino delle robe che ha fatto l'assessore Verga, che ha
messo lì per dire di no... va bene, l'accordo di programma lo sapevamo anche
noi che c'era già, ma dire che c'era già non vuol dire che non si possa
rivedere. La responsabilità spetta alla Regione, quindi che è la Regione che
deve fare questa roba, la sappiamo anche questa. Ma se il Comune di Milano, sul
cui territorio insisterà quell’obbrobrio, dice che così non va bene e
ragionevolmente si può modificare il progetto e renderlo compatibile con la
permanenza di quel giardino, ci pare che non sia fuori dal mondo! Poi il modo
si trova. I trucchetti li conosce meglio l'Assessore Verga di noi - trucchetti
tra virgolette – per fare in modo che legalmente si possa arrivare ad ottenere
quel risultato, insomma. Credo che se vi è la volontà politica di farlo, lo si
possa fare. Il problema è capire se vi è questa volontà o se, come dire, tutto
è già fatto, tutto è già determinato e gli interessi che si muovono dietro
queste scelte sono talmente gravi e grandi che diventa tutto intoccabile perché,
appunto, pesa più l’economia che il buonsenso“.
Il
Presidente dà la parola al
consigliere Ciccioni.
Il
consigliere Ciccioni così
interviene:
“Io
cinicamente dovrei dire che, da un certo profilo, sarebbe meglio andaste avanti
su questa ipotesi che avete in mente perché, così facendo, vi allontanerete
ancora di più dal sentire della Città, ma io non brillo di cinismo e pertanto
sono qui a chiedervi di ripensare su questa scelta che andate a fare. Dobbiamo,
secondo me, rivedere l'impianto progettuale, non solo di quanto è previsto che
accada sul Bosco di Gioia ma sull'intera parte del piano integrato che riguarda
il Garibaldi - Repubblica e l’Isola de Castiglia. Ma non tanto e non solo
perché davvero tutta l'anima della Città, interi quartieri si sono messi e
hanno elaborato ipotesi alternative ma soprattutto perché in effetti sarebbe
assurdo che proprio in quella zona, dove massima è la necessità di mettere
verde, Signor Sindaco, e non cemento. E vorrei ricordare che cemento pubblico o
privato è la stessa cosa. Quando abbiamo dato l'indice di utilizzazione di
territorio così alto per la Regione, ai fini della qualità della vita è la
stessa cosa che se fosse stato cemento privato questo cemento pubblico. Non
cambia nulla. Porta traffico, porta inquinamento in una zona che proprio doveva
essere salvaguardata che già vi è ad alto impatto demografico e ad alta
concentrazione di uffici.
Il
problema del verde, ancorché il consigliere Beretta dica il contrario, è
emergenza a Milano. Ad esempio, proprio parlando di piani integrati
d'intervento e di tutte quelle monetizzazioni che abbiamo concesso, in ragione
di quell'alto indice che abbiamo concesso, Assessore, il piano di inquadramento
operativo dove dice fino ad un massimo di 0,65, dice appunto fino ad un
massimo, e non dice che si deve sempre fare così ma che si può. Anche perché
poi quando il verde non c'è e si accetta la monetizzazione, certo sono
quattrini per la Pubblica Amministrazione ma sono salute e cancro per i
cittadini. Questa è la differenza.
Allora
ho sentito la consigliera Giobbi che dice che le piante del Bosco di Gioia
potrebbero venire ripiantate, anzi sarebbero ripiantate. È un nonsense in termini proprio agrari. Per
poter fare un lavoro di questo genere su piante giovani, e sul posto ci sono
piante di 60 – 80 anni, bisognerebbe avere iniziato i lavori da un anno ed
avere fatto un sollevamento delle radici ogni tre mesi di un quarto, tanto da
poter arrivare dopo un anno appunto a un tentativo di ripiantumazione, cioè di
espianto e di ripiantumazione. Tutto ciò non è stato assolutamente fatto. Io
credo che dobbiamo rimettere mano all'intero comparto e, come diceva il
Consigliere che mi ha preceduto, a prescindere dagli accordi di programma ma
davvero noi siamo in grado di andare alla Regione e dire: su quello spazio,
visto che oltretutto ci siamo impegnati fare dei nuovi giardini e del nuovo
verde, andiamo a distruggere il verde con alberi che ci sono già? Sembra
davvero una rincorsa dell'assurdo nella quale vi siete impegnati. Io penso che,
se c'è qualche cosa che vada modificato non è soltanto appunto la scelta del
Giardino di Gioia come spazio da utilizzare per costruire ma anche e
soprattutto le scelte, i pesi che si sono previsti di mettere all'interno del
piano integrato Isola de Castiglia e quello più generale del Garibaldi –
Repubblica.
Vorrei
concludere dicendo, ricorrendo ad un proverbio indio che dice: gli alberi sono
le colonne del mondo; quando gli alberi tutti saranno tagliati, il cielo cadrà
sopra di noi. Io credo che sarebbe opportuno, al di là delle parole vaghe e
vane che talvolta vengono pronunciate in quest'Aula, si tenesse conto delle
esigenze prima di tutto della salute e poi del business“.
Il
Presidente così interviene:
“Chiede
la parola al consigliere Pennisi in dissenso dal proprio gruppo, quindi un
minuto per il consigliere Pennisi..
Il
consigliere Pennisi così
interviene:
“Ma il
gruppo di Forza Italia non ha 3 minuti ancora?”.
Il
Presidente così interviene:
“No. È
previsto un intervento per gruppo della durata massima di 5 minuti”.
Il
consigliere Pennisi così
interviene:
“E
mancando 3 tre minuti non posso intervenire?”.
Il
Presidente così interviene:
“Uno può
esprimere il proprio parere anche in 50 secondi ma è sempre un intervento per
gruppo”.
Il
consigliere Pennisi così
interviene:
“In un
minuto è dura”.
Il
Presidente così interviene:
“Lei se
vuole intervenire lo può fare, in dissenso”.
Il
consigliere Pennisi così
interviene:
“A me la
mozione è sembrata totalmente di buonsenso. Faccio sintetiche..., una cosa che
dico sempre, tanto ormai queste mozioni non impegnano più nessuno, per cui sono
degli indirizzi..., per cui non mi preoccupo da questo punto di vista. Oggi, 4
luglio, arriva una nota del Settore ed io voglio dire che di questa mozione ne
abbiamo già discusso in Commissione, come ben ha ricordato l'assessore Verga e
sull'argomento insieme al funzionario dell'Urbanistica abbiamo tentato di dare
un indirizzo. Per cui anche chi critica se potesse anche ascoltare le
Commissioni, e lo dico al vicesindaco De Corato che sull'argomento sta ridendo,
dico a Riccardo che se avessi sentito quello che aveva sentito quello che ha
detto il funzionario dell'Urbanistica capiresti il motivo di quella mozione.
Dico
anche che Verga ha saltato una parolina proprio quest'atto: ‘Proprio
quest'ultima circostanza può essere considerata nella mozione facendo sì che il
Comune di Milano sensibilizzi in tal senso la Regione Lombardia”. Per questo
motivo il motivo della mia firma e me la mia partecipazione a questa mozione.
Ricordo però agli amici della Sinistra e ai DS che a me piacerebbe regalare un
parco a Milano, mi piacerebbe difendere i giardini di Via De Castillia, mi
piacerebbe proteggere il Bosco di Gioia ma mi piacerebbe anche impedire lo
scempio che farete a 12 mila metri quadri di verde al Parco Montestella“.
Il
Presidente così interviene:
“Il
consigliere Beretta vuole intervenire in dissenso?”.
Il
consigliere Beretta così
interviene:
“Il
Presidente della Commissione ha parlato per due minuti”.
Il
Presidente così interviene:
“Non
c'entra, Michele”.
Il
consigliere Beretta così
interviene:
“È un
Regolamento assurdo”.
Il
Presidente così interviene:
“O si
cambia il Regolamento...”.
(NdS,
serie di interventi sovrapposti)
Il
consigliere Beretta così
interviene:
“Chiedere
ai cittadini se vogliono la guerra oppure no, è come andare a dire: volte che
vi tolgano il verde oppure no? È facile così”.
(Nts,
intervento del consigliere Tinelli fuori microfono)
Il
Presidente così interviene:
“La
parola al consigliere Rizzo. Io invito il consigliere Albertini a non
iscriversi perché comunque l'ordine dovrebbe essere quello, indipendentemente
dal fatto... Era iscritto lei, consigliere Albertini, prima del consigliere
Rizzo però se lei rinuncia o vuole parlare dopo non è un problema“.
Il
consigliere Albertini così
interviene:
“Presidente,
non ho capito perché dovrei rinunciare. Se me lo sta chiedendo lei, posso
ragionarci su”.
Il
Presidente così interviene:
“A
tabellone, consigliere Albertini, prima che io dessi la parola è scomparso il
suo nominativo. Allora non si capiva se lei rinunciava all'ordine di iscrizione
per intervenire successivamente oppure se aveva chiesto la parola. Questo le
sto chiedendo, chiede di intervenire?”.
Il
consigliere Albertini così
interviene:
“Io non ho
difficoltà a seguire l'ordine che lei vuole assegnare. Se lei vuole assegnare
quest'ordine, io lo rispetto, Presidente”.
Il
Presidente dà la parola al
consigliere Albertini.
Il
consigliere Albertini così
interviene:
“Innanzitutto
a me pare doveroso precisare, e questa precisazione è principalmente un rivolta
ai colleghi della Opposizione, che questa mozione non è una mozione della
Opposizione per cui si possa chiedere alla Maggioranza di votarla. È un errore
di impostazione, avere fatto questa affermazione. Questa mozione è una mozione
di alcuni Consiglieri di questo Consiglio comunale, di Maggioranza e di
Opposizione, ed è una mozione in pratica che deve essere vista con questa
prospettiva. Se no, si rischia una sorta di schieramento pregiudiziale con questo
tipo di approccio, mentre io invito i colleghi a valutare i contenuti di merito
di questa mozione e non, quindi, di assumere un atteggiamento pregiudiziale
ancora prima di sentir le ragioni.
Fatta
questa precisazione e, ripeto, è rivolta proprio ad alcuni colleghi
dell’Opposizione che hanno fatto questa sollecitazione, a me pare di poter
cominciare a parlare di merito sulla mozione, che ha come primo firmatario
Maurizio Baruffi, ricordando in sostanza ciò che ho ricordato in occasione
della Commissione consiliare a cui hanno fatto riferimento alcuni altri
colleghi. Non soltanto in quell'occasione c'era una sorta di condivisione
generalizzata sulla necessità di chiedere una revisione del progetto di cui si
stava discutendo, tant'è che questa mozione è scaturita da quell'afflato
generale che in quella Commissione si è respirato, ma ricordo di avere
evidenziato come la Città di Milano spesso dimentica la sua storia e con un
eccesso di disinvoltura, oserei dire un eccesso di cinismo, cancella le cose della
storia di questa Città. Lo ha fatto con tanti chiamiamoli, tra virgolette,
ruderi dell’età romana, poi limitandosi a mettere una targhetta spesso anche
illeggibile per ricordare che c'era il Circo massimo a Milano, di cui non c'è
quasi più traccia, o altre questioni del genere. E che quindi quando la ruspa –
diciamo - deve passare, non guarda più in faccia a nessuno.
In
quell'occasione, ho forzato il ragionamento per evidenziare che molto
probabilmente anche in quest’occasione questo eccesso di cinismo rischia di
fare un torto alla Città. Io l'ho dichiarato e lo dichiaro oggi. Ecco perché
invito i colleghi, tutti, a ripensare un attimo a questo atteggiamento e
soprattutto a questo tipo di provvedimento. Mi viene da insistere nella
richiesta perché ho avuto modo di sentire un po' di voci in giro che, per
l'ennesima volta, mi hanno dimostrato come l'approccio burocratico ad un
problema importante come questo rischia di vanificare invece un’istanza molto
sentita dai cittadini, 15 mila mi si dice ma erano un po' di tempo fa, forse
sono diventati di più, ed io non credo che 15 mila cittadini di Milano siano
tutti ottusi, corporativi, conservatori che non vogliono modificare niente di
questa Città. Forse sono convinti di difendere un bene pubblico come può essere...,
com'è, non come può essere, essere il Bosco in Gioia - così come viene definito
- ed a me pare che questa loro richiesta debba essere particolarmente
evidenziata e tenuta in considerazione in quest'Aula. Dicevo l'approccio
burocratico che per l'ennesima volta rischia di vanificare questa richiesta dei
cittadini, si dice che l'impatto paesistico può già essere stato in pratica
approfondito e che da questo approccio burocratico potrebbe essere risultato
che dei 207 alberi che sono presenti nel Bosco in Gioia soltanto una
piccolissima parte, poco più di una decina avrebbero i cosiddetti requisiti che la burocrazia riconosce.
Così da dire che, e lo dico io brevemente e mi scuso anche della imprecisione
rispetto ai contenuti della legge regionale, che se un albero ha un tronco di
26 cm. ha una rilevanza paesaggistica, se è di 25 no. A me pare che un
approccio così è sicuramente rispettoso della legge ma è un approccio che grida
vendetta.
Allora
finisco qui, Presidente, perché ovviamente ho utilizzato tutto il mio tempo a
disposizione. Io sono firmatario della mozione. L'ho fatto convinto di fare un
servizio alla Città, perché io sono perché quello che si deve realizzare in
quell’area si realizzi ma preservando quel patrimonio di verde che è di tutta
la Città e non soltanto di chi ha firmato quella petizione“.
Il
Presidente dà la parola al
consigliere Rizzo.
Il
consigliere Rizzo così
interviene:
“Io
credo d'aver guadagnato a parlare dopo il consigliere Albertini perché ho
sentito delle considerazioni che, a prescindere da questa mozione, dovrebbero
valere in generale ed aiutare ad avere, almeno sulle azioni che non sono
dirimenti tra le diverse forze politiche, qualcosa che vada all'interesse della
Città. Cioè dice il consigliere Albertini, ed ha ragione: questa mozione non è
della Opposizione come non è della Maggioranza. È una mozione di persone che
hanno riflettuto su questa questione, l'hanno fatto al termine della
discussione in Commissione e sono arrivate ad alcune conclusioni.
Esaminiamo
il testo della mozione per quella che essa è. Questo dovrebbe valere anche
quando le presenta solo l'Opposizione o quando le presenta solo la Maggioranza.
Dovremmo discutere le cose per quelle che esse sono. Qui si chiede
sostanzialmente di salvaguardare un bene, ed io credo che dovremmo essere grati
ai cittadini che si sono mossi a difesa di questo giardino perché stanno
facendo di tutto per evitare che la Amministrazione comunale, indipendentemente
dal colore, faccia un errore, nell'interesse della Città. C'è oggi giustamente
un articolo sul Corriere della Sera, che non certamente da parte di chi non
certamente è sempre dalla parte delle Opposizioni ma è un editorialista che
scrive spesso sul Corriere e che dice: ‘Questa sera arriva in Consiglio
comunale la mozione firmata da Maggioranza e Opposizione che chiede di salvare
gli alberi del Bosco in Gioia, quelle 200 piante che dobbiamo essere abbattute
per far spazio al Pirellone bis. Si potrebbe trovare una soluzione progettando
qualcosa che risparmi questo verde milanese e la Regione Lombardia non può
permettersi di fare lo struzzo’. E poi prosegue con questa considerazione. Io
per parte mia non userò per esempio una serie di argomenti che sono stati
utilizzati anche dal consigliere Fiano, cioè io sono sì convinto che il cemento
non ha differenza quando è pubblico e quando è privato, quando soffoca la
Città. Sono altrettanto convinto che se faccio un palazzo ad uso pubblico e so
immergerlo in una situazione - come si deve - di verde e così via, se do
qualche metro cubo in più lo do alla Città nel suo complesso. Non lo do a
questo o a quel privato. Per me questa considerazione, è una considerazione
seria.
Quindi
io non faccio questioni di metri cubi dati ad un ente pubblico. Anzi, secondo
me quello che accade spesso, troppo spesso è che noi non diamo diritti
volumetrici al pubblico mentre invece siamo generosi nei confronti dei privati.
Se questa volta accade il contrario, non ho certamente molto da dire su questo.
Quello che ho da dire è che è sbagliato proprio nell'interesse della Regione,
proprio nell'interesse delle istituzioni pubbliche, che non venga costruita una
struttura pubblica in una condizione che dia un messaggio positivo, un
messaggio virtuoso: che i grandi palazzi pubblici devono essere fatti in una
condizione di accettazione da parte di tutti i cittadini. Non devono pesare.
Devono essere una risorsa ulteriore e chi va in una struttura pubblica deve
andarci vedendo il verde intorno e non ricordarsi di quel palazzo che gli ha
sottratto qualcosa, ma ricordarsi di quel palazzo che gli ha dato qualcosa
appunto perché è pubblico.
Le
grandi multinazionali private stanno molto attente a queste cose, proprio
perché non vogliono che il loro nome sia collegato a delle violenze date alla
Città ed ai cittadini. Stanno mille volte attenti; perché non vi deve stare la
Regione attenta a questo? Io non so se per mia assenza, per la verità rara, in
Consiglio comunale o perché i Consiglieri nella premura di presentarlo non mi
hanno chiesto di sottoscrivere questa mozione, credo mi sia permesso però di
dire che la condivido totalmente. Ho portato credo alcune ragioni aggiuntive
rispetto a quelle che sono esposte qui e mi auguro davvero che il Consiglio
comunale, liberato, almeno su queste questioni che spero non siano oggetto di
programmi elettorali perché non lo sono, liberato dai limiti di essere di
Maggioranza o di Opposizione, possa operare nell'interesse della Città.
L'interesse mi pare che sia palese, sia alla Maggioranza e sia
all'Opposizione“.
Il
Presidente dà la parola al
consigliere Antoniazzi.
Il
consigliere Antoniazzi così
interviene:
“A me
sembra questa mozione una mozione ragionevole, serena nell'esposizione dei
fatti, documentata ed altrettanto serena nel proporre delle indicazioni su cui
lavorare che mi sembrano accettabili. Vorrei sottoporre una riflessione,
soprattutto, alla Maggioranza. La minoranza magari, l’Opposizione vota per fare
il suo mestiere ma io penso che su problemi di questa natura la Maggioranza
potrebbe avere un ruolo di stimolo, non contro la Amministrazione ma per
indicargli dei problemi che vengono dalla Città e sollecitano l'Amministrazione
a tenerli presente, quindi ad essere anche loro partecipi. Se no cosa deve fare
la Maggioranza? L'unica cosa è votare in maniera obbediente quando viene chiamata?
Come l'ultima volta che sono arrivate telefonate da tutte le parti, a tutte le
ore, a tutti i membri, in varie occasioni? No. Io credo che una funzione di
stimolo la possa avere la Maggioranza. Una di queste occasioni... È stranoto
che in questa sede è difficile discutere di certi argomenti, come ad esempio
del problema dei nomadi, ma qua non si tratta di nomadi ma di migliaia e
migliaia di cittadini milanesi che vivono in un’area centrale di Milano?
Lasciamo stare i nomadi, ma volete affrontare almeno questo problema?
Qua ci
sono 10 mila firme, non tutti evidentemente saranno abitanti locali, saranno il
10%, il 20, il 30% però c'è un cospicuo gruppo di cittadini di questa zona che
propone una tematica io credo che molto reale. Cos'è, allora, che v'impedisce
secondo me di affrontarlo o il rischio che vi sia un impedimento ad
affrontarlo? Io credo una reticenza a ridiscutere un piano più generale. La
paura che se si mette in discussione anche solamente la tessera di quelli
mosaico, si mette in discussione l'intero mosaico. Troppi sono gli interessi in
gioco, gli investimenti, i rapporti che ci sono stati per mettere in
discussione questo. Io credo, invece, di no, che vi sia tutta la possibilità di
affrontare questo argomento. Mi sembra che salvaguardare delle aree di questa
natura sia un interesse fondamentale per noi, avere delle aree verdi
all'interno dia Città, fra le case. Certo, abbiamo bisogno anche dei grandi
parchi ma non dimentichiamo l’importanza di queste aree. Io ho partecipato, in
varie occasioni, alla difesa del Baravalle e credo vi sia una certa analogia.
Lo chiamiamo Parco di Baravalle, nonostante la sua piccola dimensione, ma che
ha un’importanza decisiva proprio perché è in mezzo alle case e viene vissuto
enormemente da parte di tutti i cittadini e viene vissuto tutti i giorni.
Quindi
se queste aree, che già hanno un influsso positivo per il verde e per le
piante, tanto di più potrebbe averlo se fossero messe pienamente a disposizione
dei cittadini. Qual è il problema? Io credo che su un'area così vasta, che
comprende il progetto Garibaldi – Repubblica, non sarebbe stato difficile
trovare un'altra area dove insediare questo palazzo del Presidente della
Regione. Non sarebbe stato difficile. Io non so quali valutazioni siano state
fatte per metterlo proprio lì. A me sembra che con non molta difficoltà, con un
po' di maggiore attenzione forse si potevano trovare delle soluzioni migliori,
considerando gli spazi enormi a vostra disposizione al riguardo. Ecco perché le
proposte della Conferenza dei servizi ed un ritorno anche all'esame delle aree,
mi sembrano una cosa giusta. È facile distruggere, è più difficile costruire.
Io non credo assolutamente che questa sia la strada migliore. Ci conviene
valorizzare l'esistente e da qui partire per valorizzare anche l'ambiente in
cui ci troviamo. La proposta che noi facciamo, quindi, non è sovversiva, non è
un capovolgimento. È di rimettere in discussione, all'interno del programma, le
possibilità di trovare migliori soluzione che salvaguardino questo parco e
questo ambito del Giardino di Gioia”.
Il
Presidente dà la parola alla
consigliera Bossi Moratti.
La
consigliera Bossi Moratti così
interviene:
“Prima
di tutto vorrei accodarmi a quello che diceva il consigliere Rizzo dicendovi
che, appunto, non ho firmato solo per questioni temporali questa mozione ma
sono in totale accordo. Come dicevano i Consiglieri che mi hanno preceduto, non
si tratta di essere d'accordo su una mozione politica che riguarda una parte
politica. Questa è una mozione che riguarda i tutti i cittadini di Milano.
Quindi, è importante che per questo venga valutata, senza timori di parte.
Vorrei dire che mi viene subito in mente che abbiamo sentito nei giorni scorsi
di una sentenza della Corte di Cassazione, in zona Brera, a difesa del taglio
degli alberi privati d'un giardino condominiale, con la motivazione che neppure
la proprietà privata poteva decidere di un bene è che così scarso a Milano che
dev'essere considerato una risorsa per tutti i cittadini milanesi. Una risorsa
sia dal punto di vista del verde godibile ma anche dal punto di vista della
funzione del verde perché, ricordava la sentenza nelle sue motivazioni, che una
Città che ha tanti problemi di inquinamento atmosferico, trae solo vantaggio
dalla presenza di verde, e per verde
in questo caso s'intende proprio verde di piante a foglia larga, cioè verde di
alto fusto. Non soltanto il verde delle aiuole. Quindi questa funzione è anche
di depurazione ed è un diritto dei cittadini. Questa mi sembra una sentenza
molto importante, anche se riguardava una situazione piccola marginale rispetto
a quella del Bosco di Gioia che chiaramente, per rilevanza, numero delle
piante, qualità delle assenze arboree, non ha paragone. Oltretutto, è alla
vista di tutti, godibile da tutti, quindi è per questo, cari colleghi, che in
così pochi giorni si sono raccolte 15 mila firme. Perché è nella memoria, della
godibilità di tutti i cittadini che hanno avuto la fortuna di poterlo
apprezzare in tutti questi anni.
Quindi,
io credo che sia prima di tutto molto importante ascoltarli questi cittadini.
Sì, 15 mila non sono pochi ma anche fossero stati meno, io non sono d'accordo
sul fatto che si va a chiedere, come si diceva prima, se sei per la guerra o
per la pace, è chiaro diranno: sono contro la guerra e sono per la pace. Ma non
è vero. Questo sono condizioni essenziale nella vita di tutti i giorni, che
vanno ascoltate con grande attenzione. Non sono risposte scontate, perché un
cittadino potrebbe chiedersi se questo è un in sede, diceva prima il collega Rizzo,
per uso pubblico, qualche sacrificio dovrò pur farlo. Non crediate che i
cittadini rispondano con tanta semplicità. Prima di mettere una firma, ci
pensano tante volte. Troppe firme ci vengono richieste per la strada perché le
lasciamo con naturalezza. Questi 15 mila cittadini ci hanno pensato veramente
ed hanno pensato anche alle motivazioni di uso pubblico di quella volumetria
che avrebbe sacrificato quel verde, ma si sono chiesti, naturalmente, cosa che
probabilmente non ci siamo chiesti noi, se si potevano realizzare in maniera
diversa. Devo dire che da questo punto di vista, io mi farei delle domande
ancora più a monte. Mi chiederei bene tutte le modalità che ha una
Amministrazione così importante, come la Amministrazione regionale, per un buon
governo della Regione. Non credo che si risolvano solo accentrando sempre di
più nella capitale, nella Regione tutti i servizi e tutte le funzioni. Questo
vuol dire anche appesantire naturalmente di relazioni, di traffico e svuotare
tutto il resto del suo territorio.
Io credo
che invece la Regione dovrebbe coscientemente ripensare a quanto le nuove
tecnologie permettano di alleggerire le volumetrie destinate centralmente
all'uso pubblico, alla funzione pubblica. Questo però è un discorso ancora più
a monte. D'altra parte, un discorso ancora più a monte che vorrei fare è
rivolto al nostro primo cittadino che adesso ha parlato tante volte di Central
Park e, me lo lasci dire, Signor Sindaco, ci ha un po' scippato il termine.
Questo termine lo abbiamo usato, molto più a proposito, per la prima volta in
questo Consiglio, il consigliere Ciccioni ed io per indicare una situazione
rispetto a Garibaldi - Repubblica che era simile e quella creatasi a New York
nel secolo scorso, dove i cittadini veramente sono stati i più coraggiosi
propositori di un progetto alto per la Città.
Abbiamo
bisogno sì di un parco, ma di un parco centrale. È evidente, e tutti lo
capiscono, che di fronte alle difficoltà che stanno insorgendo per la
costruibilità di quelle zone che il destino del Garibaldi - Repubblica
dev'essere ben diverso, più coraggioso ed anche più semplice come risoluzione.
Abbiamo visto, non va avanti così come la abbiamo portata... Concluso solo con
una battuta. L'assessore Verga ci aveva detto orgogliosamente: ‘avete visto? La
progettazione del Garibaldi – Repubblica parte del verde’ quando ci aveva
presentato il concorso di progettazione per il verde. Dopo quel concorso, non
si è saputo più niente del progetto che ha vinto e ho paura che parte sì dal
verde ma tagliando il verde, non costruendolo”.
Il
Presidente così interviene:
“Consigliere
De Pasquale, lei voleva intervenire in dissenso dal Gruppo? No, allora al
consigliere Fanzago“
Il
Presidente dà la parola al
consigliere Fanzago.
Il
consigliere Fanzago così
interviene:
“Anch'io,
come il consigliere Rizzo, ho appreso dai giornali di quest'iniziativa e che
questa mozione sarebbe stata votata proprio questa sera in Consiglio comunale.
Volevo ricordare al Gruppo dei Verdi, che si sono attivati insieme ai colleghi
dei DS e di Rifondazione comunista, che se vorranno governare Milano lo
potranno fare solo ed esclusivamente con la margherita, e non credo basti la
firma del seppur lodevole e notevole Riccardo Albertini per governare Milano.
Quindi, questa è una questione organizzativa nostra.
Rispetto
invece al problema trattato dall'argomento, credo che il problema complessivo
sia chiamato Garibaldi - Repubblica e credo che sia questo l'intervento che
assolutamente dovrà essere rivisto, perché il problema di quel progetto è un
problema che tocca gli interessi dei cittadini di quel quartiere. Lo abbiamo
visto quando abbiamo discusso quella delibera e la battaglia che abbiamo fatto
in Consiglio comunale unitariamente per cercare di bloccare, di modificare quel
progetto. Ora questa è una piccola porzione. È importante che venga
salvaguardato questo giardino. La Margherita voterà naturalmente a favore di
questa mozione. È un peccato che si sia persa quest'occasione per poter
lavorare ancora unitariamente“.
Il
Presidente così interviene:
“Non ci
sono altre richieste d'intervento e do brevemente la parola all'assessore De
Corato per una replica”.
L'assessore
De Corato così interviene:
“Si è
parlato, sulla questione del Bosco di Melchiorre Gioia, di verde e si è parlato
- a mio avviso - in alcuni casi in maniera adeguata, in altri non conoscendo i
dati. Questa mattina, si dà il caso che la Fondazione Ambrosianeum (?), che è
una Fondazione di cui certamente non si può dire che abbia simpatizzanti nel
Centro Destra, ha dato il rapporto sulla Città che fa ogni anno. Allora io vi
leggo non quello che dice De Corato o Albertini, ma quello che dice una
Fondazione importante che ha dati certi. Quindi, mi rimetto. Pagina 58 e 59
della relazione, che è stata presentata da giornalista autorevole come Marco
Garzoni del Corriere della Sera: «Si stenta a crederlo, ma Milano è una Città
dove la dotazione di aree verdi non sfigura rispetto alle Città europee con le
quali si confronta ogni giorno. Oggi – prosegue il rapporto - i metri quadri di
verde sono circa 18 milioni». Non è De Corato che parla, eh? Parentesi «13,5
metri quadri per abitante, in buona parte cresciuti sui terreni delle aree
industriali dismesse, da cui sono stati ricavati 3 milioni di metri quadri».
Antoniazzi non deve fare così a me. Lo vada a fare a qualcuno che ha scritto
queste cose e che stamattina le ha presentate alla stampa. Il Bosco in Città a
Baggio è stato ampliato di 300 mila metri quadri. Il Parco delle Cave, nella
stessa zona, di 700 mila. Il Parco Nord, sul territorio di Milano, di altri 900
mila». Tutta roba che non c'era. Non c'era! Questa roba che noi abbiamo fatto
perché a Baggio i...”.
(NdS,
interventi dall’Aula)
L'assessore
De Corato così interviene:
“Consigliere
Ciccioni, non so da quanto lei manca da Baggio ma se fosse andato a Baggio
prima del nostro intervento, avrebbe trovato un suk della droga, avrebbe
trovato tonnellate di copertoni abbandonati al Parco Baggio. Oggi lì ci sono i
laghetti, c'è il verde, c'è gente che fa jogging, c’è gente che va in bicicletta.
Qual è Capisce la differenza, Ciccioni? Tutto qui. Dice la Fondazione
Ambrosianeum: «Sono oltre 2 milioni i metri quadrati di nuovo verde realizzato
o in fase di realizzazione, da parte di privati a scomputo oneri di
urbanizzazione dei PII e dei PRU. – E questo non l'ha inventato e non c'era
prima -. Il nuovo parco, sui terreni della vecchia Fiera, avrà una superficie
di 130 mila metri quadri». È sempre la Fondazione che parla. Diceva nella
stessa pagina, a pagina 59, consigliere Ciccioni, glielo regalerò il rapporto
dell’Ambrosianeum, se no se lo va prendere che è la stessa cosa. Diciamo,
titola, c'è quest'altro titolo: «Milano sempre più verde e con meno auto nelle
strade. Perché all'impegno di aumentare il verde, si è affiancato anche quello
per rimuovere le macchine in sosta lungo le strade - questo lo dice
l’Ambrosianeum, non De Corato e né Albertini -, primo indispensabile passo per
migliorare la situazione sempre difficile del traffico cittadino». Ma io prendo
anche la relazione, il rapporto sulla Città della Fondazione del 2004,
consigliere Antoniazzi, che a lei sfugge. E mi meraviglio che lei, molto
vicino, molto più di me, alla Fondazione Ambrosianeum, certamente, ché io
appartengo a un'area che - come lei sa - non è molto diciamo vicina a chi...
Nel
2004, sempre secondo i dati della Fondazione Ambrosianeum, nella graduatoria
del verde, consigliere Ciccioni, Milano superava Città come Roma, Torino e
Napoli. Questi dati emergono anche da Legambiente, che veniva citata nella
relazione della Fondazione Ambrosianeum. Legambiente riconosceva questi dati ed
avallava..., con quali a proposito della Fondazione avallava i dati che erano
riportati nel rapporto alla Città nel 2004 e se lo vada leggere. Io glielo mai
anche questo, se lo vuole. Noi per il verde... Vede, consigliere Ciccioni, per
il verde...”.
(NdS,
interventi del consigliere Ciccioni fuori microfono)
L'assessore
De Corato così interviene:
“Per il
verde, noi abbiamo fatto molto di più delle giunte rosso-verdi che erano qui
negli anni Ottanta, perché non hanno dato un metro di verde in alla Città,
uno!”.
(NdS,
interventi del consigliere Ciccioni fuori microfono)
L'assessore
De Corato così interviene:
“Di più
di quelli che io ho conosciuto in questo Consiglio comunale”.
Il
Presidente così interviene:
“Per
favore, consigliere Antoniazzi”.
L'assessore
De Corato così interviene:
“Per il
verde abbiamo speso, dal ‘97 ad oggi, 182 milioni di euro, ai quali vanno
aggiunti altri 103 milioni per interventi di privati a scomputo degli oneri di
urbanizzazione. Questo noi lo abbiamo nei dati di bilancio, da cui lei li può
ricavare. Senza vuole, posso mandarle anche questi. Quanto al taglio degli
alberi, la Commissione Parchi Giardini sa, come me, che noi abbiamo istituito,
quando è nato il Consorzio del verde, un metodo che si chiama VTA che è Visual
Tree Assistement, che è quello che serve a monitorare le alberature. Noi non
tagliamo alberi di 70 o 80 anni, come qualcuno ha detto casualmente, ma viene
fatto un censimento, viene fatto un check-up degli alberi. In base a questo
check-up, noi abbiamo forse eliminato un centinaio di alberature. Questo metodo
scientifico, che si basa sulla base di parametri definiti, permette di
classificare gli alberi in categorie di rischio. È il risultato di studi avanzatissimi
compiuti dal Centro di ricerca di Karlsruhe. Questi sono i dati.
Di
fronte qualche centinaio di alberi, noi, dal ‘97 ad oggi, abbiamo piantumato in
questa Città, e vi posso dare l'elenco delle vie, via per via, circa 35 mila
nuovi alberi”.
Il consigliere
Tinelli così interviene:
“Di cui,
36 mila morti”.
Il
Presidente così interviene:
“Consigliere
Tinelli, per favore!”.
L'assessore
De Corato così interviene:
“Questa
è pura falsità. Questa è una bugia. Sei un bugiardo. Sei un bugiardo. Basta
girare Milano. Sei un bugiardo”.
(NdS,
interventi dall’Aula)
Il
Presidente così interviene:
“Consigliere
Tinelli, la smetta per favore”.
L'assessore
De Corato così interviene:
“Sei un
bugiardo. Basta girare la Città. Se vuoi te la mando via per via e poi
vediamo”.
(NdS,
interventi del consigliere fuori microfono)
L'assessore
De Corato così interviene:
“Sei un
bugiardo e ti arrabbi perché stai dicendo delle bugie”.
Il
Presidente così interviene:
“Assessore
De Corato, vada avanti e non risponda al consigliere Tinelli. Consigliere
Tinelli, per favore. Consigliere Tinelli, se continua...”.
L'assessore
De Corato così interviene:
“Ci sono
alberi che notoriamente possono anche essere..., ma non 35 mila alberi
bruciati, per carità!”
(NdS,
interventi dall'Aula)
L'assessore
De Corato così interviene:
“Non è
vero. Non è vero. Noi abbiamo alcuni alberi, certamente”.
(Nts,
intervento del consigliere Ciccioni fuori microfono)
L'assessore
De Corato così interviene:
“Ci sono
alcuni alberi...”.
Il
Presidente così interviene:
“Assessore
De Corato, per favore, un momento. Io non sono disposto a sopportare un
andamento dei lavori di questo tipo. Prego i colleghi di essere rispettosi
quando interviene qualcuno, e in questo caso sta intervenendo l'Assessore. Può piacere
o non piacere quello che i colleghi dicono, quello che gli Assessori dicono
però mi fate la cortesia di non adottare questi sistemi nell'Aula,
altrimenti... Lo dico al consigliere Tinelli e ad altri, non è possibile urlare
in quest'Aula per coprire la voce di chi sta intervenendo, altrimenti sono
costretto a norma di Regolamento... Allora, non mi fate arrivare a questo per
cortesia. Sta intervenendo l'Assessore, lasciatelo terminare. Avete avuto la
possibilità tutti di intervenire su questa mozione, è un’ora che stiamo andando
avanti su questa mozione, quindi fate dire le cose che possono anche non
piacere ma sta intervenendo adesso l'Assessore De Corato”.
L'assessore
De Corato così interviene:
“Dico al
consigliere Tinelli che forse nella foga..., e chiedo scusa se ho usato questi
termini, ma voglio molto cordialmente dirgli che ci sono degli alberi che
probabilmente certamente avranno subìto, a causa del caldo o a causa e di
situazioni ambientali, avranno subìto dei problemi di caldo, vegetativi, indubbiamente.
Su 35 mila alberi, non posso essere certo che tutti e 35 mila siano vivi e
vegeti. Quindi forse nella foga certamente..., e chiedo scusa se..., però su 35
mila io sono certo che una grande, una stragrande maggior parte sono alberi che
oggi vivono un loro ciclo vegetativo reale. Quindi mi spiace se ho..., e
ringrazio il Presidente di riportare la discussione su un piano civile, però
noi abbiamo piantumato dal ‘97 ad oggi 35 mila alberi. Di questi, non sono
certo che tutti siano in condizioni vegetative ideali. Certamente ce ne saranno
alcuni, come dice il consigliere Tinelli, che avranno subìto dei problemi.
Da
questo a dire che noi, a fronte di qualche centinaio di alberi, stiamo facendo
un'opera di disboscamento della Città, credo sia un’esagerazione. Ecco perché
dico ai Consiglieri che in questo caso credo che abbiamo dato delle cifre
certe. Poi se questi alberi sono o no nelle condizioni vegetative ideali, ce ne
saranno certo alcuni..., ma io posso dare via per via la situazione di tutti i
35 mila alberi che abbiamo piantumato e ne abbiamo tolto qualche centinaio
sulle aree dei parcheggi. Dove abbiamo tolto gli alberi in alcuni casi,
ripiantumandoli, in altri casi ne abbiamo piantati e ne pianteremo nelle stesse
più del triplo di alberi, nelle stesse aree che oggi sono oggetto di aree di
cantiere o di scavo.
Quindi
chiudo ribadendo al Consiglio comunale che in questa Città c'è una politica del
verde, che stiamo portando avanti questa politica e che stiamo cercando di
farla, consigliere Ciccioni e consigliere Tinelli, col quale mi rammarico di
avere forse trasceso e indubbiamente la discussione è stata così...”.
(Nts,
intervento del consigliere Antoniazzi fuori microfono)
L'assessore
De Corato così interviene:
“Ho
voluto, consigliere Antoniazzi, dare questi dati perché da parte non sua, per
carità, ma da parte del consigliere Ciccioni e da parte, in qualche accenno
anche, forse dalla consigliera Moratti era stato accennato ad una problematica
che riguardava al verde a Milano. Scusate se ho preso qualche minuto del vostro
tempo, ma credo che questi dati andavano dati“.
Entra in aula il consigliere Tenconi: i
presenti sono, pertanto, 48.
Il
Presidente così interviene:
“Possiamo
passare alla votazione della mozione 454. Il dibattito è terminato. Chiedo
scusa, queste sono dichiarazioni del Sindaco, del Vicesindaco, è un dibattito.
(NdS,
intervento del consigliere Tinelli fuori microfono)
Il
Presidente così interviene:
“Che
fatto personale, consigliere Tinelli? Lei non doveva neanche... Lei vuole dire
qualcosa, consigliere Baruffi? Prego. Consigliere Tinelli, non ha parola. Ha la
parola il consigliere Baruffi. Consigliere Tinelli, lei non ha la parola”.
Il
Presidente dà la parola al
consigliere
Il
consigliere Baruffi così
interviene:
“Io
intervengo ai sensi dell'articolo 54 comma 2 del nostro Regolamento, che dà la
facoltà ai Consiglieri di intervenire per replicare ad eventuali chiarimenti
della Giunta. Essendo stato l'illustratore della mozione e non essendo
intervenuto nella discussione, ritengo che quest'articolo possa essere
applicato a queste caso. Il mio intervento è un intervento che dice questo,
cioè di non essere soddisfatto per nulla delle dichiarazioni della Giunta in
quanto noi abbiamo posto con questa mozione non il problema del verde a Milano,
su cui pure ci sarebbe molto da discutere. Io penso che raramente in questo
Consiglio, in questi anni abbiamo assistito a dibattiti che abbiano avuto la
natura di un dibattito che dovrebbe essere proprio di una Aula consiliare. Cioè
raramente in quest'Aula ci siamo confrontati sulla Città, nel senso più pieno
del termine. L'esigenza di un dibattito sulla situazione del verde a Milano,
credo sia sempre più testimoniata dalle decine di vertenze che in Città
emergono ogni giorno su questo tema. Poi sin possono avere idee diverse,
ovviamente. Si può avere l'idea che spostare degli alberi che da cinquant’anni
risiedono in un'area per metterli in un parco che sta ai bordi della Città, può
essere un modo di salvaguardare il verde, oppure si può pensare che questo non
sia un modo per salvaguardare il verde ma di questo dovremo discutere.
Noi oggi
abbiamo voluto porre all'Aula il problema di una area, quella del Bosco di
Gioia, che è un'area inserita in un contesto urbanistico ad alta densità, sul
quale interverranno cubature pesanti e sul quale verranno realizzati edifici
pubblici, sul quale è il pubblico, la Regione insieme al Comune che possono
decidere cosa fare. Non abbiamo in discussione i diritti legittimi dei privati,
che ci vengono ricordati migliaia di volte quando si tratta di distruggere aree
verdi per realizzare posteggi sotterranei o nuove costruzioni. Abbiamo in
discussione un tema, cioè cosa vogliono fare le istituzioni pubbliche che
governano la nostra Città e la nostra Regione delle aree verdi che hanno a
disposizione, per poter far condividere, se è possibile, la dove è possibile,
le esigenze della Regione con quelle della salvaguardia della tutela del verde.
Allora su questo punto la risposta, non dell'assessore vicesindaco De Corato che
parlava di altro, ma dell'assessore Verga che invece ci diceva come sia in
corso con la Regione una trattativa per verificare se esistano negli ambiti
della definizione più precisa del progetto alcune possibilità di miglioramento
di quel progetto.
Allora è
bene sapere che il miglioramento di quel progetto o sarà un miglioramento
sostanziale o verranno disattese le richieste che vengono avanzate da 15 mila
cittadini della nostra Città. O quel progetto verrà ritoccato in modo tale da
consentire la salvaguardia di una porzione effettiva del quel bosco, della sua
parte reale di bosco e delle assenze di reale pregio che esistono su quel
bosco, oppure noi avremo come risultato quella di un’ipocrita soluzione del
problema verde per la realizzazione di una bucatura pesantissima, che non sarà
a beneficio né della Città né della Regione Lombardia né dei cittadini che
abitano in quell’area”.
Il
Presidente così interviene:
“Per
quanto riguarda l'ordine degli interventi, ricordo che il richiamato articolo
del Regolamento da parte del consigliere Baruffi dà la possibilità, sulle
precisazioni della Giunta, di un ulteriore intervento da parte dei Consiglieri
che sono già intervenuti in argomento. Quindi chi è già intervenuto può
replicare, chi non è intervenuto prima, il dibattito... Mi dica qual è il fatto
personale, consigliere Tinelli”.
Il
consigliere Tinelli così
interviene:
“Non so
se ha assistito al dibattito, Presidente, ma sono stato più volte accusato di
essere bugiardo. È vero che dopo il vicesindaco De Corato mi ha chiesto
pubblicamente scusa, ma non toglie che visto che mi ha dato del bugiardo su dei
dati che lui stava dando...”.
Il
Presidente così interviene:
“Consigliere
Tinelli, io le do la parola però lei non può richiamare il Regolamento quando
lei, fuori dal microfono, per un quarto d'ora, nonostante io l’abbia ripresa
più volte, ha urlato ed è intervenuto sul dibattito. Io le do la parola per
fatto personale, ma anche lei dovrebbe rispettare il Regolamento e quindi avere
la parole quando le do la parola, senza urlare”.
Il
consigliere Tinelli così
interviene:
“La
ringrazio per il richiamo al rispetto del Regolamento. È vero, magari ho
mancato. Succede spesso in quest'Aula un po' a tutti, credo. Ringrazio anche il
Vicesindaco per avere ripreso e quindi avere cambiato atteggiamento. Niente,
sono cose che succedono, ne ho fatte anch'io probabilmente nei suoi confronti.
Non è questo il problema. Vede, però quello che dà fastidio è intervenire come
interviene spesso e volentieri lei con una gragnola di dati che in realtà fanno
delle somme che non esistono. Traduco, ammesso e non concesso che siano stati
piantati 35 mila alberi; quanti in sostituzione di quelli che sono stati
abbattuti? Quanti sono stati messi, e qua vi porto letteralmente caso per caso...
In Viale Brianza, quanti in sostituzione di quelli che sono stati piantati in
sostituzione però piantati in agosto e un mese esatto dopo morti, ripiantati in
un altro mese che non si doveva perché gli alberi si piantano a novembre e si
piantano nella stagione fredda. Non si piantano quando inizia il caldo, la
primavera. Quanti avete conteggiato di questi alberi?
Vi posso
garantire, e su Viale Brianza lei lo sa quante interrogazioni ho fatto, che
sotto casa mia cinque volte sono passati a piantumarli e sono da ripiantumare
tutti! Chiuso dei 35 mila. Mi sembra che fu il Sindaco che noi avremmo piantato
400 mila alberi, e da 35 mila a 400 mila ci vedo un po' di discrepanza, un po'
di lontananza. Il Parco delle Cave, Baggio. Io mi ricordo che quando lei, Assessore,
Vicesindaco, sedeva nei banchi dell'Opposizione e definiva quel parco il parco
degli standard, perché, con un’urbanistica fatta all'epoca, ogni volta che si
cementava da qualche parte poi si dava lo standard a verde al Parco delle Cave.
Quindi abbiamo ampliato il Parco delle Cave o abbiamo ereditato gli standard
delle giunte precedenti? Diciamo le cose come stanno. Le ricordo anche che
negli ultimi dati forniti da questa Giunta sul verde, calcolavano nel verde le
aiuole, gli spartitraffico, le chiome degli alberi perché dalla foto aerea la
chioma rendeva di più anche se sotto c'era mezzo metro di terra, chiaro?
Per cui,
sui dati andiamoci veramente piano. A parte che si è dimenticato di citare il
prato di San Siro e in questi dati poi ci sono anche i cimiteri. Comunque, a
parte... Baggio, Parco delle Cave, Parco Nord: è vero. Io abito a Loreto; i
cittadini di cui stiamo discutendo abitano in Melchiorre Gioia. Secondo lei,
fruire del verde per i cittadini vuol dire ogni giorno prendere andare al parco
delle Cave a Baggio per al Parco Nord a Cinisello e a Bresso? Mi spieghi se il
verde non dev'essere... Tutte le mamme coi bambini che io vedo sotto casa mia
andare in giro con le carrozzine chiuse ermeticamente, perché la passeggiata
che possono fare, a meno che non prendano il gippone, non abbiano un gippone
come tutte le mamme in di Milano per
andare in giro per la Città, la passeggiata che possono fare è esattamente nel
parcheggio o sul marciapiede. Non esiste verde! Non esiste verde in questa
Città!
Dopodiché
sulle Città europee, come dice sempre il buon assessore Goggi, v’invito fare un
giro, prima di paragonarci a qualsiasi Città europea, fosse anche l'ultima
della Romania!”.
Il
Presidente così interviene?
“La
parola al consigliere Occhi. Il consigliere Occhi rinuncia”.
Il
Presidente dà la parola al
consigliere Fiano.
Il
consigliere Fiano così
interviene:
“Giusto
per ricordare all'assessore De Corato, che conserva una memoria più lunga del
sottoscritto delle giunte rosse che lui ha citato, forse dovrebbe ricordare che
sotto quei mandati si aprirono a Milano il Parco Forlanini, il parco Nord, si
aprì il Parco Sud, si aprì il Parco delle Groane. Quindi, come dire, io andrei
cauto sulla rivoluzione verde dell'assessore De Corato. Nulla toglie al fatto
che lei si sia impegnato in questo campo, ma, come ha giustamente ricordato il
collega Tinelli e come lei sa, abbiamo più volte dimostrato i calcoli
complessivi e sgrideremo all'amico Garzonio (?) per avere preso per buoni dei
dati che hanno dato i suoi uffici. Perché i dati complessivi del verde che i
suoi uffici producono per la stampa, come lei sa e come noi abbiamo dimostrato
più volte leggendo i documenti ufficiali dei suoi uffici, comprendono
esattamente quello che ha detto il collega Tinelli: le scarpate...”.
(Nts,
intervento dell’assessore De Corato fuori microfono)
Il
consigliere Fiano così
interviene:
“Sarà da
sempre, ma quando lei calcola...”.
Il
Presidente così interviene:
“Per
favore, assessore De Corato”.
Il
consigliere Fiano così interviene:
“La
mettiamo così. Secondo il mio modesto parere, è sbagliato dire ai cittadini
milanesi che 3 milioni di metri quadri di verde che lei i suoi uffici citano,
ci sono i 5 metri quadri di verde - è bene e colleghi lo sentano dire a verbale
-, ché un albero, secondo degli uffici della parte giardini, vale 5 metri
quadri perché la chioma vista ... (pp.ii., pronuncia non chiara) vale 5 metri
quadri di verde. Non importa. Valgono i cimiteri in quei calcoli. Valgono le
aiuole spartitraffico. Valgono le scarpate ferroviarie in quei calcoli. Valgono
gli svincoli stradali. Che sia da sempre o che sia da lei, assessore De Corato,
in poi, io credo che sia sbagliato perché i bambini, gli anziani e tutti i
milanesi hanno diritto ad un verde praticabile. Le scarpate o la chioma degli
alberi, non sono un verde praticabile.
Dopodiché,
siamo in periodo elettorale ed ognuno può dire quello che vuole. Io ricordo due
campagne elettorali ed, in tutt'e due le campagne elettorali, il Sindaco
Albertini promise 400 mila nuovi alberi. Gli scoiattoli li avranno presi i
romeni, direbbe l'assessore Manca. C'è scritto; non lo avete fatto. Le cose che
lei ha citato sono vere, perché io riconosco un lavoro che è stato fatto al
Parco delle Cave. Sarebbe sciocco che non è stato fatto ciò che lei ha citato
perché è stato fatto. Io me lo ricordo il Parco delle Cave prima. Mi
suggeriscono, perché qualche suo collega della precedente Giunta abita molto
vicino, ma comunque sono state fatte. Tutto ciò, posto il fatto che noi
discutiamo di numeri diversi, cioè la nostra discussione tra noi e lei non è
omogenea perché io non condivido il giudizio qualitativo che si può dare sul
Parco delle Cave messo insieme alle scarpate ferroviarie delle varie ferrovie
che attraversano la Città di Milano, noi stasera discutiamo di una cosa
diversa. Perché lei capisca bene la mia opinione, che immagino sia legittima
come la sua, se avesse realizzato in questa Città 50 milioni di metri quadri di
verde e a Gioia voi abbatteste 200 alberi di alto fusto, di 80 anni, secondo
me, voi fareste comunque una bestialità nei confronti di Milano, nei confronti
di quel quartiere e nei confronti di quegli alberi. A prescindere dal verde che
è stato realizzato..., nessuno le vuole togliere quello che lei ha realizzato
veramente, a prescindere da quello che è stato realizzato - che secondo me non
è sufficiente... Intanto ogni albero che muore, in una Città in cui prevale il
cemento, in cui prevale la superficie non permeabile su quella permeabile, è
comunque un delitto. Tant'è vero che i comuni dovrebbero, non so se lo fanno,
per ogni nato piantare un albero perché l'albero è segno di vita e abbattere un
albero è segno di morte, - Legge Rutelli... - non si ripiantano alberi di
decine di anni.
A
prescindere da tutto, avendo cercato di correggere le notizie – secondo me -
non vere che lei ha dato sulle giunte, Signor Presidente, parlo lei per
interposta persona, che l'assessore De Corato ha dato sulle giunte di Sinistra,
abbattere quegli alberi è un delitto. Tanto più che lo si fa per un’istituzione
pubblica, che non dovrebbe avere come principio regolatore il tornaconto
economico per cui tanto più volume si realizza, tanti più soldi si guadagnano.
Un ente pubblico dovrebbe avere nel cuore della propria azione anche e,
soprattutto, la qualità della vita dei cittadini“.
Esce dall’aula il consigliere Pennisi: i
presenti sono, pertanto, 47.
Escono altresì dall’aula gli assessori
Manca, Sanavio, Verga, Simini.
Il
Presidente dà la parola al
consigliere Ciccioni.
Il
consigliere Ciccioni così
interviene:
“Brevemente,
solo per dire che io credo si possa considerare una area a verde da conteggiare
quella che precedentemente era coperta di un’industria o da quant'altro e che
viene portata a verde completo. Quindi andiamo a prendere anche il Parco delle
Cave, su cui sono state fatte tutta una serie di migliorie, ma queste aree
esistevano già! Cioè ai fini della salute collettiva, quegli spazi vuoti
esistevano. Se voi me li conteggiate in più come per averli portati voi, non
potete fare questo perché c'erano già. Gli avete fatto attorno un recinto, ma
com'è possibile dire che avete aumentato le aree verdi di 900 mila metri quadri
quando c'erano già? Potreste dirlo se i 6 milioni di metri quadri delle aree
dismesse li aveste tutti a veri Central Park. Allora potevate citare: abbiamo
portato in più 6 milioni di metri quadri perché prima erano costruiti. Questo è
il senso delle cose che possiamo accettare.
Poi,
comunque, per chiarezza, perché non facciamo un Consiglio straordinario sul
verde a Milano? Voi portate le vostre cifre, noi portiamo le nostre e facciamo
davanti alla Città una precisa disanima dei numeri. Altrimenti, naturalmente,
chi grida di più ha ragione. Ora poco fa, Vicesindaco, ho sentito
effettivamente anche lei gridare molto e quindi ho capito quando si è scusato.
Ripeto, dobbiamo vivere in questa Città. È chiaro che io avrei preferito,
quando lei mi cita 130 mila metri quadri sulla Fiera, ma era l'occasione per
rendere alla Città ciò che non ha e tutti i 400 mila metri quadri avrebbero
dovuto essere vincolati a verde: un vero Central Park in una zona di quel tipo.
Non lo
avete fatto. Quante volte chiedo all’assessore Verga di dirci dove e come sono
stati spesi i quattrini delle monetizzazioni? Non sono stati spesi da anni!
Cioè gli spazi che dovremmo avere garantiti, non sono nemmeno stati acquistati.
Quindi, voglio dire, non mi pare che possiate siate dire d’avere curato
quest'aspetto. Dopodiché, ci sono relazioni di tutti i tipi, Vicesindaco. Io
vorrei confrontarmi con lei in quest'Aula, in quest'Aula!, solo e soltanto sul
problema del verde. Così cadranno i tabù, perché lei dice le sue cifre e
legittimamente può dire che noi diciamo le nostre. Vogliamo dire le cifre alla
Città come sono? Facciamo un Consiglio straordinario e parliamo di questo“.
Il
Presidente così interviene:
“Bene,
con l'intervento del consigliere Ciccioni è concluso il dibattito sulla mozione
454, che pongo in votazione. È aperta la votazione. Mozione 454 relativo al
Bosco di Gioia. Prego i colleghi di votare. È chiusa la votazione. Sono
presenti 47 Consiglieri, 20 favorevoli, 24 contrari, 3 astenuti: il Consiglio
respinge.”
Il
Presidente pone in votazione
la mozione a firma del consigliere Baruffi ed altri, iscritta all’ordine del
giorno con il n. 454, precedentemente indicata.
Dal
sistema di votazione elettronico risulta che hanno partecipato alla votazione
n. 47 Consiglieri, come da documento n. 6, che si allega.
Al
riscontro dei voti, la votazione dà il seguente esito:
Presenti |
n. 47 |
|
Astenuti |
n. 3 |
(Giudice, Tenconi, Triscari) |
Votanti |
n. 44 |
|
Voti favorevoli |
n. 20 |
|
Voti contrari |
n. 24 |
|
Il
Presidente pertanto proclama
che la mozione è respinta.
- - -