Qualcuno si ferma anche a fotografarlo, il cedro di
piazzale Dateo. Per continuare a ricordarlo così com´è. Così come è stato per
cinquant´anni e forse più. Chi può saperlo. Perché per tanti, il vecchio
cedro di piazzale Dateo sembra essere lì da sempre: solo, al centro della
piazza, il tronco enorme che non si riesce a abbracciarlo nemmeno in due, la
chioma che sale fino a venti metri e poi ridiscende a regalare ombra. Un
albero forte, che sembrava resistere a tutto. Alla città che gli è cresciuta
intorno, al traffico, ai lavori per il Passante ferroviario, che scorre lì
sotto.
Un cedro ferito, a guardarlo adesso che è diventato improvvisamente fragile.
Pericolante. Da quando la ditta che sta realizzando uno dei tanti parcheggi
sotterranei gli ha scavato la terra tutto intorno. E lui è rimasto lì. In
mezzo al cantiere, a rivaleggiare in altezza con la gru. Circondato dai pali,
abbarbicato all´ultima zolla rimasta, come su uno scoglio. Perché ora, il
grande albero del quartiere si è arreso. Il cedro ferito dovrà essere
abbattuto, denuncia il verde Maurizio Baruffi. Perché facendogli il vuoto
intorno, gli operai hanno scoperto che sotto quella chioma enorme e quel
fusto gigantesco, passava la roggia San Gregorio. Che, secondo i loro
calcoli, doveva essere stata deviata anni fa per consentire il passaggio
della metropolitana. Ma non era così. Il cedro abbracciava con le sue radici la
volta della roggia ottocentesca, ricoperta di mattoni. Radici diventate
troppo fragili per resistere anche a questo scavo. Nessuno sa quanto durerà
la sua agonia. Questione di ore o di giorni, perché la ditta ha già ricevuto
l´autorizzazione ad abbatterlo, il grande cedro di piazzale Dateo. Che tutti
vogliono continuare a ricordare cosi com´era.
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