Dal Corriere della Sera, 23
aprile 2004
«Un angolo risanato, non
distruggetelo»
«Quest'
angolo di città è un simbolo»
PIAZZA
ASPROMONTE
Foschini
Paolo
Il
Comune da una parte: «Ci vuole un parcheggio anche lì». I residenti dall'
altra: «Un parcheggio non ci serve, preferiamo gli alberi della nostra piazza».
Il copione ormai è quello: anche in piazza Aspromonte.
Fino a
quattro anni fa era la piazza in cui le lucciole di quartiere manifestavano
anche in pieno giorno contro le retate di polizia e carabinieri: al grido di
«lasciateci lavorare». Due anni fa, bastò la sistemazione di qualche panchina
decorosa sotto gli alberi, di due isole-gioco attrezzate per bambini, di un
campo da basket al centro, e iniziò la sua rinascita: «Finalmente abbiamo un
posto che piace a noi, ai nostri figli e ai loro nonni», dicono in coro le
mamme della zona...
Il
fatto è che il Comune, appunto, ora vuol fare un parcheggio anche lì. In piazza
Aspromonte. Non in superficie, ovviamente: sottoterra. Seicento posti-auto,
forse «solo» quattrocento: la realizzazione dei quali, comunque, rischia di
compromettere la sopravvivenza dei trenta alberi - soprattutto frassini - che
da oltre mezzo secolo ombreggiano la piazza.
Un
timore fondato? Diciamo così: questo è il timore manifestato con grande
preoccupazione dagli abitanti del quartiere, i quali contro il progetto in
questione hanno già portato in consiglio di zona non solo alcune centinaia di
firme ma anche un documento originale del 1914 cui si aggrappano per sostenere
la propria battaglia. «Un nuovo parcheggio qui è inutile - dicono -
specialmente se a farne le spese saranno i "nostri" alberi».
Il
Comune però, attraverso l' assessore Giorgio Goggi, replica: «Non solo quel
parcheggio è necessario, ma per farlo non è detto si debbano tagliare gli
alberi. Forse solo qualcuno, forse nessuno. In ogni caso il parco giochi sarà
salvo, l' intera area ne uscirà migliorata: la protesta non ha ragion d'
essere».
Torniamo
indietro. Che il Comune avesse in mente di costruire un ulteriore parcheggio
sotterraneo anche sotto gli alberi di piazza Aspromonte, vale a dire tra Loreto
e Piola, gli abitanti della zona lo hanno scoperto qualche settimana fa:
trovando affissi ai propri usci di casa alcuni volantini sulla faccenda. E si
sono mobilitati immediatamente.
Marina
Bozza, animatrice di un comitato dell' area, non ci voleva credere: «Ma come,
prima il Comune attrezza e recupera una piazza togliendola dal degrado in cui
versava anni fa, e poi adesso viene a dirci che ci costruirà un parcheggio
sotto? Oltretutto non un parcheggio pubblico, ma box privati che saranno messi
in vendita?».
Le commissioni del consiglio di zona hanno
già sollevato più di una perplessità. Il presidente Pietro Viola media fino a
un certo punto: «La localizzazione andrebbe anche bene, ma il progetto va
presentato in forma molto più ridotta».
Il
consigliere comunale dei verdi Maurizio Baruffi interviene a sua volta: «Un
parcheggio da 600 posti è eccessivo, ne basterebbero 200. E piazza Aspromonte è
l' unica area alberata della zona».
Quello
su cui puntano i cittadini per salvarla è soprattutto, come si diceva, un
documento di 90 anni fa. E cioè una certa «convenzione Ingegnoli» (dal nome di
una delle famiglie che allora abitavano nell' area) con cui gli antichi
«proprietari» della piazza la cedevano al Comune ad un patto: che fosse sempre
utilizzata «come campo di gioco o, per un' estensione massima di un terzo,
destinata comunque a servizi pubblici che non arrechino deprezzamento alla
località». Basterà a fermare il Comune?
I cittadini
del comitato insistono: «In questa zona sono già previsti altri parcheggi in
Andrea Costa, via Ampère, piazza Bernini, via Bazzini... il nostro è di
troppo». L' assessore al traffico Goggi, però, non solo non la pensa così ma
rilancia. «Quell' area è una delle più bisognose di posti auto in città. Il
box, tra i residenti, non ce l' ha quasi nessuno: e quando sarà ampliata la
clinica Santa Rita, lì vicino, il problema esploderà. Voglio precisare, in ogni
caso, che i progetti sono ancora tutti da discutere: è vero che c' è un'
ipotesi per tagliare un filare d' alberi da sostituire con altri, due metri più
all' interno, e che consentirebbe la realizzazione di 600 posti. Ma ce n' è
anche un' altra che non prevede alcun abbattimento, per un parcheggio da 400
posti. Non si sa neppure quando partiranno i lavori. In ogni caso il cantiere
non comporterà la chiusura del parco. L' area pedonale in superficie, alla
fine, risulterà più grande di quanto è oggi. E l' intera area, per rispondere
alla convenzione Ingegnoli, sarà ancor più valorizzata Vogliamo solo togliere
auto dalla strada: cosa c' è di male?».
Paolo
Foschini