Il Milanese di GUIDO VERGANI |
13/3/03
Sopralzi dei tetti, licenza di
deturpare
Sono l'estensore dell'emendamento dei Verdi
alla variante del Piano regolatore di Milano che ha bloccato i sopralzi dei
tetti nel centro storico di Milano sugli edifici costruiti prima del 1940. Le
fotografie portate in Consiglio comunale dal consigliere Baruffi su due
terribili sopralzi in piazza Cordusio e in via Spallanzani hanno convinto
l'assessore Verga e tutti i consiglieri che così non si poteva andare avanti.
Mi fa estremamente piacere che il Fai condivida questa battaglia sui
sottotetti. Sempre più persone reagiscono alla rovina procurata all'immagine
della città e di tutta la Lombardia dalla deleteria legge regionale 22 del
1999, che non solo ha consentito i sopralzi dei tetti, ma ha esteso la
possibilità di utilizzare la denuncia di inizio attività a tutte le opere
edilizie, evitando così qualunque controllo estetico su quello che verrà
costruito, la cosiddetta super-dia. Già alcuni Comuni lombardi hanno eliminato
la Commissione edilizia, mentre i funzionari comunali si rifiutano di esprimere
giudizi estetici sulle dia e super-dia presentate, ritenendoli non di loro
competenza e facilmente impugnabili al Tar. Rimane come ultima spiaggia solo
l'invio di esposti alla Procura della Repubblica per violazione dei regolamenti
edilizi, qualora questi richiedano per il recupero dei sottotetti, come quello
di Milano, l'armonia con il contesto dell'edificato ed il rispetto
architetturale dell'edificio. La commissione edilizia e l'ordine degli
architetti di Milano si erano impegnati a definire dei criteri per valutare i
recuperi dei sottotetti, ma questo non è mai stato fatto e mi sembra
impossibile, data la varietà dei casi da prevedere. Tra il '96 e il '99, con la
prima legge regionale sui sottotetti, le commissioni edilizie centrali e di
zona di Milano hanno studiato gli aspetti estetici degli abbaini, verificando
gli allineamenti con le finestre della facciata e la loro dimensione e forma.
Poi, con la legge del 1999, c'è stata la deregulation totale. Ecco
perché i Verdi hanno proposto che nel centro storico la quota delle gronde e
del colmo del tetto non possa più essere modificata e sono d'accordo con il Fai
che questa norma sia estesa a tutta la Lombardia. Vorremmo che la Regione non
difendesse a oltranza una legge sbagliata, che ha addirittura esteso alle nuove
costruzioni, e la abrogasse. Solo così, rinunciando a un regalo di miliardi
alla lobby dei costruttori e immobiliaristi, si potrebbe salvaguardare
l'immagine della Lombardia.
Michele Sacerdoti
Lascio quasi tutto lo spazio de «Il Milanese» alla sua lettera e alla sua
sacrosanta battaglia. Dal dopoguerra (ma, allora, avevano la giustificazione
del ricostruire, del bisogno urgente di case) a oggi, gli architetti, con rare
eccezioni e rarissime punte d'eccellenza, hanno fatto scempio di Milano, per
cattiva e pressappochista progettazione, per presunzione creativa e più spesso
per acquiescenza alle voracità della speculazione. I risultati sono sotto gli
occhi di tutti. Se alle brutture si pretende anche di mettere il cappello (i
sopralzi) senza regole, l'estetica della città ne sarà ulteriormente ferita a
morte.