L’assessore Verga replica alle accuse di scempi edilizi: bocciata
metà dei piani di recupero.
Il Fai: scandali di cemento in città
Regione, dietrofront
sui sottotetti
«Troppi
abusi, la prossima legge urbanistica imporrà di verificare l’estetica dei
progetti»
Un passo indietro sui sottotetti. La Regione ci ripensa e punta a
rafforzare i controlli sui progetti che spingono in alto i vecchi solai. «Mi
auguravo si potesse fare un buon uso della "mia" legge sul recupero,
ma non è stato così - dice l’assessore regionale al Territorio Alessandro
Moneta -. Ci sono stati molti risultati deludenti: colpa degli scempi disegnati
da architetti e costruttori, ma anche di molti Comuni lombardi».
Così il 31 marzo, quando il Consiglio inizierà la discussione sulla nuova legge
urbanistica, si ripartirà da zero. O meglio, dal vecchio testo della 15/96
«fortemente emendato per garantire la qualità dei piani di recupero - assicura
Moneta -. Punteremo sulla commissione edilizia e su rigorosissimi controlli,
anche estetici: vogliamo città belle».
I mostri sui tetti, quindi, ci sono eccome. Ecco perché la Regione vuole
«regole nuove». Per proteggere i profili di province sempre più verticali, in
tutta la Lombardia.
E a Milano? Secondo l’assessore «gli orrori ci sono stati e purtroppo si vedono
ancora. Ma la città sta lavorando bene». Un punto a favore di Palazzo Marino. E
di quella circolare che dal novembre 2003 sperimenta le norme del Piano
paesistico regionale. E cerca di evitare la corsa selvaggia al rialzo facendo
leva sulla «soglia di tolleranza» della commissione edilizia, che ha già detto
alcuni «no». Da quando è entrata in vigore la verifica della compatibilità con
edifici e contesto urbano, sono stati respinti 71 progetti su 176. E altri 59
sono stati giudicati «da modificare». Proprio perché per dimensioni e qualità
architettonica, prevede il piano, così com’erano non andavano bene: avrebbero
rosicchiato il rigore formale, storico e simbolico dello scenario urbano.
«La sperimentazione è l’unica via per evitare gli abusi e migliorare la qualità
dei progetti - puntualizza l’assessore comunale all’Urbanistica, Gianni Verga
-. L’esempio anticipatore di Milano dimostra che l’educazione al bello non si
realizza per decreto, ma attraverso un processo di formazione culturale e una
commissione che svolge il proprio dovere di controllo».
Sì, ma i sottotetti già realizzati? Da Brera a Porta Venezia, da Città Studi al
quartiere dei Giornalisti, abitanti e ambientalisti protestano contro la
scomparsa della memoria di una vecchia Milano. Costruita su palazzi che hanno
cinquanta, sessanta, anche cento anni.
È per questo che il Fai, il fondo per l’ambiente italiano, sta cercando di
ottenere un’audizione in Regione prima che si inizi a discutere la nuova legge
urbanistica. «Gli scandali in cemento coprono tutta Milano - conferma Ezio
Antonini, avvocato e consigliere del Fai -. Non si può tutelare solo il centro
storico: il nostro è piccolo e, per la maggior parte, ricostruito nel
Dopoguerra. Subito fuori da questa cerchia, però, ci sono le zone liberty:
basta un solaio fuori posto per distruggerne il profilo. E in corso Magenta o
in via Boccaccio, ad esempio, i sottotetti hanno rovinato molti palazzi».
Perciò, la legge numero 15 del ’96 e la 22 del ’99 - che ha sostituito la
famigerata «Dichiarazione di inizio lavori» alla concessione edilizia -
potranno anche essere annullate dal nuovo testo unico che la Regione dovrà
approvare. Ma lasciano in eredità otto anni di richieste di recupero abitativo
dei sottotetti. Che poi sono diventate «le brutture di Milano» finite nella
lista nera compilata dai Verdi.
«Quindi quel che stato è stato?», si chiede Dario Guazzoni, presidente
provinciale dell’associazione nazionale amministratori di condominio (Anaci).
Abituato per mestiere a camminare «con la testa per aria», sostiene che queste
leggi «si sono prestate a dei grossi abusi. Se davvero avessero permesso
sopralzi rispettosi - conclude - su molte case d’epoca, costruite prima della
guerra e scampate ai bombardamenti, non sarebbero spuntate quelle sconcezze che
si vedono andando in giro per Milano».
LA SCHEDA
Da Brera a Città Studi, da Porta Venezia al quartiere dei
Giornalisti: i cittadini e i Verdi hanno denunciato gli “orrori urbanistici” realizzati
con il recupero dei sottotetti
In vista della discussione della nuova legge urbanistica, la
Regione assicura controlli più rigorosi in risposta agli abusi
CONCESSIONI E ORDINANZE
Le domande
Dal 1° gennaio 2004 le richieste di recupero dei
sottotetti per uso abitativo sono state 137.
Nell’arco del 2003 ne sono state presentate 1.048:
in aumento rispetto al 2002, quando il totale delle richieste non aveva
superato le 1000 unità
Le sospensioni
In tutto il 2003 si sono contate 215 ordinanze di sospensione dei
lavori per i recuperi abitativi
di sottotetti, 229 l’anno precedente.
Per abusi, nel 2002 sono stati segnalati all’autorità giudiziaria 141
trasgressori.
Si punterà sul rigore della commissione edilizia: vogliamo città
belle
L’educazione al bello non si realizza per decreto, serve formazione culturale.
Se avessero permesso sopralzi rispettosi in città non ci sarebbero
brutture
Diciamo no all’alterazione del paesaggio urbano, ma sì dove è
possibile
Se andiamo avanti così, in dieci anni cambierà la faccia della Lombardia
Le commissioni edilizie sono l’unica via per avere una buona
qualità