Repubblica, 30 aprile 2005

 

Sono 19, sradicati da un terreno e trapiantati in un convento di suore

Lite per gli alberi in clausura

 

Stefano Rossi

 

La petizione per riavere i 19 ippocastani e platani scippati (questa è la tesi dei promotori) in via Kramer l’hanno firmata persino loro, i boy scouts. Tradimento, perché le presunte colpevoli sarebbero le monache di clausura benedettine. Gli alberi stavano in un’area lungo via Kramer angolo Goldoni, venduta dalle monache nel 2000 a una società privata che doveva farne una residenza per anziani. I lavori si sono poi interrotti., l’area (circa 2.000 metri quadrati) è rimasta in abbandono, il suo futuro ancora da definire.

Gli alberi, va detto subito, non sono stati tagliati, ma spostati con radici e tutto nel pezzo di giardino riservato al convento. In clausura anche loro. Il quartiere le rivuole, il verde Michele Sacerdoti invoca il vincolo della soprintendenza: «Le monache ora fanno finta di niente, ma hanno proceduto senza avere l’autorizzazione».

Per conto delle monache, l’avvocato Francesco Santuari garantisce: «Gli alberi saranno rimessi a posto. Stavano peggio prima, sommersi dai detriti, gli abitanti si preoccupano solo dopo due anni».

Nel quartiere abita anche Giacomo Properzj, già presidente repubblicano della Provincia. Da ex-amministratore propone «una convenzione per rendere pubblica parte del parco, se nel frattempo le piante non saranno morte». Dal Comune per ora, malgrado quasi 500 firme, nessuna risposta. Come direbbe san Benedetto: il residente ora, la monaca labora, il sindaco ignora.