Consiglio Comunale Straordinario: "Traffico e
Viabilità"
Milano, 28 ottobre 2004
Mozione dei consiglieri comunali di centro sinistra e PRC
La mobilità dei cittadini e delle merci è un diritto da difendere e promuovere, al pari della tutela della salute e della sicurezza sulle strade. A Milano il diritto alla mobilità e quello alla salute sono gravemente compromessi da una politica del traffico inefficace, che rende difficile il rilancio della competitività cittadina e il raggiungimento di obiettivi minimi di qualità della vita. Questo significa che il sistema della mobilità è saturo e la situazione deve essere affrontata radicalmente.
Milano vive dall'1 gennaio del 2002 la condizione di emergenza ambientale per la congestione e l'inquinamento da traffico, sancita ufficialmente dal Governo attraverso due successivi decreti che conferiscono poteri straordinari per affrontare l'emergenza al Sindaco. Questo ha sottratto al Consiglio Comunale il compito di indirizzare l'attività della Giunta in una materia tanto articolata e complessa, dove le differenti scelte di tipo tecnico a volte faticano a trovare il necessario consenso sul territorio, fatto anche di dialogo e di ascolto con i cittadini e con i loro rappresentanti eletti in Consiglio Comunale. I risultati raggiunti in questi tre anni di commissariamento sono assai deludenti, perché non sono intervenuti radicali miglioramenti della situazione.
Nel frattempo prosegue una intensa attività di pianificazione e programmazione di nuovi insediamenti abitativi e produttivi sul territorio cittadino e nei comuni adiacenti. Le scelte di carattere urbanistico (dalla Fiera alla Bicocca, da Montecity al Garibaldi-Repubblica) appaiono troppo spesso svincolate dalle considerazioni che hanno giustificato la dichiarazione di stato di emergenza proclamata dal Governo. Il territorio infatti viene caricato di nuovi insediamenti che appaiono difficili da inquadrare in una azione volta a contrastare la congestione da traffico e l'inquinamento atmosferico. La consultazione dell'Agenzia per la Mobilità e l'Ambiente per la preparazione del Piano dei Servizi non appare adeguata a fornire invece valutazioni puntuali in relazione a ogni singolo provvedimento urbanistico che viene approvato dal Consiglio in assenza del Piano dei Servizi. E' necessario un maggiore e costante coordinamento all'interno dell'Amministrazione comunale fra i settori che si occupano di queste tematiche. Appare inoltre molto problematica la gestione corretta delle politiche della mobilità in un quadro di provvedimenti urbanistici non programmabili e di cui non è quantificabile l'impatto sul territorio. Ci riferiamo a tutte quelle innovazioni di cosiddetta deregolamentazione che consentono la trasformazione di molti immobili destinati ad attività artigianali e produttive in abitazioni e la realizzazione dei sopralzi, che aumentano notevolmente i carichi insediativi in alcune zone della città. La scelta poi di monetizzare gli standard nella maggioranza dei casi di interventi urbanistici non consente ai quartieri di svilupparsi in modo equilibrato e di recuperare con reali miglioramenti il territorio interessato dalle nuove edificazioni.
Tutte le analisi sul traffico e sulla mobilità concordano nell'affermare la necessità di una forte politica di coordinamento a livello metropolitano e regionale, necessità che non appare soddisfatta dalle capacità di intervento del Commissario Straordinario e dai suoi organismi attuativi. Neppure le politiche tariffarie sono ancora state adeguate in modo soddisfacente alla dinamica metropolitana assunta dalla mobilità nell'area milanese. I ritardi in questo senso si misurano ormai in decenni.
In quest'ottica appare strategicamente fondamentale la necessità di mantenere il controllo pubblico sulla Milano-Mare Spa, quale strumento di regia delle più importanti infrastrutture viabilistiche dell'area metropolitana
I troppi tentennamenti sulle scelte, pure in presenza di poteri straordinari, la politica degli annunci e la lentezza nell'esecuzione dei lavori (la creazione dell'isola ambientale di Corso Garibaldi è stata avviata nel dicembre 2001) o nel reperimento dei fondi necessari alla realizzazione delle opere, il miraggio della realizzazione di due grandi autostrade sotterranee che dovrebbero riguardare il nord ovest della città e la Cerchia dei Bastioni contribuiscono a diffondere incertezza fra i cittadini e a far crescere il timore che il destino di Milano sia quello di essere attraversata da un quantitativo sempre maggiore di automobili.
Appare inoltre tragico il ritardo nell'avvio dei progetti di realizzazione di nuove linee metropolitane, anche a causa dei continui rinvii del Governo nel finanziamento delle nuove infrastrutture. La scala delle priorità indicata nel Piano Urbano della Mobilità andrebbe a questo punto rivista alla luce delle difficoltà avute dalla città di Milano nei rapporti col Governo dal 2001 in avanti e mettendo in luce la necessità sempre maggiore di linee di collegamento tangenziali alla città.
Sul
fronte delle politiche del trasporto pubblico dobbiamo registrare due gravi
incapacità, un ritardo e una minaccia: le incapacità sono di ATM nel produrre una
politica di rafforzamento reale dell'offerta di trasporto e una qualità del
servizio dignitosa (negli ultimi 6 anni il numero dei passeggeri è aumentato
del 4% a fronte di un ben maggiore incremento della mobilità nell'area
metropolitana milanese e intanto cresce il sovraffollamento dei mezzi, la
scarsa puntualità e il taglio delle corse). Ma anche il Comune ha le sue colpe
per non aver realizzato nuove corsie protette che garantiscano miglioramento
del servizio e della puntualità e incremento della velocità commerciale dei
mezzi di superficie, che a Milano è di 13,5 km/h (fonte ACI). Il ritardo è
quello del rafforzamento della linea 1 della metropolitana attraverso la maggiore
frequenza delle corse che era stato promesso in occasione dell'aumento del
costo del biglietto nel 2001 e utilizzato come giustificazione di questa
necessità. Oggi, quando già la linea 1 appare sovraccarica e incapace di
affrontare seriamente il decollo della nuova Fiera, riteniamo prioritario
intervenire seriamente in questa direzione.
La minaccia è quella relativa alla suddivisione della rete dei trasporti di
superficie e metropolitani che potrebbe incidere pesantemente sulla già
scadente qualità del trasporto pubblico milanese. Sarà opportuno valutare
attentamente le scelte da compiere in questo campo per non trasformare le
politiche di liberalizzazione in politiche di smantellamento del trasporto
pubblico. Appare poi snaturata la missione aziendale di ATM, sempre più
cassaforte di una grande liquidità utilizzata per operazioni finanziarie,
sempre meno azienda di servizio pubblico.
Il Piano Urbano dei Parcheggi, che è ingrediente essenziale della politica del traffico in città, ci appare inadeguato, a prescindere dalla questione dei posteggi per i residenti. Viene privilegiata in assoluto la realizzazione di posti auto a rotazione nelle zone centrali e semi centrali della città, così da soddisfare la richiesta di posteggi del traffico privato e individuale. La previsione di nuovi posteggi di interscambio è ridotta al lumicino, in ragione del mancato finanziamento statale per questo genere di infrastrutture.
Non viene presa assolutamente in considerazione la possibilità di incrementare quote sensibili di spostamenti cittadini grazie alla bicicletta. La tendenza europea e anche italiana largamente dominante viene ignorata con superficialità e disinvoltura, non considerando degna di attenzione una politica urbana di sviluppo della ciclabilità. L'ultimo clamoroso esempio in questo senso è il mancato ottenimento dei finanziamenti regionali per le piste ciclabili. Il Comune di Milano non è stato addirittura ammesso alla graduatoria per aver presentato 4 progetti che non avevano i requisiti minimi formali per partecipare al bando.
Sulla mobilità sostenibile il ritardo e la disattenzione sono inaccettabili. I finanziamenti ottenuti dal Ministero dell'Ambiente nell'ambito del programma delle "Domeniche ecologiche" del 2002 destinati a promuovere l'utilizzo della bicicletta nelle università milanesi e la messa in opera di una rete di alimentazione per i mezzi elettrici non hanno dato vita ad alcuna azione concreta. Il progetto di car pooling promosso dalla amministrazione comunale e dato per partito già un anno fa davanti ai delegati di tutto il mondo giunti a Milano per COP9 è ancora lettera morta.
IL DECALOGO DELLE PROPOSTE
I consiglieri comunali:
Sandro Antoniazzi, Maurizio Baruffi, Emanuele Fiano, Gianni Occhi, Giuliana Carlino, Andrea Fsanzago, Basilio Rizzo, Letizia Gilardelli, Rosario Pantaleo, Aldo Ugliano, Marco Cormio, Marilena Adamo, Marco Liva, Giovanni Colombo, Daniele Farina, Adriano Ciccioni