IL CASO
Mozione bipartisan per salvare il verde di Gioia
Il Comune alla Regione
"Non tagliate il bosco"

Circa 200 alberi sono minacciati dal progetto per il nuovo polo del Pirellone
 

 
da Repubblica - 3 luglio 2005


Hanno digiunato dormendo in un camper parcheggiato proprio lì di fronte, sostenuti anche da volti noti della musica come Elio e le Storie Tese e dello spettacolo, come Bisio e i comici di Zelig. Ma soprattutto hanno raccolto oltre 10mila firme per cercare di fermare le ruspe. Domani, gli abitanti di via Melchiorre Gioia e dintorni arriveranno a Palazzo Marino con le magliette che raccontano la loro protesta. Per sostenere la richiesta che arriverà anche dai banchi del consiglio comunale: «Salvate il bosco di Gioia».
Una richiesta bipartisan per non far abbattere i circa 200 alberi che sorgono sui 12mila metri quadrati di verde dell´ex vivaio Fumagalli - il bosco di Gioia come lo chiamano tutti nel quartiere - che dovrebbe lasciare il posto al nuovo Polo della Regione. Bipartisan come la mozione firmata da consiglieri dell´opposizione - Maurizio Baruffi dei Verdi, il capogruppo dei DS Emanuele Fiano e quello di Rifondazione comunista Gianni Occhi - ma anche della maggioranza - Riccardo Albertini del Nuovo Psi e Milko Pennisi di Forza Italia - che sarà discussa proprio nella seduta di domani. «E ci sono buone possibilità che venga votata - racconta Baruffi - anche perché esistono ancora margini di lavoro per rivedere il progetto e quello che chiediamo è ragionevole: il Comune potrebbe trovare un´altra soluzione insieme alla Regione. Quel bosco non può essere sostituito con dei giardinetti. Oltre diecimila cittadini lo chiedono». «La giunta dovrebbe fare i parcheggi e non li fa perché nel centrodestra litigano tra di loro e invece pensano di abbattere un patrimonio di verde come quello di Goia - accusa Fiano -. Per la sede della Regione è stata concessa una volumetria molto più alta di quella data in tutta l´area e questa è la prima regione del rischio per gli alberi».
Ma cosa chiede la mozione? Se venisse votata dal Consiglio, il documento impegnerebbe il Comune a rivedere l´accordo di programma con la Regione per realizzare il Pirellone bis, ma anche che il progetto venga sottoposto a una valutazione di impatto paesistico. Un modo per cercare di salvare almeno una parte dei vecchi alberi così cari al quartiere. In attesa del voto, però, l´assessore all´Urbanistica Gianni Verga rassicura i membri del comitato: «Abbiamo già affrontato l´argomento in una commissione consiliare e anche la Regione aveva assicurato che farà tutto il possibile per cercare una soluzione. È possibile lavorare all´interno dei progetti per trovarla».
(alessia gallione)

Isola ambientale ai Navigli e bosco di via Gioia, oggi la decisione

dal Corriere - 4 luglio 2005

Giornata cruciale per l’ambiente a Palazzo Marino. Prima il vertice del Comitato attuatore con il sindaco Gabriele Albertini che dovrà decidere se procedere o meno alla trasformazione dei Navigli in isola ambientale, poi il consiglio comunale dove all’ordine del giorno c’è la mozione trasversale che chiede alla Regione di modificare il progetto per il Pirellone bis in modo da salvare il boschetto di via Melchiorre Gioia.

BOSCO IN GIOIA - La petizione per salvare il Bosco in Gioia lanciata lo scorso aprile (anche su www.boscodigioia.it) è arrivata alle 15 mila firme. È una mobilitazione in difesa di 200 alberi da abbattere per fare posto al Pirellone bis che è stata caratterizzata anche dal digiuno di Paolo Macchi e Rocco Tanica, tastierista di Elio e le Storie tese: i due hanno fatto lo sciopero della fame per venti giorni. La mozione bipartisan oggi all’ordine del giorno in consiglio comunale è stata firmata dai consiglieri comunali Maurizio Baruffi (Verdi), Riccardo Albertini (Nuovo Psi), Emanuele Fiano (Ds), Milko Pennisi (Forza Italia) e Gianni Occhi (Rifondazione). «Il progetto - si legge nella mozione - prevede il totale abbattimento delle piante per sostituirle con edifici a 9 piani a forma sinuosa e un edificio a un piano»: ma se il documento sarà votato dalla maggioranza dei consiglieri comunali, Palazzo Marino dovrebbe chiedere alla Regione di rivedere l’accordo di programma (alla base della concessione dell’area). Con l’obiettivo di evitare l’abbattimento delle piante.

 

La salvaguardia degli alberi
UNA POLITICA PER IL VERDE
di ARMANDO TORNO
 

 
dal Corriere - 4 luglio 2005


Questa sera arriva in Consiglio comunale, che si riunirà a Palazzo Marino, la mozione firmata da maggioranza e opposizione che chiede di salvare gli alberi del Bosco in Gioia, quelle 200 piante che dovrebbero essere abbattute per far spazio al Pirellone bis. Si potrebbe trovare una soluzione progettando qualcosa che risparmi questo verde milanese e la Regione Lombardia non può permettersi di fare lo struzzo. Ma il fatto è soltanto una parte del problema. Va detto senza mezzi termini che a Milano manca una politica del verde e la leggerezza con cui si abbattono alberi per fare spazio alle costruzioni di box o di inutili e rumorose metrotranvie (in piazza Agrippa, ad esempio) è tipica dei tempi tristi.
Con questo non vogliamo sostenere che l’attuale giunta non abbia fatto alcunché per il verde, anzi. Ma, come si suol dire, non si devono tagliare alberi che hanno 70 o 80 anni per sostituirli con pianticelle striminzite che ne hanno bisogno altrettanti per svolgere la loro preziosa funzione. Giovani fusti sono stati messi anche dalle giunte precedenti, ma con leggerezza sovente si sono abbattuti vecchi alberi per far spazio a orribili cartelloni pubblicitari (siamo pronti a fornire l’indicazione di un fatto avvenuto in una via centrale); o, peggio ancora, non si sono sistematicamente sostituiti quelli morti o rovinati dalle intemperie e anche da collusioni stradali. Inoltre una politica del verde è qualcosa di permanente e non di saltuario: avvia un dialogo con le zone e interviene capillarmente in ogni parte della città.
Ci sembra quasi inutile ricordare l’importanza degli alberi, perché ormai tutti hanno compreso che la loro presenza migliora la qualità dell’aria e offre benefici nei giorni di canicola, con cui dobbiamo abituarci a convivere. Ci sembra anche che il drenaggio delle acque permesso dalla presenza di piante eviti alcune spese per lo smaltimento delle precipitazioni, eccetera. È pur vero che Milano ha circa 170 chilometri di strade alberate, ma è altresì corretto chiedersi perché questa benedetta pratica del passato non sia applicata anche oggi in ogni strada possibile.
Una battuta degli anni ’70 diceva: «Il verde non paga». E siccome con il verbo «pagare» in politica si intendono troppe cose, ci limiteremo a interpretarlo in questo senso: le piante non fruttano voti. Ma ora le cose sono cambiate e gli elettori hanno capito che ogni albero abbattuto rende meno vivibile le città, caratterizzate da estati sempre più afose e aria sempre più velenosa. Perciò le forze politiche ne tengano conto. Destra o sinistra non potranno più ignorare una vera politica del verde.


LA LETTERA
«Più di 15 mila firme a difesa dei nostri alberi
Presidente Formigoni perché non ci risponde?»

Egregio presidente Roberto Formigoni, perché non ha risposto a 10 mila persone che le hanno scritto una lettera? Diecimila cittadini avevano espresso, lo scorso aprile, la propria preoccupazione per il destino del Bosco di Gioia, in procinto di essere tagliato per fare spazio al nuovo polo regionale. Da aprile ad oggi quei cittadini sono diventati più di 15 mila; tanti sono i firmatari della petizione che chiede di risparmiare quell’ettaro di verde modificando - non cancellando - l’attuale progetto. Lei ha ricevuto le prime diecimila firme due mesi fa, eppure non ha ritenuto di spendere una sillaba in proposito. Forse dimentica il suo slogan elettorale, «Formigoni presidente di tutti». Fra quei «tutti» ci sono 15 mila cittadini che chiedono di discutere pubblicamente con lei di un’iniziativa - la cancellazione del Bosco - che ritengono profondamente sbagliata. Lei mostra di non tenere in nessun conto la loro opinione. Ma il parere di quindicimila persone, tra le quali migliaia di suoi elettori, è un dato oggettivo di cui lei ha il dovere di prendere atto. Per questo chiediamo di poterla incontrare, consegnarle le nuove 5.000 firme, parlare con lei e ascoltarla. Attendiamo anche di sapere quando disporrà la manutenzione e le cure necessarie ai 200 alberi del bosco; un compito di cui nessuno, in Regione, ha finora ritenuto di occuparsi salvo deplorare a più riprese le «condizioni di abbandono dell’area»; particolare curioso, se si considera che la cura di quel patrimonio cittadino spetta a chi lo ha in custodia, cioè la Regione stessa. Dov’è il dialogo che aveva promesso, presidente? Rocco Tanica, Paolo Macchi
Comitato Giardino in Gioia