Volevo solo dire quello che non è stato questa sera sufficientemente sottolineato.
C’è una differenza anche all’intorno di questa legge sui sottotetti.
Perché un conto è sopralzare l’ottavo piano di una casa in via Lorenteggio, e un conto è l’intervento complessivo di questa legge nel Borgo degli Ortolani, piuttosto che nel Ticinese, piuttosto che in complessi storico-monumentali.
I tetti, l’insieme, il complesso delle coperture formano un pezzo di città.
Dopodiché nessuno pensa che si debbano mummificare quei pezzi della città e qui ritorna tutta la problematica della possibilità di poter intervenire oggi con il linguaggio di oggi nella città di ieri, ma in modo appropriato.
Certo una legge di questo tipo su quei pezzi di città risulta complessivamente devastante. Penso che, visto dal punto di vista degli architetti che devono comunque operare, tutte le cautele e tutte le problematiche prima esposte sono valide.
Ma ci sono dei pezzi di città, della città di Milano, andate a vedere cosa sta succedendo in via Paolo Sarpi, in zone di tessuto consolidato, case relativamente basse dove l’insieme delle coperture caratterizzava, dava identità a quel pezzo di città e vedete cosa sta succedendo. Questa è la sottolineatura che stasera è un po’ mancata.