Per la Marcia degli alberi sotto la pioggia sono in duecento ma ogni
cartello, ogni slogan, rappresenta una fetta di città. Solo lo
striscione della zona Sud, di comitati ne rappresenta 31. Scende in
piazza la Milano che non fa professione abituale di militanza, che non
si vede il 25 aprile o il Primo Maggio: pensionati e genitori, come le
Mamme antismog nate come comitato nel 2001, durante un inverno denso di
veleni da traffico. Il loro simbolo è un passeggino vuoto, «perché ci
invitavano a tenere a casa i figli a causa dell´inquinamento», spiega
Giulia Orombelli. Bambini dentro, auto a spasso. Alle Mamme antismog
questa filosofia è sembrata sbagliata e oggi sono qui, alla Marcia
indetta da Verdi, associazioni ecologiste come Legambiente e Wwf,
comitati di quartiere.
Si parte da piazza XXIV Maggio alle 17 e ci si accorge subito che la
protesta, più che mai, è roba di condominio. Gli alberi in pericolo si
contano a decine (i 39 frassini di piazza Aspromonte), a manciate (6
tigli in largo Rio de Janeiro), a unità (il bagolaro di piazza
Oberdan). Ma dietro l´apparente sindrome nimby (not in my back yard,
non nel mio cortile) che farebbe parlare alcuni di mancanza di visione
complessiva, un´idea unificante c´è: «Si sta distruggendo il verde
di quartiere, quello dei giardinetti».
Come? Con i box sotterranei soprattutto (ad esempio i 700 a rotazione in
Darsena, più 300 per residenti), poi con la Gronda Nord e la Gronda
Sud. O con il nuovo ponte di via Giordani, spiega Roberto Prina, «che
ha due corsie per senso di marcia ma non una strada di calibro adeguato
per far scorrere il traffico. È in programma ma non ancora finanziata».
E se il sindaco Albertini e il vice De Corato spergiurano che tutti gli
alberi sradicati per i lavori vengono ripiantati altrove, i verdi
Maurizio Baruffi e Carlo Monguzzi rispondono che «i loro dati sono come
i polli di Trilussa. Non serve mettere più piante nei parchi di cintura
se le si fanno scomparire dalle piazze. L´anziano vuole leggere il
giornale all´ombra nel giardinetto sotto casa».
Baruffi ritiene di avere un asso nella manica, «il nuovo codice
ministeriale dei beni culturali e del paesaggio». Mette automaticamente
sotto vincolo le piazze create da oltre 50 anni, verde compreso. «Va
chiesto un parere alla soprintendenza per ogni progetto - insiste
Baruffi - e in caso di conflitto la decisione è rimessa al presidente
del consiglio dei ministri». Alchimie da esperti. Perfino una piazza
paciosa come questa è in grado di produrre un cartello sanguigno: «De
Corato assassino degli alberi». La sua, per i manifestanti, sarebbe una
visione cimiteriale del verde perché nei conti mette dentro pure le
aiuole dei camposanti.
Qualcuno fa poesia citando il monito ai visi pallidi di un capo indiano,
nel 1855: «La vista delle vostre città fa male agli occhi dell´uomo
rosso. Che gusto c´è a vivere senza poter ascoltare il suono dolce del
vento o il fruscio delle fronde del pino profumato?». Altri discettano
di tecnologia. Con i parcheggi meccanizzati, che portano l´auto al box
con delle piattaforme, non servono rampe e si consuma un terzo di
superficie in meno. In via Filzi si è già fatto.
In piazza della Scala, l´auto che apre la Marcia spara a tutto volume l´inno
di Sergio Endrigo, Per fare un albero, manco fosse l´Internazionale
ecologista, mentre il presidente nazionale dei verdi, Alfono Pecoraro
Scanio, commenta: «Si fanno opere pubbliche con gli stessi criteri di
40 anni fa e i cittadini protestano. Scaricare i problemi su di loro è
tipico di chi non sa amministrare». Davanti al portone di Palazzo
Marino rimane un carrello della spesa con dentro un pinetto, beffardo
regalo al sindaco e ai suoi assessori.
Allarme
dei Quartieri: stop ai tagli. De Corato: 1.600 nuove piante contro le
436 abbattute
«Basta
box, difendiamo il verde»
La
marcia per gli alberi. Scontro Comitati-Comune. «Vogliamo più giardini»
dal Corriere
- 4 maggio 2004
Una giornata (di pioggia) dedicata agli alberi di Milano. Con un nuovo
incontro-scontro a distanza tra i comitati di quartiere e il Comune: i
primi in piazza in difesa delle piante, il secondo pronto a rispondere
alle proteste con i numeri sul raddoppio del verde in città negli
ultimi sette anni. Con la marcia degli alberi ieri la lotta contro
l’avanzata dei box è arrivata davanti a Palazzo Marino: alcune
centinaia di irriducibili hanno sfilato per la città da piazza XXIV
Maggio a piazza della Scala per dire no all’abbattimento delle piante
per fare posto ai posteggi. Immediata la risposta dell’assessore ai
Parchi e Giardini, Riccardo De Corato: «Sulle trentanove aree dov’è
in corso la realizzazione dei parcheggi saranno piantumati 1.600 nuovi
alberi, al posto dei 436 abbattuti o trapiantati - osserva il
vicesindaco -. Lo stesso criterio sarà applicato anche per i progetti
in via di definizione, oggi contestati dai comitati di quartiere». La
manifestazione a salvaguardia del verde si è svolta soprattutto al
suono di due slogan: «Milano chiede più parchi e più verde» e «Basta
con il taglio delle piante».
In corteo anche politici e rappresentanti di associazioni ambientaliste,
tra i quali Carlo Monguzzi e Maurizio Baruffi (Verdi), il segretario
cittadino Ds Pierfrancesco Majorino, il presidente di Legambiente Ennio
Rota. Il capogruppo di Miracolo a Milano Basilio Rizzo riassume così i
motivi della protesta: «I progetti per i parcheggi - spiega -
potrebbero essere realizzati dove non ci sono alberi, o per lo meno
senza sacrificarli». Di più: in una lettera al sindaco i Verdi
sottolineano che con il nuovo Codice dei beni culturali e del paesaggio
, entrato in vigore il primo maggio, le vie e piazze pubbliche create da
più di 50 anni ora sono automaticamente protette da vincolo
monumentale.
Ma De Corato ribadisce: «L’amministrazione non solo rispetta il
verde, ma lo moltiplica: dal 1997 a oggi sono stati piantati 47 mila
nuovi alberi». L’assessore ai Trasporti Giorgio Goggi insiste: «O
lasciamo migliaia di auto in strada, a coprire gli spazi della città
con un tappeto di veicoli inquinanti oppure - osserva - bisogna avere il
coraggio di sacrificare due-tre alberi per parcheggio , certificati
dalla divisione Parchi e Giardini . E mettere le auto sotto terra».
S. Rav.
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