Egr. Sig. Sindaco di Milano
Commissario Delegato per l’Emergenza del Traffico e della Mobilità nella città di Milano
Palazzo Marino
Milano
per conoscenza:
Egr. Sig. Sovrintendente ai Beni Ambientali e Architettonici della Lombardia
Piazza Duomo 14
Milano
Alla Stampa Cittadina
Milano, 1 ottobre 2002
Oggetto: Costruzione dei parcheggi in area pubblica
Egr. Sig. Sindaco,
come Commissario all’emergenza traffico Lei ha avviato la costruzione di numerosi parcheggi sotterranei in area pubblica.
Vorrei sottolineare alcuni problemi che stanno emergendo.
1. Nelle presentazioni dei progetti esecutivi ai Consigli di Zona per la loro approvazione numerosi abitanti hanno espresso la loro preoccupazione per le conseguenze dei lavori sui loro edifici, in particolare per possibili assestamenti e crepe provocati da interventi non eseguiti a regola d’arte. L’allarme deriva da alcuni precedenti, ad esempio quanto successo in un edificio di Piazza Duse in seguito allo scavo sotto le fondamenta delle case di una struttura di ancoraggio alle paratie laterali del parcheggio di viale Majno. L’eccessiva pressione con cui è stato immesso il calcestruzzo del terreno ha provocato un innalzamento di 1,5 cm delle fondamenta di un edificio posto sopra il termine della struttura, lunga 20 metri, quindi a parecchia distanza dal parcheggio. E’ necessario che per tranquillizzare gli abitanti che temono per le proprie case il Comune controlli che le imprese adottino tutti gli accorgimenti per monitorare i lavori nel sottosuolo e che sono stati usati negli scavi del Passante Ferroviario: studio preliminare dello stato delle fondamenta, utilizzo di rilevatori sugli edifici per controllare eventuali variazioni di quota anche minime durante l’immissione di calcestruzzo nel terreno. Va comunque garantito agli abitanti un adeguato indennizzo da parte del Comune, delle cooperative e delle imprese in caso di danneggiamenti degli edifici con adeguate fidejussioni ed assicurazioni, verificando che quelle già previste siano sufficienti. Alcuni comitati si stanno già muovendo in sede giudiziaria per fare pagare alle cooperative una rilevazione dello stato delle fondamenta e del terreno circostante.
Alcuni edifici potrebbero essere sottoposti a vincolo monumentale e quindi anche la Sovrintendenza dovrebbe essere sensibile a questi problemi che si sono già verificati durante gli scavi della linea 1 metropolitana vicino al Duomo.
2. Un secondo problema legato ai lavori di costruzione è l’utilizzo di pompe idrovore per abbassare artificialmente il livello della falda durante i lavori. Si deve porre attenzione che questa operazione non duri oltre un anno, perché successivamente potrebbe verificarsi un compattamento dello strato sabbioso sovrastante e quindi un abbassamento degli edifici. Mi sembra che questo fenomeno si sia verificato in passato in corso Lodi. Anche in questo caso è necessario che il Comune garantisca che le imprese non utilizzino pompe idrovore per periodi troppo lunghi e soprattutto non a regime, quando l’impermeabilizzazione del parcheggio ed il suo peso dovrebbe consentire di lasciare risalire la falda al suo livello naturale.
3. Un problema collegato alla sistemazione superficiale è la qualità delle piante di alto fusto messe a dimora ed il tipo di terreno a copertura del parcheggio. I parcheggi vengono spesso costruiti in aree sottoposte a vincolo ambientale e quindi deve essere garantito che le piante presenti vengano ricollocate dove erano o siano sostituite da piante di analoga dimensione. Ciò vale ovviamente anche per le altre aree in cui sono presenti piante e per gli interventi in cui vengono create nuove aree a verde.
L’esperienza passata insegna che a volte le imprese risparmiano sulla qualità delle piante e sul terreno di coltura, utilizzando prevalentemente calcinacci di cantiere anziché terreno di coltura. Un esempio si può vedere in via Puccini e in viale Majno dove le piante di alto fusto sono già morenti dopo un anno dalla loro piantumazione, nonostante l’impianto di irrigazione. Non so se la cosa sia stata contestata dal Settore Parchi e Giardini alla cooperativa che ha costruito il parcheggio. Comunque è opportuno che il Comune e, per le aree vincolate, la Sovrintendenza con il supporto del Corpo Forestale dello Stato, vigilino sulla qualità delle piante e del terreno di coltura, in modo che le cooperative non approfittino.
Le piante morenti fanno pensare che la promessa del Comune di migliorare con la costruzione dei parcheggi l’ambiente della città e l’impegno a rispettare i vincoli ambientali non vengono mantenuti e quindi aumentano l’opposizione a nuovi parcheggi sotto il verde.
4. Desta preoccupazione il mancato utilizzo dei corrispettivi dei parcheggi per migliorare l’ambiente circostante. L’utilizzo di tali fondi è stata bloccata per anni a causa di un contenzioso tra il comune e le cooperative sui costi delle opere. Si è ad esempio in attesa da otto anni della realizzazione della pista ciclabile di via Pisacane, finanziata con i corrispettivi del parcheggio di Piazza Fratelli Bandiera che creerebbe un collegamento tra la nuova pista di viale Morgagni e quella di Corso Indipendenza. E’ inconcepibile che gli interventi di superficie associati alla creazione dei parcheggi tardino per così tanti anni, lasciando i fondi nei conti correnti delle cooperative a maturare interessi.
E’ pertanto necessario che i corrispettivi vengano utilizzati rapidamente e secondo le indicazioni dei Consigli di Zona, che meglio conoscono la situazione del territorio e le esigenze degli abitanti.
5. I progetti presentati non curano spesso l’impatto estetico delle strutture in superficie, canne di areazione, ascensori, accesso alle scale e alle rampe, balaustre, non premurandosi di diminuire l’impatto con superfici vetrate, rampicanti, o comunque progettare costruzioni che siano in armonia con i palazzi circostanti.
6. E’ necessario conoscere i nomi delle cooperative e imprese che si aggiudicano i vari parcheggi, in modo che si possa controllare che non si creino situazioni di monopolio da parte di qualcuno. La mia impressione è che pochissime cooperative ed imprese si stanno spartendo i parcheggi con una logica di spartizione degna degli anni di Tangentopoli (suddivisione tra cooperative dc, socialiste e comuniste). Sarebbe opportuno che sul sito internet del Comune venissero pubblicati i nomi degli aggiudicatari dei vari bandi e la situazione complessiva.
7. Sorprende che tra i parcheggi vincitori non ce ne sia nessuno di tipo meccanizzato. I bandi prevedevano questa possibilità ma non risulta che nessuno abbia vinto e mi sembra che pochi siano stati i partecipanti.
Qualcuno interessato a questa tecnologia ha giudicato i bandi sfavorevoli ai parcheggi meccanizzati.
Ho assistito anche a dichiarazioni pubbliche negative dell’assessore Goggi e dei tecnici comunali dell’Ufficio parcheggi del Comune.
Ora questi parcheggi sono stati sperimentati con successo all’estero in aree pubbliche e sono considerati la risposta più moderna alla risoluzione del problema del parcheggio. I vantaggi sono la sicurezza (non è necessario percorrere a piedi i corridoi sotterranei), il mancato rischio di incendio (i motori sono spenti),l’inquinamento (le auto hanno il motore spento e non sono quindi richieste antiestetiche ed inquinanti canne di areazione), la velocità di realizzazione (sei mesi anziché due anni diminuendo il danno a commercianti e residenti), il basso costo ( risparmio di circa il 40% sui costi del box), il numero di auto parcheggiate in uno stesso volume (si guadagna lo spazio dei corselli e si diminuisce la distanza tra i piani), il risparmio sui costi di guardiania (l’impianto è totalmente automatico), la possibilità di costruirli in spazi ristretti (sotto le strade asfaltate e non sotto piazze e verde pubblico), la possibilità di mescolare spazi a rotazione e spazi per residenti in modo estremamente elastico (anziché con una divisione per piani).
Le obiezioni degli oppositori sono che è necessario un locale di accesso (che comunque esiste anche per i parcheggi a rampe), che non durano oltre i trent’anni (si possono agevolmente sostituire riaprendo la strada e sostituendo la parte meccanica), che è necessaria una continua manutenzione (si risparmia però sui costi di guardiania), che i tempi di accesso all’auto sono elevati (un’auto ogni 2/3 minuti non sembra un tempo elevato considerando il tempo necessario per prendere la propria auto in un parcheggio a rampe), che la gente non li acquisterebbe in quanto vuole uno spazio anche per biciclette, moto ed altri oggetti (questo è tutto da verificare a fronte di un prezzo di acquisto più basso e di altri vantaggi), che senza elettricità non si possono utilizzare (basta un alimentatore di emergenza).
Le obiezioni sembrano precostituite per difendere dei parcheggia a rampe che consentono maggiori guadagni da parte delle cooperative potendo giocare sui costi del calcestruzzo, del movimento terra, del progetto ecc. mentre i parcheggi meccanizzati hanno costi certi legati alla tecnologia utilizzata.
La mia impressione è che si sta frenando la ricerca di soluzioni tecnologiche più avanzate al problema di parcheggiare nel modo più efficiente la più grande quantità di auto possibile a parità di spazio e con i costi e tempi di realizzazione minori a favore dei profitti della lobby degli attuali costruttori e cooperative che sanno costruire solo parcheggi ormai obsoleti.
Un esempio negativo di questo problema si è verificato in Piazza Bernini, dove la Cooperativa Città Studi Nuova si è incaponita per anni su un progetto di parcheggio a rampe in una piazza alberata con vincolo ambientale quando nella attigua via Carpaccio se ne potrebbe costruire uno meccanizzato per lo stesso numero di auto in metà dello spazio, metà del costo e metà del tempo di costruzione.
Un esempio positivo è il progetto della MM per piazza Oberdan, dove è stato previsto un parcheggio meccanizzato da 200 posti verso viale Piave in uno spazio ristretto di 1.200 mq con 20 metri di profondità.
E’ necessario pertanto rivedere il testo del bando in modo da non penalizzare i parcheggi meccanizzati rispetto ai parcheggi a rampe e verificare i vantaggi di questa tecnologia rispetto a quella tradizionale nelle varie situazioni di utilizzo e rispetto all’impatto ambientale, affiancando una ricerca di mercato per valutare la disponibilità dei milanesi ad acquistare un posto auto in un parcheggio meccanizzato rispetto ad un parcheggio a rampe.
Nella speranza di aver dato un contributo utile a risolvere l’annoso problema dei parcheggi Le invio cordiali saluti
Michele Sacerdoti
Via Malpighi 12
20129 Milano
tel. 02-86338346