ARCHITETTI E AMBIENTALISTI
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«Bisogna tenere conto dell’estetica
Subito la verifica sulla qualità»
«La
nostra regione ha ecceduto nel concedere l’innalzamento dei sottotetti a
scopi abitativi»
Alle associazioni ambientaliste e di
categoria la modifica dello skyline di Milano non piace. Secondo loro,
tra i funghi che continuano a spuntare sopra le falde dei tetti ce ne sono
diversi velenosi. Esteticamente e, forse, anche normativamente. La prima associazione
a invocare un «contenimento» o una «messa in ordine» di questi cappelli che
spuntano sopra le case è stato il Fai, Fondo per l’ambiente italiano. «Dal
’99 - ricorda il presidente del Fai, Giulia Maria Crespi - la nostra regione
ha ecceduto nel consentire l’innalzamento dei sottotetti a scopi abitativi.
Se andiamo avanti così, in 10 anni cambierà la faccia della Lombardia! I
tetti delle case lombarde hanno una loro bellezza, nella forma e nei colori.
Si pensi ai tetti di Sant’Ambrogio! E siccome la Lombardia è la regione più
ricca d’Italia, può anche tener conto dell’estetica e non solo del profitto».
Per il presidente dell’Ordine degli architetti della Lombardia, Daniela
Volpi, «fino ad oggi non si è fatto nulla per il controllo della qualità: la
legge 22 e 15 non prevedevano passaggi dalla Commissione edilizia. Ora
l’assessore Verga ha preso posizione: è difficile trovare criteri di
valutazione estetica, ma le commissioni edilizie sono l’unico strumento per
avviare il progetto verso una buona qualità. Questo passaggio è fondamentale.
Poi si potrà intervenire anche sulle normative».
Per Ennio Rota, presidente di Legambiente, c’è da distinguere. «Alcuni
abbaini sono una modifica di skyline del palazzo e lo abbruttiscono.
In centro sono stati alzati tetti di edifici liberty senza rispettare le
linee architettoniche. In altri casi ci sono ampi sottotetti con volumetria
da poter utilizzare con rispetto delle norme Asl, e questo è accettabile.
Diciamo no all’abuso, no all’alterazione del paesaggio urbano, ma sì dove è
possibile».
Maurizio Baruffi, consigliere dei Verdi, e Michele Sacerdoti, membro delle
commissioni edilizie delle zone 2 e 3, parlano di «Attila ancora in azione.
La buona notizia è che l’assessore Verga ha deciso di sottoporre, dal 3 novembre,
tutti gli interventi di recupero dei sottotetti a una verifica di impatto sul
paesaggio della città. Non saranno più possibili interventi che non si
armonizzino con le facciate sottostanti e con gli edifici intorno, come è
spesso avvenuto finora: edifici e quartieri tipici sono stati rovinati da
interventi speculativi, ad esempio il centro storico, i quartieri liberty, i
quartieri con case a schiera come Città Studi e quelli di villini come il
Quartiere dei Giornalisti».
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