NOTIZIE DELLA ZONA 3 E DI MILANO DAL 2003 al 2004
Dicembre 2004
Piazza Oberdan: consegnate più di 300 firme contro il parcheggio sotterraneo (20/12/04)
Novembre 2004
Recupero sottotetto in via Verdi 2 angolo via Manzoni: il Consiglio di Zona 1 chiede la sospensione dei lavori in corso (24/11/04) (aggiornato il 2/8/05)
Nuova Fiera: i residenti contestano la presentazione del progetto di Citylife (23/11/04)
La Provincia vuole recuperare il Diurno Venezia come Museo del cinema (20/11/04)
Iniziative di Ciclobby per sostenere la circolazione delle biciclette a Milano (4/11/04)
Bosco Sondrio-Gioia: abbattuti gli alberi nell'indifferenza delle istituzioni (3/11/04)
Ottobre 2004
Parcheggio sotterraneo di via Bazzini: raccolta di firme contro il progetto (30/10/04)
Recupero dei sottotetti, problemi e soluzioni, un mio articolo sulla Voce di Zona 3 (23/10/04)
Parcheggi sotterranei: Italia Nostra ribadisce la validità del suo decalogo del 1997 (3/10/04)
Settembre 2004
Piste ciclabili a Milano: solo 70 km di piste per 25.000 ciclisti - dall'Avvenire (5/9/04)
Agosto 2004
Trasformazione della Fiera di Milano: una lettera del Presidente Roth scatena la protesta dei residenti (14/8/04) (aggiornato il 1/10/04)
Luglio 2004
Giugno 2004
Un intervento del Prof. Meneghetti sui sottotetti milanesi (24/6/04)
Pista ciclabile di via Pisacane: raccolte 230 firme nelle scuole della via (7/6/04)
Maggio 2004
Qualità urbana e piano urbano parcheggi: meno sosta selvaggia e più verde in città, dibattito sui parcheggi sotterranei (28/5/04) (aggiornato il 1/6/04)
Parcheggi sotterranei assegnati in project financing: quanto guadagnano i privati ? (20/5/04)
Grano Ogm, la Monsanto rinuncia, "Non piace al mercato", un articolo di Repubblica (12/5/04)
La Marcia degli Alberi sotto la pioggia che piace agli alberi (3/5/04)
Per ogni 25 auto in box sotterranei si sacrifica un albero (2/5/04)
Relazione e tavola del settimo aggiornamento del Piano Urbano Parcheggi del giugno 2003 (2/5/2004)
Gli alberi a rischio per lo scavo dei vari parcheggi sotterranei (2/5/04)
Aprile 2004
Sul Giorno: Parcheggi a rampe o meccanizzati, nuovi box sotterranei approvati in zona 2 (30/4/04)
Marcia degli Alberi: le adesioni e il percorso (29/4/04)
Affollatissimo dibattito sul recupero dei sottotetti all'Ordine degli Architetti di Milano (29/4/04)
Continua l'attenzione dei giornali sulle iniziative dei Verdi su parcheggi e sottotetti (29/4/04)
Rivolta contro i maxi parcheggi, una pagina del Giorno dedicata alla Marcia degli Alberi (1-2-3-4-5-6-7-8) (28/4/04)
Marzo 2004
Sottotetti, abbaini e sopralzi: Brera è a rischio - dal Corriere della Sera del 25 marzo (25/3/04)
Grande successo per la Festa degli Alberi organizzata dai Verdi in 18 piazze (22/3/04)
Festa degli Alberi di domenica 21 marzo: nuove iniziative (19/3/04)
Festa degli Alberi di Milano domenica 21 marzo: le iniziative nei quartieri (14/3/04)
Aderisci alla campagna Tetti Protetti per salvare i tetti della tua città (2/3/04)
Febbraio 2004
Gennaio 2004
Trasporti milanesi: Rivoluzione o controrivoluzione ? Un intervento di Lodovico Meneghetti (30/1/04)
150 persone hanno partecipato al Dibattito dei Verdi sul recupero dei sottotetti (26/1/04)
La stampa cittadina dà vasto eco al dibattito sui sottotetti (25/1/04)
Dicembre 2003
Parcheggio di Piazza Oberdan: aspro dibattito in Commissione Territorio (22/12/03)
La rivista gratuita Urban dedica un articolo al Diurno Venezia (1/12/03)
Novembre 2003
I consiglieri di centrosinistra in Provincia chiedono di restaurare il Diurno Venezia (18/11/03)
Taglio del ciliegio davanti allo Spazio Oberdan: petizione contro i responsabili (5/11/03)
Ottobre 2003
Cosa pensate di questi recuperi di sottotetti ? (31/10/03) (aggiornato il 9/1/06)
I giornali riportano il comunicato stampa dei Verdi sui sottotetti (30/10/03)
Il parcheggio dell'Esselunga blocca la domenica il traffico di viale Piave (26/10/03)
Via Bellotti 7: un altro recupero di sottotetti di dubbio gusto (24/10/03)
I Verdi chiedono il restauro del Diurno in Porta Venezia (17/10/03)
Inaugurata la Mostra sul Liberty a Milano allo Spazio Oberdan (8/10/03)
Luglio 2003
Le mie osservazioni all 'emendamento dei Verdi sul recupero dei sottotetti (8/7/03)
Marzo 2003
Il Corriere della Sera pubblica una mia lettera sui sottotetti (13/3/03)
Febbraio 2003
Il Consiglio di Zona 3 decide di esporre la bandiera della PACE sulla sede di via Sansovino (9/2/03)
Gennaio 2003
Inaugurata la casa-museo Boschi-Di Stefano in via Jan 15 (31/1/03)
Completata l'isola pedonale di via Spallanzani (18/1/03)
_________________________________________________________________________________________________________
Gara per i parcheggi 2004: preoccupazione per i tempi di consegna delle auto nei 4 parcheggi meccanizzati (28/12/04)
Il Sindaco-Commissario ha reso noto che è stata chiusa il 17.12.2004 la presentazione delle domande per la gara per la cessione, in diritto di superficie, di aree pubbliche nel cui sottosuolo realizzare parcheggi residenziali.
Quattro di questi devono essere di tipo meccanizzato per la ridotta dimensione delle aree: Piazza Ferrari, Piazza Santa Maria Valle, via Colonnetta (corso di Porta Vittoria), via Pace.
Ecco la tabella delle offerte pervenute per le varie aree, con il numero di box minimo da offrire. Sono state depositate 253 offerte per 44 aree su 46.
Preoccupa per i parcheggi meccanizzati che non sia stato compreso tra i parametri di valutazione il tempo di consegna delle auto. Dato che per vincere la gara conta solo il numero dei posti auto e il costo di costruzione e il tempo di consegna cresce con il numero delle auto, qualcuno potrebbe vincere con un tempo di consegna troppo alto, danneggiando gli utenti e creando code. La tecnologia sarebbe screditata e sarebbe difficile convincere la gente ad acquistare un posto auto in un parcheggio meccanizzato. Il Consigliere ha presentato un'interrogazione in proposito.
Le buste saranno aperte a metà gennaio e verrà definito il vincitore per ognuna delle aree.
Piazza Oberdan: consegnate più di 300 firme contro il parcheggio sotterraneo (20/12/04)
Ho protocollato personalmente le lettere al Sindaco, vice Sindaco, Assessore al Traffico, Presidente del Consiglio di Zona 3, Direttore Ufficio Parcheggi contro il parcheggio sotterraneo a rotazione in project financing. Sono state sottoscritte da più di 300 abitanti e commercianti del quartiere. La raccolta di firme era iniziata in ottobre.
Una nuova versione del progetto preliminare è stato presentata a novembre alla Sovrintendenza ai Beni Architettonici di Milano, che ha chiesto di realizzare un'unica rampa rettilinea vicino alla attuale edicola, eliminando quella circolare davanti alla farmacia Diana.
Il corpo degli ascensori e delle scale sarò posizionato accanto alla scala mobile del metrò, insieme al nuovo ascensore della metropolitana.
L'edicola ed il chiosco di fiori saranno appoggiati alla rampa e si affacceranno verso l'aiuola, lontani dalla strada. Il bagolaro dovrebbe essere salvaguardato in quanto avrà uno spazio intorno alle radici di 10 x 16 metri.
Rimane il passaggio delle auto nei due sensi davanti al negozio Tincati e lo spostamento delle rotaie del tram sull'altro lato degli alberi, con una rotonda davanti agli uffici di Gucci. Le auto in uscita da via Malpighi non dovranno più girare intorno alla rampa circolare del parcheggio.
La Sovrintendenza ha dato parere positivo al progetto, riservandosi di approvare la sistemazione superficiale della piazza quando sarà presentato un progetto di sistemazione complessiva di piazza Oberdan.
Ci si aspetta che il progetto venga inviato per l'approvazione al Consiglio di Zona 3.
Finalmente estesa a ristrutturazioni e nuove costruzioni la valutazione di impatto paesistico, a lungo richiesta dai Verdi (26/11/04)
L'assessore Verga ha annunciato che dal 1 dicembre 2004 la valutazione di impatto paesistico viene estesa a ristrutturazioni e nuove costruzioni. E' un provvedimento richiesto da tempo dai Verdi, visto che era obbligatoria dal 21 novembre 2002 in tutta la Lombardia. Il 21 febbraio 2004 era terminato il periodo sperimentale di 15 mesi fissato dalla Regione per raccogliere statistiche ed osservazioni ma il Comune ha tergiversato finora.
I progettisti riuscivano ad aggirare la legge regionale costruendo serre sopra il recupero di sottotetti senza sottoporle a valutazione di impatto paesistico in quanto piccole opere.
Ora potranno essere sottoposti a valutazione di impatto paesistico i nuovi grattacieli della Fiera, della Regione, del Comune e della Città della Moda, che incomberanno sulla città nascondendo il cielo e il sole.
Sfuggono ancora alla valutazione di impatto paesistico i parcheggi sotterranei, in cui la sistemazione di superficie, le rampe ed i corpi scala costituiscono una variazione dello stato dei luoghi e quindi dovrebbero essere sottoposti alla procedura.
Non si capisce perché non siano sottoposti alla procedura gli interventi sugli immobili sottoposti a vincolo monumentale, per i quali la Soprintendenza non valuta l'impatto paesistico.
Nulla viene detto sulla possibilità di indire, quando gli interventi superano la soglia di tolleranza e nel caso di progetti di particolare rilevanza pubblica, una conferenza pubblica tra i soggetti territorialmente interessati, al fine di valutare l’ammissibilità dell’intervento o di individuare possibili alternative o forme di mitigazione; a tale conferenza sono invitate le associazioni ambientaliste.
La pubblicazione della circolare il 26 novembre con decorrenza 1 dicembre porterà qualche progettista "furbo" ad affrettare la presentazione di qualche progetto prima che sia troppo tardi.
Nel presentare la circolare l'assessore Verga ha anche fornito alcuni dati statistici sulle valutazioni effettuate finora: quasi la metà dei progetti presentati per il recupero dei sottotetti sono stati respinti. A me risulta invece che su 711 recuperi sottotetti esaminati dal 27/11/03 al 14/10/04 solo 224 sono stati approvati senza modifiche, pari al 31% (vedi statistica). E' anche successo che sono state presentate varianti successive di piccolo impatto per evitare che i progetti fossero esaminati dalla Commissione Edilizia.
Il Gruppo Consigliare dei Verdi ha costantemente monitorato i progetti di recuperi dei sottotetti nell'ultimo anno richiedendo numerose visure (20) anche in seguito alle segnalazioni dei cittadini e presentando numerosi esposti al Settore Concessioni Edilizie, alla Commissione Edilizia e all'Osservatorio Edilizio e alcune interrogazioni nei casi più gravi. A fronte degli esposti il Comune ha in alcuni casi effettuato sopralluoghi ed intimato la sospensione dei lavori. In altri casi invece si è ancora in attesa di provvedimenti dei tecnici comunali.
La maggior parte degli abusi riscontrati riguarda differenze di altezza tra il progetto e la realizzazione per recuperare maggiore spazio fidandosi della mancanza di controlli. I tecnici comunali sono in numero insufficiente per controllare tutti gli interventi di recupero di sottotetti, che sono più di 1.000 all'anno. I controlli non possono essere effettuati dai vigili perché con le D.I.A. non esiste sul cantiere una copia timbrata delle tavole del progetto da poter paragonare a quanto realizzato.
La valutazione di impatto paesistico non serve se poi i progetti vengono cambiati secondo le necessità del proprietario del sottotetto.
Sarebbe inoltre necessario affidare ai Consigli di Zona compiti di controllo delle D.I.A. che sono gestite tutte centralmente. La trasformazione edilizia del territorio sfugge ormai completamente ai consigli di zona che sono gli unici che possono controllarla in una città della dimensione di Milano.
La Repubblica ha pubblicato un articolo citando anche il no del consiglio di zona 1 al recupero del sottotetto in via Verdi angolo via Manzoni.
Demolito l'abbaino di via Eustachi 4: era stato costruito senza l'autorizzazione del condominio (25/11/04)
Vittoria completa del condominio di via Eustachi 4: dopo la sentenza del tribunale civile di Milano che aveva ordinato la demolizione dell'abbaino, questo è stato sostituito da un lucernaio, simile agli altri già presenti sul tetto e invisibile dalla strada. Il proprietario aveva costruito l'abbaino a ferragosto contro il parere del condominio.
Dopo la sentenza ha offerto un indennizzo al condominio che è stato rifiutato. E' un importante precedente per altre cause che contrappongono chi recupera il sottotetto agli altri condomini.
Recupero sottotetto in via Verdi 2 angolo via Manzoni: il Consiglio di Zona 1 chiede la sospensione dei lavori in corso (24/11/04) (aggiornato il 5/8/05)
Il Consiglio di Zona 1 del Comune di Milano ha approvato all'unanimità una mozione urgente in cui si chiede l'immediata sospensione dei lavori in corso per recuperare il sottotetto della casa Morardet, che si affaccia su Piazza Scala all'angolo di via Verdi con via Manzoni.
La mozione fa seguito ad un mio esposto dell'11/6/04 già illustrato su questo sito.
La mozione, presentata dal consigliere dei Verdi Alessandro De Marinis e sottoscritta da tutto il centrosinistra, è stata approvata con il voto favorevole anche della maggioranza di centrodestra nella seduta serale di mercoledì 24 novembre 2004.
Il progetto presentato prevedeva di nascondere il piano aggiuntivo dell'edificio accanto al Teatro alla Scala con una balaustra dello stesso stile di quella della Scala, allegando un rendering da vicino che dimostrava questa tesi. In realtà la casa è visibile con vista a cannocchiale da tutta la Galleria Vittorio Emanuele e quindi da qui la balaustra non riesce a nascondere il piano aggiuntivo (vedi foto prima dei lavori da Piazza Scala e dalla Galleria ed ora da Piazza Scala e dalla Galleria.
Ora i lavori sono quasi ultimati e la rimozione parziale dei teloni di copertura mostra tutto l'impatto dell'intervento.
Con l'inaugurazione della Scala, oltre all'ellisse e al cubo dell'arch. Botta che incombono sul Teatro del Piermarini, vedremo anche questo piano aggiuntivo sul palazzo accanto.
Il Consiglio di Zona 1, valutando le fotografie del palazzo prima dei lavori e allo stato odierno, e non avendo finora potuto esprimere alcun parere sul progetto, che è stato visto solo dagli uffici tecnici centrali del Comune, ha chiesto copia del progetto e dei pareri espressi e la sospensione dei lavori in corso.
Le legge regionale per il recupero dei sottotetti in Lombardia ha colpito ancora nel centro storico di Milano. E' ora di cambiarla!
L'assessore regionale Moneta continua a difenderla e l'assessore comunale Verga non vuole proteggere Milano inserendo norme restrittive nel piano regolatore.
In un articolo di Repubblica Verga ha dichiarato "ineccepibile" il recupero di questo sottotetto.
Nuova Fiera: i residenti contestano la presentazione del progetto di Citylife (23/11/04)
Vedi il sito www.quartierefiera.org per maggiori informazioni.
Si è svolto il 23/11 presso l'Hotel Executive in corso Sempione l'incontro "La nuova Fiera lascerà un segno a Milano: dal progetto alla nuova città" organizzato dalla Presidenza del Consiglio di Zona 8 per informare i cittadini sul progetto Citylife.
L'illustrazione del progetto è consistita nella visione di un filmato con il rendering del progetto e di alcune diapositive presentate dall'arch. Maggiora di Torino, uno dei progettisti insieme a Hadid, Isozaki e Libeskind.
Dalla piantina presentate (in verde la parte a parco) è risultato evidente come il parco sia tutto interno al nuovo quartiere in quanto gli edifici residenziali sono stati pensati come un proseguimento del quartiere intorno all'ex-recinto fieristico. Maggiora ha sostenuto che l'altezza degli edifici è uguale a quella degli edifici del vecchio quartiere, dichiarazione chiaramente smentita dal plastico esposto nell'albergo fino al 30 novembre (foto plastico da piazza Giulio Cesare, da largo Domodossola, da viale Eginardo).
La quota degli edifici residenziali parte da un livello notevolmente più alto degli edifici circostanti per aumentare verso i grattacieli centrali.
E' stato precisato che il numero dei posti auto previsti è di circa 15.000 e non 3.000 come indicato sulla documentazione fornita ai partecipanti. Non è stato però chiarito dove siano e se gli alberi, rappresentati come più alti di 5 piani, siano piantati nel terreno o in 2 metri di terra sopra i parcheggi, senza possibilità di crescere molto in altezza.
E' stato spiegato che ora partirà la stesura del Piano Integrato di Intervento che necessiterà dai 12 ai 18 mesi per completare l'iter, con l'approvazione della valutazione di impatto ambientale, l'adozione da parte della giunta, la raccolta del parere da parte del Consiglio di Zona e delle osservazioni dei cittadini, l'approvazione da parte del Consiglio Comunale.
Successivamente i progetti esecutivi dovranno essere approvati dalla Commissione Edilizia Integrata per gli aspetti paesistici e dagli uffici tecnici comunali, dalla ASL e dai Vigili del Fuoco.
Alla fine degli interventi ufficiali è stato concesso solo un quarto d'ora per gli interventi del pubblico. Ha preso la parola l'arch. Brenna che ha illustrato i motivi del ricorso al TAR firmato da alcuni residenti, legati alla violazione di numerose norme urbanistiche che hanno concesso alla Fiera delle volumetrie eccessive.
Alcuni residenti sono intervenuti per criticare il progetto ed in particolare il poco verde ed i problemi di circolazione che potrebbe creare, dato che comunque la fiera continuerà a organizzare esposizioni nella parte che rimane del quartiere fieristico.
E' stato distribuito a tutti i presenti (circa 100 persone) il volantino dell'Associazione che sarà diffuso nei prossimi giorni in tutto il quartiere.
Il progetto è uscito alquanto malconcio dal dibattito, al punto che l'arch. Maggiora ha dovuto ammettere che lo vogliono rivedere per dare sbocco al parco verso Piazza Giulio Cesare spostando alcuni edifici.
Le critiche al progetto sono state ripresentate alle 18.30 alla presentazione del libro la Fiera di Milano, memoria e immaginazione presso l'Urban Center in Galleria, a cui ha partecipato l'assessore Verga che non era potuto venire la mattina. Un residente ha preso la parola per contestare la definizione di Central Park per il giardino condominiale previsto dal progetto. L'assessore Verga ha risposto sostenendo che l'insieme delle aree verdi dei PII approvati finora è pari alla dimensione di 3,5 milioni di mq di Central Park, con un verde più distribuito e più fruibile. Dichiarazione contestabile, vista la scarsa qualità del verde previsto nei vari PII, che è spesso collocato in aree residuali vicino a strade di grande traffico e tangenziali dove non si possono costruire nuovi edifici e che comprende aree di scarso valore sopra parcheggi e all'ombra dei grattacieli.
E' un verde che serve a vendere i nuovi appartamenti residenziali ma che non aumenta la dotazione di verde degli abitanti che abitano intorno.
La Provincia vuole recuperare il Diurno Venezia come Museo del cinema (20/11/04)
L'Assessore alla Cultura della Provincia di Milano Daniela Benelli ha ripreso una sua vecchia idea di quando era assessore 5 anni fa: trasformare il Diurno Venezia in Museo del cinema. In una intervista pubblicata su Repubblica il 17 novembre scorso ha dichiarato:
"Recupereremo alla città l'ex-Albergo Diurno di Porta Venezia , un mio vecchio pallino. Ne ho già parlato col Comune. Questa struttura oggi dimenticata va riabilitata. Potrebbe diventare un grande polo con lo Spazio Oberdan, ospitando il Museo del cinema, oltre che diventare luogo espositivo per giovani artisti. Anche per l'Oberdan farò dei cambiamenti: ne vorrei fare un centro per la contemporaneità artistica".
In un colloquio telefonico l'Assessore mi ha confermato che il Museo del Cinema sarà ospitato nel salone del parrucchiere e manicure mentre la parte dei bagni sarà trasformata in luogo espositivo. Sarà forse necessario aprire una nuova scala di accesso tra le due colonne. Ho chiesto che venga conservata la statua all'ingresso dei bagni ed almeno un bagno di lusso come ricordo della vecchia destinazione.
Per il progetto verrà fatto un concorso di idee che privilegerà i giovani architetti. Il progetto dovrà comunque essere sottoposto alla Sovrintendenza ai Beni Architettonici della Lombardia in quanto la struttura è sottoposta a vincolo monumentale. Questo fatto dovrebbe essere una garanzia che il salone verrà adeguatamente restaurato e gli arredi del 1924 conservati.
Sarà anche necessario trovare una sistemazione per il barbiere che ancora lavora nel salone e ne è stato il custode finora.
Il restauro del Diurno è stato trattato nelle seguenti notizie:
La rivista gratuita Urban dedica un articolo al Diurno Venezia (1/12/03)
I consiglieri di centrosinistra in Provincia chiedono di restaurare il Diurno Venezia (18/11/03)
I Verdi chiedono il restauro del Diurno in Porta Venezia (17/10/03)
Nuova Scala: l'ellisse ed il cubo non piacciono alla città, articoli del Giorno e Repubblica, vota no all'ellisse di Botta (19/11/04)
Sono ormai completati i nuovi volumi costruiti dietro la facciata della Scala: il cubo sopra il palcoscenico e l'ellisse verso via Filodrammatici progettati dall'architetto ticinese Mario Botta (foto dall'uscita della Galleria, da via Case Rotte, da via Case Rotte).
Il Corriere della Sera ha pubblicato il 21/11 uno spaccato della nuova Scala; si vede che nell'ellisse sono ospitati:
L'impatto dei nuovi volumi sono quelli che i Verdi avevano previsto e di cui questo sito si è già occupato, lanciando una raccolta di firme contro il progetto:
Ora i quotidiani milanesi, all'approssimarsi dell'inaugurazione della Scala il 7 dicembre prossimo, danno spazio alle critiche di milanesi e turisti; il Giorno del 16 novembre titola Ellisse e cubo ? Davvero orribili, questa Scala non piace a nessuno, Repubblica ha lanciato un sondaggio sull'ellisse ed ha dedicato due pagine dal titolo: Scala, l'ellisse divide la città, grandi architetti la bocciano: non centra nulla con il teatro, con una replica di Botta e una lista di pareri di milanesi.
Mentre il cubo sopra il palcoscenico è indispensabile per la gestione delle scene, l'ellisse potrebbe anche essere demolita perché nel frattempo la Scala ha deciso di ristrutturare la palazzina di sua proprietà in via Verdi, che inizialmente voleva vendere. Servirà per gli uffici della Scala: perché non mettervi anche i camerini dei tecnici, orchestra e ballerini ospitati nell'ellisse ?
Essendo questa considerata sostanzialmente un volume tecnico, se non serve più può essere tranquillamente demolita.
Vi invito a partecipare al sondaggio votando no all'ellisse di Botta.
Alla chiusura del 25 novembre hanno votato 3200 persone, dando i seguenti voti:
Lei ritiene che la Scala restaurata sia più bella di prima? Si 47%, No 53%
Le piace il nuovo palcoscenico, come appare nelle immagini di questi giorni? Si 73%, No 27%
Le piace l’ellisse di Botta, che si vede da piazza Scala? Si 29%, No 71%
Risulta chiaro quale è il parere dei milanesi sulla ristrutturazione della Scala, tanto reclamizzata dalla Giunta Albertini.
La Repubblica ha pubblicato il risultato del sondaggio con un articolo del 27 novembre: Palcoscenico promosso, bocciata l'ellisse.
Sul Corriere Pieluigi Panza ha intervistato l'architetto Botta che ha dichiarato: "lo so che abbiamo turbato psicologicamente un'immagine definita della città".
Iniziative di Ciclobby per sostenere la circolazione delle biciclette a Milano (4/11/04)
Ciclobby con altre associazioni ha lanciato un appello a favore delle biciclette a Milano e sta organizzando le seguenti iniziative:
20 novembre 2004
manifestazione pro bicicletta con parole, musica e spettacoli: ore 10.00 presso il Teatro delle Colonne in Corso P.ta Ticinese 45 Milano
biciclettata di civile e democratica protesta per il quasi nulla che si fa a Milano per far circolare in sicurezza e comfort le biciclette: ore 14,30 ritrovo in viale Brianza verso Loreto - ore 15,00 partenza con brevi soste in Regione, Provincia, Prefettura e arrivo a Palazzo Marino (p.zza Scala)
21 novembre 2004
giornata senz’auto: i volontari di FIAB Ciclobby sono a disposizione dei milanesi in bici per visite guidate della città (informazioni presso Ciclobby e sui media cittadini)
Bosco Sondrio-Gioia: abbattuti gli alberi nell'indifferenza delle istituzioni (3/11/04)
Purtroppo la battaglia degli abitanti di via Sondrio e Gioia per salvare dall'abbattimento 18 alberi di grandi dimensioni cresciuti da 70 anni tra le case è stata persa: è iniziato il taglio degli alberi per costruire un parcheggio privato. Il Comitato Sondrio-Gioia ha emesso un comunicato stampa denunciando il comportamento del Comune e del Consiglio di Zona 2.
Parcheggio sotterraneo di via Bazzini: raccolta di firme contro il progetto (30/10/04)
In via Bazzini è prevista la costruzione di un parcheggio di 242 box per residenti su 6 piani sotto l'attuale giardinetto, con l'eliminazione dell'albero del paradiso vecchio almeno 40 anni che svetta per almeno 20 metri. Un piano è destinato alla Clinica Santa Rita.
Il Consiglio di Zona 3 aveva autorizzato la localizzazione del parcheggio perché il Comune aveva promesso un parcheggio meccanizzato, in modo che non vi fossero grate con inquinamento per il parco giochi.
L'impresa Vitali, che ha vinto il bando con un parcheggio a rampe, ha chiesto di portare il numero dei piani da 6 a 5 estendendo il parcheggio sotto la strada. In tal modo si evita di scavare sotto il livello dell'acqua di falda.
Ora il progetto dovrà tornare in Consiglio di Zona 3.
Un gruppo di cittadini vuole salvare l'albero e si oppone al blocco della strada per gli scavi, preferendo un parcheggio meccanizzato. E' in corso una raccolta di firme su una petizione nella portineria di via Bazzini 9. Per informazioni rivolgersi alla Signora Bernardi.
Progetto Fiera: comunicato dell'Associazione Vivi e Progetta un’altra Milano, lettera al Sindaco e intervento su ChiamaMilano di Giovanna Franco Repellini (28/10/04)
Vedi il sito www.quartierefiera.org per maggiori informazioni.
Associazione Vivi e Progetta un’altra Milano
Resoconto della riunione aperta ai cittadini, Giovedì 21 ottobre, sul tema: “Progetto Fiera: meraviglia o disastro per il quartiere”?
Hanno partecipato circa 180 persone, nella sala concessa dalle suore Angeliche (v. Buonarroti 49).
L’arch. Sergio Brenna ha illustrato le caratteristiche del nuovo quartiere
che dovrebbe sorgere sull’area dimessa dalla Fiera, secondo il progetto
assegnato a Citylife. Brenna ha anche spiegato i motivi del ricorso presentato
al TAR, che possono essere sintetizzati come segue. La legge prevede che nuovi
edifici debbano normalmente conformarsi alle caratteristiche del quartiere,
che, nel caso della Fiera, comporterebbe ad esempio altezze massime attorno ad
otto piani. Questa norma non si applica nel caso di progetti integrati di ampie
dimensioni, per i quali è ammessa una tipologia “autonoma” dal quartiere
circostante; tuttavia, in tal caso, è prescritto un rapporto tra volume e area
che é all’incirca la metà di quello che è stato concesso a Fiera.
Nel dibattito sono emersi tra gli altri i seguenti punti:
- Traffico. La Fiera costituisce un ostacolo ai flussi nord-sud ed est-ovest; è questo un problema già ben noto e discusso da tempo. Gli “utenti” che graviteranno sul nuovo quartiere sono 15.000. Il progetto Fiera non affronta il problema della viabilità. Poiché non sono previste strade di attraversamento del nuovo quartiere, è stata espressa da molti la preoccupazione che tutto il traffico addizionale si riverserà sulle strade che attorniano la Fiera, già oggi insufficienti ed intasate. Alcuni hanno anche rilevato che la linea uno della Metropolitana, già oggi satura e che dovrà in più servire il nuovo polo fieristico di Rho-Pero, non potrà reggere il carico addizionale del nuovo quartiere.
- Parcheggi: situazione destinata a peggiorare drasticamente, anche solo per gli “utenti” occasionali.
- Verde. Sono state stigmatizzate le espressioni del Sindaco Albertini, che parla di “Central Park” o di “nuovo polmone verde per Milano”: in realtà, di verde “vero” ce n’è molto poco, e quasi tutto di natura “condominiale”: sperso tra gli edifici, per renderli più vivibili e vendibili. Nessuno spazio godibile per il quartiere. Sotto questo aspetto, appare preferibile il progetto di Renzo Piano, che compatta il verde disponibile in un’area omogenea.
- Estetica. Sottolineato il contrasto con il resto del quartiere, in particolare per l’altezza non solo dei grattacieli ma anche dei palazzi, con 18-28 piani, incombenti su tutti gli edifici attorno.
- Procedura. Critiche al Comune per aver lasciato la scelta del progetto interamente alla Fondazione Fiera. Critiche a Formigoni ed Albertini, che invece di tutelare gli interessi della Città si sono associati alla campagna di stampa a favore del progetto, prima ancora che questo venisse ufficializzato.
- Qualcuno ha anche suggerito che si studino modi alternativi per finanziare la Fondazione Fiera senza deturpare la città.
Al termine della riunione sono state raccolte le firme per una lettera aperta al Sindaco Albertini, ed è stato deciso di continuare l’opposizione al progetto in varie forme, sia per ottenere una riduzione della volumetria, sia perché il progetto venga modificato in risposta a quanto sopraL'arch. Giovanna Franco Repellini ha pubblicato su ChiamaMilano del 27/10 un articolo "Paesaggi Urbani/Paesaggi Umani" con interessanti critiche al progetto.
Manfredi Catella del Gruppo Hines ammette l'errore nel Master Plan sulle distanze dei nuovi palazzi da quello di via Viganò 8 (25/10/04)
Il 25/10 Manfredi Catella del Gruppo Hines ha presentato alla Fondazione dell'Ordine degli architetti il progetto della Città della Moda.
Al termine della presentazione ho fatto due osservazioni:
1) La piazza circolare pedonale toglie importanza al giardino che doveva diventare il punto centrale del progetto e degli attraversamenti tra i vari quartieri intorno: in tal modo si valorizzano gli spazi commerciali privati che si affacciano sull'isola pedonale ma si scoraggia l'utilizzo del giardino pubblico
2) L'eccessiva vicinanza e altezza degli edifici davanti a via Viganò viola la norma dei ribaltamenti dei fronti del Regolamento Edilizio
Alla prima domanda ha risposto che il giardino previsto da Nicolin era circondato da quattro strade di alta percorrenza e non era quindi di facile accesso; la zona pedonale ne facilita l'accesso interrando viale della Liberazione. Ha ammesso che il museo della moda occupa una parte del giardino ma ha sostenuto che contribuisce a tenerlo vivo.
Alla seconda domanda ha risposto che se ne sono accorti dopo aver preparato il plastico ma che le altezze dei due edifici davanti a via Viganò 8 sono state abbassate nel Master Plan. Sarà vero ? Sto aspettando la risposta ufficiale del Comune al mio esposto. Sembra incredibile che sia stato necessario il mio esposto per far rispettare il Regolamento Edilizio.
PII Garibaldi- Repubblica: mia lettera al Comune per denunciare l'eccessiva vicinanza dei nuovi palazzi a quelli esistenti in via Algarotti e Viganò e chiedere la valutazione di impatto paesistico (24/10/04)
Il progetto di Pei per la nuova sede della Regione e quello di Pelli per la città della Moda violano il regolamento edilizio del Comune di Milano e le indicazioni del Piano Integrato di Intervento perché i nuovi edifici sono troppo vicini in rapporto alla loro altezza agli edifici di via Viganò 8, via Algarotti 4 e via Galvani 21.
L'art. 27.2 del Regolamento edilizio prescrive :
Ove le fronti finestrate o cieche delle nuove costruzioni vengano progettate in maniera tale da fronteggiare, anche parzialmente, fronti finestrate o a loro volta cieche di edifici preesistenti, il corretto rapporto tra fronte della costruzione ed edifici circostanti deve soddisfare la condizione per cui, in sede di verifica grafica una retta, inclinata di 60° sul piano orizzontale del pavimento del locale abitabile ubicato nella posizione più sfavorevole rispetto allo spazio sul quale prospetta, condotta sull'asse della finestra di quest'ultimo a partire dal paramento esterno della fronte della costruzione su un piano perpendicolare alla fronte stessa, risulti esterna al profilo degli edifici circostanti, anche di terzi, comprese le sporgenze.
L'art. 6 del P.I.I. prescrive che "le norme di ribaltamento dei fronti di cui all'art. 27.2 del Regolamento edilizio sono valide esclusivamente nei confronti degli edifici preesistenti."
Gli edifici di Pelli distano dal condominio di via Viganò 8 tra i 20 e i 24 metri e dovrebbero essere alti al massimo tra i 35 e i 44 metri, mentre raggiungono l'altezza di circa 60 metri, togliendo luce e visibilità al condominio.
Il serpentone di Cobb e Pei lungo via Algarotti arriva a filo del marciapiede con la sua altezza di 10 piani (30 metri circa), su una strada larga circa 9 metri.
Ho inoltre chiesto che venga effettuata la valutazione di impatto paesistico sui due progetti in base al Piano Territoriale Paesistico della Regione Lombardia con l'esame da parte della Commissione Edilizia Integrata e la convocazione di un'assemblea pubblica tra i soggetti territorialmente interessati, compreso il Consiglio di Zona 9, con la partecipazione delle associazioni ambientaliste.
Ecco il testo dell'esposto protocollato il 19/10/04 e inviato al Dott. Cazzani, Direttore Centrale Pianificazione Urbana e P.R. e al Segretario Generale Dott. Albanese.
Giardino in Gioia: l'Ospedale Maggiore l'ha venduto all'asta nel 1989 alla Cogefar Torno per 20 miliardi contravvenendo al lascito del 1964 di Giuditta Faini Sommaruga che lo destinava a scopi ospedalieri, vietandone l'affitto e la vendita (23/10/04)
Ho faticosamente ricostruito la situazione della proprietà del Giardino in Goia in via Melchiorre Gioia 39 - via Algarotti tramite lunghe ricerche alla Conservatoria dei Registri Immobiliari, alla Biblioteca Nazionale di Brera e all'Archivio Notarile.
Nel catasto del 1888 il terreno, che comprendeva la cascina Abbadesse, è di proprietà di Angelo Longone che dal 1884 aveva un ortofrutta; alla sua morte nel 1889 gli succede la figlia Emilia Longone il cui marito Angelo Sommaruga prosegue la produzione ortofrutticola. Nel 1928 Emilia Longone muore e lascia il terreno in eredità alla figlia Giuditta Sommaruga Faini, nata nel 1875. Al posto dell'ortofrutta subentra nel 1934 il floricultore Elia Fumagalli.
Giuditta Faini Sommaruga continua ad abitare nella casa di via Melchiorre Gioia 39, che era una villa di 3 piani. Nel 1941 muore di poliomelite la figlia Emilietta all'età di 39 anni. Nell'agosto del 1944 la villa viene colpita dai bombardamenti e quasi distrutta. Negli ultimi anni della sua vita Giuditta va ad abitare all'Hotel Touring di via Vittorio Veneto. Muore all'età di 89 anni il 7 marzo 1964 e nel testamento lascia il terreno all'Ospedale Maggiore di Milano, a condizione che "la proprietà di via Melchiorre Gioia 39, cioè la casa di abitazione con annesso giardino, non venga venduta né data in affitto, ma sia mantenuta fra le proprietà dell'Ospedale Maggiore, non solo ma venga bensì destinata ed adibita a scopi Ospitalieri, con Impianti di Terapia Fisica o come meglio crederà, per lenire le sofferenze dell'umanità, e che venga intestata in memoria di mia madre Emilia Longone vedova Sommaruga, portando il nome della stessa".
L'Ospedale Maggiore deve anche assumersi il costo del mantenimento della tomba sua e della figlia al Cimitero Monumentale (portico superiore BG ponente arcata 60 del celebre scultore Giannino Castiglioni) e delle tombe dei genitori Angelo e Emilia (arcata 45 nello stesso portico). L'Ospedale Maggiore accetta l'eredità e la tiene come cespite a reddito, incassando l'affitto del vivaio Fumagalli.
Nel 1983 decide di venderla insieme ad altri terreni ed immobili e ottiene l'autorizzazione, essendo un bene inalienabile, dalla Giunta Regionale presieduta da Guzzetti. Tuttavia si dimentica della particelle catastale n. 20 e deve richiedere una nuova autorizzazione, che viene ottenuta solo nel 1988, con la giunta Tabacci; tra gli assessori c'è Gianni Verga, attuale Assessore al Territorio del Comune di Milano.
Nel frattempo il terreno, che nel piano regolatore era assegnato a Verde Comunale, entra a far parte della variante Z2 che prevede di creare nell'area un centro direzionale, condividendo i diritti volumetrici con gli altri terreni della zona. Il valore del terreno viene valutato da un perito di circa 11 miliardi e questa è la base dell'asta che viene effettuata il 18 dicembre 1989 presso il Notaio Michele Marchetti.
L'asta, dopo numerosi rilanci, viene vinta con un'offerta di 20 miliardi dall'impresa Cogefar Torno, proprietaria del terreno adiacente. In seguito a fusioni tra società i due terreni sono attualmente di proprietà della ILIM S.p.A..
Il vivaio Fumagalli viene sfrattato e lascia il terreno cinque anni fa. La variante Z2 viene annullata dal TAR nel 1990, nel 1991 viene bandito il concorso per un nuova sistemazione dell'area, vinto dall'arch. Nicolin. Il progetto vincitore non prevede nulla per via Algarotti ma nel 1999 Nicolin, che riceve un incarico ufficiale di pianificazione da parte del Comune, prepara un progetto che prevede il mantenimento del verde e la costruzione di edifici bassi lungo viale Restelli. L'edificio della Regione è collocato vicino al grattacielo attuale del Comune, alla fine di via Restelli.
Solo nel 2000, con l'accordo di programma tra Regione, Provincia e Comune, e nel 2001, con il P.I.I. Garibaldi-Repubblica, viene previsto di collocare la nuova sede della Regione tra viale Restelli e via Melchiorre Gioia. La Regione bandisce un concorso che viene vinto dagli architetti Pei e Caputo con un progetto che prevede vari edifici su tutta l'area compresa tra via Algarotti, Restelli e Melchiorre Goia.
E' la fine definitiva del Giardino in Gioia.
Ora gli abitanti dell'Isola e di via Algarotti stanno preparando un ricorso al TAR contro il Piano Integrato di Intervento e vogliono salvare il bosco chiedendo alla Provincia di dichiarare "alberi monumentali" le piante più significative.
Ho segnalato la situazione alla famiglia Bellavite, cugini di Giuditta Sommaruga, che ci sostengono nella nostra battaglia per salvare il Giardino in Gioia e che non sapevano nulla della vendita del terreno.
Come per tutti i benefattori dell'Ospedale, questo commissionò un quadro di Giuditta Sommaruga; l'artista prescelto, grazie all'entità del lascito, fu Bernardino Palazzi (Nuoro 1907-Milano 1986), il ritrattista più apprezzato dell'alta borghesia negli anni intorno alla guerra. Il quadro è stato pubblicato nel catalogo della mostra sulla quadreria dell'Ospedale Maggiore (907. Giuditta Sommaruga, Olio su tela, 201 - 120 cm, Ospedale maggiore /Cà Granda, ritratti moderni, Electa) con il seguente commento:
"Nata da agiata famiglia milanese - il nonno aveva impiantato un prospero stabilimento ortobotanico - Giuditta Sommaruga condusse una giovinezza spensierata. Nel 1901 sposò un amministratore della ditta paterna, dal quale ebbe un'unica figlia che fu colpita in tenera da poliomelite. Le sofferenze spinsero la benefattrice a condurre una vita triste e isolata, specie dopo la morte della figlia avvenuta nel 1941. Con testamento olografo redatto nel marzo 1957, dispose di nominare suo erede universale l'Ospedale Maggiore, che alla morte della testatrice entrò in possesso di un grosso lascito ammontante a circa un miliardo e settecento milioni di lire. Giuditta Sommaruga si spense a Milano il 7 marzo 1964.
Palazzi, incaricato di eseguirne il ritratto il 14 maggio 1964, nel dicembre successivo presentò un bozzetto che venne approvato dalla Commissione Artistica. Nel febbraio 1965 il dipinto era stato portato a termine, ma il pittore fu invitato a ritoccare e modificare la figura. Preferì quindi mettere mano ad un nuovo ritratto che fu incluso dagli esperti ospedalieri nelle collezioni della Ca' Granda il 13 maggio 1966. Anche questo lavoro di Palazzi testimonia della vasta pratica del pittore nel campo della ritrattistica. La figura della benefattrice è inserita in una composizione di sereno equilibrio, ravvivata dalla presenza dei fiori e della tenda mossa dal vento. "
Progetto Fiera: 150 abitanti alla riunione indetta dall'Associazione Vivi e Progetta un’altra Milano contro il progetto vincitore; si è conclusa la mostra dei progetti alla Triennale, i visitatori bocciano il progetto vincitore (22/10/04)
Si è tenuta il 21 ottobre la riunione aperta sul tema "Il Progetto Fiera: Meraviglia o disastro per il quartiere ?" indetta dall'Associazione Vivi e Progetta un'altra Milano. Erano presenti circa 150 abitanti del quartiere intorno alla fiera.
L'arch. Brenna del Politecnico di Milano ha illustrato il progetto ed il ricorso al TAR che l'Associazione sta preparando, basato sulla violazione del decreto 1944/68 che prescrive distanze minime e altezze massime degli edifici in assenza degli standard minimi per i nuovi abitanti. Gli interventi hanno criticato il progetto per i seguenti aspetti:
L'associazione preparerà un sito internet (www.quartierefiera.org) e farà in modo di informare tutti gli abitanti delle sue iniziative.
Si è conclusa nello stesso giorno la mostra dei 5 progetti presentati al concorso; ho potuto leggere il secondo libri delle firme con i commenti dei visitatori tra l'8 ed il 21 ottobre ma non il primo tra il 23 novembre e il 7 ottobre.
I visitatori che hanno espresso un parere sui progetti si sono così espressi:
Secondo una hostess della fiera presente all'ingresso i visitatori hanno quasi tutti bocciato il progetto vincitore, dando al preferenza a Renzo Piano.
L'Associazione creerà un sito internet ed indirà nuove riunioni. Sono intervenuto parlando del PII Garibaldi-Repubblica e di come in generale la Giunta Albertini usa il verde come fumo negli occhi per la costruzione di volumetrie eccessive. E inoltre questo verde viene destinato ai nuovi abitanti e non a quelli che ci sono già intorno.
Stazione Centrale: il Tar del Lazio deciderà il 16 dicembre sul ricorso contro il progetto di Grandi Stazioni (20/10/04)
Dopo ripetute sollecitazioni il TAR del Lazio ha fissato per il 16 dicembre 2004 l'udienza pubblica per la discussione nel merito del ricorso di Italia Nostra e Michele Sacerdoti contro la delibera del CIPE, che ha approvato il progetto definitivo di ristrutturazione delle opere interne della Stazione Centrale di Milano e il progetto preliminare delle opere esterne .
Speriamo di ottenere la sentenza prima che venga assegnata la gara indetta a fine agosto scorso.
Il Progetto Fiera: Meraviglia o disastro per il quartiere - giovedì 21 alle 21 in via Buonarroti 49 discussione del progetto (16/10/04)
Nel recinto della “vecchia Fiera” progettano di costruire tre altissimi grattacieli, uffici per 5.000 impiegati, palazzoni per altrettanti residenti: una nuova città nella città! Mentre lo spazio verde sarà pochissimo, quali saranno gli effetti sul traffico e sui parcheggi ? Il Comune deve ancora approvare il progetto scelto dalla Fondazione Fiera: è possibile migliorarlo?
L'Associazione Vivi e Progetta un’altra Milano invita tutti i residenti a far sentire la loro opinione, in una riunione aperta dove verrà anche illustrato il progetto, giovedì 21 ottobre alle ore 21, in via Buonarroti 49 in una sala gentilmente concessa dalle Suore Angeliche.
I riferimenti sono Giorgio Ragazzi giorgio.ragazzi@unibg.it e Rolando Mastrodonato mastrodonato.rolando@generali.it
Ulteriori opinioni sul progetto uscite sulla stampa sono riportate nelle notizie del 14/8/04 e del 23/9/04.
Vedi il sito www.quartierefiera.org per maggiori informazioni.
No di residenti e commercianti al nuovo progetto di parcheggio sotterraneo in piazza Oberdan (12/10/04)
Il Comune fa ripartire il progetto del parcheggio di piazza Oberdan, che prevede 190 posti a rotazione e 50 per i residenti ed è subito guerra.
Dopo lo stop del progetto all’inizio dell’anno perché metteva a rischio il bagolaro monumentale vicino all’edicola, i promotori hanno presentato un nuovo progetto.
I posti auto persi intorno e sotto la pianta sono stati recuperati estendendo lo scavo verso corso Buenos Aires nella zona davanti all’Hotel Mercury. Viene tenuto libero un quadrato di 10 metri di lato intorno al bagolaro. La rampa circolare davanti alla farmacia Diana rimane ma ora serve per l’entrata al parcheggio, mentre la rampa davanti all’edicola serve per l’uscita ed è posizionata dietro l’attuale edicola. I chioschi dell’edicola e del fiorista sono posti tra la rampa e l’attuale sede stradale e non consentono l’ingresso da dietro.
E’ confermato il rondò davanti a Gucci, lo spostamento delle rotaie dalla stessa parte dei platani verso via Malpighi e la pedonalizzazione della sede stradale tra i platani e l’edicola. L’uscita da via Malpighi non prevede più la gimcana intorno alla rampa circolare.
Il corpo scale ed ascensore del parcheggio è collocato davanti all’albergo vicino alla scala mobile del metrò. Il giardino di pregio previsto al posto delle attuali aiuole che prevedeva 6 magnolie e alcune aiuole viene impoverito.
L’Apcoa, futuro gestore del parcheggio, ha acquisito in luglio scorso la gestione del parcheggio di viale Majno, che minacciava di appellarsi alla convenzione con il Comune che impediva di costruire altri parcheggi nel raggio di 300 metri. Per riempirlo ha ottenuto la pedonalizzazione di Piazza Duse e l’eliminazione delle strisce blu in viale Majno. La tariffa è di 2 euro all'ora per le prime otto ore, 16 euro per l'intera giornata. Con la costruzione del parcheggio di piazza Oberdan si creerà una situazione di monopolio che manterrà alte le tariffe.
Continua a non esservi traccia del progetto di parcheggio meccanizzato richiesto dal Consiglio di zona per poterlo confrontare con il parcheggio a rampe. Il progetto è all’esame della Soprintendenza ai Monumenti in quanto la piazza è vincolata mentre il Consiglio di Zona 3 lo vedrà prossimamente.
Gli abitanti e commercianti del quartiere continuano ad apporsi al progetto ed è in corso una raccolta di firme presso il panettiere, il fioraio ed il giornalaio della piazza, sul lato di viale Piave. Gravi sono le preoccupazioni per la durata del cantiere, almeno due anni e mezzo, e sulle conseguenze economiche sui negozi. Le case a due piani di piazza Oberdan 6 e 8, costruite all’inizio del ‘800 e che vibrano ad ogni passaggio del metrò e del passante, rischiano di avere grossi danni dallo scavo.
Il giornale Libero ha pubblicato un articolo sulla vicenda il 15/10/04, il Giorno un articolo il 17/10/04.
Il Consiglio di Zona 3 chiede al Comune di dare il proprio parere sulla nuova versione della normativa sui sottotetti nelle zone di recupero B2 del piano regolatore (7/10/04)
Il Consiglio di Zona 3 ha approvato nell'ultima seduta una mia mozione contro il tentativo dell'Assessore Verga di peggiorare la normativa dei sottotetti. E' stato chiesto di rinviare in zona il nuovo testo dell'art. 19 bis del piano regolatore che prevede di poter cambiare il profilo dei tetti in una serie di edifici con facciate decorate nelle zone B2 di recupero, come il Lazzaretto. L'assessore voleva mandarlo direttamente in Consiglio Comunale.
Il parcheggio di Piazza Aspromonte è stato tolto dal bando dei parcheggi per residenti del 2004 (30/9/04)
L'Assessore Goggi ha dichiarato alla Commissione Traffico del Comune che il parcheggio di Piazza Aspromonte è stato stralciato dal nuovo bando dei parcheggi per residenti a causa dell'opposizione degli abitanti e del consiglio di zona 3. L'unico parcheggio in zona 3 previsto è quello di Piazza Bacone. Tuttavia il parcheggio di piazza Aspromonte rimane nel Piano Urbano Parcheggi e sarà riproposto al consiglio di zona in una nuova versione.
Il Comitato di Piazza Aspromonte ha subito emesso un comunicato stampa. felicitandosi della decisione.
Riprende le pubblicazioni la Voce di Zona 3: due miei articoli sulla Stazione Centrale e sui Parcheggi Sotterranei (24/9/04)
Dopo un anno di interruzione riprende ad uscire la Voce di Zona 3, fondato 10 anni fa sulla base di una mia idea e a cui ho collaborato negli anni con numerosi articoli. E' un mensile indipendente e gratuito, distribuito in 15.000 copie nei negozi della zona. Si regge interamente sulla pubblicità.
Ho scritto gli articoli Stazione Centrale: da alcuni residenti di Zona 3 ricorso al TAR contro il progetto di Grandi Stazioni e Parcheggi sotterranei: si diffonde l'opposizione dei residenti.
Nuove critiche ai nuovi grattacieli per la Fiera di Milano da parte del Giornale dell'Architettura , Marco Romano e Claudio de Albertis (23/9/04)
Vedi il sito www.quartierefiera.org per maggiori informazioni.
Il vicedirettore del Giornale dell'Architettura Pierre-Alain Croset ritiene il progetto vincitore il peggiore dei tre finalisti (pagina 1 e pagina 2), Marco Romano chiede modifiche al progetto soprattutto per quanto riguarda il verde, Claudio de Albertis critica la posizione di Romano. Ecco la vignetta pubblicata dalla rivista inglese "Architects' Journal".
Sottotetti nel centro storico di Milano: la procedura seguita dal Comune sembra violare le norme sulle varianti del Piano Regolatore e passibile di ricorso al TAR , inviata una lettera all'Urbanistica anche per i sottotetti delle zone B2 (22/8/04)
Il Corriere della Sera del 4 agosto scorso ha pubblicato l'avviso che la variante del Centro Storico che blocca le sopraelevazioni dei tetti per gli edifici anteriori al 1949 è stata approvata dalla Provincia di Milano ed è quindi definitiva.
Poco dopo averla inviata alla Provincia per l'approvazione il Comune ha però riaperto i termini per le osservazioni su questa norma e sta modificandola sottoponendo un nuovo testo al Consiglio Comunale per l'approvazione.
Secondo me la procedura seguita è errata: il Comune non avrebbe dovuto mandare alla Provincia e Regione la variante se intendeva modificarla ulteriormente. Con la pubblicazione definitiva a mio parere le osservazioni presentate e le controdeduzioni del Comune sono azzerate. Se il Comune vuole modificare le norme dovrebbe avviare un nuovo procedimento di variante e, visto che il nuovo testo è meno restrittivo dei quello attuale, le norme attuali dovrebbero valere sino all'approvazione definitiva del nuovo testo.
Ho scritto una lettera in proposito al Direttore Centrale dell'Urbanistica dott. Cazzani, al Segretario Generale, agli assessori al territorio di Provincia e Regione. Vediamo cosa rispondono. Gli uffici dell'Urbanistica, da me interpellati, mi hanno dato pareri contrastanti sulla correttezza della procedura seguita.
Nel caso che il Comune insistesse nella sua strada, si potrebbe impugnare il nuovo testo davanti al TAR.
Anche per la revisione della normativa sui sottotetti per le zone B2 fuori dal Centro Storico (art. 19 bis delle NTA del PRG) ho inviato una lettera al Dott. Cazzani ed al Segretario Generale lamentandomi del fatto che il nuovo testo non é stato inviato ai Consigli di Zona, che ne avevano approvato uno più restrittivo.
Trasformazione della Fiera di Milano: una lettera del Presidente Roth ai residenti scatena la protesta dei residenti (14/8/04) (aggiornato il 1/10/04)
Vedi il sito www.quartierefiera.org per maggiori informazioni.
Il progetto della cordata Citylife per la trasformazione dell'attuale recinto della Fiera di Milano in quartiere residenziale e per uffici è sottoposto a forti critiche da parte di esperti ed abitanti.
In particolare Viviana Vestrucci, residente nel quartiere in via Montebianco, ha risposto alla lettera inviata ai 35.000 abitanti della zona dal Presidente della Fiera Luigi Roth, chiedendo un intervento degli ambientalisti contro il progetto. La risposta è stata in parte pubblicata su Repubblica del 14 agosto con grande evidenza.
L'invito mi fa piacere perché non sono d'accordo sull'operazione e sull'elevato indice di utilizzazione territoriale del PII Fiera di Milano (1,15mq/mq), molto più alto di quello utilizzato negli altri PII (0,65mq/mq). Già prima del concorso ci si domandava quale sarebbe stato l'impatto di tutti i metri cubi autorizzati, anche se il sindaco Albertini voleva creare un parco centrale, simile a Central Park a New York, proponendo di costruire dei grattacieli.
Ma comunque i grattacieli saranno utilizzati da dipendenti (5.000) e frequentatori esterni (5.000) che arriveranno in parte in automobile, creando traffico nel quartiere. Il quartiere è servito dalla fermata Amendola del metrò ma non è stato fatto alcuno studio serio sui trasporti.
I residenti saranno 5.000 e anch'essi si muoveranno.
Il verde previsto (in totale 180.000 mq) non sembra quello che si aspettava Albertini, perché gran parte del verde è tra le case . Il vero parco è grande circa un terzo dei giardini pubblici di Porta Venezia (grandi 170.000 mq), relegato nell'angolo sud-est dell'attuale recinto. Il verde andrà bene per vendere meglio le abitazioni ma non è certo il polmone verde per il quartiere che ci si aspettava.
E' un'altra occasione persa per aumentare la dotazione di verde di Milano, dopo il ridicolo giardino di Porta Nuova, dove il parco continua a restringersi per il mancato abbattimento degli edifici all'interno e il progetto del Gruppo Hines appena presentato, che pone l'università ed il museo della moda nella superficie prevista per il giardino. Per non parlare del nuovo grattacielo della Regione che elimina 5.000 mq di verde rappresentato dall'ex vivaio Fumagalli e del parco del PRU Rubattino, collocato lungo la rumorosissima tangenziale est e in parte sotto di essa.
La ex Piazza d'Armi di Milano, trasformata in Fiera nel secolo scorso, non segue il felice destino del Parco Sempione, anch'essa ex piazza d'armi, che la speculazione edilizia di fine ottocento voleva edificare completamente ma che la crisi edilizia dell'epoca salvò.
Ora l'edilizia è in pieno boom, i prezzi continuano a salire, e dopo aver espulso gli abitanti di Milano dal centro a causa di prezzi esorbitanti, si vorrebbe ora farli rientrare, a prezzi ancora maggiori. E si vogliono costruire nuovi uffici in tre grandi grattacieli la cui redditività è dubbia, tanto è vero che rimarranno di proprietà di tre compagnie di assicurazione che li costruiranno con i premi degli assicurati.
I grattacieli non sono più molto di moda in occidente a causa degli elevati costi di costruzione e gestione e dei problemi di sicurezza dopo gli attentati dell'11 settembre. Eppure a Milano, grazie al nostro sindaco a fine mandato, ci stiamo riempiendo di grattacieli che non abbiamo mai avuto, con un grande impatto per l'immagine della città. In nome della modernità, della qualità dell'architettura, dei grandi studi di architettura internazionali, per lasciare ai posteri il segno di Albertini e di Formigoni. A Berlusconi il ponte sullo stretto di Messina, ai suoi emuli lombardi i grattacieli della Regione, del Comune, della Fiera di Milano, della Città della Moda.
E si fa credere che c'è piena compatibilità ambientale tra le nuove costruzioni ed il verde che aumenta; ma è un verde che serve solo a mitigare l'impatto delle nuove costruzioni, non diminuisce la quantità di cemento e di asfalto che aumenta la temperatura della città rendendola invivibile, né la quantità di automobili che vengono nascoste pudicamente nel sottosuolo ma che continuano ad inquinare.
Bisognava avere il coraggio di abbassare gli indici di utilizzazione territoriale dei nuovi PII per ridurre la cementificazione del territorio, scontrandosi contro gli interessi della proprietà fondiaria. E invece il Comune svende il territorio, appianando il bilancio con gli oneri di urbanizzazione e i diritti volumetrici: l'assegno da 78 milioni di Euro versato da Formigoni al Comune è esposto in bella vista nella mostra dell'Urban Center sul progetto di Garibaldi-Repubblica.
La Fiera di Milano fa cassa per costruire i nuovi padiglioni vendendo a 523 milioni di euro il recinto in città: ma quel terreno, l'ex Piazza d'Armi, era stato donato alla Fiera a suo tempo quando questa era pubblica. Ora che è privata incassa la plusvalenza ottenuta grazie alla possibilità di fabbricare con un indice elevato.
A settembre, quando il PII della Fiera arriverà in Consiglio Comunale, i Verdi e l'opposizione di centro-sinistra, daranno battaglia. Perché i nuovi padiglioni della Fiera non li paga la Fiera stessa, indebitandosi a fronte dei suoi futuri utili ?
I Verdi chiederanno anche che, nel processo di valutazione di impatto paesistico, sia convocata un'assemblea con la partecipazione delle associazioni ambientaliste e del consiglio di zona 8, come previsto dalla legge regionale. Il PII dovrà inoltre essere approvato dal Consiglio di Zona 8.
Ecco una rassegna stampa sul progetto di Citylife:
e alcuni interventi critici tratti dal Forum sul sito del Comune di Milano sul progetto Fiera.
Guglielo Mozzoni ha scritto su Repubblica l'articolo "Il pidoccchio e il grattacielo, l'ossessione del grattacielo è il male di una città infantile".
Campi gioco di via Benedetto Marcello e Pinturicchio, giardini di via Morgagni: insoddisfacenti le risposte del Comune alle interrogazioni del Consigliere dei Verdi Baruffi (12/8/04)
Il Vice Sindaco De Corato ha risposto alle due interrogazioni di Baruffi del giugno scorso con due comunicazioni.
Giardino di via Bronzino: è prevista una pavimentazione in gomma dei campi gioco entro l'anno ma si è persa traccia del progetto presentato dai cittadini alla zona 3, indagherò in consiglio di zona su che fine ha fatto.
Campo gioco di via Benedetto Marcello: la pavimentazione in gomma è prevista solo nel 2006 a causa della autorizzazione da richiedere alla Soprintendenza ai beni Ambientali e Architettonici; non si capisce perché ci voglia tanto tempo per una banale autorizzazione.
Giardini di via Morgagni: per i servizi igienici la risposta rimanda ad un altro documento presentato in Consiglio Comunale il 16 giugno, che non è stato allegato, lo chiederò.
Per gli ampliamenti dei campi gioco esistenti e nuovo campo giochi per ragazzi al posto di un'area cani all'angolo con via Redi c'è un rifiuto totale per la complessità delle autorizzazioni da chiedere alla zona 3 e alla Sovrintendenza, non si capisce perché tanta pigrizia. Bisognerà fare pressioni sulla zona 3.
Per l'impianto di irrigazione parzialmente rotto si parla di sostituzione totale, ma non si dice quando, forse quando l'erba sarà tutta morta.
Per le piante malate vicine al campo bocce si tratta di una infestazione di afidi che producono secrezioni abbondanti, fastidiose per le persone ma non dannose per gli alberi; gli interventi di disinfestazione sarebbero inquinanti e dannosi per l'ambiente circostante e quindi si preferisce non fare nulla.
E' in corso una raccolta di firme tra i frequentatori dei giardini per dei servizi igienici, quando verrà discussa in Consiglio di Zona 3 converrà discutere anche gli altri argomenti.
Tra l'altro a fine luglio è stato tagliato in piazza Bacone uno dei due aceri nell'area cani dove dovrà essere costruito un nuovo parcheggio sotterraneo. Sembra che fosse pericolante, a me pareva malconcio ma non al punto di dover essere tagliato. Sto indagando presso il Settore Parchi e Giardini su chi ha dato l'autorizzazione.
La Regione Lombardia ribadisce la piena operatività del Piano Territoriale Paesistico Regionale (11/8/04)
Non ci sono più alibi per il Comune di Milano ad applicare su tutti gli interventi che modificano l'aspetto esterno dei luoghi il Piano Territoriale Paesistico della Regione Lombardia.
Attualmente il Comune lo applica solo al recupero dei sottotetti ma la Regione ha scritto a tutti i comuni lombardi una lettera che ribadisce la piena operatività del piano e chiedendo dati statistici sul suo utilizzo.
Ora andrà utilizzato anche per le nuove costruzioni, tra cui i grattacieli e per le piccole opere che modificano l'esterno, come serre e balconi, con cui i progettisti aggirano spesso la valutazione di impatto paesistico sui sottotetti.
E' quello che sostengono da tempo i Verdi di Milano, anche con una interrogazione del consigliere Baruffi all'Assessore Verga. Ma il COmune ritarda l'uscita della circolare sostenendo che non riuscirebbe a esaminare tutti i progetti.
Il sottotetto che scotta, serve una modifica della legge urbanistica regionale: un articolo del Giornale dell'Architettura (10/8/04)
Il Giornale dell'Architettura, importante rivista mensile di architettura e design, ha dedicato una pagina al problema del recupero dei sottotetti a Milano e in Lombardia, descrivendo la storia della deregulation lombarda.
Manuela Salce, redattrice della rivista dichiara che "questo tipo di intervento ha assunto le dimensioni di una incontrollata operazione speculativa: piazze e palazzi deformati e sfigurati da sopralzi o abbaini, nel più totale disordine di stili e tipologie, con interventi eseguiti per sfruttare al massimo la volumetria, sena rispetto per l'estetica, per la facciata sottostante e tanto meno per gli edifici circostanti."
"A questo punto il disastro è fatto. L'obiettivo dichiarato di salvaguardare il territorio consentendo un incremento di volumetria senza lo sfruttamento di nuove aree si è tradotto, nella sua applicazione sregolata, in un'autentica violenza sul patrimonio costruito".
"Paradossalmente, per il momento l'unica strada sicuramente efficace per bloccare una sopraelevazione irrispettosa dell'edificio è l'opposizione degli stessi condomini. Ogni provvedimento di autorizzazione del Comune , infatti, è messo con salvezza dei diritti dei terzi. Nel caso di specie il terzo è il condominio, nel senso che, qualora l'opera vada a pregiudicare il decoro architettonico dell'edificio o qualsiasi altro diritto del condominio o del singolo condomino l'assemblea può negare il proprio assenso all'esecuzione dell'opera stessa, indipendentemente dal parere espresso dalla pubblica autorità."
Sono le stesse tesi che sostengo da tempo. L'articolo è corredato dalle foto dei recuperi del sottotetto di via Jommelli 52, Corso Venezia 37, via Salvagnoli 4.
L'Associazione delle Imprese Edilizie della Provincia di Milano - Assimpredil - presenta all'Ottagono della Galleria un libro sul recupero dei sottotetti a Milano (1/8/04)
"Galateo in città: linea errante dei sottotetti milanesi" è il titolo del libro degli arch. Lorenzo Berni e Sonia Beatrice Calzoni, con fotografie di Vincenzo Papiro, pubblicato da Assimpredil, presentato all'ottagono della Galleria alla fine di luglio con un dibattito alla presenza di Pierluigi Panza del Corriere della Sera, l'assessore regionale Moneta, il Direttore del Settore Concessioni e Autorizzazioni Edilizie del Comune arch. Bianchi Janetti, il Sovrintendente Regionale ai Beni Architettonici e Ambientali De Francesco.
Non ero informato della presentazione ma mi sono procurato una copia del libro. Lo danno gratuitamente a chiunque lo richieda alla sede di Assimpredil in via San Maurilio 21.
Il libro contiene molte foto di recuperi di sottotetto a Milano, divisi per zona, alcuni dei quali già pubblicati su questo sito.
Interessante la statistica dei dati forniti dal Comune di Milano sul numero degli interventi per anno, ipotizzando una s.l.p. approssimativa di 150 mq a intervento:
Anno | numero interventi | s.l.p. approssimativa (150 mq per intervento) |
1999 | 156 | 23.400 mq |
2000 | 538 | 80.700 mq |
2001 | 843 | 126.450 mq |
2002 | 1019 | 152.850 mq |
2003 | 1048 | 157.200 mq |
2004 (gennaio-maggio) | 300 | 45.000 mq |
Totale | 3.904 | 585.600 mq |
In realtà in intervento può riguardare tutto un piano o la parte sopra un appartamento.
Si tratta comunque di una s.l.p. enorme, e si capisce l'interesse degli imprenditori edili per il proseguimento di questo colossale affare senza intoppi. La preoccupazione è che la Regione riveda la normativa restringendo la possibilità di sfruttare tutta la superficie utile del sottotetto in tutta la città.
Nell'introduzione Piero Torretta, presidente di Assimpredil, scrive:
"Siamo diventati più numerosi, e si è pensato fosse più vantaggioso recuperare questi spazi all'uso abitativo. E anche se si va con il naso in giù si sono viste protesi, innesti, accrescimenti ecc. E si sono registrate emozioni diverse, e la diversità è diventata polemica, anche assordante. E perciò ci siamo chiesti se non valesse la pena di investigare un fenomeno per accertare se la pratica del recupero degli spazi sotto il tetto fosse da promuovere, e se sì come farlo per non urtare le diverse sensibilità.
...Tentiamo di dire in questo librino che è questione di modi. E i modi sono questione di cultura, che deve crescere sia in chi critica e giudica, sia in chi propone e fa."
L'arch. Achille Rossi, dirigente del Servizio Concessioni Edilizie del Comune di Milano, scrive:
"Il principale aspetto problematico, emerso prepotentemente negli ultimi due o tre anni, è però quello ambientale. Sono purtroppo assai numerosi gli interventi che si riducono a semplici giustapposizioni di nuovi oggetti sopra i fabbricati esistenti, senza alcun rapporto coerente con il contesto e spesso neppure con il fabbricato sottostante. Più in generale, la qualità media di quanto realizzato è piuttosto deludente e rarissime sono le realizzazioni che si connotano come un apprezzabile elemento di arricchimento dell'ambiente in cui si inseriscono."
"A partire al 3 novembre 2003, data di avvio della sperimentazione del Piano Paesistico Regionale, sono stati compiuti 711 esami di progetti (in alcuni casi i progetti sono stati esaminati più di una volta), tra questi ne sono stati accettati 496 dei quali 296 sono stati valutati sotto la soglia di rilevanza, mentre 200, risultati rilevanti, sono stato inviati all'esame della Commissione Edilizia.
La Commissione ha svolto 309 esami, esprimendo parere favorevole o favorevole condizionato in 123 casi e parere contrario o richiesta di integrazioni in 186 casi. Sono stati quindi emessi circa un centinaio di provvedimenti di diffida dall'eseguire le opere."
In materia di autorizzazione condominiale l'arch. Rossi concorda con i Verdi che è necessaria l'autorizzazione del condominio.
"Titolarità ad eseguire le opere: questo aspetto, estraneo alla competenza amministrativa del Comune, è tuttavia di fondamentale importanza ai fini dell'intervento. Occorre cioè essere in possesso di un titolo reale di godimento sul sottotetto e l'acquisizione delle necessarie autorizzazioni condominali per l'esecuzione delle opere che interessino parti comuni, in particolare per le modifiche esterne. La proprietà dei sottotetti peraltro non sempre risulta chiaramente dagli atti di proprietà e spesso i sottotetti di minore consistenza (bassi, non dotati di aperture, non accessibili) non sono registrati in catasto né citati dai regolamenti condominiali. In questi casi, il sottotetto, in base a numerosi pronunciamenti giurisprudenziali, si presume di proprietà del titolare dell'abitazione sottostante; non è possibile però escludere a priori il formarsi di contenzioso con gli altri condomini.
Anche quando la proprietà del sottotetto è certa, il tetto continua ad essere una parte comune (v. art. 1117 del C.C.) e gli interventi su di esso, in particolare se comportanti modifiche di rilievo, devono essere approvati dall'assemblea condominiale secondo le norme dettate dal codice civile e le eventuali indicazioni specifiche dei regolamenti di condominio. Inoltre, l'esecuzione delle opere di recupero dei sottotetti derogano da quasi tutte le norme urbanistico-edilizie, ma non dalle norme del codice civile, come ad esempio quelle in materia di vedute. Molti contenziosi si basano proprio su problemi di questa natura".
In fondo al libro è pubblicata una rassegna stampa di articoli sul recupero dei sottotetti, in parte pubblicati su questo sito, scritti da Paolo Romano, Pierluigi Panza, Giacomo Borella, Jacopo Gardella, Daniela Volpi, Fulvio Irace, Stefano Boeri su vari quotidiani.
Noi Verdi non siamo stati né informati né consultati e non c'è cenno al nostro convegno e alle nostre iniziative, tuttavia il libro non sarebbe mai stato scritto se non avessimo sostenuto il grido di dolore di tanti cittadini per la rovina dell'immagine di Milano. Andiamo avanti nella nostra battaglia per il cambiamento della legge regionale e contro i tentativi del Comune di Milano di fare marcia indietro sulle norme del piano regolatore che limitano il recupero nelle zone A e B2.
Porta un fiore al Cedro di Piazza Dateo che sarà presto abbattuto: i Verdi denunciano l'ennesimo danno collaterale del cantiere per i parcheggi sotterranei (29/7/04)
In Piazzale Dateo c'é un "cedro deodara" alto almeno 20 metri. Uno di quegli alberi che, per dimensione, storia, posizione e bellezza, rendono particolare e bello uno scorcio di città. Uno di quegli alberi che - secondo i progetti iniziali - poteva sopravvivere al cantiere che sta realizzando i posteggi sotterranei in Piazzale Dateo. Uno di quegli alberi che, nelle statistiche presentate dal vice sindaco o dall'assessore ai trasporti sui danni previsti al patrimonio arboreo dal Piano Urbano Parcheggi, non vengono conteggiati.
Peccato che il progetto originario del cantiere di Piazzale Dateo non tenesse conto che sotto l'albero passava la roggia S.Gregorio, come indicato sulle carte del sottosuolo di Milano. L'impresa pensava che la roggia fosse stata deviata alcuni anni fa per consentire il passaggio del Passante ferroviario. Ma non era così. E l'albero abbraccia con le sue radici la volta della roggia ottocentesca coperta in mattoni. Così lo scavo, nonostante la posa dei micropali in cemento alla distanza di 2,5 metri dal tronco del cedro, lo rende pericolante.
E alla fine il Comune ha autorizzato l'abbattimento dell'albero, non previsto e non conteggiato nelle ottimistiche e fasulle statistiche dell'amministrazione milanese.
"Un ennesimo danno collaterale della politica miope del Comune, che minimizza regolarmente l'impatto reale delle opere destinate alle automobili in città".
La Repubblica del 2 agosto ha pubblicato un articolo sul Cedro.
All'uscita del passante di Piazza Dateo c'è una rete da cui si vede bene il Cedro: porta un fiore ed attaccalo alla rete come protesta del taglio degli alberi per costruire i parcheggi sotterranei.
La Scuola elementare Casati trasloca a settembre nelle scuole di via Monteverdi e Deledda, esclusa l'ipotesi Stoppani (28/7/04)
L'Assessore Simini ha risposto all'interrogazione del Consigliere dei Verdi Baruffi con la lettera allegata. Esclusa l'ipotesi Stoppani.
Sottotetti e sopralzi nel centro di Milano: Verga sta per firmare un provvedimento che dà il via libera ai sopralzi nel centro storico. Prepareremo migliaia di emendamenti se arriverà così in Consiglio Comunale (20/7/04)
Prime indiscrezioni sulle variazioni che l’Assessore Verga proporrà nel caldo agosto milanese sul recupero dei sottotetti nel Centro Storico (zona A) e nelle zone di recupero (zone B2)
Il 3 febbraio 2003 il Consiglio Comunale ha approvato all'unanimità, con l’assenso dell’Assessore Verga, l'emendamento del Consigliere dei Verdi Baruffi che impediva il sopralzo dei tetti nel recupero dei sottotetti degli edifici del Centro Storico anteriori al 1940. L’emendamento bloccava le speculazioni edilizie nel centro storico consentite dalla Legge Regionale 22/99 sul recupero dei sottotetti, che avevano portato allo stravolgimento di importanti edifici ed ambiti della città.
Si erano subito scatenate le proteste di chi non poteva più creare un piano aggiuntivo negli edifici del centro storico come l’Associazione della Proprietà Edilizia e il Collegio dei Geometri e l'Assessore Verga aveva deciso di riaprire i termini delle osservazioni da parte dei privati. Nel frattempo le nuove norme valgono in regime di salvaguardia e molti edifici sono stati salvati dagli scempi.
Ora, dopo più di un anno e approfittando dell'estate l'Assessore sta per firmare un nuovo testo - che dovrà nuovamente passare nei consigli di zona e in consiglio comunale - che consente la modifica della linea di colmo e di gronda e della pendenza delle falde anche per gli edifici anteriori al 1940, come stabilito dall'Aula di Palazzo Marino nel febbraio 2003 ed eliminando addirittura il vincolo per gli edifici anteriori alla data del 1858 (in vigore prima del 3 febbraio 2003).
Il divieto di cambiare il profilo del tetto verrebbe mantenuto solo per gli edifici particolarmente significativi dal punto di vista architettonico, storico e testimoniale ma non per gli altri, anche se hanno valore ambientale. Nella bozza che è alla firma dell'Assessore verrebbe raccomandato di non modificare eccessivamente il profilo del tetto e di mantenere l’allineamento e la proporzione della facciata, ma senza indicazioni precise. Viene inoltre concessa alla Commissione Edilizia la possibilità di autorizzare la variazione del profilo del tetto anche in deroga ai pochi vincoli rimasti.
Paradossalmente i centri storici dei comuni assorbiti nel comune di Milano nel 1923 (ad esempio Baggio, Lambrate, Precotto) sono maggiormente tutelati in quanto si potrà cambiare il profilo del tetto solo negli edifici costruiti dopo il 1935.
Anche nelle zone di recupero esterne al Centro Storico (zone B2) il Comune fa marcia indietro rispetto all’ultima versione della normativa inviata al Consigli di Zona: rinuncia a tutelare gli edifici con valore ambientale, e questo senza neanche chiedere il parere obbligatorio del Consigli di Zona. Inoltre la nuova normativa fa riferimento ad una classificazione degli edifici del centro storico che per ora è ancora limitata ad alcune zone e quindi consentirà ai proprietari degli edifici non classificati di fare quello che vogliono.
In base ad una ricerca effettuata dal Comune, la metà degli edifici del centro storico anteriori al 1940 non hanno valore architettonico, cioè non sono citati nei libri di architettura. Ma si sa che anche edifici non citati formano un tessuto che valorizza gli immobili più pregevoli. Inoltre il sopralzo di un edificio ha un notevole impatto anche sugli edifici circostanti.
La decisione dell'Assessore Verga rappresenta un cedimento agli interessi edilizi che vogliono sopralzare gli edifici di Milano per vendere appartamenti a prezzo elevatissimo. Il FAI aveva chiesto che la normativa milanese di tutela nei confronti della sciagurata legge regionale fosse estesa a tutti i centri storici della Lombardia, l’Ordine degli Architetti aveva chiesto nelle sue osservazioni di impedire la variazione del profilo del tetto in parti significative della città, appartenenti anche a quartieri differenti dal centro storico. L’assessore regionale al Territorio Moneta aveva criticato l’applicazione della sua legge fatta dal Comune di Milano e si era mostrato disponibile a cambiarla.
"Ora il quadro sembra improvvisamente mutare - hanno dichiarato il consigliere comunale dei Verdi Maurizio Baruffi e Michele Sacerdoti, responsabile della campagna TettiProtetti - a favore di una normativa che ha già prodotto molti danni al panorama della città e che consentirà di far ripartire l'assalto alla diligenza. Se Verga firmerà un testo con questi contenuti ci attrezzeremo per una durissima lotta in Consiglio Comunale".
I Verdi chiedono che l'Assessore non firmi un provvedimento così sciagurato, che gli edifici anteriori al 1940 del Centro Storico continuino ad essere adeguatamente tutelati e che venga esteso a tutta la città il divieto di cambiare il profilo dei tetti di questi edifici. Infine sollecitiamo l'Assessore regionale Moneta a mettere mano alla revisione della legge secondo le indicazioni che aveva data negli scorsi mesi.
________________________________________________________________________________
all’Assessore allo Sviluppo del Territorio del Comune di Milano
assessore.verga@comune.milano.it
p.c.
Gruppo Consigliare dei Verdi al Comune di Milano
tettiprotetti@gruppoverdiapalazzomarino.it
Oggetto: Modifiche agli art. 18, 18-bis e 19 bis del Piano Regolatore relative al recupero dei sottotetti
Egr. Assessore,
mi risulta che Lei stia proponendo al Consiglio Comunale di approvare una nuova versione degli articoli in oggetto che consentirà:
· di cambiare il profilo del tetto degli edifici del Centro Storico di Milano (zona A) costruiti anteriormente al 1940, facendo eccezione solo per gli edifici più importanti,
· di cambiare il profilo del tetto degli edifici delle zona B2 di Milano fuori dal Centro Storico definiti come immobili con valore ambientale e elementi di valore ambientale.
Questa sua decisione contraddice le sue promesse di estendere la normativa in vigore nel Centro Storico dal 3 febbraio 2003 ad altre zone di pregio della città, come richiesto da gruppi politici, associazioni, consigli di zona, singoli cittadini e giornali, in seguito alle scempio apportato agli edifici della città dal recupero dei sottotetti.
E' stata peraltro presentata dai Verdi in Consiglio Regionale una proposta di legge di modifica della Legge Regionale sui sottotetti che non consentirà più la variazione del profilo del tetto nel recupero dei sottotetti, e che si spera verrà discussa dopo l'estate.
Ritengo che la sua decisione vada contro gli interessi della città e rappresenti un cedimento agli interessi speculativi che vogliono costruire nuovi appartamenti in zone di pregio da vendere a carissimo prezzo sul mercato immobiliare.
La prego pertanto di voler soprassedere alla sua decisione, di mantenere gli articoli in oggetto nella loro attuale versione, come approvata dal Consiglio Comunale e dai Consigli di Zona, e di estendere il limite del 1940 al resto della città.
Distinti saluti
Iniziativa per salvare il bosco dell'ex-vivaio Fumagalli in via Algarotti angolo via Melchiorre Gioia 37 (15/7/04)
In una delle zone più cementificate di Milano esiste un boschetto, con alberi di essenze pregiate, in un area verde di proprietà della Regione Lombardia. In questa area è stato approvato il progetto per la costruzione del nuovo grattacielo della regione.
Giovedi 15 luglio 2004 alle ore 17.30
Conferenza stampa con aperitivo nel fresco "bosco di gioia" in Via M. Gioia 37 (di fronte all'INPS).
Potrai partecipare al censimento degli alberi e vedere un bosco che rischia di non esserci più. Interverranno rappresentanti di comitati, associazioni e partiti impegnati per la difesa del bosco.
Verrà tagliato il Cedro di Piazza Dateo in seguito all'ampliamento del parcheggio per residenti (7/7/04)
Sono in corso i lavori di ampliamento del parcheggio per residenti di Piazzale Dateo nella parte centrale della Piazza. Il Comune aveva imposto il mantenimento del grande Cedro Deodara posto nel centro della Piazza e l'impresa Redilcom aveva posto dei micropali nel terreno a 2,5 metri dal tronco.
Quando l'impresa ha tolto la terra intorno ai micropali si è accorta che sotto la pianta vi era la volta in mattoni della Roggia San Gregorio e quindi non vi erano le radici a forma di fittone verticale in grado di sostenere il Cedro.
Il Settore Parchi e Giardini e il Corpo Forestale dello Stato, intervenuto in quanto la piazza è sottoposta a vincolo ambientale, hanno ritenuto che la pianta fosse pericolante e andasse tagliata. L'agronomo Longoni ha preparato per l'impresa una perizia che confermava che la pianta non avrebbe potuto creare nuove radici neanche dopo la fine degli scavi.
E' stata quindi organizzato venerdì 2 luglio un sopralluogo alla presenza della Commissione Verde Urbano del Consiglio di Zona 3, del Direttore del Settore Parcheggi Stefani e di un rappresentante dell'impresa per informare il Consiglio di Zona 3 del prossimo taglio del cedro.
Nel sopralluogo ho espresso una forte contrarietà al taglio del cedro senza una perizia agronomica di una persona di mia fiducia, visti i precedenti tagli di piante vicino ai parcheggi sotterranei. Mi sono rivolto all'agronomo Alessandro Pestalozza, segnalatomi dal Bosco in Città di Italia Nostra che ha effettuato un sopralluogo lunedì 6 luglio. La sua relazione ha confermato che vi è un rischio di ribaltamento della zolla e che si sarebbe potuto effettuare un costoso test di tenuta dell'albero ma che comunque il cedro avrebbe dovuto essere drasticamente potato.
La MM aveva già costruito un pozzo vicino all'albero per il passante ferroviario e posto dei tubi vicino alle radici e i rami bassi erano stati potati in passato.
L'agronomo ha concluso che non vale la pena spendere dei soldi per cercare di tenere la pianta e che piuttosto conviene utilizzare il ricavato dei box aggiuntivi che si potranno costruire al posto della pianta per migliorare la sistemazione di superficie della piazza e di altre zone. Si potranno piantare più piante al posto di quella abbattuta per fare più ombra al centro della piazza.
I consiglieri di zona presenti hanno concordato con queste conclusioni. Quindi prossimamente il cedro sarà tagliato.
Da questa triste vicenda si impara che non è facile salvare le piante vicino ai parcheggi, anche se il Comune dice che si salveranno la cosa non è garantita. Abbiamo l'esempio del Celtis di Piazza Oberdan, dove si è dimostrato che la prevista vasca di 6m x 8m ne avrebbe provocato la morte. Quindi attenzione ad approvare localizzazioni con perimetri troppo vicini alle piante, queste sono comunque a rischio nelle fasi successive.
Vi chiedo di mandare un pensiero al Cedro Deodara di Piazza Dateo che dopo cinquant'anni di vita viene sacrificato per i box.
Ho sentito in proposito una mia cara amica, Ida Caruggi, esperta in comunicazione naturale. (www.comunicazionenaturale.it)
Mi ha suggerito alcune idee per aiutare lo spirito del Cedro:
- portare fiori o bastoncini di incenso in piazzale Dateo,
- pensare e concentrarsi su un bel posto tranquillo e non a rischio dove il Cedro possa rinascere (il posto non deve essere uguale per tutti),
- fare una foto del Cedro e appenderla ad una pianta di casa,
- pensare al Cedro e portarlo nel proprio cuore.
Non è necessario per aiutarlo essere presenti al momento del taglio.
Con la vittoria di Penati al ballottaggio i Verdi ottengono due consiglieri in Provincia e l'Assessore all'Ambiente (28/6/04)
I Verdi ottengono due consiglieri in Provincia, uno dei quali, Pietro Mezzi, diventa Assessore all'Ambiente e Presidente del Parco Sud. I consiglieri sono Gaiardelli, eletto a Cassano d'Adda, e Scarano, eletto nel collegio di Milano Ticinese-Porta Genova.
Parcheggio di Piazza Aspromonte: il Consiglio di Zona 3 respinge per un voto la mozione urgente del centro sinistra contro il parcheggio (23/6/04)
Mercoledì 23 giugno il Consiglio di Zona 3 ha discusso la proposta di fare i parcheggi sotto Piazza Aspromonte. L'Ufficio Parcheggi del Comune ha tentato all’ultimo momento di impedire al Consiglio di Zona di pronunciarsi ritirando, con motivazioni pretestuose, la richiesta di parere.
Tutta l’opposizione ( Verdi, D.S., Rif. Comun., Comunisti Italiani, Margherita, Lista Di Pietro), per consentire al Consiglio di Zona di esprimersi, ha presentato una mozione urgente che chiede al comune di cancellare tutti i progetti, presenti e futuri, di box sotto la Piazza Aspromonte.
Forza Italia - Alleanza Nazionale – UDC hanno votato contro questa proposta, che interpreta il volere dei cittadini ed utenti della zona che hanno già raccolto 3000 firme contro i box. La Lega Nord ha votato con l'opposizione, Rita Cosenza di AN si è astenuta. La mozione è stata respinta con 18 voci contrari, 17 favorevoli e 1 astenuto.
Il voto della maggioranza del Consiglio di Zona (Forza Italia, Alleanza Nazionale ed UDC) tiene le porte aperte alla costruzione dei box sotterranei in Piazza Aspromonte. L'opposizione si è impegnata, in tutte le sedi istituzionali, ad impedire la realizzazione di questo progetto.
Gli abitanti della piazza, uniti nel Comitato di Piazza Aspomonte, hanno appeso ai balconi una bandiera con il motto "Inalberiamoci!"
Il Consigliere comunale dei Verdi Baruffi e il Presidente dei Verdi on. Pecoraro Scanio hanno incontrato il Comitato giovedì pomeriggio nella piazza. Pecoraro ha ricevuto in dono una bandiera del Comitato che ha poi mostrato durante il Comizio conclusivo della campagna di Penati in Piazza Duomo giovedì sera.
La notizia è stata pubblicata sul Corriere della Sera, Repubblica e il Giorno.
I risultati dei Verdi per la Pace nel collegio 3 di Milano Venezia e in Provincia di Milano (16/6/04)
Ringrazio i 1.245 elettori che mi hanno votato nel collegio provinciale 3 di Milano Venezia per i Verdi per la Pace, raggiungendo la percentuale del 4,15%, con un aumento del 1% rispetto alle precedenti elezioni provinciali del 1999.
Purtroppo non sono stato eletto in quanto i Verdi avranno 2 consiglieri e sono arrivato decimo tra i Verdi dei 45 collegi della Provincia.
Comunque i Verdi hanno avuto un buon risultato a livello provinciale ottenendo il 3,4% ed a Milano Città sono cresciuti ovunque, nonostante che le liste di disturbo dei Verdi Verdi e dei Verdi Autonomisti ci abbiano sottratto circa un 1% dei voti.
Puoi leggere i risultati del collegio 3 Milano Venezia ed il risultato dei Verdi a livello provinciale.
Mi sono molto arricchito dal contatto personale con gli elettori che ho incontrato nei mercati, nei campi gioco, nei giardini, davanti alle scuole, nelle strade di Milano e li ringrazio per la fiducia e l'incoraggiamento che mi hanno dato nella campagna elettorale.
Continuerò ad occuparmi dei problemi della Zona 3 e di Milano sostenendo i miei concittadini nelle loro battaglie per un ambiente migliore dall'esterno delle istituzioni.
Invito tutti i miei elettori a votare per Filippo Penati al ballottaggio di domenica 27 giugno in modo da far vincere la Coalizione di Centro Sinistra.
Recupero del sottotetto nell'edificio all'angolo di via Verdi con via Manzoni: si vedrà da tutta la Galleria Vittorio Emanuele (11/6/04)
Nuovo tentativo di modificare il profilo dei tetti di Milano: è stata presentata una DIA per recuperare il sottotetto nell'edificio di via Verdi 2, 4 e 6, accompagnata dall'autorizzazione della Soprintendenza ai Monumenti di Milano.
L'edificio di via Verdi 2 fa angolo con via Manzoni ed è stato ricostruito nel 1952-55 dall'arch. Cassi Ramelli dopo la distruzione della parte interna da parte delle bombe nell'agosto 1943. E' previsto il rialzo di 1 metro del colmo del tetto e di circa 2 metri della gronda con un arretramento di circa 1 metro dal filo di facciata, con la creazione di una balaustra simile a quella della Scala e di un terrazzo. Sulla nuova parete del sopralzo saranno aperte numerose porte-finestre allineate con quello sottostanti.
Purtroppo l'edificio è visibile da tutto l'asse principale della Galleria Vittorio Emanuele e quindi le porte finestre non saranno mascherate dalla balaustra finché non si arriva vicino al palazzo.
L'edificio di via Verdi 4 è stato parzialmente ricostruito dopo la guerra e in quello di via Verdi 6 è stato solo rifatto il tetto. Il progetto prevede di rialzare il colmo del tetto di via Verdi 4 per allinearlo quello di via Verdi 6, l'apertura di lucernai su strada e il rialzo della gronda sul cortile, con la creazione di un terrazzino arretrato.
Questa parte della DIA viola il Piano Regolatore in quanto si tratta di un edificio costruito prima del 1940 di cui non si può modificare la sagoma del tetto.
Ho presentato un esposto al responsabile del procedimento e, per conoscenza, alla Commissione Edilizia che ha già dato un parere positivo al progetto preliminare e al Presidente del Consiglio di Zona 1, allegando le fotografie della vista dalla Galleria Vittorio Emanuele (foto1, foto2, foto3, foto4, foto5, foto6) .
La Legge Regionale 22/99 si sta configurando sempre più come una legge che consente di creare nuovi appartamenti di lusso nelle zone dove i valori immobiliari sono più elevati, con un regalo di milioni di euro alla proprietà immobiliare.
Ho chiesto che la superDIA sia diffidata per quanto riguarda gli immobili di via Verdi 4 e 6 mentre per via Verdi 2 ho chiesto una nuova valutazione di impatto paesistico da parte della Commissione Edilizia Integrata.
Agli abbaini di Trussardi sopra l'ex-hotel Marino alla Scala ed al progetto di Botta sul Teatro alla Scala si aggiunge una nuova modifica dei tetti degli edifici della piazza. Rimangono salvi solo gli edifici sull'altro lato della piazza: la sede della Banca Commerciale, Palazzo Marino, l'ingresso della Galleria, la sede dell'esattoria del Comune.
I milanesi si erano a suo tempo opposti alla demolizione dell'ex bar Cova dopo la guerra: cosa diranno adesso ?
Ultima notizia: per posizionare la gru del cantiere verrà abbattuta una stupenda magnolia alta 14 metri piantata trent'anni fa nel cortile di via Verdi 2. Sarà sacrificata sull'altare dei sottotetti, meglio i mattoni dei verde !
Parcheggio di piazza Aspromonte: nuovo progetto da 300 posti al vaglio del Consiglio di Zona 3 mercoledì 16 giugno alle 18 (10/6/04)
L'Ufficio parcheggi ha mandato al Consiglio di Zona 3 una nuova ipotesi di localizzazione del parcheggio sotterraneo di Piazza Novelli.
Si tratta di 300 box a L sotto via Lippi e il lato meridionale della Piazza, con un perimetro a greca verso il centro della piazza che prevede di salvare 11 alberi , abbatterne 6 e trapiantarne 5.
Le obbiezioni del Comitato di Piazza Aspromonte sono le seguenti:
Tutti gli interessati sono pregati di venire alla riunione del 16 giugno per ottenere che il Consiglio di Zona respinga il progetto.
Ristrutturazione e recupero sottotetto dell'edificio di via Melzo 23 angolo via Spallanzani 10: si è aperto il processo penale all'impresa edilizia che lo ha trasformato e ai progettisti (9/6/04)
Si è svolta il presso il Tribunale Penale di Milano la prima udienza del processo alla società che ha acquistato e ristrutturato il palazzo di via Melzo 25 angolo via Spallanzani 10 e ai progettisti che hanno asseverato l'intervento, qualificandolo come risanamento conservativo. Mi sono costituito parte civile insieme ad un ex-inquilino del palazzo e all'acquirente di un appartamento.
Ho sostenuto che non si tratta di risanamento conservativo bensì di ristrutturazione edilizia; l'intervento sarebbe pertanto in contrasto con il Piano Regolatore Generale di Milano, che, nella zona B2 in cui l'edificio è collocato, lo consente solo con la sottoscrizione di una impegnativa per praticare prezzi di vendita e canoni di locazione concordati con il Comune. Secondo me è stato inoltre omesso il versamento di rilevanti oneri di urbanizzazione e contributi sui costi di costruzione, pari a circa 500.000 euro.
La Procura della Repubblica, accogliendo il mio esposto, ha indicato nel decreto di rinvio a giudizio che non è stata richiesta e ottenuta la prescritta concessione edilizia per la ristrutturazione del corpo dell'edificio e il recupero del sottotetto, con violazione degli art. 1 Legge 10/77 e art. 20 lettera b della Legge 47/85.
A causa dell'assenza della Dottoressa Lai, giudice incaricato del processo, il presidente della Decima Sezione Penale dott. Lombardi ha rinviato la decisione sull'ammissione delle parti civili alla prossima udienza, fissata l'8 ottobre prossimo.
Mercato rionale di via Benedetto Marcello, campi gioco di via Benedetto Marcello e via Bronzino, giardini di piazza Bacone e via Morgagni: interrogazioni di Baruffi in Consiglio Comunale (7/6/04)
Il consigliere dei Verdi Baruffi ha presentato tre importanti interrogazioni:
Pubblicherò le risposte appena le avrò.
Pista ciclabile di via Pisacane: raccolte 230 firme nelle scuole della via (7/6/04)
Grande successo della petizione per la pista ciclabile di via Pisacane: sono state raccolte 230 firme tra genitori e insegnanti della scuola elementare e media.
Ha firmato sia chi va già in bicicletta a zona sia chi vorrebbe andarci ma teme l'eccessivo traffico. E' stato apprezzato il collegamento della nuova pista con quelle di via Morgagni e Corso Indipendenza, per creare un unico itinerario.
Ora consegnerò la petizione al Presidente del Consiglio di Zona 3 Viola e all'Assessore al Traffico Goggi, sperando che questo progetto, fermo dal 1999 nei cassetti del Comune, possa finalmente essere realizzato con i 350 milioni accantonati dalla Cooperativa che ha costruito il parcheggio sotterraneo di Piazza Fratelli Bandiera.
Piano Garibaldi-Repubblica e i nuovi giardini di Porta Nuova: le critiche mie e del Comitato "I Mille" dell'Isola (3/6/04)
Al Museo di Storia Naturale ai Giardini Pubblici sono stati presentati il 3 giugno il progetto dei nuovi giardini di Porta Nuova che ha vinto la gara internazionale indetta dal Comune e gli altri progetti in gara.
L'assessore Verga ha introdotto la presentazione con una descrizione del Piano Garibaldi-Repubblica e delle sue varie componenti pubbliche e private: le nuove sedi del Comune e della Regione, il Piano di Recupero Isola de Castillia, il Piano Integrato di Intervento Isola de Castillia, il Piano di Recupero Isola de Castillia, gli interventi della società americana Hynes, l'università e museo della moda, li Giardini di Porta Nuova, l'area di De Mico sull' ex Luna-Park.
Si è vantato del fatto che i giardini sono stati progettati prima degli edifici intorno, garantendone la realizzazione per fasi man mano che si liberano le aree occupate da vecchi edifici.
Il Piano Integrato di Intervento Garibaldi-Repubblica occupa 230.000 mq e l'area di De Mico 39.000 mq.
E' seguita una breve presentazione di tutti i progetti da parte dell'arch. Flora Vallone, responsabile regionale dell'AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio) che ha organizzato l'evento.
Successivamente è intervenuto l'arch. Mirko Zardini, uno dei progettisti vincitori del bando, che ha illustrato il progetto.
In sala erano presenti numerosi esponenti del Comitato dei Mille, che rappresenta gli abitanti dell'Isola sensibili alla vita e al futuro del quartiere.
L'Avv. Picciolini ha ricordato che il progetto prevede la costruzione di un grande centro commerciale, che farà chiudere i negozi dell'Isola e provocherà un aumento del traffico, e di due torri da 19 piani e tre palazzi da 9 piani al posto della Stecca e dei giardini di via Confalonieri. Inoltre nel perimetro del nuovo parco ci sono gli edifici residenziali del vicolo De Castillia che difficilmente saranno demoliti.
Complessivamente saranno costruiti intorno ai giardini 1 milione di metri cubi, di cui 700.000 per la città della moda.
Il Comune dichiara che il giardino occuperà 60.000 mq mentre in realtà il verde vero è rappresentato solo dall'area compresa tra via Melchiorre Gioia, viale di Liberazione e i nuovi edifici a nord per un totale di 38.000 mq, di cui una parte occupati da edifici che saranno demoliti chissà quando. E' un terzo della superficie dei giardini pubblici.
Il Comitato "I Mille" ha proposto al Comune un progetto alternativo per la zona a nord dei futuri giardini che recupera l'edificio della Stecca, esclude l'ipotesi di centro commerciale, mantiene gli attuali giardini di quartiere tra via Confalonieri e via De Castillia.
Puoi leggere i seguenti documento del Comitato: una nota sintetica, la storia dell'Isola, la sintesi del progetto alternativo.
Nel mio intervento ho denunciato la vanteria del Comune sui nuovi giardini, che sono molto più piccoli di quello che sembra e che saranno circondati da strade di grande traffico, senza nessuna barriera continua di alberi per schermare il rumore e l'inquinamento in quanto sono raggruppati in boschetti. A est c'è via Melchiorre Gioia, a sud viale Don Sturzo e a nord dalle due nuove strade ad ipsilon che escono da via Volturno.
Senza una galleria sotterranea da piazzale Lagosta a viale della Liberazione il giardini non possono essere veramente utilizzati dagli abitanti dell'Isola ma solo dagli impiegati degli uffici in pausa pranzo o pausa sigaretta. Ma i fondi per la galleria non ci sono e sotto terra passano già la linea 2 del metrò, la futura linea 5, il passante ferroviario e i treni. Così tutto il traffico da e per Piazza Lagosta percorrerà via Volturno, tagliando in due il quartiere dell'Isola, e le due nuove strade.
Il parco costituisce solo un modo per aumentare il valore delle nuove costruzioni che vi si affacciano con dimensioni eccessive. Sembra anche che il gruppo Hines cerchi di portare chi passa per il parco nelle piazze all'interno dei suoi edifici in modo da valorizzare gli spazi commerciali. Il gruppo Hines costruirà una torre alta 100 metri, il cui progetto è stato affidato all'architetto argentino Cesar Pelli.
Ulteriori edifici saranno costruiti nell'area dell'ex Luna Park perché una recente sentenza del Consiglio di Stato ha definito che potranno essere costruiti 80.000 mc con la cessione di standard per 6.000 mq.
Teatro alla Scala: manifestazione dei Verdi in piazza Scala contro il progetto dell'arch. Botta, collabora alla raccolta di firme (31/5/04)
Durante la visita al cantiere del Ministro dei Beni Culturali Urbani i Verdi hanno inscenato una piccola protesta davanti al teatro; un gruppo di uomini-sandwich, ed io tra questi, ha passeggiato con due immagini della Scala, una com'era ed una come sarà.
Numerosi fotografi ci hanno ripreso e sono intervenute alcune tv privare che hanno intervistato Milly Moratti.
Abbiamo avviato una raccolta di firme sulla seguente petizione:
Al Sindaco di Milano
Oggetto: Ristrutturazione del Teatro alla Scala
I sottoscritti,
- visti il nuovo edificio a forma di ellisse in costruzione su via Filodrammatici e il sopralzo del palcoscenico della Scala che ormai emerge dal tetto,
- visto il forte impatto dell’intervento sull’immagine di Piazza della Scala, i cui edifici non hanno subito significativi mutamenti dalla fine del 1800,
- esprimono il loro dissenso al progetto in corso di realizzazione per la ristrutturazione del Teatro alla Scala,
- si associano alla richiesta, presentata da alcuni cittadini milanesi, di sospendere i lavori e sottoporre il progetto a valutazione di impatto paesistico
Puoi leggere la richiesta su questo sito.
Hanno già firmato numerosi milanesi e turisti italiani e esteri (Australia, Germania, USA, Cina, Spagna). La raccolta proseguirà nei prossimi giorni in Piazza Scala.
Puoi scaricare la petizione, stamparla, raccogliere le firme e inviarle o portarle al Gruppo Consigliare dei Verdi, via Marino 7, Milano accanto a Palazzo Marino.
Puoi aderire online inviandomi un messaggio di adesione.
Scuola elementare Casati: i Verdi presentano un' interrogazione sull'utilizzo della Scuola Stoppani durante i lavori di ristrutturazione (30/5/04)
Il Consigliere comunale dei Verdi Maurizio Baruffi, candidato alle elezione europee per i Verdi, ha presentato venerdì 28/5 un'interrogazione all'Assessore all'Educazione Simini che chiede di rinviare l'affitto di 5 aule della scuola elementare Stoppani all'asilo nido della Fondazione Matalon per ospitare parte della classi della Scuola Casati durante i lavori di ristrutturazione. Si chiede anche di garantire il ritorno degli alunni in via Casati nel settembre 2005.
Qualità urbana e piano urbano parcheggi: meno sosta selvaggia e più verde in città, dibattito sui parcheggi sotterranei (28/5/04) (aggiornato il 1/6/04)
L'associazione Lombarda Cooperative di Abitazione, aderente alla Lega delle Cooperative, ha organizzato un confronto tra amministratori pubblici, ambientalisti, cooperative di residenti, imprese, progettisti e comitati di quartiere. Il programma è stato il seguente:
I parcheggi interrati e la tutela del verde, le motivazioni di un confronto necessario per la città
Maurizio Mottini, Coordinatore del gruppo di lavoro "Box per residenti"
La permanenza e il rinnovo del verde urbano nel soprassuolo dei box interrati
Carlo Maria Marinoni, Comune di Milano, Settore Parchi e giardini
Francesco Perli, Avvocato amministrativista
Forum:
Claudio De Albertis, Presidente ANCE-Assimpredil
Giorgio Goggi, Assessore al traffico trasporti e viabilità, Comune di Milano
Carlo Montalbetti, Coordinamento Comitati Milanesi
Ennio Rota, Legambiente
Cristina Rapisarda Sassoon, Studi & Ricerche del Touring Club Italiano
Nel dibattito sono intervenuto io, Cristina Massa del Comitato di Piazza Libia, ed altri.
Ho ripreso i contenuti di una lettera che avevo inviato al sindaco nell'ottobre 2002 e di cui non ho mai ricevuto risposta. Ho aggiunto la richiesta di poter valutare i piani economico-finanziari dei parcheggi in project financing, per verificare che la durata della concessione, variabile tra i 30 e i 45 anni, non produca un guadagno indebito per i concessionari.
Ho anche chiesto se il punteggio relativo alla durata della realizzazione dei parcheggi verrà mantenuto nel nuovo bando, vista l'importanza di abbreviare il disturbo del cantiere a residenti e commercianti.
L'assessore Goggi mi ha risposto che i piani sono disponibili dopo l'aggiudicazione del bando al concessionario mentre è stato ridotto il peso della durata dei lavori nella graduatoria dei concorrenti in quanto i partecipanti dichiarano tempi irrealistici e poi trovano cause di forza maggiore per i ritardi. Ha anche detto che il problema con i parcheggi meccanizzati è che si rompono spesso e ci sono poche ditte a Milano che li possono riparare.
Rispondendo ad una domanda sui pareri dei consigli di Zona, ha sostenuto che in caso di parere negativo la localizzazione viene eliminata, ad esempio in Piazza Grandi.
Dopo il dibattito ho saputo da tecnici del Comune presenti che non è stato ancora presentato il progetto definitivo del parcheggio di Piazza Novelli mentre per Piazza Aspromonte si sta studiando una nuova perimetrazione per 400 posti auto che salva le piante girandoci attorno con un disegno a greca. Il parcheggio sarà a L su via Lippi e piazza Aspromonte ed escluderà via Garofalo.
Mi è stato detto anche che il Comune non ha intenzione di chiedere il parere della Soprintendenza nelle piazze non vincolate esplicitamente, come previsto dal nuovo Codice Urbani. Ci sarà spazio per ricorsi al TAR.
Pista ciclabile di via Pisacane: in corso una raccolta di firme nelle scuole di via Pisacane per la sua realizzazione (27/5/04)
In seguito alle richieste di alcuni genitori ho deciso di avviare una raccolta di firme tra genitori, studenti e insegnanti del plesso scolastico di via Pisacane per la realizzazione della pista ciclabile lungo via Pisacane.
Le firme saranno raccolte durante la festa della scuola sabato 29 maggio dalle 15 in poi e per tutta la settimana successiva all'ingresso della scuola su via Pisacane. I presidi raccoglieranno le firme di insegnanti e commessi.
La pista è stata proposta dalla scuola elementare di via Pisacane nel 1996 all'interno del progetto Bambino Urbano e doveva essere pagata con i corrispettivi del parcheggio di Piazza Fratelli Bandiera.
La cooperativa che ha realizzato il parcheggio ha preparato nel 1999 il progetto della pista e ha quantificato il costo ma il Comune, per problemi vari, non l'ha mai approvato. La pista dovrebbe essere realizzata direttamente dalla cooperativa.
Il progetto prevede di mantenere inalterati i marciapiedi e di far correre la pista su una parte di questi, separando i sensi di marcia sui due marciapiedi. Sono previsti scivoli in corrispondenza degli attraversamenti delle strade laterali.
Quando ero membro del Consilio di Zona 3 avevo fatto approvare due delibere nel 1996 e 1998 sollecitando la realizzazione della pista e successivamente ho continuato a scrivere lettere di sollecito ma senza risultati.
Sembrava che i lavori potessero partire sul tratto corso Indipendenza- piazza Otto Novembre, per il quale bastavano i fondi versati dalla Cooperativa, mente il Comune avrebbe realizzato a sue spese il tratto tra piazza Otto Novembre e piazzale Lavater, per collegarla alla pista ciclabile di viale Morgagni che avevo fatto realizzare con il progetto di sistemazione del verde di questo viale.
Un ostacolo è arrivato recentemente dal Presidente del Consiglio di Zona 3 Pietro Viola, che è contrario a far passare la pista sul marciapiedi per paura di incidenti con i pedoni.
Gli antiquari di via Pisacane preferirebbero che i fondi fossero utilizzati per migliorare l'arredo urbano del tratto di via davanti ai loro negozi, ma credo che la pista ciclabile sia di interesse più generale per la zona.
Spero di raccogliere moltissime firme nella scuola di via Pisacane per convincere l'Assessore al Traffico Goggi a dare il via libera ai lavori. Altrimenti c'è il rischio che i fondi vengano incamerati dal Comune ed utilizzati per altri scopi.
Scuola elementare Casati: presentata ai tecnici comunali e alla stampa la piattaforma di trattativa dei genitori (26/5/04)
Il Comitato genitori ha presentato all'ing. Berardo e al dott. Ferrari del Comune la piattaforma di trattativa sulla ristrutturazione della scuola.
Erano presenti i giornalisti della Repubblica, Corriere, Giorno e i consiglieri comunali Antoniazzi e Adamo dei DS , ero presente in rappresentanza del consigliere dei Verdi Baruffi.
I tecnici comunali si sono impegnati a iniziare i lavori entro settembre 2004 e fare rientrare la scuola elementare nei locali nel settembre 2005.
I genitori hanno chiesto di sospendere la cessione di 5 aule della Scuola Stoppani alla Fondazione Matalon per un asilo-nido in modo da poterle utilizzare per la scuola Casati, insieme ad alcune aule della Scuola Bacone.
Su questo i tecnici comunali non hanno potuto dare assicurazioni, essendo una decisione politica.
Scuola elementare Casati: i genitori si preparano ad occupare la scuola contro lo spostamento degli studenti per due anni durante la ristrutturazione dell'edificio (25/5/04)
Martedì 25/5 alle 20.30 si riunisce nell'Aula Magna della scuola un'assemblea di genitori per decidere l'occupazione della scuola mercoledì mattina dalle 8.30 alle 10.30. I genitori protestano contro lo spostamento di tutti gli studenti in altre scuole per 2 anni durante i lavori di adeguamento della scuola alle nuove normative sugli edifici.
Hanno proposto un piano alternativo per tenere le classi nell'edificio durante i lavori utilizzando le aule del Centro Stranieri ma il Comune tergiversa. La paura dei genitori è che, una volta finito l'anno scolastico e passate le elezioni, il Comune decida di procedere con il suo piano di spostamento.
Il Comune ha promesso ai genitori, se non si lamentano, di tenere i ragazzi in scuole della zona. Ma si parla di trasferimenti con l'autobus, con perdita di tempo e rischio che i ragazzi stiano male. Molte famiglie hanno figli in classi diverse e, se queste fossero collocate in scuole diverse, sarebbe difficile accompagnarli a scuola.
E' già stata fatta una manifestazione in Corso Buenos Aires ma senza risultati. Neanche il Consiglio di Zona è riuscito a risolvere la situazione.
Ora il prossimo passo sembra essere l'occupazione della scuola e forse una manifestazione davanti a Palazzo Marino in occasione del prossimo Consiglio Comunale.
Intanto le iscrizioni di nuovi studenti per il prossimo anno scolastico sono crollate e gli insegnanti temono per il futuro della scuola.
Non è neanche chiaro il futuro del Centro Stranieri, sembra che i corsi di lingua italiana saranno spostati in un'altra sede e le aule trasformate in uffici durante i lavori di ristrutturazione. La Zona 3 perderebbe un importante punto di riferimento per gli extra-comunitari.
Parteciperò all'Assemblea e ho promesso l'appoggio dei Verdi alle iniziative dei genitori.
Puoi leggere il comunicato stampa del Comitato Genitori del 26/4/04.
Sottotetto di Via Santa Maria Segreta 6 affacciato su Piazza Cordusio: necessario il certificato di Prevenzione Incendi che non era stato richiesto (24/5/04)
I Vigili del Fuoco, in seguito ad un mio esposto, hanno effettuato un sopralluogo e hanno ritenuto necessario il certificato di Prevenzione Incendi, che non era stato chiesto dal progettista.
L'altezza dell’ultimo piano abitato, realizzato con l’intervento, è a quota 26,61 m, che è superiore ai 24 metri massimi consentiti senza certificato. E' confermato che il recupero dei sottotetti richiede il certificato di Prevenzione Incendi quando il nuovo livello di gronda supera i 24 metri.
Ora il progettista dovrà adeguare l'intervento alle prescrizioni dei Vigili del Fuoco.
Parcheggi sotterranei assegnati in project financing: quanto guadagnano i privati ? (20/5/04)
Il Comune di Milano sta assegnando ai privati concessioni della durata di trent'anni per costruire parcheggi sotterranei a rotazione in "project financing". A volte questi parcheggi prevedono anche box da vendere ai residenti.
Le località in cui è stato individuato un promotore o è stata presentata una proposta per project financing sono:
via Borgogna (470), piazza Edison (340), piazza Fontana (400), via Manin (360), piazza Meda (530), piazza Morandi (300), via Palestro (400), piazza Quinto Alpini (200), via Saffi (400), via San Barnaba (250), piazza Sant'Ambrogio (220), piazza 25 Aprile (300), via Zecca Vecchia (260), via Manuzio (150), piazza Repubblica (200), piazza Oberdan (190), piazza Risorgimento Nord (250), Darsena (1000), viale Zara (400) per un totale di 6.333 posti a rotazione (tra parentesi sono indicati i posti auto a rotazione previsti).
In un progetto di Project Financing il privato che promuove l'iniziativa deve presentare un piano economico-finanziario in cui sono indicati i costi e la tariffa oraria per rientrare dall'investimento nell'arco dei 30 anni. Il parcheggi viene messo a bando con questi dati, vince chi presenta l'offerta più bassa ma il promotore può comunque attuare il progetto con i costi dell'offerta più bassa.
Nel caso della Darsena abbiamo fatto alcune valutazioni economiche per la realizzazione dei 713 posti auto a rotazione nel previsto parcheggio
Si considerino per ipotesi introiti per sole 7 ore giornaliere (con possibile non occupazione del posto auto per le restanti 17 ore della giornata, quindi una stima per un uso prevalentemente serale / notturno del parcheggio, nell'arco temporale tra le ore 18.00 e le ore 1.00 di notte) alla tariffa di 1,30 Euro / ora gg, per 300 gg/anno: (713 x 7 x 1,30 x 300) = 1.946.490 Euro anno (introiti stimati per un utilizzo di sole 7 ore al giorno per ogni posto auto a rotazione per soli 300 giorni all'anno).
Importo per anni concessi a bando (30 anni): 58.394.700 Euro
Costo Complessivo Parcheggio in Euro: 18.000.000 Euro
Corretta Concessione sulla base dei costi di costruzione / gestione stimati nel Bando: 9 anni (quindi il parcheggio, ponendo che il costo di costruzione sia di 18.000.000 Euro si ripaga in soli 9 anni a fronte di una concessione trentennale).
Nel caso della Darsena sembra che il piano finanziario preveda un rientro nell'arco di 13 anni con una tariffa di 1 euro per ora di parcheggio (quindi chi ha elaborato il piano finanziario può avere ipotizzato un numero di giorni analogo a quelli posti nell'esempio precedente ma considerando un'occupazione dei posti auto per 6,4 ore al giorno).
Nel piano finanziario il punto di pareggio (ovvero il momento nel quale chi si è esposto rientra totalmente con gli investimenti effettuati e inizia a guadagnare) viene raggiunto dopo 15 anni: per una concessione trentennale si prevedono altri 15 anni di soli introiti.
Al di là delle corresponsabilità di chi valuta la correttezza dei piani economico-finanziari forniti dai promotori dei parcheggi sotterranei l’attività di servizio per parcheggi a rotazione è sottoposta alla giurisdizione della Corte dei Conti. Qualsiasi anomalia nei piani economico-finanziari potrà essere equiparata a danno erariale e i responsabili conseguentemente puniti.
Restauro e Ristrutturazione del Teatro alla Scala: l'impatto del progetto Botta su Piazza Scala, inviata una lettera al Sindaco Albertini (14/5/04) (aggiornato il 22/5/04)
Ho partecipato alla presentazione del progetto di restauro e ristrutturazione del Teatro alla Scala venerdì 14 maggio alla Triennale.
Il restauro della sala e del foyer è stato illustrato dall'arch. Elisabetta Fabbri mentre la ristrutturazione del palcoscenico e dell'edificio su via Filodrammatici dall'arch. Mario Botta. Botta ha mostrato una foto dall'alto dei tetti verso via Filodrammatici prima dei lavori per dimostrare che negli anni erano stati costruiti loti sopralzi e che la struttura ellittico mette ordine a questa proliferazione di volumi sui tetti.
Era presente Carla Di Francesco, che in qualità di Sovrintendente ai Beni Architettonici e Ambientali della Lombardia ha approvato i due interventi.
Dopo le presentazioni si è acceso un vivo dibattito.
L'arch. Niccolin ha sostenuto che un edificio neoclassico come la Scala non poteva essere modificato, essendo un 'architettura in sé conclusa.
L'arch. Stefano Boeri, direttore di Domus, ha criticato il fatto che non si sia fatto un concorso internazionale mentre l'incarico a Botta è stato dato dall'impresa esecutrice dei lavori CCC, dopo che la Sovrintendente aveva bocciato il primo progetto dell'ing. Parmegiani perchè troppo invadente.
Milly Moratti, consigliere comunale dei Verdi-Lista Arancia, ha sostenuto che la Sovrintendente non ha esplicitamente autorizzato il progetto di Botta ma si è limitata a comunicare al Comune il parere positivo del Comitato di Settore del Ministero dei Beni Culturali.
Il Prof. Marco Romano, membro della Commissione Edilizia di Milano ed esperto di estetica della città, ha detto che progetti importanti a Milano come la facciata del Duomo e la Galleria Vittorio Emanuele sono stati molto dibattuti e contestati ma che personalmente il progetto di Botta gli piace.
L'arch. Mario Morganti si è dichiarato contrario alla demolizione del vecchio palcoscenico che poteva ancora essere utilizzato.
Sono intervenuto lamentandomi della scarsa trasparenza del Comune verso i cittadini in quanto il progetto è stato tenuto a lungo nascosto ed il Sindaco Albertini si è opposto alla richiesta di Italia Nostra di far vedere gli ingombri della nuova ellisse su via Filodrammatici e del sopralzo del palcoscenico, vietando addirittura l'affissione di un manifesto che mostrava con un rendering il progetto.
Ho dichiarato la mia contrarietà al nuovo edificio ellittico, già visibile da piazza della Scala e in particolare quando si esce dalla Galleria Vittorio Emanuele. I sopralzi precedenti non erano visibili dalla piazza. Turisti e milanesi da me intervistati in questi giorni nella piazza si sono dichiarati molto perplessi e preoccupati per l'impatto delle nuove strutture.
Ho chiesto che il progetto Botta venga sottoposto alla valutazione di impatto paesistico imposta dal Piano Paesistico della Regione Lombardia e che viene effettuata attualmente per il recupero dei sottotetti.
Il progetto Botta è un sopralzo di grande impatto sul paesaggio urbano in un luogo molto significativo come Piazza della Scala e quindi deve essere esaminato dalla Commissione Edilizia Integrata e sottoposto ad una conferenza pubblica a cui devono partecipare il Comune, il Consiglio di Zona 1 e le associazioni ambientaliste. Ho preannunciato l'invio di una lettera in tal senso al Sindaco Albertini.
Ecco le foto dei modelli della Scala esposti l'estate scorsa nell'ottagono della Galleria, come era prima dell'intervento e come sarà dopo.
E' stato fatto anche un modello in legno dell'intervento. Si può vedere l'ellisse a sinistra e il cubo dietro i serbatoi dell'acqua attuali a destra.
Guardate una foto della facciata della Scala e del Casino Ricordi prima dei lavori a sinistra del monumento ed una a destra. Sopra la facciata non sporge nulla dal tetto, si vede solo il cielo.
Ecco le stesse foto scattate il 20 maggio 2004 per il lato di sinistra e di destra della facciata ed una foto scattata all'uscita della Galleria Vittorio Emanuele su Piazza della Scala.
Parcheggio di via Ampere-Compagni: il giudice civile ordina la sospensione dei lavori per la minaccia alla stabilità degli edifici (11/5/04)
In seguito ad un ricorso davanti al tribunale civile del condominio di via Ampère 9 il giudice ha ordinato la sospensione dei lavori del parcheggio sotterraneo.
Il condominio ha sostenuto che lo scavo è pericoloso e tale da arrecare un danno irreparabile al suo edificio. Il giudice ha appurato, dopo aver disposto una consulenza tecnica di ufficio, che mancava il progetto esecutivo delle strutture interne del parcheggio e pertanto mancava uno dei parametri di valutazione per ritenere scongiurata la situazione di pericolo.
Il condominio ha presentato una istanza per chiedere che, nel merito, il giudice vieti la prosecuzione dell'opera, o in via subordinata la riduca di due piani imponendo l'utilizzo di un sistema di jet grouting come tenuta alla pressione dell'acqua di falda, o ancora moltiplichi per 5 la copertura assicurativa e in ogni caso ordini di predisporre ed adeguatamente pubblicizzare a sua cura e spese un piano di emergenza per l’evacuazione degli edifici circostanti in caso di crollo e/o cedimento.
L'impresa utilizzerà durante i lavori il metodo well point, più economico, che consiste nel pompaggio continuo dell’acqua di falda, comportante l’impoverimento della parti fini del terreno circostante (destinate ad essere estromesse mediante pompaggio assieme all’acqua) con conseguenze molto gravi sulla compattezza del terreno e sulla stabilità degli edifici circostanti. Questo sistema ha provocato nel parcheggio di viale Majno l'apertura di larghe crepe in un palazzo di Piazza Duse, piuttosto lontano dallo scavo.
La cooperativa Eugenia dovrà presentare il progetto esecutivo.
Durante un sopralluogo si è scoperto che l'impresa teneva il cantiere in una situazione igienica inaccettabile. L'Assessore Goggi abita molto vicino al cantiere.
Poteri straordinari ai sindaci italiani per mettere le mani sulle città: lo chiede l'Associazione Nazionale dei Costruttori Edili ispirandosi ai poteri commissariali di Albertini (4/5/04)
Estendere l'esperienza dei parcheggi sotterranei e del recupero dei sottotetti a Milano a tutta l'Italia: è quello che ha chiesto in un convegno a Roma l'ANCE il 29 aprile scorso per allargare il business del cemento.
La lobby del cemento è al lavoro per mettere le mani sulle città italiane con la scusa di risolverne i problemi; parcheggi e ristrutturazione degli edifici sono in cima alle priorità.
L'ANCE vuole sedurre i sindaci con i poteri di Berlusconi e di Albertini, avranno pieni poteri contro i loro concittadini come "governatori delle città". L'urbanistica viene piegata alle esigenze dei costruttori.
Potete leggere il comunicato pubblicato sul sito dell'ANCE e la relazione del vicepresidente Pavan al convegno, a cui sono stati invitati sindaci, assessori, parlamentari e architetti.
Nessuna traccia al convegno di partecipazione dei cittadini alle scelte dei sindaci, di consultazione democratica e urbanistica partecipata. I sindaci, una volta eletti, avranno pieni poteri sulla trasformazione delle città, d'accordo con i costruttori edili. Interi quartieri sventrati, parcheggi sotterranei ovunque, nuove costruzioni da affittare. Ci aspettano nuove battaglie politiche e legali per salvare le nostre città.
La Marcia degli Alberi sotto la pioggia che piace agli alberi (3/5/04) (aggiornato il 16/5/04 con nuove foto)
Gli alberi volevano la pioggia e l'abbiamo avuta anche noi: abbiamo marciato bagnati ma contenti per le vie di Milano pensando a tutti gli alberi a rischio di Milano e a quelli che sono già stati abbattuti per la stupidità degli umani.
Erano presenti con striscioni tutti i comitati che si battono contro i parcheggi sotterranei sotto le piante, insieme a Legambiente, CamminaMilano, Gaia, e i partiti che hanno sostenuto la marcia, come i Verdi.
Durante la marcia abbiamo scandito lo slogan "Albertini tu vaneggi, sì agli alberi, no ai parcheggi".
In testa alla marcia Michele Sacerdoti spingeva un carrello di supermercato con un abete, simbolo degli alberi che marciavano con noi.
In piazza Scala davanti a Palazzo Marino è stato letto l'appello Milano non è come New York, vogliamo più alberi !, sottoscritto finora da Patrizia Valduga, Susanna Magistretti, Sylvie Coyaud.
Hanno parlato al termine della manifestazione Baruffi e Pecoraro Scanio dei Verdi e Rota di Legambiente.
Erano presenti giornalisti, fotografi, RAI e televisioni private. Corriere e Repubblica hanno parlato della marcia il 4 maggio.
Dal primo maggio le vie e piazze pubbliche più vecchie di 50 anni sono sottoposte a vincolo monumentale: le conseguenze per la costruzione dei parcheggi sotterranei in una lettera dei Verdi Baruffi, De Luca e Sacerdoti al Sindaco e al Soprintendente (3/5/04)
E' entrato in vigore il primo maggio il nuovo Codice dei beni culturali, chiamato Codice Urbani dal nome del ministro.
Le vie e le piazze pubbliche sono definite "beni culturali" e quelle più vecchie di 50 anni sono automaticamente sottoposte a vincolo monumentale. Per la costruzione dei parcheggi sotterranei in queste piazze e vie è necessario ottenere l'autorizzazione della Soprintendenza ai Beni architettonici e ambientali, a meno che il Comune ottenga dalla Soprintendenza la cancellazione del vincolo.
Il parere sugli scavi deve essere dato direttamente dal Ministero dei Beni Culturali, trattandosi di demolizione di un bene culturale.
Sulla base dei poteri commissariali di Albertini deve essere convocata una conferenza di servizi e in caso di dissenso della Soprintendenza o del Ministero la decisione è rimessa al Presidente del Consiglio dei Ministri.
E' inoltre in vigore il piano paesistico della Regione Lombardia che obbliga il Comune ad effettuare una valutazione di impatto paesistico di tutti i progetti di parcheggi sotterranei chiedendo un parere alla Commissione Edilizia Integrata. Non è chiaro se i poteri commissariali del Sindaco gli consentano di evitare questa valutazione; i Verdi chiedono che comunque venga fatta per l'importanza della tutela del paesaggio urbano.
Il Consigliere comunale Baruffi, il consigliere di zona de Luca e Sacerdoti dei Verdi di Milano hanno scritto una lettera al Sindaco e al Sovrintendente in occasione della Marcia degli Alberi per invitarlo a sospendere la realizzazione dei parcheggi sotterranei, i nuovi bandi e le dichiarazioni di pubblico interesse per le proposte di project financing e di attivare le conferenze di servizi e le valutazioni di impatto paesistico.
Viene inoltre chiesto alla Soprintendenza di mantenere il vincolo monumentale sulle vie e piazze di Milano oggetto di progetti di parcheggi sotterranei come piazza Aspromonte, piazza Bernini, largo Rio de Janeiro, piazza Novelli, piazza Libia, piazza Oberdan, piazza Leonardo da Vinci, la Darsena, via Saffi, piazza Grandi, piazza Meda, piazza Bacone.
Ora vedremo come si muoverà il Sindaco Albertini, pressato dalla Marcia degli Alberi e dalle iniziative dei Comitati anti-parcheggi.
Il recupero dei sottotetti è tra le cause principali della costruzione dei parcheggi sotterranei (3/5/04)
Negli ultimi 4 anni sono stati recuperati nei sottotetti circa 550.000 mq di nuovi appartamenti, che consentono a 5.000-6.000 nuove famiglie di abitare a Milano, senza che sia necessario costruire nuovi posti auto negli edifici ristrutturati. La Legge Tognoli non si applica infatti al recupero dei sottotetti.
Secondo Piero Torretta, presidente dell'associazione dei costruttori della provincia di Milano Assimpredil che ha fornito recentemente questi dati al Giorno, si tratta di due volte l'intervento di riqualificazione della vecchia Fiera, secondo lui senza occupare nuovo territorio.
Dato che a Milano ogni famiglia possiede 2 automobili, sono almeno 10.000 nuove automobili che devono essere parcheggiate in zone centrali e semi-centrali, già carenti di parcheggi. 10.000 automobili corrispondono a 40 nuovi parcheggi sotterranei da 250 auto, un intero Piano Parcheggi del Comune di Milano.
Il Comune dice che tanto i parcheggi mancavano già prima, ma certo il recupero dei sottotetti aggrava notevolmente la situazione. E provoca l'eliminazione di almeno 400 alberi. Quindi il territorio viene occupato eccome, le auto eliminano gli alberi.
Ecco perché i Verdi hanno presentato contemporaneamente in Regione il 31 marzo scorso due progetti di legge, per regolamentare il recupero dei sottotetti e la costruzione dei parcheggi sotterranei, e chiedono che vengano discussi al più presto.
Alla Marcia degli Alberi verranno raccolte le firme per sollecitare la discussione di quello che riguarda la costruzione dei parcheggi sotterranei, che impone che non vengano realizzati sotto alberi di età superiore ai 3 anni.
Per ogni 25 auto in box sotterranei si sacrifica un albero (2/5/04)
Ecco l'elenco degli alberi a rischio per i parcheggi sotterranei previsti dal Comune.
Per la costruzione di 9.395 posti auto si elimineranno 380 alberi, in media 1 albero per ogni 25 auto circa.
Relazione e tavola del settimo aggiornamento del Piano Urbano Parcheggi del giugno 2003 (2/5/04)
Ecco la relazione (dimensione 267KB) e la tavola dei parcheggi per residenti (dimensione 2.2 MB) del settimo aggiornamento del Piano Urbano Parcheggi del Comune di Milano, approvato nel giugno 2003.
La dimensione della tavola richiede una durata notevole di scarico (almeno 5 minuti) con una connessione normale a 56 Kbps, con Adsl e Fastweb non ci sono problemi.
Sulla tavola sono presenti in verde le nuovi localizzazioni dei parcheggi in fase di approvazione da parte dei consigli di zona e che saranno incluse nel prossimo bando di fine maggio dei parcheggi per residenti, in contorno blu i parcheggi previsti in aree assegnate da bandi o in aree pubbliche con project financing, in blu pieno quelli esistenti o in costruzione a fine 2003.
Marcia degli Alberi: le adesioni e il percorso (29/4/04)
MARCIA DEGLI ALBERI
Comitati, associazioni, consiglieri comunali e forze politiche LUNEDI' 3 maggio IN PIAZZA
Lunedì 3 maggio, alle ore 17, partirà da Piazza XXIV Maggio la "Marcia degli alberi" che terminerà alle 19 davanti a Palazzo Marino.
Si tratta di un appuntamento promosso da comitati, associazioni, consiglieri comunali e forze politiche per chiedere maggiore tutela per il verde di quartiere a Milano e per sostenere la richiesta - già depositata dai 24 consiglieri delle opposizioni a Palazzo Marino - di un consiglio comunale straordinario e aperto alla città per discutere della difficile convivenza fra gli alberi e i giardini di quartiere da una parte e i cantieri previsti per la realizzazione di posteggi sotterranei, nuove edificazioni e strade dall'altra.
La marcia prenderà il via dalla quercia più vecchia di Milano e seguirà un percorso lungo Corso di Porta Ticinese, proseguirà lungo Via Torino e terminerà in Piazza della Scala.
Durante la conferenza stampa di presentazione che si è svolta questa mattina i promotori hanno reso nota l'adesione della europarlamentare di AN, Cristiana Muscardini.
Il motto dell'iniziativa è "Basta seghe", urlo di dolore di un simpatico alberello minacciato a destra e sinistra dalle seghe dei tagliatori di piante. La marcia è promossa dal seguente elenco di organizzazioni: Legambiente, Italia Nostra, WWF, Verdi Ambiente e Società, Ciclobby, Lega Abolizione Caccia, Gaia animali e ambiente, Camminamilano, Amici del Parco Nord, ArciRagazzi, Mamme Antismog, Piccola Scuola di Circo.
Fra i comitati più attivi nel lungo elenco dei promotori segnaliamo: Piazzale Libia, Piazza Novelli, Piazza Aspromonte, Piazza Oberdan, Coordinamento Comitati sud Milano, Baravalle, Darsena, Largo Rio de Janeiro, Piazza Bernini, Via Rancati, Largo Tel Aviv.
Aderiscono poi tutti i gruppi consiliari dell'opposizione, i Verdi e i DS cittadini.
Affollatissimo dibattito sul recupero dei sottotetti all'Ordine degli Architetti di Milano (29/4/04)
Sala strapiena alla serata organizzata dalla Fondazione dell'Ordine degli Architetti "Sottotetti - una città coi capelli ritti".
Hanno parlato il Presidente dell'Ordine Daniela Volpi, l'arch. Enrico Pizzi dell'Ordine, il Prof. Romano della Commissione Edilizia, il prof. Toccolini, vicepresidente della Commissione Edilizia, l'arch. Gae Aulenti, l'ing. Verga, assessore allo sviluppo del territorio del Comune di Milano, l'arch. Bianchi Janetti, responsabile del settore Concessioni e Autorizzazioni Edilizie del Comune di Milano.
Sono state proiettate buona parte delle fotografie di sottotetti della lista nera di questo sito e altre fotografie.
Tutti gli intervenuti hanno criticato la Legge Regionale e l'utilizzo che ne hanno fatto i progettisti.
L'arch. Bianchi Janetti ha dichiarato che dal 1996 ad oggi sono stati recuperati 400.000 mq di superficie lorda calpestabile (slp). La sua stima è inferiore a quella del Presidente di Assimpredil Torretta, che sostiene che solo negli ultimi 4 anni sono stati recuperati 550.000 mq di nuovi appartamenti, pari a 5.000-6.000 famiglie insediate.
Ora sembra che la Commissione Edilizia eserciti un efficace controllo estetico sui progetti, solo il 30% viene approvato.
Sono intervenuto presentando il progetto di legge regionale dei Verdi che modifica la legge sul recupero dei sottotetti in senso restrittivo e si è chiesto cosa si debba fare con gli scempi già realizzati , che costituiscono un eco-mostro a Milano analogo all'Hotel Fuentes sulla costiera amalfitana. Si possono demolire ? Si possono mascherare ? Si possono modificare ?
Ho citato anche il problema dell'applicazione del piano paesistico lombardo ai sottotetti presentati tra il 21 novembre 2002 e il 3 novembre 2003 e ho segnalato il rifiuto dei tecnici comunali di effettuare alcun controllo estetico sui progetti prima dell'applicazione del piano.
L'ing. Antonio de Marco ha sostenuto che il Comune deve chiedere l'assenso del condominio in quanto proprietario del tetto, anche al fine di evitare che i condomìni debbano pagare un avvocato per difendere i propri interessi. L'assessore Verga si è rifiutato di affrontare il problema perché esula dalle sue competenze: ha detto che ciascuno deve fare il suo lavoro.
Continua l'attenzione dei giornali sulle iniziative dei Verdi su parcheggi e sottotetti (29/4/04)
In occasione della marcia degli alberi e del dibattito sui sottotetti il Corriere ha pubblicato un articolo introduttivo su parcheggi e sottotetti e due articoli specifici su parcheggi e sottotetti.
La Repubblica e il Giorno hanno dedicato un articolo sui parcheggi.
I Verdi hanno tenuto una conferenza stampa sulla marcia degli Alberi presentando un mio documento dove sono illustrati i vantaggi dei parcheggi meccanizzati rispetto a quelli a rampe. Può essere utili per i vari Comitati.
Parcheggio di Piazza Oberdan: il settore Parchi e Giardini del Comune conferma che il bagolaro non può essere rinchiuso nel cassone di cemento previsto dal progetto (25/4/04)
Il 10 febbraio 2004 il settore Parchi e Giardini ha inviato una relazione sul bagolaro che approfondisce il parere negativo del 19/12/03. Eccolo.
Si tratta di un esemplare di Celtis Australis, individuo isolato, alto m. 18, diametro del tronco m. 1,13, diametro colletto m. 1,65, diametro chioma m. 14, circonferenza tronco m. 3,54, che presenta una cavità aperta con presenza di fungo carpoforo.
L'albero presenta un apparato radicale superficiale, con alcuni radici a spirale intorno al colletto tipiche di una pianta insediata in ambiente urbano.
L'esame effettuato con strumento penetrometrico che misura la resistenza del legno ha riscontrato una degenerazione del tessuto contenuto all'interno di parametri statici accettabili. Infatti la pianta è stata classificata in classe C cioè pianta da tenersi sotto osservazione ma che non presenta rischi di caduta; le classi sono A-B-C-CD-D.
Allo stato attuale, basandosi sull'esame visivo e strumentale e sul confronto con alberature di Celtis australis che presentano problematiche simili, orientativamente si può prevedere che, non intervenendo altri fattori lesivi dell'apparato radicale o comunque causa di stress, le previsioni di vita possono essere anche indeterminate cioè diversi anni.
Contrariamente, intervenendo azioni di stress per l'apparato radicale con lesioni o riduzioni dello stesso, la reazione fisiologica di difesa dell'alberatura al fungo patogeno si indebolirebbe facilitandone l'aggressione e la velocità di diffusione all'interno dei tessuti di sostegno dell'albero.
Risulta così assolutamente da evitare qualsiasi intervento di riduzione delle radici.
La soluzione prospettata nel progetto di una vasca di contenimento dell'apparato radicale che misura m 5,50 x 8,40 x 5 di altezza, nel suo lato più corto taglierebbe la quasi totalità dell'apparato superficiale dell'albero e parte di quello che ne assicura il sostegno; infatti lo scavo disterebbe solo due metri dal colletto.
Ulteriori ed eventuali proposte di interventi di contemporanea riduzione dell'apparato radicale e della chioma porterebbero ad un deperimento ancora più rapido della pianta che, nel giro di quattro o cinque anni potrebbe morire.
Ora vediamo cosa dirà l'impresa che ha proposto il parcheggio in project financing e se i suoi agronomi arriveranno a conclusioni diverse.
Il Comitato di Piazza Oberdan interverrà alla Marcia degli Alberi con un suo striscione: "SALVIAMO IL BAGOLARO DI PIAZZA OBERDAN". E' in distribuzione in zona un volantino per invitare tutti a partecipare.
Il Corriere della Sera annuncia la marcia degli alberi e l'opposizione dei residenti al parcheggio di Piazza Aspromonte (24/04/04)
Il Corriere del 23 aprile ha dato l'annuncio della marcia per gli alberi in prima pagina della Cronaca Milanese insieme ad un articolo sul parcheggio di Piazza Aspromonte.
E' stata pubblicata una mappa dei parcheggi dove vengono tagliati gli alberi.
Il 24 aprile il Corriere ha pubblicato un nuovo articolo di Simona Ravizza ed uno del presidente del Touring Club Roberto Ruozi.
Parcheggio di Piazza Aspromonte: il Consiglio di Zona 3 boccia la localizzazione di un parcheggio sotterraneo da 600 posti invitando il Comune a proporre soluzioni alternative con un numero notevolmente ridotto di box. Approvato invece un parcheggio in Piazza Bacone (22/4/04) (aggiornato il 9/5/04 con la piantina della localizzazione)
Dopo una bocciatura in commissione congiunta Verde e Territorio, la proposta del Comune di localizzare un parcheggio sotterraneo in Piazza Aspromonte è stata respinta anche dal Consiglio di Zona 3 con soli due voti contrari di consiglieri di Forza Italia.
La localizzazione del parcheggio presentata ha una forma ad U con i lati corti su via Luosi e via Garofalo e prevede il taglio di 26 frassini perimetrali.
Tuttavia la mozione chiede il Comune di studiare un nuovo parcheggio da 400 posti e non si capisce come la riduzione di 200 posti possa evitare il taglio di 26 frassini nel giardino. L'assessore Goggi, intervistato dal Corriere della Sera il 23 aprile, sostiene che il progetto da 400 posti non prevede alcun abbattimento di alberi. Sarà vero ?
Per evitare l'abbattimento dei frassini si dovrebbe addossare il parcheggio alle case, con rischio per la stabilità delle fondamenta. Rimarrebbe comunque poco spazio tra le radici e lo scavo, al massimo 1 metro, insufficiente per salvare le radici. In casi analoghi in fase di esecuzione dello scavo le piante hanno dovuto comunque essere tagliate o trapiantate.
Si è costituito tra gli abitanti del quartiere il Comitato di Piazza Aspromonte che sta raccogliendo firme contro la realizzazione del parcheggio ed ha inviato al consiglio di zona 3 una lettera di protesta.
La piazza è tutelata da un vincolo ambientale istituito nel 1990 insieme a quello di piazza Bernini.
Inoltre il primo maggio prossimo entro in vigore il nuovo Codice dei Beni Culturali che crea un vincolo monumentale automatico su tutte le vie e piazze esistenti da più di 50 anni.
Decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 41: Codice dei beni culturali e del paesaggio (in vigore la 1/5/04
Articolo 10 Beni culturali
1. Sono beni culturali le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fini di lucro, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico.
4. Sono comprese tra le cose indicate al comma 1:
....
g) le pubbliche piazze, vie, strade e altri spazi aperti urbani di interesse artistico o storico
...
5. Non sono soggette alla disciplina del presente Titolo le cose indicate al comma 1 che siano opera di autore vivente o la cui esecuzione non risalga ad oltre cinquant'anni.
Il vincolo può essere tolto solo su richiesta del Comune e assenso della Soprintendenza.
In base ai poteri commissariali del Sindaco, se il progetto di un parcheggio sotterraneo viene respinto dalla Soprintendenza solo il Consiglio dei Ministri può autorizzarlo.
Il Consiglio di Zona ha invece approvato, con il voto contrario di Mariolina De Luca dei Verdi, la localizzazione di un parcheggio in Piazza Bacone, sotto l'aiuola per i cani. Verranno abbattuti due aceri di circa 15 metri di altezza. Anche su questa piazza c'è un vincolo ambientale.
Il parcheggio sarà molto vicino a quello di via Ozanam, in cui le richieste sono state superiori ai posti disponibili.
Dibattito sul recupero dei sottotetti "Sottotetti - una città coi capelli ritti" presso l'Ordine degli Architetti della Provincia di Milano giovedì 29 aprile alle 21 in via Solferino 19 (20/4/04)
La Fondazione dell'Ordine degli Architetti organizza un dibattito sui sottotetti. Modera l'arch. Emilio Pizzi, intervengono l'Assessore allo Sviluppo del Territorio Verga, il Prof. Toccolini e l'arch. Romano della Commissione Edilizia, l'arch. Bianchi Janetti, direttore del settore Concessioni e Autorizzazioni Edilizie del Comune, l'arch. Gae Aulenti.
Partecipate numerosi per portare i vostri problemi e critiche a quello che è successo e sta succedendo con il recupero dei sottotetti.
Marcia degli Alberi lunedì 3 maggio alle 17 da Piazza 24 Maggio a Piazza Scala contro i parcheggi sotterranei sotto gli alberi (14/4/04)
Lunedì 3 maggio, alle ore 17, partirà da Piazza XXIV maggio, davanti alla quercia più vecchia di Milano, la Marcia degli alberi. Si tratta di una iniziativa che segue la giornata di mobilitazione dello scorso 21 marzo, quando in molte piazze della nostra città sono stati messi dei nastri gialli intorno agli alberi minacciati dai tagli.
Con questa marcia, che terminerà davanti a Palazzo Marino, in Piazza della Scala, intorno alle ore 19, durante lo svolgimento del consiglio comunale, i cittadini milanesi chiedono al Sindaco e all'Assemblea di Palazzo Marino una riunione straordinaria del consiglio comunale che faccia il punto della situazione del verde in città, con particolare riferimento al verde di quartiere, che viene sempre più spesso messo a rischio dall'avvio delle decine di cantieri previsti per la realizzazione di parcheggi sotterranei.
Alla marcia prenderanno parte le decine di comitati di quartiere che sono sorti in questi mesi per difendere le piante che contribuiscono a rendere più vivibili i quartieri della nostra città. Aderiranno anche consiglieri comunali, associazioni ambientaliste e forze politiche, tenendo ferma una struttura a rete di questo movimento. Si è stabilito che alla marcia ogni comitato porterà un proprio striscione.
Alla marcia hanno aderito il Wwf, Legambiente, Cammina Milano, LAC.
Per informazioni rivolgersi a mbaruffi@fuoriluogo.it o a m.sacerdoti@tiscali.it
Vent'anni di battaglie per salvare gli alberi dal cemento dell'autosilo: un articolo del Corriere su Piazzale Libia (8/4/04)
Giulia Maria Crespi scrive sul Corriere che i 600 box di piazzale Libia sono "un progetto sbagliato che pecca di poca sensibilità ambientale, e che danneggerà una delle piazza alberate più pregiate di Milano, la città meno verde d’Europa."
Viene ricostruita la storia dell'opposizione al parcheggio da parte dei residenti organizzati nel Comitato per Piazzale Libia e del Consiglio di Zona 4. Ma Albertini e Goggi insistono.
L'articolo conclude: "L’Amministrazione non ha ancora capito che per i cittadini di Milano, stanchi di aria pesantemente inquinata, traffico impossibile, mezzi pubblici insufficienti, le priorità sono la salvaguardia e la cura del verde che ancora resiste, l’ampliamento delle zone pedonali, una politica del traffico che riduca le auto in ingresso e in circolazione in città. I milanesi non vogliono provvedimenti che facilitino l’arrivo di altre auto, quando quelle che ci sono ora saranno finite sotto terra."
Sopra i parcheggi sotterranei i grandi alberi sono sostituiti da cespugli, denuncia Susanna Magistretti sul Corriere della Sera (4/4/04)
Dove arriva l' auto il grande albero diventa cespuglio: Ortensie, viburni e lauri rimpiazzano cedri e platani abbattuti per costruire garage sotterranei, scrive Susanna Magistretti nella sua rubrica Sopralluoghi Verdi sul Corriere della Sera.
L'articolo conferma la denuncia dei Verdi sul risultato della costruzione dei parcheggi sotterranei. La qualità del verde peggiora, al posto degli alberi di prima grandezza come platani, faggi, conifere, cedri vengono piantati alberi di piccole dimensioni e cespugli. Chissà cosa ne pensa il Sindaco Albertini che sostiene che gli alberi non sono diminuiti.
I Verdi in Regione Lombardia presentano un progetto di legge sui sottotetti ed uno sui parcheggi che soddisfano le richieste dell'opinione pubblica (31/3/04)
Il consigliere regionale Carlo Monguzzi dei Verdi ha presentato un progetto di legge per modificare la legge 15/96 sul recupero dei sottotetti ed uno per modificare la legge 22/99 sui parcheggi sotterranei.
Il progetto di legge sui sottotetti :
conferisce ai comuni la facoltà di escludere dalla normativa parti del territorio comunale o tipologie di edifici, nonché di deliberare particolari criteri di recupero;
Il progetto viene incontro a tutte le problematiche e contenziosi che si sono create sul recupero dei sottotetti negli ultimi anni.
Ora vedremo se l'assessore Moneta accetterà di discutere il progetto e manterrà la sua promessa di rivedere la legge regionale.
Il progetto di legge sui parcheggi non consente di costruire parcheggi sotterranei in aree dove sono presenti alberature di età superiore ai 36 mesi.
In tal modo si impedisce di tagliare o trasferire alberi come è avvenuto sinora, non sostituendoli o sostituendoli con alberi di minore dimensione, a causa della poca terra presente.
I due progetti di legge sono stati presentati in una conferenza stampa alla presenza delle principali televisioni e giornali fa da Carlo Monguzzi, Maurizio Baruffi, Michele Sacerdoti e Mariolina de Luca dei Verdi.
Regione, dietrofront sui sottotetti: grande risultato della campagna dei Verdi "Tetti Protetti"contro la legge regionale che ha rovinato il paesaggio urbano della Lombardia (26/3/04)
Grande risultato campagna "Tetti Protetti". I numerosi messaggi inviati all'assessore regionale Moneta gli hanno fatto cambiare idea sulla sua legge dei sottotetti.
Sul Corriere della Sera del 26 marzo,
facendo seguito ad una articolo di Elsa
Muschella del 25 marzo, l'assessore ha
dichiarato: "«Mi auguravo si potesse fare un buon uso della
"mia" legge sul recupero, ma non è stato così - dice l’assessore
regionale al Territorio Alessandro Moneta -. Ci sono stati molti risultati
deludenti: colpa degli scempi disegnati da architetti e costruttori, ma anche di
molti Comuni lombardi».
Così il 31 marzo, quando il Consiglio inizierà la discussione sulla nuova
legge urbanistica, si ripartirà da zero. O meglio, dal vecchio testo della
15/96 «fortemente emendato per garantire la qualità dei piani di recupero -
assicura Moneta -. Punteremo sulla commissione edilizia e su rigorosissimi
controlli, anche estetici: vogliamo città belle».
I Verdi in Regione presenteranno la settimana prossima una nuova proposta di legge regionale sui sottotetti che sarà illustrata in una conferenza stampa. Speriamo che l'assessore Moneta, dopo la sua dichiarazione, la porti in discussione in aula.
Chiedo a tutti di intensificare l'invio dei messaggi della campagna all'assessore perché sicuramente la lobby dei costruttori si metterà al lavoro per salvare la legge attuale, che ha consentito enormi guadagni.
Ho ricevuto numerosi messaggi di sostegno e di segnalazione di abusi e cause in corso. Continuerò a dare consulenza a chi mi scriverà per chiedere consigli legali, in modo da creare una rete di appoggio a quelli che vogliono bloccare i recuperi in corso.
Si deve arrivare al blocco dei cantieri ed alle demolizioni dei sottotetti che hanno rovinato la città.
In via Melzo 23 - Spallanzani 10 si aprirà il 6 giugno il processo penale contro progettisti e proprietari.
In via Eustachi 4 il condominio ha ottenuto dal Tribunale Civile la demolizione degli abbaini.
In via Arco 1 i condomìni confinanti di Foro Bonaparte 18 e via Ponte Vetero 23 hanno intentato rispettivamente una causa al TAR ed una causa civile contro l'immobiliare Serim.
In Piazza Oberdan 4 il TAR ha negato la sospensiva della diffida del Comune al proprietario che ha costruito abbaini diversi da quelli previsti dalla DIA e voleva sopraelevare il tetto verso via Malpighi, in una zona a vincolo ambientale.
In via Bazzoni 14 su Piazza Conciliazione il Comune ha autorizzato una sopraelevazione del tetto identica a quella del palazzo confinante gemello, che ne ha deturpato la facciata qualche anno fa. Alcuni condomini stanno cercando di bloccare l'intervento, purtroppo autorizzato dagli esperti ambientali della Commissione Edilizia.
Stiamo preparando un esposto alla Procura della Repubblica sulla violazione del Piano Paesistico della Regione Lombardia che è entrato in vigore il 21 novembre 2002 ma che è stato ignorato dal Comune di Milano fino al 3 novembre 2003.
Un altro esposto verrà inviato sulle DIA presentate nella zona A del Centro Storico tra il 3 febbraio e il 23 febbraio 2003, in violazione delle norme di salvaguardia in seguito all'approvazione da parte del Consiglio Comunale dell'emendamento dei Verdi che ha bloccato le variazioni della sagoma del tetto in questa zona. Secondo il Comune l'emendamento è entrato in vigore il 23 febbraio, data di esecutività della delibera, secondo noi il 4 febbraio, giorno successivo alla approvazione.
Tra i progetti presentati in questo periodo vi sono i recuperi dei sottotetti di via Arco 1, Foro Bonaparte - via Tivoli - via Mercato - via delle Erbe, via Sant'Andrea 8, corso Italia 40. Vi invitiamo a segnalarne altri di cui siate a conoscenza.
In ambedue i casi il Comune non ha ancora risposto ad una interrogazione in aula del consigliere Baruffi.
Grande successo per la Festa degli Alberi organizzata dai Verdi in 18 piazze domenica 21 marzo (22/3/04)
I milanesi hanno raccolto con entusiasmo l'invito dei Verdi a fasciare le piante minacciate dall'abbattimento con nastri gialli.
Ancora sventolano al vento, lanciando un appello per la loro sopravvivenza lì dove sono e non trapiantati chissà dove.
In Piazza Novelli, addobbata con palloncini e nastri colorati, c'è stata una festa con musica, panini e bevande offerte dal Comitato di Piazza Novelli.
In Piazza Oberdan il grande bagolaro (foto 1 e foto 2) è stato fasciato con due drappi gialli e sul tronco spiccano due cartelli di aiuto. In viale Piave i platani si lamentano delle sostituzione delle rotaie del tram, che hanno scoperto le loro radici.
In via Vittorio Veneto angolo via Tadino una fascia gialla ricorda il grande ciliegio tagliato nel settembre scorso perché sembrava morto ma non lo era.
In Viale Majno sono stati fasciate le povere piante piantate sopra il parcheggio e già morte.
In Piazza Aspromonte le piante si preoccupano per il parcheggio sotterraneo che si vuole realizzare con il prossimo piano parcheggi.
In Piazza Meda è stata addobbata anche la statua di Giò Pomodoro.
Ora si tratta di ottenere da questa festa la modifica dei progetti di parcheggi sotterranei in corso o il loro spostamento in strade senza piante.
Sono in corso raccolte di firme contro i parcheggi e si stanno costituendo nuovi comitati. Pressioni sono state avviate sui Consigli di Zona ed il Consiglio Comunale, minacciando di non votare alle prossime elezioni i partiti che sostengono i parcheggi sotterranei.
Sul sito del Comune di Milano il Sindaco Albertini, chiaramente in difficoltà, ha pubblicato un intervento a favore dei parcheggi, reclamizzando l'aumento del verde ottenuto negli ultimi anni. E' possibile dare dei consigli al Sindaco e votare a favore o contro alla sua politica.
Invito tutti i votare NO e ad inviare consigli critici.
Pubblico qui l'intervento di Albertini e alcune delle critiche arrivate al sito del Comune.
Sono in attesa di dati dal Comune per verificare i dati forniti dal Sindaco sull'aumento del verde a Milano dal 1997 ad oggi.
La Commissione Lavori Pubblici-Parchi e Giardini di Palazzo Marino discute del Parcheggio di Piazza Novelli (20/3/04)
Venerdì 19/4 si è tenuta la discussione sul Parcheggio di Piazza Novelli richiesta dal consigliere dei Verdi Baruffi. Il progetto è stato presentato dall'Assessore Goggi e dall'Ing. Stefani, direttore del Settore Parcheggi. Era presente una delegazione del Comitato di Piazza Novelli.
Baruffi ha presentato una rilevazione delle auto in sosta vietata da me effettuata nella notte di oggi tra le 2 e le 3 per capire qual è il fabbisogno reale di posti auto per i residenti.
L'ambito di influenza di Piazza Novelli, del raggio di 300 metri intorno al parcheggio, si sovrappone in parte con quelli del parcheggio in costruzione di Piazzale Dateo Nord (150 posti auto) e quello approvato di Largo Rio de Janeiro (258 posti auto).
Ho rilevato 230 auto parcheggiate sui marciapiedi e in sosta irregolare, di
cui 71 nell'ambito di Dateo Nord e 70 nell'ambito di Rio de Janeiro.
Assegnando la metà di questi all'ambito di Piazza Novelli, rimangono 160 auto
da ricoverare nel nuovo parcheggio da 284 posti auto, e quindi il parcheggio è
sovrabbondante rispetto alle necessità reali del quartiere.
Ho anche scoperto che il progetto preliminare del parcheggio prevedeva di mantenere le sofore perimetrali con una occupazione di 2.773 mq, mentre il progetto definitivo occupa 200 mq in più e si allarga nello spazio delle sofore con le griglie di aerazione.
La società Quadrio Curzio ha vinto la gara grazie ad un tempo di realizzazione di soli 253 giorni, mentre in Consiglio di Zona 3 si è parlato di 2 anni. Verranno pagate delle penali per ritardata consegna ?
Nel dibattito è stato proposto di studiare lo spostamento del parcheggio nel lato nord della piazza, dove abitano meno persone perché le case hanno solo due piani. L'ing. Stefani ha obbiettato che vi sono dei condotti fognari di grandi dimensioni e un cavo elettrico di alta tensione mentre l'assessore Goggi ha promesso di studiare la possibile localizzazione alternativa. Ha anche promesso di spostare l'edicola sul lato sud della piazza invece che sul lato nord, poco frequentato.
E' già una prima vittoria della mobilitazione del Comitato sostenuto dai Verdi.
L'assessore ha sostenuto che non risultano danni agli edifici a causa degli scavi dei parcheggi realizzati finora, ma è sicuramente male informato perché c'è certezza di contenziosi tra le imprese e vari condomìni. Per gli alberi ha sostenuto che gli alberi andrebbero comunque sostituiti con essenze più resistenti alla città, ignorando il fatto che i nuovi alberi hanno una massa di foglie molto inferiori a quelli piantati anni fa quindi fanno meno fresco e meno ombra. Infine, per la riduzione del calibro della rotatoria a 9 metri, ha sostenuto che la nuova soluzione diminuisce il numero di incidenti ed è comunque sufficiente al traffico nella piazza.
La consigliera dei Verdi in Zona 3 De Luca ha criticato che spesso, quando il Comune chiede alle zone l'autorizzazione della localizzazione dei nuovi parcheggi, si prevede di mantenere le piante e poi nei progetti definitivi questa previsione salta a causa del maggiore ingombro dei parcheggi. Il taglio degli alberi viene mantenuto il più possibile segreto per non avere opposizione e poi lo si scopre durante l'esecuzione dei lavori.
In Piazza Novelli il taglio delle sofore perimetrali, previsto solo dal progetto definitivo, non era menzionato nella relazione di progetto. L'ho scoperto per caso durante la presentazione in consiglio di zona 3 facendo una domanda specifica ai progettisti.
In altri casi, come in Piazza Oberdan, si cerca di dimostrare che le piante sono malate e moriranno entro breve per giustificarne la sostituzione con esemplari più piccoli che possono sopravvivere in vasconi di cemento e non danno fastidio con i loro rami alle macchine del cantiere che devono inserire nel terreno i micropali o le paratie di cemento.
Sono furbizie che non pagano, perché i residenti non ne vogliono più sapere di questi parcheggi sotto le piazze alberate, dove a fine lavori vengono piantati alberi miseri che spesso muoiono o non crescono più di tanto, nonostante tutte le promesse.
La Repubblica dedica una pagina alla Festa degli Alberi, il Corriere pubblica un articolo del Sindaco Albertini (20/3/04)
La Repubblica ha dedicato un'intera pagina della cronaca milanese alla Festa degli Alberi. Il Corriere ha pubblicato una replica di Albertini alle critiche dei Verdi.
Sorprende l'affermazione di Albertini che solo 6 piante sono state abbattute. Non risultano 177 alberi ripiantumati, né dove siano.
I Verdi hanno chiesto i dettagli al Settore Parchi e Giardini per verificare i numeri forniti dal Sindaco.
Festa degli Alberi di domenica 21 marzo: nuove iniziative (19/3/04)
Si sviluppano le iniziative per il 21 marzo.
La Repubblica ha dedicato il 18 marzo una pagina intera all'iniziativa con due articoli di Pisa e Hutter. Il Corriere della Sera ha pubblicato una risposta del Sindaco Albertini alle nostre critiche, sostenendo che solo 7 alberi sono stati abbattuti, e gli altri tutti trapiantati. Dove sono ?
Il 18 marzo si è tenuta una conferenza stampa dei Verdi in Piazza Novelli, tutte le sofore che saranno abbattute e alcuni alberi al centro della piazza sono stati avvolti nei drappi gialli. Sono state fatte foto e riprese degli alberi, striscioni e membri del comitato.
Ecco l'elenco aggiornato ad oggi delle iniziative:
ORE 10
PIAZZA NOVELLI (dove convergeranno nel corso della mattinata molti gruppi di "infiocchettatori di alberi") - LARGO RIO DE JANEIRO - PIAZZA BERNINI - VIA DELLE BETULLE - PIAZZA GOBETTI
ORE 11
VIALE MAJNO - PIAZZA OBERDAN - PIAZZA VETRA - LARGO TEL VIV - PIAZZA GRANDI- PIAZZALE LIBIA - VIALE CATERINA DA FORLI' - VIA FALCK - VIALE G. DA CERMENATE
ORE 12
PICCOLA SCUOLA DI CIRCO BASTIONI DI PORTA VOLTA - PARCO BERNA - VIA RANCATI - PIAZZA LEONARDO DA VINCI
ORE 16
PIAZZA FONTANA
Puoi vedere un elenco dei parcheggi dove sono stati o saranno abbattuti degli alberi.
Festa degli Alberi di Milano domenica 21 marzo: le iniziative nei quartieri (14/3/04)
Il Gruppo Consiliare dei Verdi a Palazzo Marino ha proclamato domenica 21 marzo Festa degli Alberi di Milano.
Viene distribuito un volantino che invita a vestirli di giallo o arancione, come simbolo della città che non accetta il sacrificio del verde a favore del cemento e dell'asfalto.
E' una festa degli alberi esistenti contro le minacce dei parcheggi sotterranei, nuove costruzioni, strade, cantieri, maltrattamenti alle radici e ai tronchi.
Il Comitato di Piazza Novelli ha organizzato un aperitivo in piazza domenica alle 10 contro il progetto di parcheggio sotterraneo. E' stato anche appeso uno striscione davanti al bar-tabacchi: "La cura degli alberi e del verde è un segno di civiltà !!"
Il Comitato di Piazza Oberdan organizza un incontro alle 11 intorno al grande bagolaro (celtis australis) tra l'edicola e il fioraio minacciato dal parcheggio sotterraneo previsto nella piazza. Il suo destino è appeso alla relazione sul suo stato di salute che sarà fatta dall'impresa di Padova che vuole realizzare il parcheggio e sarà sottoposta al parere del Settore Parchi e Giardini.
L'impresa sostiene che la pianta è stata attaccata da un fungo che si diffonde in modo irreversibile e ne provoca un costante deterioramento, rendendo precaria la sua stabilità.
Il Settore Parchi e Giardini sostiene che la pianta non crea pericoli anche se deve essere tenuta sotto controllo, mentre i pericoli nascerebbero sicuramente nel caso in cui le radici fossero ridotte per rinchiuderle in una vasca di 6 x 8 metri, che provocherebbe sicuramente la morte dell'albero.
Ecco come si trattano le piante a Milano, pur di fare soldi con i parcheggi sotterranei !
Vestiremo di giallo il bagolaro e i platani di viale Piave e via Vittorio Veneto le cui radici sono state rovinate dai lavori per la posa delle nuove rotaie del tram. Vestiremo di giallo anche gli alberi sopra il parcheggio di viale Majno, sofferenti per la poca terra e la cattiva irrigazione.
Chi vuole può portare un tamburo perché stiamo pensando di unirci alla cerimonia indetta a livello mondiale dagli Indiani Otomi del Messico per curare la Madre Terra e assicurare Pace e Vita, suonando 8.000 tamburi alle 12 del 21 marzo.
La cerimonia è focalizzata sul rispetto per la Madre Terra (giungle, foreste, centri cerimoniali e sacri), Pace e Vita (equilibrio con gli animali, le piante, i minerali e la vita umana).
Anche gli altri comitati contro i parcheggi stanno organizzando delle iniziative in piazza Bernini, piazza Libia, largo Rio de Janeiro, largo Tel Aviv.
I comitati contro i parcheggi indicono per domenica 21 marzo delle iniziative per impedire il taglio degli alberi sopra i nuovi parcheggi sotterranei (11/3/04)
Pieno successo della riunione dei comitati contro i parcheggi sotterranei del 9 marzo scorso, indetta dal Consigliere dei Verdi Baruffi.
Erano presenti i comitati di piazza Libia, piazza Novelli, via Ampere-Buoncompagni, viale Majno, via Benedetto Marcello, piazza Oberdan, piazza Libia, largo Tel Aviv, piazza Bernini, largo Rio de Janeiro per un totale di 50 persone.
Si è deciso di effettuare manifestazioni di protesta nelle varie piazze domenica 21 marzo e di contrassegnare con drappi gialli gli alberi che verranno tagliati.
Successivamente si organizzerà un incontro serale sul tema della difesa degli alberi a Milano.
I comitati si sono scambiati informazioni utili sulle strategie da seguire dal punto di vista legale. Il Comitato di via Ampere sta aspettando la sentenza di una causa davanti al Tribunale Civile che ha portato al fermo dei lavori per rischio di danni alle fondamenta degli edifici.
Baruffi, De Luca e Sacerdoti dei Verdi hanno promesso il loro sostegno per le varie iniziative, anche presso i giornali.
Sacerdoti ha presentato l'ipotesi alternativa dei parcheggi meccanizzati, osteggiata dall'assessore Goggi. Questo tipo di parcheggio, occupando la metà dello spazio dei parcheggi a rampa a parità di auto, consente di salvare le piante e di completare il parcheggio in meno tempo. Non inquina, costa meno, è più sicuro. Non si capisce perché il Comune di Milano non vuole neanche sperimentarli.
Aderisci alla campagna Tetti Protetti per salvare i tetti della tua città (2/3/04)
In seguito al convegno sui sottotetti e ai casi esposti dalle persone che ci hanno contattato, il consigliere comunale Baruffi ed io abbiamo deciso di lanciare una campagna per posta elettronica per salvare i tetti delle città della Lombardia.
Puoi trovare qui il testo della petizione da inviare all'Assessore Regionale al Territorio Alessandro Moneta ed all'Assessore al Territorio del tuo Comune per bloccare la speculazione edilizia in corso con il recupero dei sottotetti.
Patto per salvare gli alberi di Milano: riunione contro il taglio delle piante sopra i parcheggi sotterranei il 9 marzo alle 18.30 in via Marino 7, terzo piano (27/2/04)
Il Consigliere Comunale dei Verdi Baruffi ha indetto una riunione a Palazzo Marino di tutti i comitati che si oppongono al taglio delle piante per scavare i parcheggi sotterranei per lanciare un "Patto per salvare gli alberi di Milano". Invito tutti gli interessati a intervenire.
Il Corriere della Sera ha pubblicato il 25 febbraio e il 27 febbraio due articoli sul taglio degli alberi, in base alle informazioni date da me e da Baruffi alla giornalista Simona Ravizza.
Chi vuole recuperare il sottotetto deve avere l'autorizzazione del condominio: una lettera al Sindaco dell'Ing. Antonio De Marco (26/2/04)
L'ing. Antonio de Marco, consulente tecnico del Tribunale di Milano, ha scritto al Sindaco e all'Assessore al Territorio Verga, una lettera chiedendo che sia allegato alle DIA di recupero dei sottotetti l'autorizzazione del Condominio.
Vincolo ambientale di Porta Venezia: è il primo che impedisce la costruzione di abbaini e sopralzi visibili dagli spazi pubblici antistanti (22/2/04)
Anche la Regione Lombardia si sta rendendo conto del terribile impatto sul territorio della legge sul recupero dei sottotetti.
Il 6.2.2003 la Regione ha sottoposto a vincolo l'area di Porta Venezia con criteri di gestione specifici per la tutela dei prospetti sugli spazi pubblici che impediscono la modifica dei tetti che si affacciano sugli spazi pubblici.
Si veda il verbale della Commissione Provinciale per le Bellezze Naturali di Milano del 26.11.2002.
E' ora che la legge regionale 22/99 venga abrogata.
Lunedì 23 febbraio alle 19.30 incontro degli abitanti di Piazza Novelli al Bar Tabacchi per esaminare il progetto del parcheggio sotterraneo e decidere le prossime azioni (21/2/04)
Il Consigliere dei Verdi Baruffi ha avuto copia del progetto definitivo e delle relazioni del parcheggio sotterraneo di Piazza Novelli.
Lunedì verrà illustrato da Michele Sacerdoti agli abitanti e commercianti della piazza.
Sono state finora raccolta più di 800 firme contro il parcheggio e verranno consegnate la settimana prossima al Sindaco e ai membri della Commissione Trasporti del Consiglio Comunale, della quale Baruffi ha chiesto la convocazione urgente sul parcheggio.
Dall'esame del progetto risulta confermato:
In una piazza percorsa da pochissimi pedoni la costosa sistemazione di superficie appare come una povera giustificazione per la creazione del parcheggio e il taglio delle sofore.
L'eliminazione dei posti auto è limitata alla piazza, mentre su via Gaio e Sidoli, anch'essi strada interquartiere, la sosta rimane.
Essendo questi posti auto utilizzati per la maggior parte per la rotazione e non dai residenti, non verranno sostituiti dai box del parcheggio e quindi si andranno a riempire le strade vicine. I residenti trovano già ora posto nel parcheggio privato a rotazione in Piazza Novelli 4, che non è neanche tutto pieno.
L'eliminazione dei posti auto danneggerà notevolmente i bar della piazza e il giornalaio che vivono su clienti di passaggio in automobile e non sui pedoni, che sono pochi.
Il programma dei lavori allegato al progetto prevede una durata di 14 mesi di cui i primi 3 per lo spostamento dei sottoservizi e gli ultimi 2 per le sistemazioni di superficie. Sembra un tempo molto breve se paragonato ai 2 anni dichiarati in Consiglio di Zona e durata del cantiere di piazza Fratelli Bandiera.
Durante il cantiere viene bloccato l'accesso di via Sidoli alla piazza, utilizzato solo dai mezzi di cantiere; il traffico da via Gajo il traffico sarà deviato sull'anello nord della piazza per raggiungere via Carnaghi e via Gallina; da via Sidoli si percorrerà via Vanvitelli, Piazza Ascari e via Del Sarto fino a Piazza Novelli. Via Carnaghi diventa a senso unico, c' è da aspettarsi un notevole aumento di traffico nelle vie utilizzate nei due sensi per il percorso alternativo.
Recupero sottotetto in via Eustachi 4: il Tribunale Civile dà ragione al condominio e ordina l'eliminazione dell'abbaino e del terrazzino a tasca (20/2/04)
Interessante sentenza del Tribunale Civile di Milano sul recupero sottotetto in via Eustachi 4. E' stato costruito un abbaino rettangolare con finestre a nastro sulla strada in posizione decentrata rispetto alla facciata e in uno stile incompatibile con quello della facciata, provocando "una nota di sgradevole e ingiustificata asimmetria".
Il regolamento del condominio prevede che "non potrà essere intrapresa dai singoli condomini nessuna opera esterna al fabbricato che modifichi l'architettura, l'estetica e la simmetria del fabbricato stesso". Il Tribunale ha ritenuto l'abbaino e il terrazzino incompatibili con il regolamento e più in generale con gli articoli 1120 e 1127 del codice civile:
art. 1120 - I condomini, con la maggioranza indicata dal quinto comma dell'art. 1136, possono disporre tutte le innovazioni dirette al miglioramento o all'uso più comodo o al maggior rendimento delle cose comuni . Sono vietate le innovazioni che possano recare pregiudizio alla stabilità o alla sicurezza del fabbricato, che ne alterino il decoro architettonico o che rendano talune parti comuni dell'edificio inservibili all'uso o al godimento anche di un solo condomino.
art. 1127 - Il proprietario dell'ultimo piano dell'edificio può elevare nuovi piani o nuove fabbriche, salvo che risulti altrimenti dal titolo. La stessa facoltà spetta a chi è proprietario esclusivo del lastrico solare. La sopraelevazione non è ammessa se le condizioni statiche dell'edificio non la consentono. I condomini possono altresì opporsi alla sopraelevazione, se questa pregiudica l'aspetto architettonico dell'edificio ovvero diminuisce notevolmente l'aria o la luce dei piani sottostanti.
Ha inoltre ribadito che il tetto è una parte comune del condominio, come indicato dall'art. 1117:
art. 1117 - Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio, se il contrario non risulta dal titolo:
1. il suolo su cui sorge l'edificio, le fondazioni, i muri maestri, i tetti e i lastrici solari, le scale, i portoni d'ingresso, i vestiboli, gli anditi, i portici, i cortili e in genere tutte le parti dell'edificio necessarie all'uso comune;
2. i locali per la portineria e per l'alloggio del portiere, per la lavanderia, per il riscaldamento centrale, per gli stenditoi e per altri simili servizi in comune;
3. le opere, le installazioni, i manufatti di qualunque genere che servono all'uso e al godimento comune, come gli ascensori, i pozzi, le cisterne, gli acquedotti e inoltre le fognature e i canali di scarico, gli impianti per l'acqua, per il gas, per l'energia elettrica, per il riscaldamento e simili, fino al punto di diramazione degli impianti ai locali di proprietà esclusiva dei singoli condomini.
In conclusione è stato ordinata l'eliminazione dell'abbaino e del balcone a tasca sul cortile interno.
Questa sentenza costituisce un precedente favorevole per i condomini che si vogliono opporre a recuperi di sottotetti incompatibili con il decoro architettonico del loro edificio, sia che il divieto sia indicato nel regolamento di condominio sia che non lo sia.
Basterà intentare una causa civile al condomino che ha recuperato il sottotetto.
Buone notizie sul parcheggio di Piazza Oberdan: nella riunione del 2 febbraio il Settore Parchi e Giardini ha ribadito che il bagolaro non può sopravvivere nel cassone di cemento previsto dal progetto (7/2/04)
Il 2 febbraio si è riunito il Comitato Tecnico Intersettoriale del Comune per dare il via libera al progetto preliminare del parcheggio sotterraneo di Piazza Oberdan.
Erano presenti rappresentanti dei settori Parcheggi, Parchi e Giardini, Urbanistica e Traffico, dell'ATM , della MM ed i progettisti del parcheggio dello studio Roli di Modena. Il consiglio di zona, come sempre, non era stato invitato e la Consigliera dei Verdi De Luca, che era intervenuta, è stata allontanata.
Il Settore Parchi e Giardini ha ribadito che il bagolaro non può sopravvivere nel cassone di cemento previsto perché troppo piccolo e senza collegamento con il suolo. Mentre i progettisti sostengono che la pianta è comunque destinata a morire per la presenza del fungo Carie alla base nel giro di 3-4 anni, il Settore Parchi e Giardini sostiene che nell'attuale situazione può ancora vivere almeno 10 anni e preparerà una relazione dettagliata in proposito.
Il Settore Traffico ha richiesto lo spostamento delle griglie lungo le rotaie del tram perché si troverebbero in mezzo al passaggio delle auto in caso di mancato spostamento di queste dall'altro lato degli alberi; l'ATM ha evidenziato che, con il nuovo tracciato, le rotaie sono troppo vicine agli alberi e tra di loro per permettere il passaggio dei nuovi jumbo tram. Se fosse vero il parcheggio dovrebbe essere spostato verso le case e verso il bagolaro, diminuendo il poco spazio lasciato per le radici.
Si dimostra quanto ho sempre sostenuto, e cioè che non c'è spazio nella piazza per un parcheggio sotterraneo a rampe. Solo un parcheggio meccanizzato, se proprio necessario, potrebbe essere collocato davanti alla farmacia Diana, a una distanza sufficiente dalla pianta.
Ho calcolato che il progetto di sistemazione della piazza eliminerebbe circa 70 posti auto tra Piazza Oberdan e il primo tratto di Corso Buenos Aires fino a Viale Tunisia. Questi potrebbero essere recuperati nel parcheggio a rotazione di viale Majno, attualmente mezzo vuoto.
Ora vedremo come l'Ufficio Parcheggi potrà superare la situazione in cui si è cacciato, accettando acriticamente la proposta di project financing dei privati contro il parere del Consiglio di Zona 3, degli abitanti e dei commercianti della piazza. In particolare Gucci si troverebbe nell'impossibilità di effettuare le sue sfilate di moda per tutta la durata del cantiere ed ha scritto una lettera di protesta al Comune.
Gli abitanti, i bar e il giornalaio di Piazza Novelli si oppongono al parcheggio sotterraneo di Piazza Novelli: in corso una raccolta di firme, i Verdi sostengono l'iniziativa (1/2/04)
Si raccolgono presso il bar all'angolo di Piazza Novelli con via Sidoli le firme contro il progetto di parcheggio sotterraneo. Il consigliere comunale dei Verdi Baruffi, la consigliera di zona 3 dei Verdi De Luca ed io abbiamo incontrato gli abitanti sabato pomeriggio per ascoltare i motivi della loro opposizione.
I motivi di opposizione sono :
Nella foto aerea si vedono le sofore sul lato inferiore e sinistro della piazza che saranno eliminate. Saranno sostituite da un filare circolare di carpini piramidali lontano dalle case che farà molto meno ombra e che impiegheranno anni a crescere in 2 metri di terra sopra il parcheggio.
Anche in Piazza Novelli, come in Piazza Oberdan, un parcheggio meccanizzato consentirebbe di dimezzare l'area di scavo ed i tempi di realizzazione, salvando le sofore e ospitando lo stesso numero di auto a costi uguali o minori.
Il taglio delle sofore non è stato autorizzato dal Settore Parchi e Giardini, che non ha il potere di impedirlo in quanto il Sindaco-Commissario può fare ciò che vuole.
Secondo i Verdi, prima di avviare i lavori il Comune deve richiedere:
Il Giorno ha pubblicato un articolo sull'incontro di sabato pomeriggio sul numero del 1/2/04.
Clamorosa violazione del Piano Paesistico della Lombardia: è in vigore dal 21 novembre 2002 ma il Comune di Milano lo applica parzialmente solo dal 3 novembre 2003. Fuori legge recuperi di sottotetto, ampliamenti e nuove costruzioni ? (31/1/04)
Come da me denunciato nel Dibattito "Le Mani sui Tetti della Città", il Comune di Milano avrebbe dovuto applicare il Piano Paesistico della Regione Lombardia a tutte le modifiche dell'aspetto esteriore dei luoghi e degli edifici a partire dal 21 novembre 2002, data di pubblicazione delle Linee Guida sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
Invece il Comune ha deciso di applicarlo solo al recupero dei sottotetti a partire dal 3 novembre 2003.
L'art. 25 della legge prescrive che "in tutto il territorio regionale i progetti che incidono sull’esteriore aspetto dei luoghi e degli edifici sono soggetti a esame sotto il profilo del loro inserimento nel contesto, ivi compresi i piani attuativi."
L'art. 30 prescrive che "la metodologia di esame paesistico dei progetti, di cui alla presente Parte IV, diventa operativa dalla data di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia di apposite “Linee guida per l’esame paesistico dei progetti”.
L'art. 30 indica anche che la fase sperimentale di 15 mesi è solo un periodo in cui "la Giunta Regionale raccoglie osservazioni e proposte da parte degli enti locali e dei soggetti pubblici e privati interessati".
Pertanto tutte le D.I.A. e permessi di costruire presentati a partire dal 21 novembre 2002 dovevano essere corredati dei documenti relativi alla valutazione di impatto paesistico e sottoposti alla Commissione Edilizia Integrata dagli esperti paesistici, qualora superassero la soglia di rilevanza.
Questa interpretazione è uguale a quella della Struttura Giuridico-Territoriale della Direzione Generale Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia nella sua risposta del 16.4.2003 al Comune di Varedo (MI).
Avendo il Piano lo stesso valore prescrittivo del Piano Regolatore in base alla L.R. 57/85, la sua violazione è sottoposta alle stesse sanzioni penali e amministrative applicate per le violazioni delle norme urbanistiche e previste dalla L. 47/85 e non può essere sanata ai sensi dell'art. 13 della stessa legge.
Il fatto che il Comune non abbia sottoposto i progetti a valutazione di impatto paesistico non elimina a mio parere la trasgressione di una Legge Regionale regolarmente pubblicata. I richiedenti avrebbero dovuto comunque allegare alla domanda la documentazione richiesta dalla legge regionale.
Ora si pone il problema di cosa fare dei progetti realizzati, di quelli in corso di realizzazione e di quelli non ancora avviati. Ho sottoposto un quesito in proposito all'Osservatorio Edilizio del Comune di Milano il 3 dicembre scorso ma non ho ancora avuto risposta.
Per alcuni recuperi dei sottotetti in corso di realizzazione e di maggiore impatto sulla città, la cui DIA è stata presentata tra il 21 novembre 2002 e il 3 novembre 2003, ho già inviato un esposto al Comune, che dovrebbe emettere una diffida di sospensione dei lavori, richiedendo che siano sottoposti a valutazione di impatto paesistico. Questa azione proseguirà.
Ritengo che progettisti e proprietari debbano spontaneamente sottoporre i propri interventi, anche in assenza di diffida, alla valutazione di impatto paesistico per evitare future azioni legali e necessità di condono.
Trasporti milanesi: Rivoluzione o controrivoluzione ? Un intervento di Lodovico Meneghetti (30/1/04)
L'arch. Lodovico Meneghetti, già ordinario di Urbanistica al Politecnico di Milano e già direttore del Dipartimento di progettazione dell’architettura, mi ha mandato un interessante intervento sull'evoluzione dei trasporti milanesi, che "sospinge l'utente, tra cambi obbligati di mezzi e aumento dei tempi di attesa, verso l'uso della propria automobile. E' un'ottica economicistica estranea a una cultura del trasporto pubblico quale assoluta priorità."
Concordo completamente con lui, è ora di cambiare.
Il Consiglio di Zona 3 approva il progetto definitivo di parcheggio sotterraneo di Piazza Novelli e rinvia la decisione sul pubblico interesse del parcheggio sotterraneo di Piazza Oberdan (27/1/04)
Nella seduta del 26/1/04 il Consiglio di Zona 3 ha approvato il progetto di parcheggio definitivo di Piazza Novelli, nonostante il voto negativo dell'opposizione di centro-sinistra e la presenza di numerosi abitanti contrari.
I Verdi hanno motivato il loro rifiuto con il taglio di 15 alberi di sofora di 15 metri di altezza lungo le case, sostituiti con dei piccoli carpini cipressini che, con due metri di terra, non arriveranno mai alla stessa altezza.
Gli abitanti hanno sostenuto che non c'è l'esigenza di nuovi parcheggi in quanto ci sono in zona numerosi parcheggi a pagamento, di cui uno accanto al futuro parcheggio.
Il proprietario dell'edicola si oppone al suo spostamento dall'aiuola centrale all'angolo con Via Del Sarto, dove passano poche automobili.
Colpo di scena per Piazza Oberdan: la maggioranza del Polo ha ritirato la mozione con cui sosteneva il pubblico interesse del parcheggio in seguito ai forti motivi contrari portati dagli abitanti e commercianti della piazza.
E' intervenuta la responsabile di Gucci che ha sostenuto che le sfilate avrebbero dovuto svolgersi in un'altra sala per tutta la durata dei lavori.
Ora si spera che il Sindaco Commissario rinuncerà a firmare la dichiarazione di pubblico interesse e che si possa valutare un progetto di parcheggio meccanizzato, come previsto inizialmente.
150 persone hanno partecipato al Dibattito dei Verdi sul recupero dei sottotetti (26/1/04) (aggiornato il 10/4/04)
Al dibattito al Teatro Parenti sono intervenuti Michele Sacerdoti, Letizia Moizzi, Giancarlo Bianchi Janetti, Alessandro Toccolini, Ugo Rivolta, Giacomo Borella, Milly Moratti, Maurizio Baruffi. L'avv. Antonini del Fai non ha partecipato per motivi di salute.
Tra il pubblico erano presenti membri della Commissione Edilizia e dell'Osservatorio Edilizio, docenti universitari, funzionari comunali, cittadini che si sono scontrati con coloro che recuperavano i sottotetti in casa loro.
Sacerdoti ha svolto l'intervento introduttivo proiettando alcune foto della lista nera dei sottotetti, Bianchi Janetti ha difeso il comportamento del Comune, Toccolini ha illustrato i nuovi criteri di controllo dei progetti da parte della Commissione Edilizia, Rivolta ha illustrato la sua posizione sulla legge 22/99, Borella ha messo in dubbio la possibilità di giudicare l'estetica dei sottotetti, Moratti ha sostenuto l'idea di informare i cittadini sui recuperi presentati con strutture in legno e foto virtuali sul posto.
In conclusione il Consigliere Comunale Baruffi ha comunicato che i Verdi cercheranno di fare modificare la legge regionale 22/99 e di estendere la parte di Milano in cui non si può modificare la sagoma del tetto dalla zona A ad altre zone significative della città.
Sono intervenuti nel dibattito l'arch. Marco Romano, membro della Commissione Edilizia, e l'arch. Francesco Borella.
Ho ricevuto dopo il convegno un interessante contributo dell'Ing. Antonio De Marco, consulente tecnico del Tribunale di Milano, sugli effetti del recupero dei sottotetti nei condomini, con la produzione di molti contenziosi.
Proporrò che nel Regolamento Edilizio sia richiesto di allegare alla D.I.A. di recupero dei sottotetti l'autorizzazione del condominio, essendo la falda del tetto di proprietà comune dei condomini.
La stampa cittadina dà vasto eco al dibattito sui sottotetti (25/1/04)
La Repubblica con un articolo, una intervista all'Assessore Verga e un articolo dell'architetto Meneghetti (articolo completo dal sito www.eddyburg.it), il Giorno, Metro hanno dato vasto rilievo al dibattito sui sottotetti del 26 gennaio.
Manca il numero legale: il Consiglio di zona su Piazza Oberdan si aggiorna a lunedì 26 gennaio alle 20.30 (23/1/04)
Un folto gruppo di oppositori è intervenuto al consiglio di zona di giovedì sera.
Michele Sacerdoti ha ribadito l'opposizione di abitanti e commercianti al parcheggio a rampe e in particolare allo scavo intorno e sotto la grande pianta monumentale di Celtis Australis (bagolaro) di più di settant'anni di età, alta circa 15 metri e larga altrettanto, che ha radici molto estese. L'ingabbiatura delle radici in un vascone di cemento di 6 x 8 metri per 6 di profondità la farebbe crollare.
Il Settore Parchi e Giardini ritiene che sia necessaria una vasca di 10 m x 10 e un collegamento con il suolo e ritiene non fattibile il progetto dal punto di vista tecnico.
Eraldo Pizzocchero, a nome dell'associazione dei panificatori di Milano, si oppone al progetto in quanto porterebbe tutto il traffico addosso ai Caselli di Porta Venezia, appena restaurati, impedendo l'access alla nuova biblioteca del pane e museo del pane. Con la creazione delle rampe non sarebbe più possibile cambiare il progetto di sistemazione della piazza, per il quale i panificatori chiedono la creazione di una grande rotonda intorno ai caselli, come in Porta Ticinese.
Il gestore dei parcheggio di Viale Majno ha sostenuto che la convenzione con il Comune di Milano gli dà un diritto di prelazione su qualunque parcheggio pubblico in piazza Oberdan. Il parcheggio a rotazione da 200 posti di viale Majno, a 5 minuto a piedi da Piazza Oberdan è semivuoto e la stessa sorte avrebbe il nuovo parcheggio.
Altri abitanti della piazza sono intervenuti contro la eccessiva dimensione e durata del cantiere e a favore di un più piccolo parcheggio meccanizzato.
Il presidente della Commissione Territorio DI Vittorio ha presentato una mozione a favore del parcheggio sostenendo che:
In realtà il Comune non ha portato delle simulazioni che dicano che i tempi di attesa dei parcheggio meccanizzato creino code nelle ore di massimo accesso mentre esistono in Italia società che hanno realizzato parcheggi meccanizzati di grandi dimensioni sia in aree pubbliche che in aree private. Il problema è che l'Assessore al Traffico Goggi è completamente contrario a questo tipo di parcheggi, che risolverebbero il problema di dove mettere le automobili con minori costi, tempo e dimensione dello scavo e disagi per la città. La lobby del movimento terra, cemento e progettazione dei parcheggi preme per continuare a utilizzare una tecnologia svantaggiosa per tutti.
La battaglia contro il parcheggio è rinviata a lunedì 26 gennaio alla stessa ora, e quindi la cittadinanza deve ancora mobilitarsi per questo appuntamento. L'opposizione di centro-sinistra è contraria al parcheggio e la maggioranza è divisa. Ci sono ottime possibilità di vincere senza un costoso e incerto ricorso al TAR.
Il Consiglio di zona 3 dà il suo parere al progetto preliminare di parcheggio in Piazza Oberdan giovedì 22 gennaio (22/1/04)
Invitiamo tutti gli oppositori al progetto di recarsi alle 20.15 di giovedì 22 gennaio in Consiglio di Zona 3, via Sansovino 9, per manifestare contro il progetto di parcheggio sotterraneo a rampe in Piazza Oberdan.
Nonostante il parere negativo del Settore Parchi e Giardini che ha giudicato il progetto incompatibile con le radici della pianta monumentale al centro della piazza, la maggioranza vuole approvare una mozione favorevole al parcheggio.
L'opposizione di centro-sinistra presenterà una mozione contro il progetto in appoggio alla lettera degli abitanti e commercianti.
Le mani sui tetti della città: i Verdi organizzano un dibattito lunedì 26 gennaio alle 21 al Teatro Parenti in via Pierlombardo sul recupero dei sottotetti (13/1/04)
Invito tutti gli interessati a partecipare al dibattito sui sottotetti che ho organizzato con i Verdi. Nell'introduzione farò una storia delle normative e presenterò i casi più clamorosi. La stampa milanese ha dato vasto rilievo all'evento.
Il recupero dei sottotetti a Milano dal 1996 ad oggi sulla base delle Leggi Regionali 15/96 e 22/99:
le conseguenze sul paesaggio urbano e i possibili rimedi
Lunedì 26 gennaio 2004 ore 21
Teatro Franco Parenti, Sala Pirelli, via Pierlombardo 14
Introduce:
Michele Sacerdoti, membro delle Commissioni Concessioni Edilizie delle Zone 2 e 3 di Milano
Conduce:
Letizia Moizzi, giornalista
Intervengono:
Ezio Antonini, Consigliere del FAI
Giancarlo Bianchi Janetti, Direttore del Settore Concessioni e Autorizzazioni Edilizie del Comune di Milano
Giacomo Borella, architetto
Milly Moratti, capogruppo Verdi-Lista Civica dell’Arancia
Ugo Rivolta, Vice Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Milano
Alessandro Toccolini, Vice Presidente della Commissione Edilizia del Comune di Milano
Conclusioni:
Maurizio Baruffi, Consigliere Comunale Verdi Lista Civica dell’Arancia
Con le due leggi regionali sul recupero dei sottotetti le case in Lombardia sono state sconvolte da ogni sorta di protuberanze e sopralzi, in un disordine totale di stili quasi sempre in contrasto con le facciate preesistenti, senza alcun controllo da parte delle Commissioni Edilizie.
Il contenimento del consumo di nuovo territorio, obiettivo dichiarato dalla legge regionale, è un falso obiettivo in quanto vi sono a Milano estese aree industriali dismesse che si stanno recuperando, mentre gli appartamenti nei sottotetti non prevedono la creazione di nuovi posti auto né la monetizzazione degli standard e sono prevalentemente appartamenti di lusso venduti a carissimo prezzo.
I progettisti hanno generalmente accontentato i committenti che volevano ampliare al massimo la volumetria degli edifici, a scapito dell’estetica degli interventi e del rispetto, imposto dal Regolamento Edilizio, della facciata sottostante e degli edifici circostanti.
Dopo l’emendamento Baruffi, che ha impedito le modifiche delle pendenze e delle quote dei tetti nel centro storico di Milano negli edifici anteriori al 1940, ed il conseguente ricorso al TAR dell’Ordine dei Geometri, il Comune ha deciso di applicare il Piano Paesistico della Regione Lombardia al recupero dei sottotetti su tutto il territorio comunale a partire dal 3 novembre 2003.
Il Piano è in realtà in vigore dal 21 novembre 2002 per tutte le trasformazioni esterne degli edifici in Lombardia e si pone il problema di cosa fare per tutti gli interventi presentati da questa data in poi. Sarà richiesta la valutazione di impatto paesistico a posteriori? Saranno imposti degli interventi di modifica o di mitigazione ambientale per gli interventi considerati inammissibili?
Inoltre la valutazione di impatto paesistico richiede una valutazione della sensibilità dei siti e dell’impatto del progetto a carico del progettista e verificata dai tecnici comunali e dalla Commissione Edilizia. Quali saranno i criteri di verifica in mancanza di una mappa dei siti e di una scala di impatto dei progetti?
Quale sarà il ruolo dei Consigli di Zona, completamente privati dal nuovo regolamento edilizio e dalle DIA del controllo sul recupero dei sottotetti, e invece unici organismi che, data la loro conoscenza del territorio, possono dare una valutazione corretta degli interventi ?
I Verdi ritengono che non si possano mettere delle pezze su una legge sbagliata e che bisogna ottenere che la Regione, in sede di redazione della nuova Legge Urbanistica, abroghi la legge 22/99 e ritorni ad un limitato e controllato recupero dei sottotetti come avvenuto dal 1996 al 1999, senza cambiare la sagoma dei tetti.
Questo sembra essere l’unico modo di salvaguardare il paesaggio urbano e la skyline dei comuni lombardi, invece di continuare a devastarlo sulla base di meri interessi speculativi.
Parcheggio di Piazza Oberdan: ho richiesto al Sindaco-Commissario di rinviare la dichiarazione di pubblico interesse (27/12/03)
Il 23 dicembre ho saputo che il settore Parchi e Giardini ha effettuato un controllo della pianta monumentale (Celtis Australis) vicino all'edicola che il progetto di parcheggio voleva rinchiudere in un cassone di cemento che ne provocherebbe la morte sicura.
La pianta è risultata sana e la nicchia che si è formata alla base non si allargherà. In seguita a questa valutazione il settore ha richiesto che lo scavo mantenga un quadrato di 10 metri intorno alle radici e che non venga costruito un solettone sotto la pianta, previsto alla profondità di 6 metri.
Il nuovo parere è stato inviato all'Ufficio Parcheggi che ha risposto che ormai era troppo tardi perché era già stata firmata dal Sindaco-Commissario la dichiarazione di pubblico interesse.
Questo non corrisponde con l'impegno dell'ing. Stefani in Commissione Territorio del Consiglio di Zona 3 di aspettare una decisione da parte del Consiglio di Zona 3.
Allarmato dalla situazione e temendo un colpo di mano di fine anno ho inviato il seguente messaggio di posta elettronica al Sindaco, al ViceSindaco, all'Assessore al Traffico Goggi, all'ing. Stefani, al Presidente del Consiglio di Zona 3 Viola e al Presidente della Commissione Territorio Di Vittorio:
Egr. Sig. Sindaco,
a nome dei firmatari della petizione a lei inviata contro il parcheggio sotterraneo di Piazza Oberdan, La prego di voler soprassedere alla dichiarazione di pubblico interesse per questo parcheggio in project financing in quanto, nella discussione avvenuta sul progetto presso la Commissione Territorio del Consiglio di Zona 3 il 22 dicembre scorso e successivamente, sono emersi i seguenti fatti:
- nella conferenza intersettoriale dell'8 maggio 2003 non è stato chiarito che sotto l'esemplare monumentale di Celtis Australis di cui è richiesto il mantenimento sarebbe stato costruito un solettone alla profondità di 6 metri, rendendone impossibile la sopravvivenza,
- il Settore Parchi e Giardini ha ritenuto recentemente che la pianta può ancora vivere a lungo e che lo scavo deve prevedere un quadrato di 10 metri di lato per le radici della pianta (al contrario del progetto che prevede un rettangolo di 8,80 x 6.10 m) senza la creazione di un solettone al di sotto,
- l'Associazione dei Panificatori, che ha in concessione i caselli di Porta Venezia, ritiene che il progetto di riqualificazione della piazza vada rivisto per mantenere i flussi di traffico ad una certa distanza dai caselli, mentre la posizione della rampe del parcheggio sarebbe incompatibile con una modifica del progetto in questo senso,
- la creazione di una rotonda di accesso al parcheggio è incompatibile con il divieto di accesso a via Mascagni da Piazza Oberdan previsto dalla sistemazione viabilistica del progetto di riqualificazione della piazza,
- il percorso di uscita da via Malpighi con una gimcana intorno alla rampa circolare è incompatibile con il transito degli automezzi a tre assi lunghi 10 metri che riforniscono i supermercati Esselunga e Unes in via Sirtori e Melzo,
- lo scavo arriverà a 3 metri dalle fondamenta delle case, con pericolo di crollo per gli edifici costruiti alla fine del 1700 in Piazza Oberdan 8, 10 e 12 citati espressamente nel vincolo ambientale della piazza,
- la convenzione firmata dal Comune con il parcheggio di viale Majno sembra dare al gestore di questo parcheggio un diritto di prelazione sull'affidamento dei lavori,
- i 200 posti a rotazione di questo parcheggio sono utilizzati solo parzialmente e quindi questo parcheggio può assorbire tranquillamente i posti auto eliminati dalla riqualificazione della piazza,
- il Consiglio di Zona si riserva di esprimersi sul progetto presentato nel mese di gennaio e comunque in commissione alcuni consiglieri sia di maggioranza che di opposizione si sono espressi in senso contrario al parcheggio,
- la Sovrintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali della Lombardia sottoporrà il progetto alla valutazione del Corpo Forestale dello Stato per la compatibilità con il mantenimento del verde in un'area tutelata da vincolo ambientale e sicuramente il Corpo Forestale arriverà a conclusioni analoghe a quelle del Settore Parchi e Giardini,
- la durata dei lavori dichiarata dal proponente di 24 mesi è incompatibile con le attività commerciali esistenti,
- contrariamente alla richiesta del Consiglio di Zona non è stato presentato un progetto alternativo di parcheggio meccanizzato, previsto dalla MM nel progetto di riqualificazione della piazza, che sembra l'unico compatibile con i vincoli tecnici esistenti ed una durata dei lavori di 6-9 mesi non troppo penalizzante per i commercianti.
Alla luce di questi fatti non può essere confermata la valutazione di fattibilità tecnica del progetto dichiarata dalla conferenza intersettoriale e quindi il progetto preliminare presentato deve essere profondamente rivisto e rianalizzato nei suoi vari aspetti.
Rimango sorpreso della modalità di valutazione di questo progetto, che ha ignorato il Consiglio di Zona che aveva dato un parere positivo alla localizzazione sulla base di un progetto di massima della MM che è stato totalmente stravolto.
Solo un caso ha voluto che il Consiglio di Zona venisse informato dei cambiamenti prima della dichiarazione di pubblico interesse e che si potesse procedere ad una attenta valutazione dei vari aspetti del progetto. Si tenga conto che da quando si parla di riqualificazione di Piazza Oberdan il Consiglio di Zona è stato sempre coinvolto nella progettazione degli interventi, a partire dalla Giunta Formentini con il progetto dell'Assessore Rota.
E' inconcepibile e in violazione dello Statuto del Comune di Milano e del regolamento del decentramento che un progetto della portata del parcheggio di Piazza Oberdan sia stato valutato per un anno in sede tecnica senza che il consiglio di zona 3 ne venisse minimamente informato.
Con la presentazione in Commissione Territorio si è dimostrato ancora una volta che solo con il contributo del Decentramento si possono analizzare compiutamente questi tipi di progetti, verificandone vantaggi e svantaggi insieme ad abitanti e commercianti.
Come può il Sindaco-Commissario valutare il pubblico interesse senza ascoltare il pubblico ?
Sperando che questa vicenda porti ad una modifica dell'iter di valutazione del proposte di project financing dei parcheggi sotterranei che preveda il pieno coinvolgimento dei consigli di zona in fase di verifica del pubblico interesse Le invio cordiali saluti
Speriamo che la Befana non ci porti brutte sorprese.
Il Comitato contro l'Elefante raccoglie fondi per un ricorso al TAR contro l'espansione della Clinica Santa Rita (23/12/03)
Il Comitato contro l’Elefante è sorto spontaneamente in zona 3 per opporsi a un’operazione speculativa che rischia di stravolgere le caratteristiche urbanistiche della zona e di compromettere ulteriormente la vivibilità di Milano.
L’area compresa tra Piazzale Loreto e Viale Teodosio forma un quartiere a bassa densità abitativa, a basso tasso di inquinamento e a bassa densità di traffico, perché è costituito da isolati, composti da villette di due-tre piani, che affacciano su giardini alberati interni, secondo un modello edilizio diffuso a Milano all’inizio del ’900.
In uno di questo isolati è ubicata la Clinica S. Rita, che oggi è diventata una casa di cura accreditata dalla Regione Lombardia; la Clinica sta progressivamente espandendosi, chiedendo in più riprese concessioni edilizie in deroga al piano regolatore e variando ripetutamente il progetto in corso d’opera.
Il progetto a cui i Comitato ha deciso di opporsi prevede la costruzione di tre piani interrati e sette a vista, la distruzione dei giardini interni, e la trasformazione dell’area già azzonata come B a Zona F, SI “H”.
Costruito in uno spazio ristretto, incastrato tra le abitazioni private che occupano il resto dell’isolato, il nuovo ospedale è costretto a svilupparsi in verticale, a scapito della qualità delle prestazioni sanitarie erogate. Secondo la Consulta Handicap del Comune di Milano il progetto non rispetta infatti le norme per l’accessibilità e la sicurezza delle persone disabili. Mentre la piccola Casa di Cura aveva per anni ha convissuto senza eccessivi traumi con il quartiere e la zona, il nuovo Ospedale a vocazione intercomunale (vuole infatti servire tutto il nord-est della città e i comuni limitrofi) comporterà un vertiginoso aumento del traffico in una situazione viabilistica già al limite del collasso, nel mezzo delle vie di accesso alla Tangenziale Est, creando la necessità di 1000 nuovi parcheggi, ma prevedendone solo 60.
Mercoledì 17.12.03 il Comitato contro l'Elefante ha incontrato l'Avvocato Ettore Ribolzi e ha formalmente deciso di ricorrere al TAR. Al ricorso parteciperanno anche varie associazioni che difendono l'ambiente e i diritti del malato
E' importante ricorrere perché, tra l'altro, l'interpretazione estremamente generosa che gli uffici comunali danno della qualifica di Zona H concessa alla Santa Rita potrebbe portare a costruzioni più ampie di quelle di cui si è fin qui parlato. O li fermiamo adesso o non li fermiamo più.
Per contro ci sono gli estremi per ricorrere al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) e chiedere L'ANNULLAMENTO DELLA DELIBERA comunale, e quindi dei permessi concessi.Il termine di presentazione del ricorso è il 18.1.2004.
Per firmare è necessario mettersi in contatto con il comitato, accludere alla propria firma un certificato di residenza e, se proprietari, documentazione che comprovi la proprietà della casa (per esempio la ricevuta del pagamento ICI).
E' necessario raccogliere 10.000 euro per cui invitiamo TUTTI (anche quelli che non firmano) a versare un contributo sul CC del comitato(C/C 6000, ABI 03500, CAB 01621 presso il Banco di Brescia Via Porpora 65 intestato a Comitato contro l'elefante).
L'indirizzo del comitato é: info.elefante@libero.it
Parcheggio di Piazza Oberdan: aspro dibattito in Commissione Territorio (22/12/03)
L'ing. Stefani, direttore del Settore Parcheggi, ha illustrato in Commissione Territorio il progetto preliminare di parcheggio sotterraneo nella piazza, proposto in dalla Intercantieri Vittadello di Padoa e dalla Apcoa.
Sono previsti 175 posti auto a rotazione e 63 per residenti. La concessione è di 30 anni. La tariffa mensile prevista dal piano finanziario di project financing sarà di 150 € mentre il costo dei posti auto per residenti sarà di 33.000 €.
Lo scavo arriverà a 3 metri dalle pareti degli edifici ed i lavori dureranno 2 anni.
La conferenza intersettoriale ha approvato la fattibilità tecnica del progetto mentre la Sovrintendenza darà il parere sul progetto preliminare dopo che il Sindaco-Commissario avrà dichiarato il pubblico interesse per il progetto.
Ha confermato che il Celtis Australis sarà ingabbiato in una vasca di cemento di 8.80 m per 6.10 per 6 metri di profondità.
L'avvocatura comunale sostiene che non c'è conflitto tra il progetto e la convenzione firmata nel 1992 con il parcheggio di viale Majno.
Le tavole del progetto non sono state divulgate sostenendo che, dato che sarà oggetto di appalto, sarebbe scorretto renderle pubbliche prima della pubblicazione del bando stesso. In questo modo si favorisce chiaramente il proponente rispetto ai possibili concorrenti.
Sono intervenuto con durezza contro il progetto a nome dei firmatari della petizione contro il parcheggio evidenziando che:
Sono intervenuti per i commercianti il Sig. Pizzocchero che ha evidenziato il disagio per due anni di cantiere che bloccheranno la piazza e per il fatto che non si ascolta il parere degli elettori, il Sig. Gherardi, abitante in Piazza Oberdan 4 ed il Sig. Silveravalle, abitante in Piazza Oberdan 10, preoccupati per la stabilità dei loro edifici a fronte di uno scavo profondo 15 metri alla distanza di 3 metri dalle fondamenta.
I consiglieri dell'opposizione De Luca (Verdi), Rossin e Martini (DS) hanno chiesto che venga eventualmente realizzato un parcheggio meccanizzato.
La consigliera Cosenza della maggioranza (AN), presidente della Commissione Verde Pubblico e Arredo Urbano, si è opposta anch'essa al progetto di project financing.
La commissione non si è conclusa con una votazione ma è intenzione dell'opposizione presentare al primo consiglio di zona di gennaio una mozione urgente in cui si ribadisce l'opposizione al progetto presentato.
L'ing. Stefani ha promesso di non dichiarare il pubblico interesse prima del parere del Consiglio di Zona 3, e quindi ci sono buone speranze che questo progetto venga bloccato sul nascere.
La rivista gratuita Urban dedica un articolo al Diurno Venezia (1/12/03)
In occasione della mostra sul Liberty a Milano allo Spazio Oberdan Urban pubblica un articolo sul Diurno Venezia.
Il supplemento del Corriere della Sera "Io Donna" cerca uno sponsor per restaurare il Diurno Venezia (22/11/03)
Io Donna di sabato 22/11 ha pubblicato un articolo di Maria Grazia Ligato sul Diurno Venezia con foto di Marco Ferrandi. Ho aiutato la giornalista a raccogliere il materiale per il pezzo.
Sono stati intervistati Carmelo Aiello, il barbiere che lavora ancora nei locali, lo scrittore Gaetano Afeltra, il giornalista del Corriere Guido Vergani, il consigliere comunale dei Verdi Maurizio Baruffi, Silvia Francescato e Henry Neuteboon del giornale La Voce di Zona 3.
Io Donna sosterrà le iniziative delle aziende che si faranno avanti per contribuire al restauro del Diurno.
In un box è pubblicata la notizia che in Inghilterra la scorsa primavera gli ascoltatori della Bbc hanno votato come palazzo da salvare il Victoria's Bath di Manchester, splendido bagno pubblico del 1906.
A Milano invece si demolisce il Diurno Cobianchi e si lascia andare a pezzi il Diurno Venezia.
Potete leggere l'articolo e vedere le fotografie su questo sito (pagina 1, 2 , 3, 4).
Il Giorno pubblica la notizia sul rinvio a giudizio di progettisti e costruttori per il palazzo di via Melzo 23 (20/11/03)
Nell'indagine "la città degli abusi" sulla Milano da condonare il giornalista Mario Consani pubblica con ampio risalto la notizia sul rinvio a giudizio per il palazzo di via Melzo 23 - via Spallanzani 10.
I consiglieri di centrosinistra in Provincia chiedono di restaurare il Diurno Venezia (18/11/03)
Il consigliere dei Verdi in Provincia di Milano Pietro Mezzi ha presentato una interrogazione al Presidente del Consiglio Provinciale, sottoscritta dal centro sinistra, in cui si chiede il restauro del Diurno Venezia con i fondi del Lotto e il suo utilizzo come proseguimento dello Spazio Oberdan e della Cineteca.
No di abitanti, commercianti e consiglio di zona al nuovo parcheggio sotterraneo a rampe in Piazza Oberdan (17/11/03)
Grande agitazione in Piazza Oberdan per un progetto di parcheggio a rotazione in project financing.
Nel maggio del 2002 la MM aveva preparato un progetto di sistemazione della piazza che prevedeva un parcheggio meccanizzato da 200 posti in Piazza Oberdan davanti alla Farmacia Diana e a Tincati Donna.
Il parcheggio occupava uno spazio ridotto di 60 metri per 20 in quanto i parcheggi meccanizzati sono molto compatti, con due locali per consegna e prelievo delle auto.
Il Consiglio di Zona aveva approvato il progetto, chiedendo di salvaguardare una grande pianta vicino all’edicola, di prestare attenzione all’estetica dei locali, da mascherare con rampicanti sempreverdi, di riservare la metà dei posti ai residenti.
Sarebbe stato uno dei primi parcheggi meccanizzati a Milano in un’area pubblica, consentendo di apprezzare il vantaggi di questa tecnologia in termini di spazio ridotto, breve durata degli scavi, silenziosità, sicurezza e eliminazione dell’inquinamento.
Il Sindaco, avvalendosi dei suoi poteri di Commissario ai parcheggi, lo inserì nel Piano Urbano Parcheggi del 2002 con soli 50 posti per residenti e 190 a rotazione.
In base alla legge Merloni, la società Intercantieri Vittadello di Padova insieme alla società di gestione Apcoa ha proposto alla fine del 2002 di realizzare un parcheggio a rampe, invece di quello meccanizzato, cha avrà una superficie di scavo almeno doppia rispetto a quella prevista.
Non so ancora dove hanno previsto le rampe, perché di spazio ce n’é poco, probabilmente al posto del piccolo giardino previsto dal progetto della MM.
Nel 2003 il Comune ha sottoposto il progetto all’esame di vari uffici comunali ma non del Consiglio di Zona, che aveva approvato il progetto precedente, e si prepara a firmare la dichiarazione di pubblico interesse, che apre le porte all’appalto e al progetto definitivo.
Nessuno dei commercianti e residenti della piazza vuole un parcheggio tradizionale con un cantiere che durerà come minimo 2 anni al posto dei 6 mesi necessari per un parcheggio meccanizzato. E’ stata subito svolta una raccolta di firme sotto una lettera al Sindaco che rifiuta il nuovo progetto a causa della dimensione e lunghezza dello scavo e il numero limitato di posti per i residenti.
Il Consiglio di Zona ha approvato il 13 novembre all’unanimità una mozione urgente che chiede di poter esaminare il progetto, di tenere conto del suo parere prima di dichiarare il pubblico interesse sul progetto, di poter valutare anche un progetto di parcheggio meccanizzato, di prevedere 100 posti auto per residenti e 100 a rotazione, di mantenere una distanza di 3 metri dalla grande pianta.
L’Ufficio Parcheggi continua nella sua linea di totale opposizione ai parcheggi meccanizzati. Ogni scusa è buona per favorire i parcheggi tradizionali a rampe, che richiedono scavi enormi in piazze alberate, grandi quantità di cemento, almeno 2 anni di lavori.
Mentre in altre città d’Italia come Cesena e città estere come Tokio si è capito che i parcheggi meccanizzati occupano meno spazio, costano meno, si costruiscono in sei mesi, non inquinano, non danno problemi di sicurezza, a Milano si fanno ogni sorta di obiezioni.
I bandi per i parcheggi li penalizzano con un aggravio sul prezzo del 17% e i posti auto dell’unico parcheggio meccanizzato previsto in via Adda angolo Cornaglia , per un assurdo calcolo degli oneri di urbanizzazione ( 14.000 euro a posto macchina), avranno un costo di 40.000 euro, quasi fuori mercato.
In seguito a questa vicenda il Comune vuole eliminare i parcheggi meccanizzati dal prossimo bando.
In via Bazzini l’Ufficio Parcheggi ha convinto il Consiglio di Zona 3 ad accettare un parcheggio sotto un parco giochi dicendo che sarebbe stato meccanizzato per non creare inquinamento, e poi chi ha vinto la gara costruirà un parcheggio a rampe.
Il bando impedisce la partecipazione alle aziende che costruiscono parcheggi meccanizzati perché le costringe a presentarsi con un’impresa che fa i lavori di scavo, e queste preferiscono i parcheggi a rampe perché guadagnano di più.
E’ora di dire basta a questa politica che favorisce la lobby del cemento.
Vicino al nuovo quartiere di Rubattino è addirittura previsto un luogo di distribuzione del calcestruzzo per costruire i parcheggi della zona est di Milano, con grande disturbo per i nuovi abitanti.
Il Consiglio di Zona 3 chiede al Comune di costituirsi parte civile nel processo contro i proprietari e progettisti di via Melzo 23 - Via Spallanzani 10 e di avviare un'indagine interna sul trattamento della pratica (13/11/03)
Il CDZ 3 ha approvato all'unanimità il 13/11/03 la seguente mozione:
Il Consiglio di Zona 3,
chiede al Sindaco di Milano
Taglio del ciliegio davanti allo Spazio Oberdan: petizione contro i responsabili (5/11/03)
E' stata inviata al ViceSindaco, al Direttore del Settore Parchi e Giardini e al Presidente del Consiglio di zona 3 la seguente petizione, di cui sono il primo firmatario:
I sottoscritti dipendenti della Provincia di Milano e abitanti del quartiere denunciano il taglio del ciliegio posto davanti alla sede dello Spazio Oberdan e dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Milano, avvenuto venerdì 26 settembre alle ore 8 del mattino ad opera della ditta Fratelli Baronchelli s.r.l, domiciliata in via Graziano 30, Milano, facente parte dell’appalto Global Service.
Il geom. Margiotta del Comune di Milano, incaricato di seguire l’appalto, era ad un corso e non aveva dato alcuna autorizzazione specifica. Il Dott. Cecchetto, agronomo della ditta Baronchelli, ha sostenuto che la pianta era morta perché non aveva né foglie né gemme. Ciò è stato contraddetto dallo stato del tronco, che dopo il taglio risultava ancora vivo.
Il Dott. Cecchetto sostiene che dalle fotografie in suo possesso la pianta era morta per la siccità della scorsa estate. In realtà la pianta aveva fatto delle ciliegie in primavera e durante l’estate aveva perso anticipatamente le foglie per la siccità come numerose altre piante a Milano.
L’incompetenza del Dott. Cecchetto risulta anche dalla sua analisi della pianta, definita come un Prunus Cauzan innestata sopra un ciliegio porta-innesto, in cui il prunus era morto ed il porta-innesto vivo; secondo lui il porta-innesto avrebbe potuto ancora germogliare ma direttamente dal tronco, creando una pianta malformata.
In realtà, come illustrato dal Dott. Guzzi del Corpo Forestale dello Stato che conosce a fondo tutte le piante della zona, il porta-innesto aveva preso il sopravvento 30 anni fa e quindi la pianta era un ciliegio, al contrario delle altre piante del filare lungo viale Vittorio Veneto che erano effettivamente dei Prunus Cauzan ornamentali.
Pertanto il ciliegio sarebbe sicuramente fiorito lungo tutta la sua altezza di 10 metri la prossima primavera.
Il taglio è tanto più grave in quanto l’area è tutelata dal vincolo ambientale di Porta Venezia e pertanto il taglio avrebbe dovuto essere autorizzato dall’Ufficio Tutela Beni Ambientali del Comune di Milano. La ditta sostiene che il contratto di appalto prevede l’obbligo di abbattimento delle piante morte entro 24 ore dall’accertamento ma non può essere sicuramente violato il D. Lgs. 490/90 Titolo II.
Ci riserviamo di segnalare alla Procura della Repubblica questa grave violazione della legge.
Il ciliegio contribuiva in modo significativo al paesaggio urbano di Porta Venezia e rimaneva una testimonianza del filare che ornava viale Vittorio Veneto, in quanto era l’unica pianta sopravvissuta al recente rifacimento del marciapiedi.
Per tutti gli abitanti e impiegati del palazzo, nonché per i visitatori dello Spazio Oberdan, era una pianta molto significativa e contribuiva, con i suoi fiori bianchi e frutti rossi perfettamente commestibili, a dare un tocco di colore al quartiere.
All’inaugurazione della Mostra sul Liberty allestita allo Spazio Oberdan si è sentita la sua mancanza, anche per il collegamento di questa essenza all’arte orientale che ha contribuito ad alimentare il repertorio figurativo dello stile liberty.
Invitiamo pertanto i destinatari di questa lettera ad attivarsi per individuare le responsabilità della Ditta Baronchelli e del Settore Parchi e Giardini, a sanzionare opportunamente i comportamenti illeciti e a sostituire rapidamente la pianta con una altro ciliegio della stessa dimensione di quello tagliato.
Invitiamo inoltre a rivedere l’appalto stabilendo l’obbligo di ottenere le autorizzazioni necessarie in caso di taglio delle piante, con l’intervento della Sovrintendenza e del Corpo Forestale dello Stato nelle aree vincolate.
Distinti saluti
Rinviati a giudizio i proprietari e progettisti della ristrutturazione del palazzo in via Melzo 23 - via Spallanzani 10 (4/11/03)
Si conclude con un processo davanti al Tribunale di Milano la lunga vicenda della ristrutturazione del palazzo in via Melzo 23 angolo via Spallanzani 10.
Sono stati rinviati i giudizio i proprietari della società che ha ristrutturato l'edificio e i progettisti che hanno asseverato la correttezza delle D.I.A..
Dopo i miei articoli sulla Voce della Zona 3 nel giugno e luglio 2000, due delibere del Consiglio di Zona 3 (1 e 2), numerosi miei esposti al Comune e alla Procura della Repubblica, il GIP Dott. Gamacchio rifiutava l'archiviazione degli esposti ed ordinava alla Procura della Repubblica nel marzo 2003 di individuare i responsabili delle violazioni delle norme edilizie.
La principale accusa è di avere qualificato come risanamento conservativo una ristrutturazione edilizia che non ha conservato nulla del precedente edificio di fine '800 e che lo ha completamente trasformato sia nei piani bassi che nel sottotetto, recuperato con un sopralzo con tegole verticali che non ha uguali a Milano. Si vedano le fotografie 1 e 2 e si confrontino con le foto 1 e 2 dell'edificio prima dell'intervento il 9 settembre 2001.
Neanche la facciata si è conservata, grazie all'apertura di 40 nuove finestre su 80 preesistenti e la modifica dei balconi e delle decorazioni, che sono state quasi tutte rimosse.
Mai si è visto a Milano un tale sconvolgimento di facciata in un edificio che si dice di aver conservato, con la creazione di due facciate totalmente asimmetriche e caotiche ed un edificio a metà tra il vecchio ed il nuovo. Anche la facciata a tre colori, grigio, giallo e rosa antico, si distacca completamente dalle altre facciate del quartiere.
Grazie all'errata qualifica, che i difensori dei progettisti sostengono fatta in buona fede, sono stati risparmiati circa 500.000 euro di oneri di urbanizzazione e tutti gli inquilini sono stati espulsi, mentre, se fosse stata dichiarata la ristrutturazione edilizia, una parte degli appartamenti avrebbe dovuto essere affittata a canone moderato, essendo l'edificio compreso in zona B2 del Piano Regolatore.
Il progetto, presentato con una D.I.A., non è stato approvato dalla Commissione Edilizia né per la parte bassa, né per il sottotetto.
Ora il tribunale dovrà decidere se la qualifica dell'intervento era corretta o no e se quindi i progettisti hanno violato la legge 457/78.
Il rinvio a giudizio è una prova che la liberalizzazione edilizia voluta dal Polo ha creato moltissimi danni e abusi e che è ora di limitarla perché la libertà non si trasformi in licenza per progettisti e proprietari a fare ciò che vogliono, per i propri interessi economici e contro gli interessi generali.
I Verdi di Zona 3 vedono riconosciuta la loro opera di controllo degli abusi edilizi mentre il Consiglio di Zona 3, a lungo inascoltato dal Comune, può essere finalmente soddisfatto.
I tecnici comunali responsabili del procedimento, nonostante tutti i miei esposti e le delibere della Zona 3, non hanno voluto bloccare la D.I.A. di risanamento conservativo e la super-DIA di recupero del sottotetto, che hanno rovinato completamente un edificio costruito alla fine del 1800 dall'ing. Giulio Valerio e creato un terribile impatto visivo su via Spallanzani, una delle strade più antiche della Zona 3.
Non sono chiare le conseguenze del processo su chi ha acquistato a caro prezzo gli appartamenti messi in vendita e quasi completati.
Nello stesso edificio è stato recentemente aperto un supermercato Unes, la cui localizzazione e parcheggio sotterraneo insufficiente ha dato luogo a numerose proteste ed esposti. Inizialmente l'Unes aveva addirittura cercato di impedire la realizzazione dell'isola pedonale di via Spallanzani prevedendo l'accesso al parcheggio in piena isola pedonale.
La Stampa del 5 novembre ha pubblicato la notizia. Successivamente anche il Giorno ha pubblicato un ampio servizio sul caso e il Consiglio di Zona 3 ha chiesto al Comune di costituirsi parte civile e avviare una indagine interna sul trattamento della pratica.
Cosa pensi di questi recuperi di sottotetti ? (31/10/03) (aggiornato il 20/10/04)
Aderisci alla campagna "Tetti Protetti"
Sulla base di quanto vedo in Zona 3 e nel resto della città e delle segnalazioni che mi arrivano ho deciso di pubblicare una lista di recuperi di sottotetti che non mi piacciono e che sottopongo al giudizio dei lettori.
Alcuni di essi sono stati presentati al dibattito organizzato dai Verdi sul recupero dei sottotetti: Le Mani sui Tetti della Città lunedì 26 gennaio alle 21 al Teatro Parenti in via Pierlombardo.
zona |
indirizzo |
data |
richiedente |
progettista |
n. pratica |
fotografie |
stato sul sito del Comune e note |
1 |
via Santa Maria Segreta 6 |
9/5/01 |
Immobiliare Maiga |
arch. Maurizio Sala, Prof. Angelo Cortesi |
25879/2001 |
1 2
3
prima 1 |
completato, manca nulla osta Vigili del Fuoco |
1 | via Puccini 3/5 | 11/10/02 | Reale Immobili | arch. Leonardo Lombardi | 1810/2002 | 1 2 | ammissibile |
1 | corso Italia 40 | 20/2/03 | Rossi Roberto e Alto srl | ing. Stefano Pino | 510/2003
513/2003 |
1 2 | ammissibile |
1 | corso Italia 68 | 14/8/02 | Pietro Morandi | arch. Alessandro Guasti | 1241/2002 | 1 2 | ammissibile |
1 | corso Venezia 37 angolo via Boschetti | 18/3/02 |
Italiana Assicurazioni
Gruppo Reale Mutua |
arch. Thomas Levi | 14204/2002 | 1 2 | ammissibile |
1 | corso Monforte 41 | 30/7/2003 |
Elio Maestri |
arch. Francesca Fiaccarini | 5438/2003 | 1 2 | ammissibile |
1 | corso Genova 21 | 26/2/03 |
Salvatore Puddu |
arch. Monica Lattuada | 8091176/2003 | 1 | in corso |
1 | corso di Porta Ticinese 24 | 10/9/02 |
Livraghi-Missaglia |
arch. Giorgio Taglioretti | 161185/2002 | 1 2 | in corso |
1 | via Serbelloni 1 | 24/02/03 |
Maria Caline Gallieni |
arch. Gerardo Ghioni | 648/2003 | 1 2 | in corso |
1 | via Bigli 2 | 17/10/02 |
Reale Mutua Assicur. |
1848/2002 |
1
prima 1 |
ammissibile | |
1 | via Verdi 2 | 19/5/04 |
Reale Compagnia Italiana |
ing. Vittore Ceretti | 4068/2004 | 1 2 | in corso, il CDZ 1 ha chiesto la sospensione lavori |
1 | via Arco 1 | 3/3/03 |
Serim S.p.a. |
arch. Gustavo Persico | 625/2003 | 1 2 | in corso |
1 | via Matteotti 1 | 23/10/02 |
Romagnoli Mosca Giacomo |
1915/2002 |
1 2 3
|
in corso | |
1 | via De Marchi 7 | 7/10/02 |
Gallerani Giovanna |
geom. Giovanni Piva | 2002 |
1 2
prima 1 |
in corso |
1 | via Sant'Andrea 8 |
|
1 2 | in corso | |||
1 |
via Fratelli Campi 2 |
7/10/04 | Mazzoni Alfredo | 8122/2004 | 1 2 | in corso | |
2 | Via Salvagnoli 4 | 7/1/2003 | Alliette Mariani | ing. Mario Cogliani | 25/2003 |
1 2
prima 1 |
in corso |
2 | Piazza Caiazzo 1 | 20/9/2002 | Michele Righini | arch. Giovanni Feletti | 1523/2002 |
1 2
prima 1 |
completato |
2 |
Piazza Caiazzo 3 |
2/5/2003 | Sesto Caiazzo srl | arch. Giovanni Feletti | 1688/2003 |
prima 1 |
in corso |
2 | via Settembrini 7 | 6/5/2003 | Immobil Prestige Group srl | Arch. Salmoiraghi Marco | 5048/2003 | in corso | |
3 |
via Melzo 23 - Spallanzani 10 |
9/11/01 |
Abi Costruzioni |
arch.Gerardo Ghioni |
60403/2001 | completato | |
3 |
via Sirtori 23 |
29/11/02 |
Cristina Azittà |
arch. Alberto Salvati |
2385/2002 | 1 | in corso |
3 |
piazza Oberdan 4 |
4/7/02 |
Fondo Pensioni Cariplo |
ing. Gianpiero Benzoni |
659/2002 | 1 2 | negato nulla-osta ambientale, ricorso al TAR |
3 |
via Reni 46 |
2/10/02 |
Carlo Giancola |
arch. Ippolita Pensa |
1675/2002 |
completato | |
3 |
via Modena 31 |
1 | interrotto | ||||
3 |
via Modena 30 |
24/3/03 |
Roberto Antoniolli |
arch. Stefano Colombo |
890/2003 |
1 | diffidato dopo un sopralluogo per difformità rispetto alla DIA |
3 |
via Modena 35 |
24/3/03 |
Roberto Antoniolli |
arch. Stefano Colombo |
889/2003 |
1 | diffidato dopo un sopralluogo per difformità rispetto alla DIA |
3 |
via Bellotti 7 |
27/11/02 |
Gabriella Gelpi |
arch. Piero de Amicis |
2338/2002 | 1 | ammissibile |
3 | via Nino Bixio 31 angolo via Pisacane | 19/11/2002 | Garfin Holding srl |
arch. Marco Galassi |
2226/2002 | 1 | sospeso per ricorso al TAR di un vicino |
3 | via Frisi 11 | 25/9/03 | Manuel Casella | arch. Ferruccio Nosenzo | 6306/2003 | 1 | diffidato per mancanza del nulla-osta ambientale, ricorso al TAR |
3 | via Vallazze 12 ang. via Luosi | Pan | 1 | completato | |||
3 | via Luosi 35 | 25/3/2003 | Lorenzo De Ritis | 2327/2003 | 1 2 | ammissibile | |
3 | via Ricordi 14 | 1 2 | completato | ||||
3 | via Jommelli 59 | 18/7/2003 | Maria Teresa Dogliani | 4223/2003 | 1 2 | in corso | |
3 | via Eustachi 4 | 30/1/03 | Francesca Viola | 267/03 | 1 | ordinata la demolizione dal Tribunale Civile, demolito e trasformato in lucernaio | |
3 | via Eustachi 40 ang. Plinio | 1999 | 1
prima 1 |
completato | |||
3 | via Porpora 64 angolo viale Lombardia | 25/10/02 | Massimo De Carlo | arch. Tiziano Vudafieri | 1950/02 | 1 2 | in corso |
3 | via Pinturicchio 26 | 1 | completato
edificio nuovo |
||||
3 |
via Pergolesi 23 |
9/4/03 |
Edilpergolesi |
arch. Edoardo Picone |
119/03 | completato | |
3 |
Piazza Argentina 3 |
|
Lucia Multineddu |
ing. Luigi Rampazzo |
in corso, demolito in seguito a causa con condominio | ||
4 | via Burlamacchi 2 ang. corso Lodi | 30/5/03 | Adele Ricci | arch. Patrizia Vailati | 2544/03 | 1
2
prima 1 |
ammissibile |
4 | via Piacenza 17 ang. piazza Buozzi | 20/5/2003 | Maria Gardumi | arch. Luca Simi | 2142/2003 | 1 | ammissibile |
5 | piazza Porta Lodovica 2 | 1 | completato | ||||
5 | via Col di Lana 20 | vedi nota | 1 | completato | |||
5 | via Gian Galeazzo 20 | 2/9/2003 | Alberto Maria Poli | 5752/2003 | 1 | ammissibile | |
5 | via Gian Galeazzo 6 | 23/7/03 | Andrea Belletti | arch. Fabrizio Zara | 5608/03 | 1 | completato |
5 | via Gian Galeazzo 4 | 7/4/03
21/3/02 |
Fabio Berghino | arch. Massimo Adamo | 1055/03
14975/02 |
1 2 | cambiato colore in seguito a mio esposto |
5 | via G. Romano 21 | 1 2 | in corso | ||||
5 | via Tibaldi 15 | 21/10/03 | CO.EDIL srl | arch. Panvini Rosati | 6948/03 | 1 | completato, causa civile con il condominio |
6 | via Dezza 32 | 6/8/2002 | Fusi Rossetti | arch. Marzorati | 32698176/02 | 1 | in corso |
7 | via Sardegna 46 | 25/6/2003 | Chiara Pugassi | 3495/2003 | 1 2 | completato | |
7 | via Costanza 2 | 26/6/2003 | 3519/2003 | 1 | in corso | ||
9 | via Imbriani 1 angolo piazzale Nigra | 1 2 | completato | ||||
9 |
via Monte Grappa 18 |
10/6/2003 | Massimo Villardita | arch. De Molinari | 2941/2003 | 1 2 | in corso |
Nota: l'indicazione dell'imm. Vinci e dell'arch. Carlo Bacchini sul recupero sottotetto di via Col di Lana 15 era errata, in quanto la fotografia si riferisce a via Col di Lana 20 mentre il loro recupero è stato effettuato in via Col di Lana 5.
Invito i lettori a segnalarmi altri casi, a dare un parere su questi e ad aderire alla campagna Tetti Protetti.
I giornali riportano il comunicato stampa dei Verdi sui sottotetti (30/10/03)
La Stampa del 29 ottobre ed il Corriere della Sera del 30 ottobre hanno riportato parzialmente il comunicato stampa mio e di Baruffi sui sottotetti.
In seguito alle pressioni dei Verdi il Comune pone finalmente forti limitazioni al recupero dei sottotetti (27/10/03)
In seguito ai numerosi esposti miei e di altri cittadini, interventi della stampa e alla continua pressione dei Verdi sull'assessore al territorio Verga, che ha portato al divieto di sopralzare i tetti nel centro storico di Milano, il Comune ha deciso di applicare in via sperimentale al recupero dei sottotetti le nuove norme del Piano Paesistico della Lombardia.
Queste prescrivono che il progettista deve compilare un modulo in cui certifica la sensibilità del luogo dove viene recuperato il sottotetto e l'impatto visivo del progetto e allega fotografie degli edifici circostanti. Se il luogo è significativo e l'impatto rilevante il progetto deve essere esaminato dalla Commissione Edilizia integrata con gli esperti ambientali e può essere respinto.
E' finito lo scandalo dei progetti che potevano prevedere il sopralzi più orrendi senza che la Commissione Edilizia li potesse esaminare e bloccare. Il profilo dei tetti di Milano è stato violentato da una serie di progetti inaccettabili.
Nella nostra zona spiccano gli interventi in via Spallanzani 10 angolo via Melzo 23, via Sirtori 23, Piazza Oberdan 4, via Bellotti 7, via Modena 30, 31, 35, tutti oggetti di miei esposti al Comune. In alcuni casi il progetto non ha neanche rispettato le tavole delle D.I.A. presentate in Comune ed i tetti sono stati rialzati ulteriormente sperando che nessuno se ne accorgesse.
Finora i tecnici comunali si sono rifiutati di entrare nel merito dell'impatto estetico degli interventi, ma ora saranno gli stessi progettisti a certificare l'impatto ed i tecnici e la Commissione Edilizia dovranno controllare.
La deregulation edilizia varata dal Polo negli ultimi anni con la Legge Regionale 22/99 ha portato ad incredibili arricchimenti dei proprietari dei sottotetti a scapito dell'immagine della città. Si voleva fare un regalo ai proprietari di case, alle imprese edili, ai professionisti dell'edilizia.
Il Consigliere Comunale dei Verdi Baruffi ed io abbiamo inviato ai giornali un Comunicato Stampa chiedendo al Comune di bloccare la realizzazione dei recuperi dei sottotetti che rappresentano degli scempi edilizi e di sottoporli alla valutazione di impatto paesistico.
Abbiamo anche chiesto che venga chiesto il parere dei Consigli di Zona, che sono stati completamente esautorati dall'esame di tutte le Denunce di Inizio Attività, ed in particolare dei recuperi dei sottotetti. Abbiamo infine chiesto che la Commissione Edilizia sia integrata dagli esperti in materia paesistico-ambientale, come prescritto dalle norme regionali.
Chi acquista ora i sottotetti deve stare molto attento perché dovrà accontentarsi di soffitti bassi e spazi ridotti: non sarà probabilmente più possibile creare un nuovo piano su tutta la superficie del solaio.
Il parcheggio dell'Esselunga blocca la domenica il traffico di viale Piave (26/10/03)
La domenica il grande afflusso di clienti in automobile all'Esselunga di viale Piave blocca completamente la via da Piazza Tricolore a Piazza Oberdan, creando un insopportabile inquinamento, rumore di clacson, impossibilità per i residenti di dormire e raggiungere i propri parcheggi.
Ho ricevuto da un residente di viale Piave copia di un esposto inviato alla Polizia Municipale che pubblico volentieri.
Mentre in settimana i clienti vengono prevalentemente a piedi dalle vie circostanti, la domenica arrivano da tutta la città in automobile ed il parcheggio è pieno. In attesa che si liberi un posto si fermano in viale Piave e bloccano il traffico.
Il parcheggio non è in regola perché dovrebbe avere una superficie doppia rispetto alla superficie di vendita di circa 1500 mq, ma è circa grande uguale in quanto occupa il sotterraneo sotto il supermercato.
Esselunga dovrebbe mettere una persona fissa in strada a dirigere il traffico e far proseguire le auto in viale Piave quando il parcheggio è pieno.
Il problema dei parcheggi dei supermercati è stato affrontato dal Sindaco nell'agosto scorso. Avvalendosi dei suoi poteri di commissario al traffico, aveva adottato una modifica del Piano Regolatore che diminuiva la superficie minima dei parcheggi dei supermercati dal 200% della superficie di vendita al 100%. La motivazione era che i parcheggi attirano traffico e quindi è meglio che non siano troppo grandi.
In realtà il vero motivo era di permettere l'apertura di grandi spazi commerciali anche in zone di Milano dove non c'era lo spazio sufficiente per i parcheggi. Ad esempio in via Spallanzani angolo via Melzo l'Unes aveva richiesto l'apertura di un supermercato di 734 mq ma non aveva una sufficiente superficie di parcheggio nel primo piano sotterraneo.
Ho subito presentato opposizione insieme ad un gruppo di consiglieri di zona 3 ed abbiamo ottenuto che il Sindaco rinunciasse alla modifica e avviasse una procedura ordinaria di cambiamento del Piano Regolatore, chiedendo l'approvazione dei consigli di zona e del consiglio comunale.
Come conseguenza il comune ha autorizzato l'Unes ad aprire il supermercato con una superficie di soli 621mq, pari alla metà del parcheggio disponibile. Ha dovuto arretrare le casse e trasformare un corridoio in zona di stoccaggio. Finora non si sono verificate in via Melzo le code di viale Piave, anche perché l'Unes la domenica è chiusa e grazie alle sue ridotte dimensioni il suo bacino di utenza è ristretto.
Via Bellotti 7: un altro recupero di sottotetti di dubbio gusto (24/10/03)
Passeggiando per la zona non si può fare a meno di osservare il recupero del sottotetto di via Bellotti 7. Il colore fucsia della facciata attira l'occhio su una specie di villetta appoggiata sul tetto che non centra nulla con la facciata dell'edificio e con quella dell'edificio gemello di via Bellotti 9, che non è stato sopralzato. Il colore non è peraltro presente in nessuno degli altri edifici della zona.
Il progettista arch. Piero de Amicis, da me interpellato, ha detto di aver studiato attentamente il colore e di aver voluto disegnare un sopralzo assolutamente originale, che staccasse completamente la nuova struttura dalla facciata ottocentesca sottostante. Purtroppo il progetto non è stato esaminato dalla Commissione Edilizia e quindi nessun altro architetto ha dato il proprio parere ufficiale. I tecnici del Comune che hanno visionato il progetto presentato con una D.I.A. non sono competenti sugli aspetti estetici.
Lascio a voi il giudizio, il mio è totalmente negativo, se fosse passato nella Commissione Concessioni Edilizie del Consiglio di Zona l'avrei bocciato. Mandatemi pure il vostro parere via email.
I Verdi chiedono il restauro del Diurno in Porta Venezia (17/10/03)
In seguito ai lavori in corso sul Diurno di Piazza del Duomo che hanno portato alla completa distruzione dei bagni ed alla misteriosa sparizione di molti arredi ho scritto una lettera al Comune chiedendo che almeno si restauri il Diurno di Porta Venezia.
In seguito alla mia lettera la Commissione Demanio del Consiglio Comunale ha effettuato un sopralluogo in Piazza del Duomo il 30 settembre ed uno in Piazza Oberdan il 7 ottobre.
In Piazza Duomo abbiamo saputo della demolizione a martellate delle stupende vasche in maiolica, della rimozione delle preziose piastrelle, della sparizione dei banconi dell'agenzia viaggio e delle sedie del barbiere e del ritrovamento di anfore e mura romane.
In Piazza Oberdan il barbiere Ajello utilizza ancora il suo negozio e tiene pulito il salone in stile moresco ma molti mobili sono stati venduti nel 1997 dalla cooperativa degli artigiani che li riteneva propri, l'umidità sta corrodendo le pareti e il soffitto, i bagni sono pieni di calcinacci.
Abbiamo ancora potuto visitare con le torce elettriche i bagni di lusso con le belle piastrelle colorate e le vasche in maiolica ma l'umidità avanza e distruggerà tutto con il tempo.
La Provincia, che aveva proposto di utilizzare i locali come museo del cinema ed archivio della Cineteca Italiana, ha sospeso tutto in attesa delle elezioni che si avvicinano. Il Comune non ha i 3 miliardi di lire necessari per i restauri, dopo averne stanziati 7 per il Diurno Cobianchi.
I verdi hanno emesso un comunicato chiedendo il restauro con i ricavi del gioco del Lotto.
Il Manifesto e la Stampa hanno ripreso la notizia. Venerdì 17 ho distribuito con Mariolina De Luca un volantino dei Verdi ai passanti.
ChiamaMilano pubblicherà prossimamente un mio articolo.
Inaugurata la Mostra sul Liberty a Milano allo Spazio Oberdan (8/10/03)
La nostra zona ospita dall'8 ottobre all'8 dicembre 2003 la mostra "Il Liberty a Milano" alla Spazio Oberdan all'angolo di Piazza Oberdan con Viale Vittorio Veneto. La mostra avrebbe meritato uno spazio più grande e quindi contiene solo pochi oggetti per le varie tipologie di opere di questo periodo: vetrate, dipinti, sculture, edifici, mobili, manifesti, libri. Verranno organizzate visite alle zone liberty di Milano, tra le quali il quartiere di Porta Venezia.
All'inaugurazione hanno parlato l'assessore alla cultura della Provincia Jannace, i curatori Bossaglia e Terraroli, la rappresentante dell'Unione del Commercio Rossini che ha aperto al pubblico il Palazzo Castiglioni dell'arch. Sommaruga, loro sede, ed ha sponsorizzato la mostra.
Nel suo intervento Rossini ha dato all'Unione del Commercio il merito della conservazione di questo importante esempio del Liberty milanese.
Ora questo va contestato: nel 1965 la famiglia Castiglioni dovette vendere il palazzo perché il Comune chiedeva 73 milioni di lire dell'epoca come tassa per la costruzione della Metropolitana. Il Palazzo era stato costruito nel 1903 da Ermenegildo Castiglioni, ricco ingegnere, per la sua famiglia. Durante la guerra era stato sequestrato dai tedeschi prima e dagli alleati poi, che avevano rovinato gli arredi e gli interni ma era stato poi restituito ai legittimi proprietari.
Per poter pagare le tasse la famiglia Castiglioni chiese alla Sovrintendenza di poter fare delle modifiche interne per affittare alcuni appartamenti ma ricevette un netto rifiuto. Si fece allora avanti l'on. Origlia per conto dell'Unione del Commercio, che cercava una nuova sede e acquistò il palazzo per poi unirlo a quello contiguo e trasformarlo in uffici. L'interno del palazzo fu completamente sventrato, si salvò solo lo scalone e la Sala dei Pavoni, la Sovrintendenza dette stranamente tutte le autorizzazioni, furono chiuse delle logge sulla facciata all'ultimo piano, gli alberi del giardino furono prima uccisi con iniezioni letali e poi tagliati per creare il nuovo auditorium sotterraneo.
Quello che si può vedere oggi ha ben poco a che fare con i grandi appartamenti stupendamente arredati in stile Liberty di allora. Inoltre esisteva un appartamento arredato da Franco Albini nel 1931 per l'aviatore Ferrarin, pubblicato da Gio Ponti su Domus e prima opera importante dell'architetto.
La facciata, malamente restaurata negli anni scorsi, necessita ora di un nuovo intervento per impedire la caduta di parti della decorazione.
C'è da augurarsi che l'Unione del Commercio, forse ravveduta rispetto agli scempi compiuti in passato, non risparmi sui restauri e tenga aperto in futuro il portone principale, come faceva la famiglia Castiglioni, per permettere la vista dello stupendo scalone dalla strada.
E speriamo che Milano impari a conservare meglio i propri palazzi storici, mantenendo le loro funzioni originarie. Penso alla Stazione Centrale ed al Diurno Venezia, dopo la distruzione del Diurno Cobianchi in Piazza Duomo.
E per quanto riguarda le opere dell'arch. Sommaruga, è da segnalare il degrado del Grand Hotel Campo dei Fiori a Varese, tra i massimi capolavori dell'architettura liberty italiana, che sta andando in pezzi nell'indifferenza generale. Serve ormai solo come sostegno per le antenne di radio e televisioni. I proprietari non hanno idee su come rilanciarlo e lo lasciano degradare insieme al ristorante ed alla stazione della funicolare.
Le mie osservazioni all'emendamento dei Verdi sul recupero dei sottotetti (8/7/03)
Ho presentato mie osservazioni sul recupero dei sottotetti per sostenere il testo approvato dal Consiglio Comunale contro eventuali modifiche peggiorative e per chiedere che esso venga esteso a tutta la città di Milano.
L'Ordine degli Architetti ha presentato anch'esso delle osservazioni in cui si chiede di impedire il sopralzo dei tetto in tutti gli edifici in determinate zone della città e, in attesa che queste vengano individuate, in tutta la città. Ha anche chiesto che tutti progetti di recupero dei sottotetti vengano sottoposti al parere della Commissione Edilizia Integrata.
Il Comune, in seguito ad un ricorso del Collegio dei Geometri, riapre i termini per la presentazione di osservazioni all'emendamento dei Verdi che ha bloccato il sopralzo dei tetti nella Zona A (7/7/03)
Dopo l'emendamento dei Verdi che ha bloccato il sopralzo dei tetti nella Zona A il Comune avrebbe dovuto inviare la variante del Piano Regolatore alla Regione per la sua definitiva approvazione.
La lobby dei proprietari di case e dei professionisti si è subito mossa per annullare l'emendamento dei Verdi, approvato all'unanimità dal Consiglio Comunale.
Il 17 aprile il Sole 24 Ore ha pubblicato un articolo dal titolo "Sottotetti, a rischio le leggi regionali, Assoedilizia: Milano ostacola la liberalizzazione" in cui il Presidente dell'Associazione della proprietà edilizia milanese, Achille Colombo Clerici, si lamentava dell'emendamento e del rifiuto del Comune di riaprire i termini per le osservazioni. Inoltre citava il fatto che dal 20 febbraio il Comune respingeva le DIA con sopralzo del tetto nel Centro Storico, ritenendo giustamente operativa la delibera.
A sostegno dei Verdi era venuto invece il FAI: in un articolo di Pieluigi Panza sul Corriere della Sera del 17 febbraio scorso dal titolo: "il FAI: alt ai sottotetti, deturpano la città, Giulia Maria Crespi: Occorre una legge che fermi l'innalzamento indiscriminato delle abitazioni" viene citata l'invettiva di Giulia Maria Crespi, Presidente del FAI.
"Se andiamo avanti così, in 10 anni cambierà la faccia della Lombardia. I tetti delle case lombarde hanno una loro bellezza, nella forma e nei colori. Si pensi ai tetti di Sant'Ambrogio. E siccome la Lombardia è la regione più ricca d'Italia può anche tenere conto dell'estetica e non solo del profitto". E prosegue: "La Lombardia è ovunque coperta di case, da Milano a Malpensa, da Milano a Pavia. Non c'è più un terreno libero. Ed ora, dopo aver distrutto il suolo, si fanno danni verso il cielo." "Senza dire, conclude la Crespi, che nuovi spazi abitativi vogliono dire nuovi camini, nuove macchine e, quindi, nuovo smog. Insomma, una volta si diceva di guardare il cielo, ma oggi ..."
Il consigliere del FAI avv. Antonini ricordava l'emendamento dei Verdi come regola da seguire per salvare i centri storici, chiedendo che fosse estesa a tutta la Lombardia.
In soccorso di Assoedilizia è giunto un ricorso del Collegio dei Geometri della Provincia di Milano al TAR della Lombardia.
Presentato il 27 marzo 2003, il ricorso chiedeva di annullare l'emendamento e sospendere la circolare del Comune che la rendeva immediatamente operativa. Veniva inoltre chiesta la riapertura dei termini per le osservazioni.
La motivazione del ricorso era la limitazione dell'ambito di operatività professionale dei geometri dovuta all'impossibilità di recuperare i sottotetti per gli edifici esistenti prima del 1940.
L'avvocatura comunale difendeva la delibera ma il Comune decideva comunque di riaprire i termini per le osservazioni, anche se il provvedimento non era dovuto, al fine di fornire garanzie di partecipazione ancora maggiori di quelle disposte dalla legge.
Il TAR respingeva l'8 maggio la domanda di sospensiva in quanto manca un danno specifico a carico dei geometri.
Il 7 luglio sono scaduti i termini per la presentazione delle osservazioni.
Il Consiglio di Zona 1, che inizialmente voleva presentare delle proprie osservazioni, ha poi rinunciato in seguito a diversità di posizioni all'interno della maggioranza. I Verdi hanno presentato osservazioni favorevoli al mantenimento del testo attuale.
Ho personalmente presentato in Comune delle osservazioni che difendono la bontà dell'emendamento e ne chiedono l'estensione a tutta la città. Ho allegato le fotografie dei sopralzi in Piazza Cordusio, Via Spallanzani 10 e via Sirtori 23, via Modena 30 e 35, via Modena 31 e via Reni 46.
L'Ordine degli Architetti ha presentato anch'esso delle osservazioni in cui si chiede di impedire il sopralzo dei tetto in tutti gli edifici in determinate zone della città e, in attesa che queste vengano individuate, in tutta la città. Ha anche chiesto che tutti progetti di recupero dei sottotetti vengano sottoposti al parere della Commissione Edilizia Integrata.
Il Consiglio di Zona 3 ha chiesto che l'emendamento valga per tutte le zone B2, proponendo una variazione del testo dell'art. 19 bis inviato per un parere a tutti i Consigli di Zona.
Ora vedremo cosa deciderà l'Assessore al Territorio Verga, se mantenere il testo così com'è o modificarlo. In un'intervista ad una giornalista della Stampa il 22 maggio scorso ha dichiarato che la Commissione Edilizia sta lavorando su nuove norme affinché Milano non subisca la legislazione regionale. Ora questo non risulta, forse lo farà dopo l'estate dato che una parte dei suoi membri sta per cambiare.
Piazza Oberdan 4: la Commissione Edilizia Integrata nega l'autorizzazione ambientale al sopralzo del tetto verso via Malpighi e chiede di eliminare gli abbaini costruiti su Piazza Oberdan (5/7/03)
Prima vittoria in zona 3 contro i sopralzi dei tetti e i giganteschi abbaini che deturpano la zona.
Il Fondo Pensioni Cariplo, proprietario del palazzo di Piazza Oberdan 4, ha dovuto rinunciare a sopraelevare il tetto verso via Malpighi sopra la sede di Banca Intesa e rischia di dover abbattere gli abbaini già costruiti. L'impalcatura presente da un anno è stata già rimossa.
Il recupero del sottotetto è stato ritenuto incompatibile con le prescrizioni del nuovo vincolo ambientale che dal 7 febbraio protegge l'area di Porta Venezia.
Il sopralzo del tetto sarebbe stato incompatibile con l'allineamento delle gronde e l'immagine di via Malpighi, quasi di fronte al palazzo Liberty di via Malpighi 3.
Gli abbaini sono stati costruiti in modo diverso dalla D.I.A. presentata e rompono la simmetria dei due palazzi di via Malpighi 1 e piazza Oberdan 4 costruiti da due fratelli nel 1904 affidandosi allo stesso architetto, Giovan Battista Bossi, autore dei palazzi liberty di via Malpighi 3 e 12.
L'intervento era stato oggetto di una delibera della zona 3 e di alcuni miei esposti (vedi notizia del 8/6/02).
Il Corriere della Sera pubblica una mia lettera sui sottotetti (13/3/03)
Nella Rubrica il Milanese di Guido Vergani è stata pubblicata una mia lettera sul problema dei sottotetti.
Potete vedere le immagini del sopralzo di Piazza Cordusio (foto1, foto2, foto3, foto4, foto5).
Il Consiglio di Zona 3 approva l'ampliamento della Casa di Cura Santa Rita in via Jommelli nonostante l'opposizione degli abitanti del quartiere (17/2/03)
Il Consiglio di Zona 3 ha approvato il progetto di ristrutturazione e ampliamento
della Clinica Santa Rita con connessa variante al Piano
Regolatore. La posizione dei Verdi e degli altri gruppi di opposizione è stata
di nettissima opposizione a questo progetto che, concedendo alla Santa Rita
ulteriori 95 posti letto per un totale di 275, permette alla clinica
un'espansione abnorme (sei piani fuori terra e tre sotterranei) e provocherà
notevoli problemi legati al traffico e alla viabilità dato che l'unico vincolo
richiesto alla proprietà è stato quello di acquistare 50 posti macchina nel
parcheggio sotterraneo di Via Bazzini (i cui lavori dovrebbero iniziare a
giugno). La maggioranza invece ha votato un parere favorevole, allineandosi ai
"piani alti" della politica milanese e lombarda che spinge
fortissimamente perché questa operazione vada in porto.
L'opposizione ha presentato una mozione che è stata respinta. L'opposizione ha proposto che la Clinica si sposti in via Celoria 11 al posto dell'Ospedale Neurologico Besta che si appresta a traslocare alla Bicocca. L'attuale sede verrà messa all'asta con un prezzo iniziale di 24 milioni di euro. Il Comune vuole togliere la destinazione d'uso ospedaliera per consentire l'uso a residenza o uffici. Sembra che ci sia un interesse del Politecnico ad acquistare il palazzo.
Si è saputo in Regione che il Besta si trasferirà tra 5 anni e quindi
la Santa Rita non potrebbe trasferirsi subito. Inoltre la Santa Rita dovrebbe
prima acquistare i locali e ristrutturarli. L'opposizione si è comunque opposta
a togliere la destinazione d'uso ospedaliera dal palazzo del Besta per
consentire un futuro spostamento della Santa Rita.
I Verdi salvano i tetti del centro storico di Milano dall'attacco della speculazione edilizia (10/2/03)
Il Consiglio Comunale ha impedito il sopralzo dei tetti nella Zona A di Milano agli edifici costruiti prima del 1940 in seguito ad un emendamento proposto dal consigliere dei Verdi Maurizio Baruffi e da me preparato.
Il nuovo testo dell'art. 18 delle Norme Tecniche del Piano Regolatore diventerà esecutivo il 26 febbraio, 10 giorni dopo la pubblicazione all'Albo Pretorio. Il sì definitivo sarà dato dalla Giunta Regionale che dovrà approvare la variante del Piano Regolatore di Milano entro 60 giorni.
Finora si poteva
sopraelevare e cambiare la pendenza dei tetti degli edifici del Centro Storico
posteriori al 1858 per recuperare i sottotetti ad uso abitazione. Questo ha
portato ad autentici obbrobri edilizi: un esempio per tutti il sopralzo di un
edificio di fine ottocento in Piazza Cordusio con una struttura in acciaio verde
e vetro nero visibile dall’ottagono della Galleria Vittorio Emanuele e dal
sagrato del Duomo.
Ora il Consiglio Comunale è
corso ai ripari: non si potrà più sopralzare i tetti del Centro Storico in
tutti gli edifici costruiti prima del 1940. Si potranno costruire abbaini e
balconcini ma non si potrà alzare il livello di gronda o il colmo del tetto.
Per gli edifici posteriori
al 1940 sarà comunque necessario il parere della Commissione Edilizia integrata
con esperti ambientali. Si salvano così gli edifici eclettici, liberty e decò
del Centro Storico di cui i sopralzi rovinavano irrimediabilmente l’estetica.
La possibilità di modificare i profili dei tetti per consentire l’abitabilità dei sottotetti è stata introdotta con la Legge Regionale 22/99, per consentire il recupero anche dove i sottotetti non erano recuperabili per altezza insufficiente. Qualunque controllo estetico della Commissione Edilizia è stato eliminato grazie alla possibilità di presentare una semplice Denuncia di Inizio Attività e si vede.
Milano abbonda di sopralzi
allucinanti in varie parti della città. Oltre a Piazza Cordusio è
particolarmente offensivo quello appena realizzato in via Spallanzani 10
all’angolo di via Melzo, con un tetto alla francese con coppi in verticale
sopra un edificio di fine ottocento nella via più antica del quartiere di Porta
Venezia.
Ora ci auguriamo che il
Comune allarghi il perimetro della Zona A che comprende
la parte compresa all'interno dei Navigli ed alcune parti più esterne fino ai
Bastioni. La legge regionale 1/2001 obbliga i comuni a rivedere le zone A per
comprendere tutte le abitazioni costruite prima del 1888.
L’emendamento fa parte della battaglia dei Verdi contro la deregulation selvaggia dell’edilizia che sta rovinando l’estetica delle nostre città e paesi per favorire gli interessi delle imprese e edilizie e dei grandi proprietari di immobili. Abbaini di ogni tipo e di enorme dimensione, spesso disallineati con le finestre sottostanti, grondaie non più allineate agli edifici contigui, nuovi frontespizi ciechi. Una galleria degli orrori legalizzati che non hanno nulla da spartire con gli abbaini progettati insieme agli edifici, come è avvenuto in Francia e in numerosi edifici italiani a cavallo del secolo.
Un tentativo di estendere il divieto a tutte le zone B 2 è stato respinto dalla maggioranza del Polo nella seduta del 10 febbraio. Si potrà però preparare delle osservazioni alle norme adottate.
Molti cittadini ci hanno scritto per complimentarci per il blocco dei sopralzi. La Repubblica del 5 febbraio scorso ha scritto che Giulia Maria Crespi, Presidente del FAI, ha bacchettato l'assessore al turismo della Regione Lombardia Massimo Zanello."Forse sarebbe bene", ha detto, "che in Regione rivedeste la legge che consente di alzare i sottotetti facendo nascere brutture ovunque, compromettendo il patrimonio artistico e culturale."
Il Consiglio di Zona 3 decide di esporre la bandiera della PACE sulla sede di via Sansovino (9/2/03)
Grande vittoria dei pacifisti in zona 3: è stata approvata una mozione che impegna il Sindaco ad esporre la bandiera della pace dagli edifici pubblici e il Presidente del Consiglio di Zona 3 ad esporla presso la sede di via Sansovino.
La mozione è passata con 15 voti favorevoli, 10 contrari e 3 astenuti. Tra i favorevoli due consiglieri della Lega Nord e un Consigliere di Forza Italia, gli astenuti sono due consiglieri di Forza Italia e quello del CCD. L'opposizione ha votato compatta a favore della mozione.
Inaugurata la casa-museo Boschi-Di Stefano in via Jan 15 (31/1/03)
Il Sindaco Albertini ha inaugurato ieri la casa-museo Boschi-Di Stefano in via Jan 15. La casa-museo aprirà al pubblico il 5 febbraio prossimo.
Orari: da mercoledì a domenica dalle 14 alle 18.
La casa, progettata negli anni trenta dall'arch. Piero Portaluppi, contiene
oltre duecento tele di De Pisis, Carrà, Fontana, De Chirico, Morandi, Sironi,
solo una parte delle 2.000 tele lasciate in donazione nel 1977 al Comune
dall'ing. Antonio Boschi e dalla moglie Marieda Di Stefano. Le altre saranno
esposte nel Museo del Novecento all’Arengario quando sarà realizzato.
Il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo firmato da Pierluigi Panza (31/1/03). Ha pure pubblicato le immagini dell'ingresso, dell'Annunciazione di Alberto Savinio, una tela del 1932, di Venere nel porto di Mario Sironi, una tela del 1919.
La Repubblica ha pubblicato un articolo firmato da Silvia dell'Orso (30/1/03).
Il museo rappresenta la più importante esposizione permanente di quadri della zona 3 ed a favore dell'apertura del museo si è battuto per anni il Consiglio di Zona 3.
Completata l'isola pedonale di via Spallanzani (18/1/03)
La realizzazione dell'isola pedonale di via Spallanzani è stata completata, con un piccolo ritardo rispetto ai tempi previsti. Comunque a Natale la via era già percorribile dai pedoni.
E' stato riaperto al traffico l'accesso di via Melzo da Corso Buenos Aires, secondo il progetto approvato. Il Vicesindaco De Corato voleva tenerlo chiuso ma il Settore Traffico si è opposto in quanto il primo tratto di via Melzo non avrebbe avuto sbocco e avrebbe dovuto essere a doppio senso di marcia.
Purtroppo l'apertura al traffico ha costretto l'impresa ad installare numerose parigine per delimitare la zona per i pedoni da quelle per le auto e ad installare alcuni cartelli che disturbano la vista della chiesa di Santa Francesca Romana. Sono state anche tracciate delle strisce pedonali sulle lastre di porfido appena posate. Comunque la vista della chiesa da Piazza Oberdan è molto bella e la strada sembra più larga di prima, quando le auto erano parcheggiate sui lati e c'erano i marciapiedi.
Si vedrà in futuro se questa sistemazione va bene o sarà meglio chiudere l'accesso dal corso. Comunque le auto sono poche e vanno a bassa velocità a causa del dislivello all'ingresso dell'isola pedonale e alla fine.
E' stato invece chiuso l'accesso da viale Regina Giovanna che il progetto prevedeva aperto, secondo le richieste dei commercianti. Verrà posizionata una catena con lucchetto all'angolo con via Melzo e la chiave verrà data solo a chi ha diritto ad entrare.
Per il supermercato Unes dove c'era il locale Arizona, l'assessore al traffico Goggi ha garantito che l'area di carico e scarico sarà prevista in via Melzo e quindi gli automezzi non potranno entrare in via Spallanzani. Rischierebbero di rovinare la nuova pavimentazione ed abbattere le parigine, vista la dimensione dei mezzi usati dall'Unes per rifornire i propri negozi.
Comunque l'apertura dell'Unes non è ancora sicura perché il Comune sta ancora verificando che il parcheggio per i clienti sia di dimensione doppia rispetto alla superficie di vendita. Se non lo fosse l'Unes dovrebbe rinunciare al aprire il supermercato.
Una petizione con 100 firme di residenti contro l'apertura dell'Unes è stata consegnata al Comune nel mese di novembre. Anche il Consiglio di Zona 2 ha sostenuto la petizione con una sua delibera.
E' ancora da realizzare l'attraversamento pedonale di viale Regina Giovanna in corrispondenza di via Spallanzani. L'MM sta studiando la collocazione di un semaforo per rendere meno pericoloso l'attraversamento, che comunque molti già fanno a loro rischio e pericolo. E' ovvio che la piazza di Santa Francesca Romana debba essere collegata all'isola pedonale sia per i pedoni che per i ciclisti.
Brutte notizie invece per la sistemazione di Piazza Oberdan.
Il Comune non ha stanziato i fondi nel bilancio preventivo e quindi non si farà nel 2003. Ci dovremo accontentare di via Spallanzani.
notizie | consiglio di zona 3 | risultati | chi sono | programma | delibere | zone | zona 3 | strade | funzioni | scrivimi | verdi | links | home