Il Quartiere Isola
Il
quartiere Isola come modello di sviluppo urbanistico? Sì, è proprio così. Per
una serie di ragioni storiche l’Isola oggi coincide con quanto gli architetti
di mezzo mondo tentano di realizzare progettando nuove realtà urbane. Un sistema
di trasporti ineccepibile (due linee di metropolitana e tre fermate, una
stazione ferroviaria, oltre a numerosi collegamenti di superficie), e una fitta
rete di servizi, tutti comodamente raggiungibili a piedi.
Anche
questa è qualità della vita.
Il quartiere Isola, vicinissimo al centro di Milano, ha conservato molti dei segni storici dello sviluppo della città. Collocato tra i tracciati ferroviari e la circonvallazione, è percorso da strade strette, spesso a senso unico, che hanno avuto l’effetto positivo di limitare il traffico di attraversamento. L’“isolamento” ha consentito al quartiere di mantenere una forte identità, che si esprime con numerose iniziative e attività sociali. Nella Milano d’oggi è divenuto un prezioso modello di vivibilità urbana.
Ancora oggi
l’Isola conserva un’atmosfera piacevole e placida, da piccolo paese. Accanto
alle abitazioni di edilizia economica
popolare, sorgono residenze borghesi, case di
ringhiera totalmente o parzialmente ristrutturate, palazzine in stile liberty,
esempi di architettura razionalista e edifici di recente costruzione (che non
sempre sono riusciti a inserirsi armoniosamente nel tessuto urbano).
Dopo la chiusura delle grandi fabbriche, come la Tecnomasio Brown Boveri, il quartiere è riuscito a rigenerarsi accogliendo nuove attività artigianali specializzate, artistiche e professionali. Il nuovo è stato accolto senza danneggiare la maggior parte delle attività preesistenti, è stato metabolizzato, integrato, trasformato in elemento di vitalità e in motore di rigenerazione urbana.
La composizione sociale degli abitanti dell’Isola (tra le 8.000 e le 20.000 persone, secondo i confini che si danno al quartiere) è molto varia: gli abitanti delle case popolari, gli artisti e i professionisti, i giovani e gli anziani, gli abitanti vecchi e nuovi, vivono nella stessa realtà, frequentano gli stessi spazi. Stesso discorso vale per le attività: l’Isola è riuscita ad attirare nuove attività culturali e ricreative (gallerie d’arte, ristoranti, teatri, centri sociali, circoli e associazioni) garantendo al tempo stesso la continuità di piccoli supermercati, negozi al dettaglio e di attività artigianali.
La rete di relazioni sociali nel quartiere, molto ricca e diversificata, è favorita dalla possibilità di spostarsi a piedi per raggiungere spazi commerciali, servizi e centri di aggregazione sociale. La parrocchia è molto attiva nel proporre iniziative rivolte a giovani e anziani. I giardini di Via Confalonieri, realizzati dai cittadini e dalle associazioni del quartiere, unico spazio verde nella zona, sono un importante luogo di ritrovo per tutte le fasce d’età. Sui giardini si affacciano ad anfiteatro gli edifici residenziali di via Confalonieri, di via De Castillia e la ‘Stecca degli artigiani’, ultima testimonianza di archeologia industriale della vecchia Tecnomasio Brown Boveri.
La molteplicità di funzioni e di attività presenti all’Isola, sia nelle ore diurne sia in quelle notturne, garantiscono sicurezza negli spostamenti e quel controllo sociale spesso tanto auspicato e ricercato negli spazi anonimi delle grandi città.
L’equilibrio del quartiere, frutto della presenza simultanea d’attività e funzioni vecchie e nuove, è sempre stato difeso dagli abitanti del quartiere. Si ha notizia che già nell’Ottocento vi furono iniziative per mitigare gli effetti negativi delle ferrovie, e cercare di mantenere condizioni di vita accettabili. Nel dopoguerra (senza dimenticare il contributo del quartiere alla Resistenza e alla lotta di Liberazione), gli abitanti riuscirono a impedire la costruzione di una strada sopraelevata che avrebbe distrutto e reso invivibile parte del quartiere, negli Anni 70 e 80 lottarono per risanare le abitazioni degradate e riuscirono ad impedire grandi speculazioni immobiliari, alcune delle quali legate a tangentopoli.