«Basta parcheggi al posto degli alberi»
Rivolta nei quartieri
dal centro alla periferia: tagliano piante per costruire posteggi. «Pronti a
fermare le ruspe»
In
piazza contro il taglio di alberi. Da porta Venezia a Garibaldi. Da Bande Nere
a Città Studi. Fino al quartiere Olmi. E non solo. Abitanti in protesta contro
l’avanzata di parcheggi al posto delle piante. Di più. Comitati di quartiere
che nascono per difendere platani, sofore, frassini, olmi e robinie.
Striscioni, raccolta di firme, interrogazioni, petizioni, riunioni nei consigli
di zona, lettere a Palazzo Marino, fiocchi appesi ai tronchi. Per dire no alla
«distruzione di giardini». A Milano migliaia di cittadini si stanno mobilitando
contro l’abbattimento di alberi. A volte considerati malati, più spesso da
tagliare per permettere la realizzazione di posti auto (anch’essi reclamati a
gran voce). Di qui il moltiplicarsi di azioni contro i posteggi previsti dal
Piano urbano parcheggi. Ieri è nato il comitato di cittadini di piazza Novelli,
dove sono da abbattere 18 sofore per realizzare 284 parcheggi per residenti.
Contro il progetto ci sono almeno 800 firme e la richiesta di intervento della
Soprintendenza e di un incontro con la commissione trasporti. Secondo gli abitanti
di piazza Oberdan, invece, la realizzazione di 190 posti auto ad uso pubblico e
di 50 posteggi per residenti mettono in pericolo un Celtis Australis da 15
metri di altezza. «L’intervento è stato bloccato di recente - spiega Michele
Sacerdoti (Verdi) , membro della commissione edilizia di zona -. Il
consiglio di zona 3 chiede la realizzazione di un parcheggio meccanizzato
più piccolo». Di protesta in protesta. Il comitato di piazza Bernini è contro
la costruzione di 243 parcheggi per residenti. Il via ai cantieri prevede
l’abbattimento di 15 frassini, 3 robinie e 5 sofore. «E il progetto è già stato
ridimensionato - spiegano al Comitato - in seguito all’intervento degli
abitanti».
Da una parte il no alle motoseghe, dall’altra la rabbia all’arrivo delle ruspe.
Monta l’indignazione in viale Caterina da Forlì. Venerdì sono cominciati i
lavori per spazzare via una quercia e 5 sofore. Lì, dove sono in costruzione
400 posti auto in corrispondenza della fermata del metrò Bande Nere. «È in
corso uno scempio - sintetizza Silvana Schiavi, in Bande Nere da 32 anni -.
Anche se 18 piante sono state trapiantante, le rimanenti saranno danneggiate
dai cantieri». Ancora. Martedì prossimo in via delle Betulle il comitato del
quartiere Olmi ripiantuma 4 aceri tagliati quest’estate. Qui è in progetto la
realizzazione di oltre 60 box contro cui sono state raccolte 1.600 firme. «Per
il momento il piano è stato bloccato - aggiunge Giovanni Luzzi, coordinatore
del comitato -. Ma siamo pronti a intervenire in caso di riavvio. La settimana
scorsa abbiamo inviato una lettera di diffida di inizio dei lavori al Comune».
Non finisce qui. Lunedì è stata presentata un’interrogazione urgente in
consiglio di zona 1 per il taglio degli alberi in via Tommaso da Cazzaniga. Al
posto dell’Orto botanico di Garibaldi sorgerà un edificio residenziale di 5.000
metri quadrati. Di nuovo reclami. Anche per denunciare il taglio di un ciliegio
in viale Vittorio Veneto: è stata firmata una petizione-denuncia. Più di 560
parcheggi previsti in piazzale Libia: «E nessun albero tagliato», assicura
l’assessore al Traffico Giorgio Goggi in una lettera al comitato di zona. «Ma
gli abitanti - interviene Raimondo Ernesto, portavoce del comitato - temono per
la sorte delle piante. Di interesse monumentale anche secondo il piano
provinciale per la tutela degli alberi». Oltre 2.000 le firme raccolte. E i
cittadini annunciano nuove proteste. In largo Rio de Janeiro, la lotta del
comitato ha già salvato due grossi cedri del Libano. «E adesso siamo pronti a
legarci agli alberi - sbotta Edvige Cambiani, residente in Rio de Janeiro da
una vita - nel caso in cui la costruzione dei 258 parcheggi per residenti li
mettesse in pericolo». Per fare largo ai 269 posti auto in costruzione per i
residenti in via Dino Compagni (angolo via Ampère) in primavera sono state
tagliate decine di alberi tra cui platani e robinie. «Da allora - confessa Anna
Vantaggi, 74 anni di cui 40 trascorsi in Città Studi - non riesco più a passare
lì davanti. Mi assale la tristezza».
«Milano ha 170 mila piante ma hanno poco spazio»
Il
più antico? «La
quercia ultracentenaria dentro i giardini Montanelli. Che rivaleggia però con
il vecchio platano della Villa Comunale».
Il più raro?
«Forse la Zelkova, un olmo siberiano, che si trova in una delle aiuole in
piazza della Repubblica».
Quanti sono gli alberi di Milano?
«Circa 170 mila».
E come vivono?
«Considerando che molti sono immersi nel cemento, non stanno poi così male».
Anche se di patimenti ne subiscono parecchi. Una sofferenza lenta e continua.
L’aggressione quotidiana di smog, traffico, parcheggi, cantieri. Carlo Maria
Marinoni, agronomo, è un funzionario del Settore parchi e giardini del Comune.
Perché soffrono gli alberi in città?
«Primo: quelli grandi sono troppo vicini. Una quercia, ad esempio, avrebbe
bisogno di almeno 50-60 metri quadrati di terreno. Nella maggioranza dei viali
di Milano c’è invece una pianta ogni 5-6 metri».
Poco spazio, ma in che condizioni?
«Pessime: spesso nel sottosuolo della città si trova terra di riporto,
mista a calcinacci e residui vari. Senza contare il reticolo di tubature,
fogne, cavi dell’elettricità e del telefono, fibre ottiche, la metropolitana. È
in questo variegato caos che sono immerse le radici».
E all’esterno?
«Le auto parcheggiate accanto agli alberi, sui parterre , sono una
tortura continua».
Perché?
«Le radici sono la parte più importante dell’albero. Il peso delle auto le
schiaccia. E questo può compromettere la stabilità della pianta».
Come prevenite le cadute?
«Con un monitoraggio continuo degli alberi in sofferenza. Durante i
nubifragi estivi può staccarsi qualche ramo, ma negli ultimi 5-6 anni si sono
ridotte moltissimo le cadute»
Che effetto ha lo smog sulle piante?
«A fine stagione, sulle foglie, si raccoglie una coltre di polveri. Si
accumulano piombo e zinco. Tutti veleni che le piante risparmiano ai nostri
polmoni».
Altri elementi di sofferenza?
«I fili che attraversano le chiome e le condizioni di luce alterate. I
lampioni e le superfici specchianti dei palazzi, sempre più numerose, agiscono
negativamente sul metabolismo naturale».
Che genere di alberi si trovano a Milano?
«Soprattutto latifoglie e spoglianti. Flora tipica della zona: platani,
aceri, querce, frassini, tigli».
E specie «importate»?
«Nel ’700, ad esempio, Maria Teresa d’Austria introdusse a Milano l’albero
che adorava e con cui aveva riempito Vienna: l’ippocastano».
Come si è adattato?
«Benissimo, per molto tempo. Poi però non ha sopportato il peggioramento
della qualità dell’aria. Cento anni fa, in via XX Settembre, in Lazzaro Papi,
lungo i bastioni di Porta Venezia, gli ippocastani fiorivano magnificamente,
ora soffrono».
Che età hanno le piante milanesi?
«Lungo la maggioranza dei viali, gli alberi sono stati piantati negli anni
1946 e 1953-’54, dato che durante la guerra la maggior parte erano stati
tagliati».
Sono dunque «anziani»?
«Purtroppo iniziano ad avere un’età ragguardevole. Tra 15-20 anni molti
potrebbero andare in crisi».
Simona Ravizza
Il Corriere della Sera, 26/2/04
«Un patto per salvare gli alberi di Milano» Gli
ambientalisti: no alle ruspe. I cittadini: i parcheggi si facciano altrove. Il
Comune: 30 mila piante in più dal '97
Un patto a tutela degli alberi. È la proposta dei Verdi in seguito alla mobilitazione di migliaia di cittadini contro l'avanzare di posteggi al osto delle piante. Proteste che si alzano dal centro alla periferia: lo scorso settembre il Comune ha dato, infatti, il via libera a 15 cantieri (viale Caterina da Forlì, via Fatebenesorelle, via Bacchiglione, via Ciceri Visconti). Per un totale di 490 alberi coinvolti: 190 da abbattere (e sostituire), 170 da trapiantare, 7 già morti e 90 che restano al loro posto.
In difesa degli alberi in una Milano in cui dal 1997 a oggi
ce ne sono 30.623 in più. I Verdi propongono a Palazzo Marino una seduta
straordinaria del Consiglio comunale da dedicare alle piante. Con la
definizione delle linee d'intervento da adottare in caso di costruzione di
parcheggi in aree verdi. Non solo. Legambiente chiede un protocollo di
comportamento di sostenibilità ambientale: con il divieto di abbattere alberi
ad alto fusto e di costruire parcheggi sotto i giardini storici e di quartiere.
Ma il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici, Riccardo De Corato, vuole
rassicurare fin d'ora i cittadini: «La costruzione dei posteggi sotterranei
avviene già secondo regole ben precise - spiega De Corato -. Gli alberi sono
tagliati solo quando è impossibile la loro conservazione. I fusti in grado di
sopportare il trapianto vengono spostati altrove. E nello spessore di terreno
di circa 2 metri sovrastante i parcheggi sono piantate specie arboree che
possono raggiungere altezze ragguardevoli. Nonostante lo scarso spazio a
disposizione delle radici».
I Verdi, però, condividono l'allarme lanciato dai comitati di quartiere. «In calendario per il 9 marzo - osserva Maurizio Baruffi - c'è un incontro con i cittadini. Per riunire le voci di protesta in iniziative comuni. Come attaccare un fiocco agli alberi che rischiano di essere spazzati via dalle ruspe».
Iniziative a salvaguardia del verde, dunque. Per il presidente di Legambiente, Ennio Rota, è necessario studiare come costruire i posteggi senza danneggiare le piante. «Dove si fanno 100 box sotterranei non se ne devono realizzare altrettanti in superficie - osserva Rota -. Riceviamo quotidianamente telefonate di cittadini che ci chiedono di intervenire. Ogni giorno appoggiamo i comitati di quartiere. È, davvero, arrivato il momento di trovare una soluzione per tutelare i giardini di quartiere. Il problema è da affrontare anche insieme con le imprese di costruzione dei posteggi». All'indignazione che monta De Corato risponde dati alla mano: «Negli ultimi 6 anni il verde in città è quasi raddoppiato - sottolinea -. Solo nell'ultimo triennio sono stati sostituiti più di 16 mila alberi. Nel caso dei posteggi il compito di sostituire le piante abbattute spetta alle imprese di costruzione, che versano al Comune cauzioni fino a 30 mila euro, su cui rivalersi in caso di inottemperanza». Ecco allora la sfida del verde a Milano: entro due anni ci saranno 20 milioni di metri quadrati di aree con alberi. Contro gli 11 del 1997.