Presentazione della Rete dei Comitati Milanesi alla Festa dell’Unità il 15 settembre 2005
La trasformazione di Milano o meglio la sua modernizzazione è diventata il perno della politica urbanistica di chi attualmente governa la città.
Siamo accerchiati da progetti,immagini offerte ai cittadini nella sala dell’Urban center come premio per il loro silenzio, prodotti preconfezionati su cui non è più possibile discutere e che nostro malgrado ci sono imposti. Le richieste dei cittadini rimangono disattese. L’Amministrazione Comunale sembra più interessata a parlare con pochi soggetti e non alla collettività.
Così è interpretato dall’Amministrazione il concetto di partecipazione.
Al massimo possiamo decidere su quale panchina avremo diritto di sederci se rimarranno aree verdi dove sistemarle.
I cittadini rappresentati
dai Comitati della Rete ritengono che questo non sia accettabile e che sia necessario un cambiamento
sostanziale nella gestione del bene pubblico e nel suo uso.
I cittadini vogliono
diventare soggetti attivi il che significa, laddove si manifestano
problemi, esigenze, bisogni , proposte, essere informati ed entrare di diritto
nelle fasi di elaborazione e pianificazione progettuale in una relazione
dialettica su quanto sarà realizzato nella città e con la possibilità di esprimere il proprio parere in termini concreti e vincolanti.
“La partecipazione
deve essere un prodotto della relazione concreta tra Enti e Cittadini”.
La nostra esperienza si basa su quanto è accaduto negli ultimi anni nella città:
Cosa accadrà se questi progetti continueranno nel loro iter? A noi rimane solo l’arma del ricorso che crea dispendiosi, lunghi contenziosi con l’Amministrazione pubblica.
Cosa vogliamo?
A- informazione e partecipazione alla gestione del territorio con strumenti nuovi e concreti ;
B- scelta di indirizzo dei quartieri su cui
attuare i progetti, compatibile con chi
vi risiede, vi lavora e rispettosa dell’identità del quartiere stesso, riqualificare
non significa distruggere la storia;
C- sviluppo del verde di prossimità, indispensabile
per anziani e bambini, e del verde
della cintura esterna con i grandi parchi.
D- sviluppo del trasporto pubblico e su
bicicletta, ciò significa uso di strumenti che incentivino questi mezzi di
trasporto, limitazione del traffico verso il centro della città e parcheggi a
rotazione all’esterno del centro abitato, in punti di interscambio con i mezzi
pubblici;
E- piani regionali provinciali comunali che
sostengano l’idea di una città vivibile e accogliente per tutti;
F- normative regionali e comunali che regolino
le autorizzazioni commerciali dei pubblici esercizi, rispettose di tutte le
parti coinvolte e rispettate.
Allora come cittadini ci poniamo le seguenti domande :
1. ci
troviamo in una città malata da inquinamento: perchè tutto ciò che è progettato tende a intensificare il traffico e
a togliere aree verdi ?
2.
i progetti non sembrano nascere da un’analisi globale delle necessità di tutta l’area urbana e dei
suoi collegamenti con l’hinterland. Gli
enti che amministrano e amministreranno la città vogliono correggere questa
situazione ?
3. la città sembra essere stata sezionata in parti, in spicchi , ognuno con un’unica funzione, qui il divertimento, lì la moda, più in là il commercio, da questa parte i quartieri residenziali, di là quelli popolari, grandi o piccole monocolture. In che modo sono tutelate le esigenze dei residenti?
4. quali sono le intenzioni dei presenti e futuri amministratori nei confronti dei progetti nominati?
Chiediamo delle risposte.